L’allenamento in alta quota è una pratica adottata da molti atleti, professionisti e non, in particolare da quelli coinvolti in sport di resistenza come corsa, ciclismo e sci di fondo. Questo tipo di allenamento prevede che gli atleti si allenino a quote altimetriche significative, indicativamente superiori ai 2000 metri. I benefici di questa pratica sono numerosi e ben documentati, rendendola una strategia popolare per migliorare le prestazioni sportive.

In questo articolo i nostri personal trainer vi spiegheranno nel dettaglio i principali vantaggi e le controindicazioni dell’allenamento in alta montagna.

Aumento della produzione di globuli rossi

Uno dei principali benefici dell’allenamento in alta quota è l’aumento della produzione di globuli rossi. A quote elevate, infatti, la concentrazione di ossigeno nell’aria è inferiore rispetto al livello del mare. Questa ridotta disponibilità di ossigeno costringe il corpo a produrre più eritropoietina (EPO), un ormone che stimola la produzione di globuli rossi. Questi globuli rossi aggiuntivi aumentano la capacità del sangue di trasportare ossigeno, migliorando così la resistenza aerobica e le prestazioni atletiche.

L’aumento del numero di globuli rossi e dell’emoglobina sviluppano nell’atleta una maggiore capacità ed efficienza nell’utilizzo di ossigeno durante l’esercizio, portandolo di conseguenza a migliorare la cosiddetta capacità aerobica. Questo aspetto appena descritto è particolarmente vantaggioso per sport di resistenza come corsa su lunghe distanze, ciclismo e sci di fondo, dove la capacità di sostenere sforzi prolungati è cruciale.

Nonostante l’attività sportiva in altura sia principalmente nota per i benefici aerobici, alcuni studi dimostrano che può anche migliorare le prestazioni anaerobiche. L’adattamento del corpo a condizioni di bassa ossigenazione, infatti, può incrementare la capacità di eseguire esercizi ad alta intensità, come sprint e sollevamento pesi. Possiamo quindi affermare che gli atleti che combinano allenamenti aerobici e anaerobici in altura possono ottenere un vantaggio competitivo in discipline che richiedono entrambe le capacità.

Adattamenti metabolici

Allenarsi ad altitudini superiori ai 2000 metri può anche portare a significativi adattamenti metabolici. A causa della carenza di ossigeno, il corpo deve ottimizzare l’uso delle risorse energetiche. Questo può comportare un aumento dell’efficienza nel metabolismo dei grassi e dei carboidrati, permettendo agli atleti di mantenere livelli di energia più elevati durante l’esercizio prolungato. Inoltre, può migliorare la capacità del corpo di immagazzinare e utilizzare il glicogeno muscolare, importante fonte di energia durante l’attività fisica intensa.

Durante l’allenamento in montagna migliora anche la capacità del corpo di ridurre l’accumulo di acido lattico e facilitarne lo smaltimento. Durante l’esercizio intenso, l’acido lattico può accumularsi nei muscoli, causando affaticamento e riducendo le prestazioni. L’esposizione a condizioni di ossigeno ridotto può stimolare adattamenti cellulari che incrementano la capacità del corpo di gestire e neutralizzare l’acido lattico, migliorando quindi la tolleranza allo sforzo e la capacità di sostenere esercizi ad alta intensità da parte del soggetto.

Effetti psicologici positivi

L’allenamento in altura non offre solo benefici fisici, ma anche psicologici. La sfida di allenarsi in condizioni difficili può aumentare la fiducia in sé stessi, la resilienza e la forza mentale. Affrontare e superare le difficoltà associate all’allenamento ad alta quota può dare agli atleti un senso di realizzazione e determinazione, che si traduce in una maggiore motivazione e concentrazione durante le competizioni.

L’attività fisica in montagna, per chi non è abituato, rappresenta quindi una buona variazione alla routine di allenamento, dalla quale gli sportivi possono trarre beneficio, considerando anche il cambiamento ambientale e le nuove sfide che comporta. Tutto questo può prevenire il sovrallenamento e la monotonia, mantenendo l’allenamento stimolante. Da non sottovalutare anche il fatto che allenarsi in montagna offre spesso splendidi paesaggi naturali, che possono migliorare il benessere mentale e fornire una motivazione aggiuntiva.

Non sono solo gli atleti d’élite a trarre beneficio dall’allenamento in altura, ma tutti gli sportivi possono ottenere miglioramenti significativi nelle loro prestazioni!

Recupero accelerato

Dopo un periodo di allenamento oltre i 2000 metri, gli atleti spesso sperimentano una fase di “super-compensazione” al loro ritorno a quote più basse. Durante questa fase, i benefici fisiologici acquisiti possono tradursi in miglioramenti significativi delle prestazioni. La maggiore capacità di trasporto dell’ossigeno e gli adattamenti muscolari e metabolici possono portare a un rendimento ottimale durante le gare, soprattutto se il periodo di training è pianificato correttamente con una fase di scarico pre-competizione (tapering).

Effetti a lungo termine dell’allenamento in alta quota

Gli adattamenti fisiologici ottenuti attraverso l’allenamento in alta montagna possono durare settimane o addirittura mesi. Sebbene gli effetti completi possano diminuire nel tempo, alcuni benefici, come l’aumento della capillarizzazione muscolare e delle riserve di glicogeno, possono persistere, contribuendo alla stabilizzazione a lungo termine dei miglioramenti delle prestazioni atletiche.

Controindicazioni: quando è sconsigliato l’allenamento in alta quota 

L’allenamento in altura, sebbene offra diversi benefici per gli atleti, presenta anche alcune controindicazioni e rischi che devono essere attentamente considerati.

Prima di intraprendere un programma di allenamento in alta quota, è essenziale valutare attentamente la propria condizione fisica e consultare un professionista della salute o un medico specializzato in medicina dello sport. Un approccio graduale e ben pianificato all’acclimatazione può aiutare a ridurre i rischi associati all’allenamento in quota.

Evitando di prendere analisi le problematiche più rare, gli aspetti principali a qui fare attenzione sono il mal di montagna, che si può manifestare se l’acclimatamento è insufficiente, eventuali problematiche cardiache preesistenti e disturbi del sonno in quota, che potrebbero peggiorare le capacità di recupero tra una sessione e l’altra, generando quindi livelli elevati di affaticamento globale.

L’allenamento in altura dovrebbe essere eseguito sotto la supervisione di esperti in medicina sportiva per monitorare la salute dell’atleta e adattare i programmi di allenamento in base alle risposte individuali.

Considerazioni finali

Come abbiamo analizzato in questo articolo, l’attività fisica in alta montagna offre una serie di benefici che possono migliorare significativamente le prestazioni atletiche. Oltre all’aumento della produzione di globuli rossi e alla migliorata capacità aerobica e metabolica, gli atleti possono trarre vantaggio anche da una serie di adattamenti fisiologici. Inoltre, i benefici psicologici e la variazione nell’allenamento possono fornire un ulteriore impulso alla motivazione e al benessere complessivo.

È importante, tuttavia, che l’allenamento in altura sia pianificato e monitorato attentamente, in quanto può comportare rischi se non gestito correttamente. Gli atleti devono essere consapevoli dei sintomi del mal di montagna e delle necessità di acclimatamento. Con una pianificazione adeguata, un approccio scientifico e la giusta nutrizione sportiva durante l’attività fisica in quota, questa metodologia può diventare una componente preziosa del programma di preparazione atletica in molte discipline sportive di endurance e non.

E voi avete mai testato i benefici di un allenamento in quota?

 

La lombo-sciatalgia, comunemente nota come sciatica, è una condizione dolorosa che coinvolge il tratto lombare della colonna vertebrale e il nervo sciatico. Questa patologia può causare un dolore intenso e debilitante che si irradia dalla parte bassa della schiena fino alle gambe.

Nell’articolo che segue, esploreremo in dettaglio l’anatomia del tratto lombare e del nervo sciatico, i sintomi e le cause della lombo-sciatalgia, nonché i trattamenti disponibili, il processo di recupero e gli esercizi utili per alleviare il dolore e prevenire recidive.

Anatomia del tratto lombare e del nervo sciatico

Tratto lombare

La colonna vertebrale è composta da 33 vertebre, suddivise in cinque regioni: cervicale, toracica, lombare, sacrale e coccigea. Il tratto lombare, situato nella parte inferiore della schiena, è formato da cinque vertebre (L1-L5), che sono le più grandi e robuste della colonna vertebrale, progettate per sostenere la maggior parte del peso corporeo e consentire una vasta gamma di movimenti.

Il tratto lombare è particolarmente suscettibile a lesioni e dolori a causa dello stress biomeccanico a cui è sottoposto quotidianamente. Le vertebre lombari sono separate da dischi intervertebrali, che funzionano come ammortizzatori e permettono flessibilità alla colonna. I legamenti e i muscoli circostanti forniscono ulteriore supporto e stabilità.

Nervo sciatico

Il nervo sciatico è il nervo più lungo e largo del corpo umano, originando dalla combinazione delle radici nervose che emergono dai segmenti spinali L4-S3. Il nervo sciatico percorre il bacino, attraversa i glutei e scende lungo la parte posteriore della gamba fino al piede. È responsabile dell’innervazione motoria e sensoriale della parte inferiore del corpo.

Sintomi e cause della lombo-sciatalgia

Sintomi

La lombo-sciatalgia si manifesta principalmente con un dolore acuto o sordo, che si irradia dalla parte bassa della schiena lungo una o entrambe le gambe, seguendo il percorso del nervo sciatico. I sintomi più comuni includono:

  • Dolore lombare che si irradia verso il gluteo e la gamba;
  • Intorpidimento o formicolio nella gamba o nel piede;
  • Debolezza muscolare nella gamba colpita;
  • Difficoltà a camminare o a mantenere la postura eretta della schiena.

Cause

Le cause della lombo-sciatalgia possono essere varie, tra cui:

  • Ernia del disco: una delle cause più comuni, dovuta alla fuoriuscita del nucleo polposo del disco intervertebrale che comprime il nervo sciatico.
  • Stenosi spinale: un restringimento del canale spinale che può esercitare pressione sui nervi.
  • Sindrome del piriforme: il muscolo piriforme irrita o comprime il nervo sciatico, causando una condizione che simula una vera e propria lombo-sciatalgia
  • Lesioni traumatiche: incidenti o cadute che danneggiano la colonna vertebrale.
  • Spondilolistesi: lo scivolamento di una vertebra sull’altra.

Trattamento della lombo-sciatalgia

Il trattamento della lombo-sciatalgia dipende dalla gravità dei sintomi e dalla causa sottostante. Le opzioni terapeutiche possono essere suddivise in trattamenti non chirurgici e chirurgici.

Trattamenti non chirurgici

  1. Riposo e modifica delle attività: inizialmente, può essere utile ridurre le attività che aggravano il dolore. Tuttavia, il riposo prolungato a letto è sconsigliato poiché può peggiorare i sintomi.
  2. Farmaci: gli analgesici da banco (come il paracetamolo) e i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione. In alcuni casi, possono essere prescritti miorilassanti o corticosteroidi.
  3. Fisioterapia: un fisioterapista può sviluppare un programma di esercizi personalizzati per migliorare la forza, la flessibilità e la postura. Le terapie manuali, come alcune terapie strumentali, possono anche essere utili.
  4. Iniezioni epidurali: in alcuni casi, le iniezioni di corticosteroidi nello spazio epidurale possono ridurre l’infiammazione e il dolore.
  5. Ozono terapia: le infiltrazioni locali di ozono spesso si dimostrano utili nel ridurre la sintomatologia

Trattamenti chirurgici

La chirurgia è considerata solo quando i trattamenti non chirurgici non hanno avuto successo e i sintomi sono gravi o debilitanti. Le procedure chirurgiche comuni includono:

  • Microdiscectomia: rimozione del materiale erniato del disco che comprime il nervo sciatico.
  • Laminectomia: rimozione di parte della vertebra per alleviare la pressione sui nervi.

Recupero e prevenzione

Il recupero dalla lombo-sciatalgia varia in base alla causa e alla gravità dei sintomi. La maggior parte delle persone migliora con il trattamento conservativo entro sei settimane. Tuttavia, è importante seguire un piano di prevenzione per evitare recidive.

Prevenzione

  1. Esercizio Fisico Regolare: mantenere una routine di esercizi che rafforzi i muscoli della schiena e del core. L’attività fisica regolare può prevenire lesioni e mantenere la colonna vertebrale sana.
  2. Postura Corretta: adottare una postura corretta durante le attività quotidiane e soprattutto durante il sollevamento di oggetti pesanti.
  3. Peso Corporeo Sano: mantenere un peso corporeo adeguato per ridurre lo stress sulla colonna vertebrale.
  4. Evitare Movimenti Bruschi: evitare movimenti bruschi e torsioni della colonna che possono causare lesioni.

Esercizi utili per alleviare la lombo-sciatalgia

Gli esercizi sono una parte fondamentale del trattamento e della prevenzione della lombo-sciatalgia. Qui di seguito sono descritti alcuni esercizi utili che possono essere eseguiti con l’approvazione di un professionista sanitario.

Stretching del piriforme

  • Sdraiati sulla schiena con le ginocchia piegate.
  • Incrocia la caviglia della gamba colpita sul ginocchio dell’altra gamba.
  • Afferra la coscia della gamba non colpita e tira delicatamente verso il petto.
  • Mantieni la posizione per 30 secondi e ripeti 3 volte per lato.

Stretching dei muscoli ischiocrurali

  • Sdraiati sulla schiena e solleva una gamba mantenendola dritta.
  • Afferra il retro della coscia con entrambe le mani.
  • Tira delicatamente la gamba verso il petto mantenendo l’altra gamba piegata sul pavimento.
  • Mantieni la posizione per 30 secondi e ripeti 3 volte per lato.

Estensione lombare

  • Sdraiati a pancia in giù con le mani sotto le spalle.
  • Spingi con le mani per sollevare la parte superiore del corpo, mantenendo i fianchi a contatto con il pavimento.
  • Mantieni la posizione per 5-10 secondi e ripeti 10 volte.

Rafforzamento del core

  • Sdraiati sulla schiena con le ginocchia piegate e i piedi appoggiati sul pavimento.
  • Contrai i muscoli addominali e solleva lentamente il bacino dal pavimento.
  • Mantieni la posizione per 5 secondi e poi abbassa lentamente il bacino.
  • Ripeti 10-15 volte.

Conclusione

La lombo-sciatalgia è una condizione comune che può causare dolore significativo e limitare le attività quotidiane. Comprendere l’anatomia del tratto lombare e del nervo sciatico è fondamentale per individuare le cause e adottare il trattamento più appropriato. Con un approccio multidisciplinare che include riposo, farmaci, fisioterapia e, in alcuni casi, interventi chirurgici, è possibile gestire efficacemente i sintomi e favorire il recupero.

Gli esercizi specifici giocano un ruolo cruciale, sia nel trattamento che nella prevenzione della lombo-sciatalgia. È importante eseguirli regolarmente e correttamente, sotto la guida di un professionista sanitario. Adottare uno stile di vita attivo e mantenere una buona postura sono strategie chiave per prevenire future recidive e mantenere una colonna vertebrale sana.

Investire nella propria salute e benessere attraverso la conoscenza e l’adozione di pratiche preventive può fare una grande differenza nella qualità della vita, riducendo il rischio di lombo-sciatalgia e migliorando la funzionalità quotidiana.

 

Ci sono tantissime parole che definiscono la Formula 1 ma, forse, la prima è adrenalina. Chi nella vita ha sentito almeno una volta il rombo di tutte le vetture schierate sulla griglia di partenza riesce ad evocarne la sensazione, l’incredulità, il fiato corto, il battito accelerato. Probabilmente definirla adrenalina non è nemmeno sufficiente, ma è ciò che più si avvicina a quello che prova il pubblico, figuriamoci i piloti.

La verità è che l’essenza stessa della Formula 1 è una continua rincorsa al tempo ed i primi avversari con cui confrontarsi sono i principi della fisica. Nientemeno. La velocità che riescono a raggiungere le monoposto sfiora i 360 km/h, mentre tutta la fragilità di un corpo umano è compressa in un abitacolo dove lo spazio concesso è quel tanto che basta al pilota per sfidare continuamente i propri limiti e quelli della vettura di cui diventa parte.

Ogni giorno i tuoi limiti vengono spinti oltre quello che all’inizio del percorso sembrava inimmaginabile”.

Fernando Alonso, due titoli mondiali, una carriera fatta di ventuno stagioni in F1 (ancora in corso), tre 24 Ore di Le Mans, tre IndyCar Series, tre 500 Miglia di Indianapolis e attualmente detentore del record per il maggior numero di Gran Premi disputati. Chi meglio di lui può sintetizzare quanto il corpo, la mente e la sfida ai limiti creino quella sinergia unica che chiamiamo performance?

Per me la performance è un concetto molto ampio, un concetto dove l’atleta, la persona, l’individuo, è sempre alla ricerca di una perfezione che non esiste. Vuol dire lavorare per un traguardo che forse è irraggiungibile. Essere sempre al massimo del proprio potenziale, essere la migliore versione di sé: per me è questa la performance che serve ad ogni atleta.

Nella vita di un pilota di Formula 1 c’è sempre spazio per l’adrenalina, poco per l’improvvisazione. Il fatto che i piloti siano seduti durante le gare può dare l’illusione che il loro ruolo si limiti alla guida, in realtà non sarebbero l’élite del motorsport senza un’essenziale combinazione di talento e abilità che devono essere coltivate continuamente, stagione dopo stagione, gara dopo gara. Sono, a tutti gli effetti, atleti sottoposti a regimi alimentari ferrei, cicli di allenamenti estenuanti e continue sessioni di preparazione fisica e mentale.

La testa è molto importante nella vita di un atleta perché si ripercuote sullo sforzo agonistico. È grazie alla forza mentale che si possono dominare sensazioni sgradevoli, come stanchezza e delusioni, e tutti i fattori esterni che possono interferire con la gara. La preparazione mentale aiuta ad anticipare eventuali problemi che si verificheranno: la testa è ciò che fa la differenza quando si considera che tutti questi stimoli arrivano a velocità estrema in Formula1”.

Le leggi dell’aerodinamica, infatti, diventano improvvisamente qualcosa di molto tangibile e, soprattutto, pesante quando la forza di gravità generata dalle monoposto lanciate a più di 350 km all’ora è talmente elevata da gravare sul corpo del pilota trasformando il peso di testa e casco, che in condizioni normali si aggira sui 6-7 kg, in circa 30-40 kg precipiti. Il corpo umano non nasce per essere sottoposto a sollecitazioni così intense, ecco perché l’allenamento è fondamentale.

La preparazione di un pilota si concentra soprattutto nella parte superiore del corpo, quella che soffre di più in macchina. Per questo bisogna essere al 100% per affrontare le gare fino in fondo con la concentrazione sempre al limite. La preparazione atletica è un aspetto molto importante che bisogna seguire con costanza di giorno in giorno. Devi essere pronto ad accettare che con gli anni il tuo corpo risponde in maniera diversa e, di conseguenza, essere al top nel tuo sport implica nuove fasi”.

Resistenza diventa quindi la parola d’ordine: l’allenamento dei piloti segue un approccio multidisciplinare per massimizzare il potenziale atletico, concentrandosi soprattutto sul rinforzo dei muscoli di spalle, braccia e collo, senza trascurare esercizi mirati a lavorare su postura e stabilità. Anche la forza della parte inferiore del corpo svolge un ruolo primario, poiché lo sforzo ripetuto contro il pedale dalla gamba sinistra in frenata è di circa 80 kg.

In tutto questo, la nutrizione diventa parte integrante della routine preparatoria: attenersi a un regime dietetico mirato è necessario per raggiungere livelli ottimali di energia in ogni sport e la Formula 1 non fa eccezione. È fondamentale, infatti, che i livelli di grasso corporeo vengano tenuti bassi, massimizzando la percentuale di muscoli.

Quando sei un atleta al massimo livello non ci sono momenti off: bisogna accettare i sacrifici che comporta, e questo aspetto vale anche per l’alimentazione, a cui bisogna prestare molta attenzione. Per dare il massimo dobbiamo interiorizzare il fatto che è necessario essere molto motivati a sacrificare la nostra vita tra viaggi, allenamenti, competizioni, nutrizione sempre controllata”.

La posizione in classifica, quella in gara, il numero di giri, la velocità massima: oltre alle parole, sono tanti anche i numeri che cercano di dare una dimensione più concreta ad uno sport dai ritmi estremi. Tanto lavoro, tanto impegno, tantissima concentrazione per arrivare al fatidico momento in cui si spengono quei cinque semafori rossi e si accede la motivazione dell’unica persona che regge tra le mani il volante. Ogni pilota, però, sa che tutto si concretizza in un gioco di squadra in cui i comuni mortali possono sbirciare solo grazie alle inquadrature concesse dai cameramen ai box e durante i pit stop.

Questo è uno sport che, visto la domenica, sembra individuale perché si vede una sola persona in macchina. Però in Formula 1 ci sono più di 850 persone che lavorano per realizzare queste due vetture, ognuna delle quali è fondamentale. Senza di loro non sarebbe possibile completare il percorso che porta al risultato finale”.

Fernando Alonso è testimonial delle linee trauma e nutrizione di Cetilar®, aiutando lo sviluppo e la ricerca del brand a crescere e migliorare per rispondere alle esigenze degli sportivi.

Sono molto felice di collaborare con Cetilar®, credo personalmente nella nostra unione, che trovo abbia molto senso in quanto utilizzo quotidianamente i loro prodotti nelle mie giornate di preparazione e anche nei weekend di gara. Il fatto che li ritenga validi quindi è scontato e ora poter lavorare in prima persona nello sviluppo dei nuovi sarà molto interessante”.

Non ci sono stagioni giuste o sbagliate per fare sport, ma ogni condizione metereologica implica alcune accortezze per potersi allenare nel modo migliore possibile, soprattutto in estate quando le temperature alte mettono a dura prova la nostra performance sportiva. Dopo aver approfondito gli aspetti più importanti per praticare la corsa durante la stagione invernale, adesso ci occupiamo di alcuni consigli utili per godersi la stagione più calda. Spoiler: attenzione a non esagerare!

Running e sport in estate: alternare gli allenamenti

Chi non vede l’ora di staccare dal lavoro per farsi una corsa sa che l’estate porta con sé tantissimi aspetti positivi, a partire da giornate più lunghe che danno la possibilità di allenarsi all’aria aperta senza l’ausilio di torce frontali e giubbotti catarifrangenti.

Ma la corsa non è l’unica attività da praticare in estate! I runner e tutti gli amanti dello sport hanno l’opportunità di ampliare per qualche mese il ventaglio di attività praticabili, migliorando le proprie prestazioni e mettendo alla prova resistenza e polmoni con sport outdoor di endurance, come ad esempio:

  • Trail running, ovvero la corsa praticata su terreni sterrati con percorsi caratterizzati da pendenze e avvallamenti naturali.
  • Ciclismo, utile per migliorare la resistenza cardiovascolare e muscolare.
  • Nuoto: corsa e nuoto sono due attività che, se associate, creano un allenamento completo e ricco di benefici. L’acqua migliora infatti la resistenza e il tono muscolare, potenziando gli apparati cardiocircolatorio e respiratorio.

È risaputo, però, che allenarsi in estate comporta anche una buona dose di accorgimenti per evitare il caldo eccessivo e tutti i problemi ad esso collegati.

I suggerimenti qui di seguito non suoneranno certo all’avanguardia ma ciò non toglie che siano sempre validi per dare la priorità assoluta alla salute dell’organismo, senza rinunciare allo sport.

Come organizzare le sessioni di allenamento in estate

La regola d’oro quando si corre in estate è evitare tassativamente le ore più calde. I momenti migliori per allenarsi sono il mattino e la sera, quando fa più fresco. La situazione cambia leggermente quando si tratta di nuoto e, in generale, sport d’acqua: sempre meglio evitare le ore di punta ma non è necessario aspettare la sera.

È importante, inoltre, organizzare le sessioni di allenamento: come anticipato, la priorità è il benessere dell’organismo. La soluzione ottimale sarebbe di andare a correre con minor frequenza rispetto a quanto si è abituati a fare, alternando altre attività sportive utili ad implementare tono muscolare e resistenza.

Inoltre, ogni stagione è caratterizzata non solo da clima e temperature diverse, ma anche da differenti ritmi biologici che influenzano l’organismo, costringendolo ogni volta a ricalibrarsi. Per questo è importante dare tempo al fisico di abituarsi agli allenamenti estivi.
Allenarsi ad un ritmo troppo intenso può essere controproducente d’estate: è importante lasciare che sia il corpo che il sistema nervoso di adattino all’aumento di temperatura, variando gradualmente sia l’intensità delle sessioni di allenamento sia le attività sportive praticate ed evitando allenamenti nelle giornate torride.

Sport in estate e idratazione

Idratarsi correttamente quando si corre o si pratica qualunque tipo di attività sportiva è fondamentale in ogni stagione ma in estate ancora di più.

Reintegrare sempre i liquidi persi durante l’allenamento è essenziale, in quanto la disidratazione provoca la compromissione di tutte le funzioni fisiologiche, a partire dal sistema cardiovascolare. La disidratazione, infatti, può ridurre il volume totale di sangue e pressione arteriosa portando quindi a una diminuzione dell’apporto di sangue e ossigeno ai muscoli, al cervello e alla pelle, a supporto della termoregolazione, compromettendo di conseguenza anche le funzioni muscolari, respiratorie e cognitive.

Il consiglio, quindi, è di bere regolarmente acqua tutto il giorno, inserendo come spuntino anche centrifughe e frullati di frutta e verdura, che hanno il vantaggio di contribuire all’apporto sia d’acqua che di vitamine e sali minerali. Ma non solo: quando si pratica sport in estate è bene valutare di reintegrare i nutrienti persi con la sudorazione anche attraverso integratori dedicati in modo specifico alle esigenze degli sportivi. Ad esempio, Hydral è l’integratore reidratante in stick da sciogliere in acqua, grazie al quale si ottiene una soluzione utile per reidratare l’organismo quando la sudorazione è intesa e per ridurre la sensazione di affaticamento.

L’alimentazione, così come una corretta idratazione, è sempre un tassello fondamentale per chiunque pratichi attività sportiva costante. D’estate, come già menzionato, è necessario reintegrare più sali minerali e vitamine del solito. Via libera quindi a grandi quantità di verdure e frutta di stagione, da affiancare a pesce fresco, ricco di sostanze formidabili sia per la salute che per sostenere il benessere dell’organismo durante e dopo le prestazioni sportive.

Gli alimenti ricchi di antiossidanti non possono mancare nel piano alimentare di chi pratica running o sport endurance in estate poiché aiutano a contrastare gli effetti dello stress ossidativo, a diminuire gli stati infiammatori e a sostenere il recupero muscolare ed energetico.

Sport in estate: l’importanza del recupero

È fondamentale non dimenticarsi mai che gli allenamenti eccessivi, soprattutto in estate, possono essere controproducenti e sovraccaricare il corpo di stress e stanchezza. Tra una sessione e l’altra di allenamento è importante concedersi del tempo per recuperare, per dare modo ai muscoli e a tutto l’organismo di tornare ai livelli ottimali di energia e benessere.

Se durante una sessione di attività sportiva si avverte molta sete, crampi, debolezza diffusa, vertigini, nausea o mal di testa, è assolutamente necessario fermarsi e riposare. Il corpo ha il suo modo di reagire per proteggersi dal caldo e questi sintomi sono un avvertimento per chiedere più tempo per recuperare: ascoltalo e concediti uno o più giorni di riposo!

 

Sette anni di sfide, sette anni di emozioni. Cetilar® rinnova il suo impegno al fianco di Obiettivo3, il progetto fondato da Alex Zanardi nel 2017 per avvicinare e sostenere le persone diversamente abili allo sport.

Un legame forte quello tra le due realtà, che ha già visto negli anni scorsi il supporto ad atleti come Enrico Fabianelli e Tiziano Monti, e che in questa stagione accompagnerà il percorso di Fabio Radrizzani, paraciclista ligure.

Classe 1983, Radrizzani è già un punto fermo della Nazionale su strada e ora si prepara a un’avventura straordinaria: conquistare la Dolomiti Hero, una delle gare di mountain bike più dure al mondo, con una sola gamba.

Un’impresa straordinaria, raccontata passo dopo passo attraverso un progetto di comunicazione dedicato, accompagnando Fabio nei suoi allenamenti e nelle competizioni di preparazione, tra cui la Gran Fondo Strade Bianche e la Maratona Dles Dolomites-Enel.

«Finito il quadriennio paralimpico, vogliamo offrire ai nostri ragazzi l’opportunità di cimentarsi in competizioni di circuiti diversi, condividendo questi eventi con atleti normodotati e di viverle come vere e proprie sfide», commenta Barbara Manni, marketing manager di Obiettivo3. «La Dolomiti Hero è un’impresa unica nel suo genere e siamo felici che Cetilar® abbia scelto di supportare Fabio in questa avventura».

Un sostegno che per Cetilar® e PharmaNutra rappresenta molto più di una semplice sponsorizzazione. «La partnership con Obiettivo3 è per noi motivo di grande orgoglio», spiega Roberto Lacorte, Vicepresidente e AD di PharmaNutra S.p.A. «Alex Zanardi ci ha insegnato che non bisogna mai arrendersi e gli atleti di Obiettivo3 lo dimostrano ogni giorno con imprese straordinarie».

Dolomiti Hero, Selva di Val Gardena, 14 giugno. Cetilar® e Obiettivo3, insieme per un nuovo capitolo all’insegna della passione e della determinazione, pronti a ispirare chiunque creda che lo sport non abbia limiti.

Un debutto di stagione da incorniciare per il team Cetilar® Nutrition Cervelò, che alla nona edizione della Gran Fondo Terre di Franciacorta, gara nazionale di mountain bike che si è disputata domenica 23 febbraio, ha scritto una pagina di ciclismo memorabile.

È stato un trionfo totale per gli atleti del pro team MTB, con una straordinaria doppietta firmata Mirko Tabacchi e Domenico Valerio, rispettivamente primo e secondo posto.

Una vittoria costruita con determinazione, che ha preso forma già dopo i primi 25 km di gara, quando Tabacchi ha attaccato in solitaria, staccando il gruppo e arrivando da solo al traguardo, sigillando un successo netto.

Dietro di lui, Valerio ha saputo gestire al meglio la volata, conquistando il secondo posto e suggellando una prestazione di squadra straordinaria. Terzo classificato, Filippo Bertone, atleta della squadra Bottecchia Factory Team, che Cetilar® Nutrition supporta dal 2024 come fornitore.

La Gran Fondo Terre di Franciacorta, con i suoi 40 km e un dislivello di oltre 950 metri, ha visto al via circa 750 partecipanti, offrendo un percorso tecnico e selettivo. Un test perfetto sulle strade e i sentieri di Adro, per aprire la stagione al meglio e dimostrare la determinazione degli atleti della squadra Cetilar® Nutrition Cervelò.

Un successo che va oltre il risultato sportivo, frutto di un ecosistema di eccellenza che supporta gli atleti a 360°. Il podio firmato interamente Cetilar® Nutrition conferma l’impegno del brand nel mondo del ciclismo.

Con la sua linea di integratori per la nutrizione sportiva, potenziati dall’esclusiva Tecnologia Sucrosomiale®, Cetilar® Nutrition affianca e supporta gli atleti garantendo loro energia e un recupero ottimale, sia in preparazione delle competizioni, sia nel post gara.

Un grande inizio, che promette una stagione ricca di emozioni e nuove sfide.

Partecipare alla Gran Fondo Strade Bianche significa spingersi oltre i propri limiti.

Strade sterrate, salite dure e un percorso che non concede tregua: ogni dettaglio della preparazione pre-gara (così come quello dell’allenamento) deve essere curato nei minimi particolari, compresa l’integrazione.

Per supportare tutti i ciclisti e appassionati che si accingono ad affrontare il decimo anniversario della Gran Fondo Strade Bianche, il nostro team ha sviluppato un piano di integrazione con i prodotti Cetilar® Nutrition, pensato per garantire la giusta energia, un’idratazione ottimale e un recupero rapido.

Scopri come gestire l’integrazione prima, durante e dopo la gara per dare il massimo su ogni tratto di questo percorso leggendario.

  1. Pre-gara: preparare il corpo alla sfida
  2. Durante la gara: mantieni il ritmo con la giusta integrazione
  3. Dopo la gara: recupero efficace per ripartire subito
  4. La strategia vincente per affrontare la Gran Fondo Strade Bianche

 

Pre-gara: preparare il corpo alla sfida

La preparazione inizia già prima del via. Assicurarsi che l’organismo abbia le giuste riserve di energia e sia ben idratato è fondamentale per affrontare la gara al massimo della forma.

  • 1 busta di UltraRace Carb + 1 stick di Hydrate Fast, sciolti in almeno 650 ml di acqua;
  • Bere 200 ml ogni 20 minuti per migliorare la performance atletica attraverso l’assunzione di carboidrati e mantenere il livello di idratazione ottimale.

Durante la gara: mantieni il ritmo con la giusta integrazione

Con una durata media tra le 3 e le 4 ore, la Gran Fondo Strade Bianche richiede un apporto continuo di energia per sostenere la prestazione senza cali improvvisi.

L’obiettivo è assumere una quantità idonea di carboidrati ogni ora; per un atleta allenato si traduce nell’assumere tra i 90-100 g di carboidrati all’ora. Un ipotetico piano di integrazione potrebbe essere:

 

Dopo la gara: recupero efficace per ripartire subito

Il recupero è un tassello fondamentale della performance. Reintegrare rapidamente i nutrienti persi aiuta a ridurre il senso di fatica e a ottimizzare il recupero muscolare.

  • 1 Recovery Pro (da sciogliere in 250 mL di acqua, latte o bevanda vegetale e da assumere entro un’ora dal termine della gara) per favorire il recupero ottimale della massa muscolare.
  • 1 Race Balance Bar per garantire il mantenimento del metabolismo energetico, dell’equilibrio elettrolitico e la normale funzione muscolare, oltre che per ridurre la sensazione di stanchezza e affaticamento.

 

La strategia vincente per affrontare la Gran Fondo Strade Bianche

Una corretta integrazione fa la differenza tra una gara sofferta e una prestazione al massimo delle proprie capacità.

Grazie ai prodotti Cetilar® Nutrition e a un piano di integrazione studiato nei minimi dettagli, potrai affrontare ogni tratto della Gran Fondo Strade Bianche con l’energia e la determinazione necessarie per superare ogni sfida.

Pedala forte, integra nel modo giusto e goditi ogni chilometro delle iconiche strade bianche della Toscana!

Affrontare la Gran Fondo Strade Bianche richiede preparazione, strategia e un’integrazione mirata.

Le strade bianche della Toscana, con i loro tratti in sterrato e il continuo alternarsi di salite e discese, mettono a dura prova resistenza e capacità di recupero.

Per questo, il nostro team ha sviluppato un piano di integrazione con i prodotti Cetilar® Nutrition, studiato per supportare i ciclisti prima, durante e dopo ogni allenamento in preparazione alla gara.

Scopriamo insieme come ottimizzare la performance e ridurre il rischio di cali energetici o affaticamento precoce, per arrivare al giorno della gara nelle migliori condizioni possibili.

  1. Al mattino: getta le giuste basi per partire al meglio
  2. Pre-allenamento: energia disponibile e idratazione ottimale
  3. Durante l’allenamento: energia e idratazione su misura
  4. Dopo l’allenamento: recupero ottimale e rigenerazione
  5. Preparati al meglio per la Gran Fondo Strade Bianche con Cetilar® Nutrition

 

Al mattino: getta le giuste basi per partire al meglio

Un’alimentazione corretta va impostata già dal mattino, con un apporto bilanciato di proteine e micronutrienti per ottimizzare la performance:

  • Dual Protein (fino a 3 misurini in 250 ml di acqua, latte o bevanda vegetale): contribuisce alla crescita e al mantenimento della massa muscolare;
  • Defense Booster (1 bustina sciolta in un bicchiere d’acqua): un mix di vitamine e minerali, licopene e coenzima Q10 che aiuta a prevenire lo stress ossidativo e mantenere le difese immunitarie ad alti livelli.

 

Pre-allenamento: energia disponibile e idratazione ottimale

Prima di iniziare a pedalare, è essenziale predisporre l’organismo con il giusto mix di carboidrati e sali minerali:

  • 1 busta di UltraRace Carb + 1 stick di Hydrate Fast da sciogliere in 650ml d’acqua;
  • Bere circa 200 ml ogni 20 minuti per migliorare la performance atletica attraverso l’assunzione di carboidrati e mantenere un livello ottimale di idratazione.

 

Durante l’allenamento: energia e idratazione su misura

L’integrazione varia in base alla durata dello sforzo, per garantire un apporto costante di energia:

Allenamenti fino a 1,5 ore (circa 60-80g/h di carboidrati):
Allenamenti tra 1,5 e 2,5 ore (circa 160g di carboidrati totali (80g/h)):
  • Borraccia da 500 ml con ½ busta di Race Carb o Race Carb Caf+ Hydrate Fast;
  • 1 Ultrarace Carb Gel + 1 Energy Race Bar + 1 Race Carb Gel, per garantire il giusto apporto di carboidrati.
Allenamenti superiori a 2,5 ore (fino a 200g di carboidrati totali – 90g/h):
  • 2 borracce da 500 ml con 1 busta di Race Carb o Race Carb Caf+ Hydrate Fast;
  • 1 Ultrarace Carb Gel + 1 Energy Race Bar + 1 Race Carb Gel per sostenere il consumo energetico elevato.

 

Dopo l’allenamento: recupero ottimale e rigenerazione

Anche la fase post-allenamento merita cure e attenzioni, perché il nostro corpo per esprimere sempre il massimo ha bisogno di recuperare in modo efficace e ottimale.

Ecco come prepararsi al meglio per le sessioni successive:

  • 1 bustina di Recovery Pro (da sciogliere in 250 ml di acqua, latte o bevanda vegetale e da assumere entro un’ora dal termine dell’allenamento) per sostenere i processi di recupero fisico e favorire mantenimento della massa muscolare.
  • 1 compressa di Iron Race, sviluppato con un’esclusiva formulazione a base di Ferro Sucrosomiale®, per garantire la corretta ossigenazione dei tessuti, il metabolismo energetico e ridurre il senso di stanchezza e affaticamento.
  • 1 bustina di Master Race (se necessario, per i ciclisti over 50) per migliorare la mobilità articolare e garantire una protezione antiossidante dai radicali liberi.
  • 1 compressa di Night Restore (se necessario) per favorire il riposo e ottimizzare i processi di recupero notturno.

 

Preparati al meglio per la Gran Fondo Strade Bianche con Cetilar® Nutrition

L’integrazione gioca un ruolo fondamentale in eventi impegnativi come la Gran Fondo Strade Bianche. Un corretto apporto di nutrienti permette di ottimizzare la performance, ritardare l’insorgenza della fatica e garantire un recupero più rapido.

Con il supporto del piano studiato dal nostro team di esperti, potrai dare il massimo in ogni allenamento e costruire la condizione ideale per affrontare ogni sfida con determinazione.

Gli sport invernali, con le loro sfide legate a freddo intenso e altitudini elevate, richiedono un’integrazione e una preparazione nutrizionale precise per garantire prestazioni ottimali e proteggere la salute dell’atleta.

Nell’articolo precedente, abbiamo approfondito come gestire i macronutrienti, l’idratazione e le specifiche esigenze di composizione corporea in queste discipline.

In questa seconda parte, ci concentriamo sull’importanza dei micronutrienti e sull’integrazione mirata, elementi fondamentali per affrontare le condizioni estreme di neve e ghiaccio.

Vedremo quali sono i micronutrienti più a rischio, come il ferro e la vitamina D, e analizzeremo i principali supplementi, come proteine, creatina e nitrati, per sostenere al meglio il rendimento e il recupero degli sciatori, sia professionisti sia appassionati.

  1. Integrazione per sciatori: quali sono i micronutrienti a rischio?
  2. Quale integrazione adottare per sostenere energia e recupero?
  3. Supporto cognitivo e resistenza in condizioni estreme
  4. Race Carb Gel: energia pronta per la massima performance

 

Integrazione per sciatori: quali sono i micronutrienti a rischio?

Tra i micronutrienti per questi atleti troviamo il ferro, gli antiossidanti e la vitamina D.

Il ferro è un minerale indispensabile per garantire l’adattamento ematologico dell’atleta in altura. All’aumentare della quota si riduce la pressione parziale di ossigeno, ovvero la sua disponibilità per l’organismo.

Ciò induce il corpo ad aumentare in maniera compensativa il numero dei globuli rossi (i trasportatori di ossigeno nel sangue) per avere più ossigeno a disposizione, nonostante la sua presenza ridotta nell’aria respirata.

Questo processo, che vede coinvolta la produzione di EPO (eritropoietina), necessita di un’adeguata disponibilità di ferro. Per aumentare la biodisponibilità del ferro è buona norma associare fonti ricche di vitamina C (come il limone e gli altri agrumi) a quelle di ferro alimentare (contenuto nella carne, nel pesce o, in misura minore, nei vegetali tipo spinaci e legumi). In caso di carenza, è indispensabile valutare un’opportuna integrazione.

Per quanto riguarda gli antiossidanti, sebbene l’atleta sia sottoposto ad un’aumentata produzione di radicali liberi, legata all’alta intensità degli allenamenti, e l’esposizione all’altitudine contribuisca all’incremento dello stress ossidativo, un utilizzo irrazionale ed eccessivo di integratori antiossidanti, oltre che inefficace, potrebbe limitare i processi di adattamento all’esercizio fisico ed essere controproducente.

Ad oggi la scelta più ragionevole e scientificamente comprovata è quella di integrare la dieta con diverse e abbondanti fonti alimentari di antiossidanti, come frutta e verdura.

L’utilizzo di integratori antiossidanti, invece, va limitato ai casi di carenza accertata oppure di dimostrata efficacia, come nel caso del consumo di vitamina C in concomitanza dell’assunzione di integratori di ferro, per ottimizzarne la biodisponibilità come in Iron Race.

La vitamina D non è fondamentale solo per la salute scheletrica, ma contribuisce anche alla modulazione dei processi infiammatori, al supporto del sistema immunitario e, non per ultimo, la funzione muscolare.

L’ipovitaminosi D, ovvero il deficit di Vitamina D, può favorire infatti l’affaticamento, il dolore e la debolezza muscolare, una minore capacità di concentrazione e un incremento del rischio di infortunio.

È quindi indispensabile valutare la necessità di un’opportuna integrazione, come quella con Sidevit® D3, in tutti gli atleti degli sport invernali, soprattutto lontano dalla stagione estiva, quando una limitata esposizione solare può risultare in una carenza di questa importante vitamina e che per questi sportivi rappresenta il periodo in cui devono esprimere la loro massima performance.

 

Quale integrazione adottare per sostenere energia e recupero?

Una volta soddisfatti i fabbisogni generali in macro e micronutrienti, vi sono diversi supplementi da cui gli atleti possono trarre beneficio. Vediamoli nel dettaglio.

Integratori glucidici. I supplementi glucidici, come i carboidrati di gel e polveri, oppure sotto forma di barrette energetiche, non possono mancare. L’atleta che compete su neve e ghiaccio necessita di rifornire costantemente i muscoli di zuccheri, risparmiando al contempo il glicogeno muscolare per aumentare le chance di successo tanto durante l’allenamento, quanto in gara.

Proteine in polvere. Le proteine, come Dual Protein , garantiscono un’adeguata riparazione e crescita muscolare in risposta ad allenamenti e gare, indispensabile per gli atleti degli sport invernali, assieme a tutta una serie di altri effetti già ampiamente discussi nell’ articolo sulle proteine in polvere.

Creatina. La creatina è uno degli integratori sportivi più studiati e popolari dell’ultimo ventennio.
Tra gli altri è in grado di migliorare significativamente la forza e la potenza muscolare, promuovere l’aumento della massa magra e favorire la performance anaerobica. La creatina può essere utilizzata in acuto, per favorire la performance, e in cronico per incoraggiare gli adattamenti all’allenamento.

 

Supporto cognitivo e resistenza in condizioni estreme

Di seguito vediamo altri integratori sono particolarmente utili per gestire condizioni ambientali difficili e mantenere alti livelli di concentrazione e resistenza.

Caffeina. La caffeina è capace di migliorare la performance psicofisica grazie agli effetti sull’apparato cardiovascolare e sul sistema nervoso centrale.
Questo integratore è in grado di favorire il focus mentale e la reattività, ritardare la percezione della fatica durante gli sforzi fisici prolungati e di sostenere la prontezza cognitiva.

Se un utilizzo cronico (anche durante i periodi di allenamento) potrebbe limitare il suo effetto in acuto, come durante le gare, vari aspetti nella sua somministrazione vanno presi in esame, sia per trarne vantaggi sulla performance, sia per evitarne le possibili complicanze (nervosismo, irrequietezza e disturbi del sonno tra gli altri).

Non esiste un dosaggio unico per la caffeina: va quindi personalizzato in base all’obiettivo preposto e alla risposta dell’atleta. Infatti, se vogliamo ottenere un effetto antifatica, tipico degli sforzi prolungati come quelli dello sci di fondo, dovremmo andare su dosaggi più alti. Al contrario se l’interesse principale è aumentare la reattività e la capacità di visualizzare le immagini, utile nelle specialità come lo slalom nello sci alpino, dosi più contenute di caffeina garantiscono più probabilità di successo.

Nitrati. L’integrazione con nitrati, che avviene in genere con il succo o l’estratto di radice della barbabietola, è in grado di aumentare la produzione di ossido nitrico, una sostanza che aiuta a dilatare i vasi sanguigni, migliorando il flusso sanguigno e l’apporto di ossigeno ai muscoli durante l’esercizio fisico.

Ciò può portare a un miglioramento della performance e ad una maggiore resistenza durante lo sforzo, anche in condizioni ambientali di ridotta disponibilità di ossigeno, come quelle in altura.

Se l’utilizzo in acuto limitato al momento della gara può essere vantaggioso, l’integrazione in cronico, (per un periodo continuativo più o meno prolungato) non ha dimostrato alcun effetto di miglioramento di performance e di adattamento all’esercizio in condizioni di ridotta disponibilità di ossigeno. Ciò suggerisce che, in questi casi, suddetto tipo di assunzione potrebbe essere addirittura svantaggioso.

Omega 3. Gli acidi grassi Omega-3 sono un tipo di grassi polinsaturi essenziali. L’organismo non è in grado di produrli autonomamente e deve assumerli con l’alimentazione.

Gli omega-3 si trovano negli oli vegetali, nella frutta secca, nei semi oleosi, nelle alghe e nel pesce, tra cui salmone, pesce azzurro e merluzzo.

Quando non assumiamo pesce o non ne consumiamo a sufficienza è facile incorrere in una carenza di questi acidi grassi, se non si fa un’opportuna integrazione alimentare.

Due degli omega-3 più studiati, il DHA e l’EPA, hanno un’azione antinfiammatoria scientificamente comprovata ed una loro supplementazione in cronico, come quella con Novomega, potrebbe essere utile, anche senza agire direttamente sulla performance, per contrastare gli stati infiammatori articolati tipici degli sforzi ripetuti sugli sci.

 

Race Carb Gel: energia pronta per la massima performance

Come abbiamo visto, nelle discipline invernali, mantenere un apporto energetico costante è fondamentale per sostenere sforzi prolungati e affrontare condizioni ambientali estreme.

Race Carb Gel offre una soluzione pratica ed efficace: ogni bustina fornisce 40 g di carboidrati, con un rapporto ottimale di maltodestrine e fruttosio di 1:0,8, garantendo un assorbimento ottimale e un rilascio energetico bilanciato.

Con il suo gradevole gusto agrumato, questo gel è ideale da assumere prima dell’attività sportiva o durante sessioni di allenamento di media intensità, offrendo una ricarica energetica rapida e facilmente assimilabile senza necessità di acqua.

Inoltre, Race Carb Gel è privo di aromi artificiali, glutine e lattosio, rendendolo adatto anche a diete vegetariane e vegane.

 

Conclusioni

Gli sport invernali si distinguono dalle altre discipline per le condizioni ambientali estreme in cui si svolgono e richiedono una gestione attenta delle necessità nutrizionali e di integrazione.

Garantire i fabbisogni energetici, soprattutto attraverso un adeguato apporto di carboidrati, è indispensabile per sostenere la performance, e prevenire cali di energia, particolarmente critici durante attività intense come una discesa sugli sci.

L’attenzione a micronutrienti come ferro, antiossidanti e vitamina D, unita all’uso strategico di integratori mirati, può fare la differenza sia per l’atleta agonista che per l’amatore, migliorando la prestazione e proteggendo la salute.

 


BIBLIOGRAFIA

1. Cannataro R et al. Omega-3 and Sports: Focus on Inflammation. Life (Basel). 2024 Oct 16;14(10):1315.

2. Meyer NL et al. Nutrition for winter sports. J Sports Sci. 2011;29 Suppl 1:S127-36.

3. SStellingwerff T et al. Nutrition and Altitude: Strategies to Enhance Adaptation, Improve Performance and Maintain Health: A Narrative Review. Sports Med. 2019 Dec;49(Suppl 2):169-184.

ALESSANDRO BONUCCELLI

Dietista sportivo

Un esordio da record per la 16ma edizione della 151 Miglia – Trofeo Cetilar.

Le iscrizioni si sono aperte da pochi giorni e i numeri parlano chiaro: oltre 100 iscritti nelle prime 24 ore, 127 dopo appena cinque giorni. Un segnale forte della passione che continua a circondare una delle regate d’altura più attese del calendario velico.

“Siamo abituati a queste dimostrazioni di affetto da parte della community della 151 Miglia, ma lo stupore resta invariato. È incredibile che tanti armatori corrano immediatamente ad iscriversi, come fossero già sulla linea di partenza”, ha dichiarato un entusiasta Roberto Lacorte, Vice Presidente di Pharmanutra S.p.A. e Presidente dello Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa, che organizza la regata insieme allo Yacht Club Punta Ala e allo Yacht Club Livorno, con il supporto di Cetilar®, “Questa dimostrazione di amore e di fiducia ci spinge sempre a fare il massimo affinché la 151 Miglia in arrivo sia meglio della precedente.”

L’edizione 2025 introduce un’importante novità: il percorso si evolve, ma senza perdere il suo fascino. Il claim “Sea Change” riassume la filosofia dietro la nuova rotta di 151 miglia: partenza da Livorno, passaggi strategici davanti a Marina di Pisa, alla Gorgona, Capraia, Pianosa e alle Formiche di Grosseto, la risalita attraverso il canale di Piombino, il doppiaggio dell’isolotto di Cerboli e infine l’arrivo al Marina di Punta Ala.

Un itinerario rinnovato, sempre immerso nella splendida cornice dell’Arcipelago Toscano, dove sono attesi circa 3.000 velisti e 250 imbarcazioni.

Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di vela, pronti a sfidare il mare e se stessi in una 151 Miglia sempre più entusiasmante, dove tattica e spettacolo si fondono in una regata unica.

La partenza è fissata per il 30 maggio: il conto alla rovescia è già iniziato.

La stagione del grande ciclismo si apre sulle strade bianche di Siena, e Cetilar® Nutrition sarà ancora una volta al fianco di chi pedala.

Siamo orgogliosi di annunciare il rinnovo della partnership con Estra Gran Fondo Strade Bianche, che quest’anno celebra la sua decima edizione, e una bella novità: saremo presenti anche a Strade Bianche, una delle Classiche più attese del calendario internazionale, in qualità di Official Nutrition Partner.

Si parte sabato 8 marzo con Strade Bianche, che vedrà i professionisti impegnati in una sfida spettacolare e ancora più dura: quest’anno, infatti, il percorso è lungo 213 km con 16 settori di strade bianche, per un totale di 81,7 km su sterrato (dieci in più rispetto al 2024) e 4.000 metri di dislivello.

Domenica 9 marzo, invece, sarà il turno della Gran Fondo, con migliaia di appassionati pronti a misurarsi sullo stesso affascinante percorso tra sterrato e asfalto, reso celebre dalle imprese dei grandi campioni.

Sono previsti due percorsi, uno lungo (137,7 km con 42,6 km di strade sterrate) con un dislivello totale di 2.000 metri, e uno medio (87 km con 21,6 km di sterrato) con un dislivello totale di 1.350 metri.

Paesaggi mozzafiato, tratti impegnativi e la magia dell’arrivo in Piazza del Campo, un traguardo che evoca la storia e il prestigio del ciclismo. Strade Bianche ed Estra Gran Fondo Strade Bianche si preannunciano iconiche.

Cetilar® Nutrition supporterà la performance e il recupero dei partecipanti con soluzioni nutrizionali studiate per chi vive il ciclismo con passione e determinazione.

Saremo, inoltre, presenti per tutto il weekend, a partire da venerdì 7 marzo, all’Expo Village con il nostro stand, per scoprire i prodotti Cetilar® Nutrition e vivere da vicino l’esperienza di un evento unico, fatto di sudore, grinta e polvere.

Con questo doppio appuntamento partiamo per un viaggio lungo tutta la stagione ciclistica: dal Giro d’Italia agli eventi correlati, Giro Women, Giro-E e Giro Next Gen, fino alla chiusura con la Gran Fondo Il Lombardia Felice Gimondi a ottobre.

Un percorso esaltante, sempre al fianco di chi dà tutto in sella.

Vi aspettiamo a Siena, pronti a pedalare insieme nella leggenda.

Il Pisa Sporting Club continua la sua straordinaria marcia in Serie B, conquistando una vittoria fondamentale al “Renzo Barbera” di Palermo durante l’anticipo della 24ª giornata di campionato.

I nerazzurri si sono imposti con un 2-1, grazie alle reti di Adrian Rus, su rigore, e Alexander Lind, nel primo tempo. Nonostante il tentativo di rimonta dei padroni di casa con il gol di Brunori nella ripresa, la squadra di Filippo Inzaghi ha mantenuto il controllo, portando a casa tre punti preziosi.

Questo successo non solo interrompe un digiuno di vittorie a Palermo che durava da oltre 44 anni, ma tiene saldo il Pisa ai vertici della classifica di Serie B.

Mister Filippo Inzaghi ha commentato così il risultato di venerdì sera: “Abbiamo infranto un altro tabù, ormai è diventata una consuetudine. Vincere dopo 44 anni qui ci dà una gioia infinita, stiamo rendendo la vita difficile a tutti”.

Cetilar®, main sponsor del Pisa SC per la stagione 2024/2025, è orgogliosa di essere al fianco della società sportiva durante questa straordinaria serie di successi, frutto di impegno, determinazione e spirito di squadra. Valori in cui il brand si riconosce e seguendo i quali porta avanti la ricerca e lo sviluppo dei prodotti.

Siamo orgogliosi di supportare gli atleti con le nostre linee per il benessere di muscoli e articolazioni, e quella di nutrizione, studiata per migliorare le performance sportive.

Continuiamo a sostenere con entusiasmo i nostri campioni in questo entusiasmante percorso verso traguardi sempre più ambiziosi.

È un 2025 ricco di grandi novità quello che attende il Vitamina Sailing, team protagonista da anni nell’ambito della vela professionistica, in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa con il supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra.

Dopo che la scorsa stagione era stato impegnato nelle due classi M32 e Club Swan 50, quest’anno il Vitamina Sailing parteciperà alle 52 Super Series con il TP52 Alkedo powered by Vitamina, un progetto dello studio Botin Partners costruito a Valencia da King Marine, già noto agli appassionati prima come Azzurra e poi come Interlodge.

Alla barra di Alkedo powered by Vitamina l’esperto timoniere, nonché fondatore del team Andrea Lacorte, che sarà affiancato da un equipaggio in cui spicca la presenza del famoso tattico neozelandese Cameron Appleton – con Emirates Team New Zealand nella vittoriosa difesa dell’America’s Cup 2000 e vincitore di 10 titoli Mondiali – e dello stratega Alvaro Marinho, stella della vela portoghese con quattro partecipazioni olimpiche in carriera.

Gli altri membri dell’equipaggio sono il Team Manager di Vitamina Matteo De Luca (prodiere), Nicolò Sanfelici (navigatore), Alberto Bolzan (randista), Stefano Ciampalini e Dave Armitage (trimmer), Massimo Gherarducci e Chris Brittle (grinder), Giovanni Bucarelli (aiuto prodiere), Arancia Malaspina (floater), Luke Molloy (runner) e Pablo Torrado (drizzista).

Il circuito delle 52 Super Series si svilupperà su cinque tappe, con esordio a Saint Tropez, in Costa Azzurra, dal 29 aprile al 4 maggio, e tappe successive a Baiona, in Spagna (2-7 giugno), Cascais, in Portogallo (1-6 luglio) – evento valido anche come Campionato del Mondo TP52 – Puerto Portals, in Spagna (18-23 agosto), e infine a Porto Cervo, in Sardegna, gran finale di stagione in programma dal 22 al 27 settembre.

Ben 13 le barche, in rappresentanza di 10 nazioni, impegnate in questo circuito nato nel 2012 e che fin da subito ha rappresentato l’eccellenza nell’ambito della vela professionistica, in virtù di un’organizzazione di alto livello – anche dal punto di vista mediatico, vedi la diretta in live streaming di tutte le regate – e delle prestazioni degli stessi TP52, racer di razza estremamente spettacolari.

Un circuito che da ben quattro anni non poteva contare su una barca italiana, dopo i fasti di Azzurra, il TP52 dello Yacht Club Costa Smeralda armato da Alberto Roemmers che concluse la sua avventura nel 2020 con una vittoria.

Con Alkedo powered by Vitamina – per la cronaca, Alkedo è il nome di un’antica imbarcazione imperiale romana del I secolo d.C., un’ammiraglia della flotta scoperta a Pisa nel ‘98 durante uno scavo ed esposta al Museo delle navi antiche di Pisa, agli Arsenali medicei – l’Italia torna quindi protagonista nel circuito di vela agonistica più importante al mondo per le barche non a foil, un ulteriore step in avanti nel percorso di crescita del team.

“La stagione di regate che abbiamo davanti è una sfida nuova, di altissimo livello, complessa ma allo stesso tempo molto, molto stimolante”, spiega il timoniere Andrea Lacorte. “Le 52 Super Series sono un circuito al top, da tutti i punti di vista, con equipaggi che regatano lì da oltre 10 anni, mentre noi, in questo contesto specifico, siamo dei rookie e sappiamo benissimo che quest’anno dovremo lavorare, a testa bassa, concentrandoci principalmente nel migliorare la nostra performance, regata dopo regata. La barca è bellissima e altrettanto veloce, le abbiamo dato un nome storico, che evoca una lunghissima tradizione di marineria, e poi saremo l’unico equipaggio italiano, peraltro dopo un’assenza di diversi anni: è una bella responsabilità, ma anche un enorme motivo di orgoglio. Sono sicuro che tutto l’equipaggio, di cui fanno sempre parte dei membri storici del Vitamina Sailing, darà il 100% dalla prima all’ultima regata”.

Una 24 Ore di Daytona dal doppio volto, quella che si è conclusa ieri e che ha visto protagonista la Ferrari 296 GT3 numero 47 del team Cetilar Racing sulla quale, per la prima volta, si sono alternati il binomio padre-figlio Roberto e Nicola Lacorte, il nuovo arrivo Lorenzo Patrese ed Antonio Fuoco.
 
Un’edizione della gara della Florida (la quinta consecutiva per il team “all made in Italy” e la terza di fila con la nuova vettura di Maranello), che ha visto tanto Lacorte junior che Patrese fare il loro debutto nella classica gara americana e lo stesso Nicola Lacorte fare anche il suo esordio assoluto in GT.
 
Una 24 Ore di Daytona che era iniziata in modo positivo, pur concludendosi prematuramente a causa di un problema all’alternatore dopo 12 ore.
 
Il primo appuntamento dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship aveva preso il via con Roberto Lacorte autore di un primo doppio stint molto positivo, prima di cedere il volante a Nicola. Una prima parte di gara che ha visto la Ferrari 296 GT3 gestita dalla AF Corse recuperare progressivamente fino ad occupare la seconda posizione nel corso dell’11ª ora, ovvero poco prima del definitivo stop. Tutto ciò nonostante l’imprevisto di un detrito, che aveva bucato in precedenza il radiatore causando una perdita d’acqua.
 
Archiviato questo primo evento della stagione, il team Cetilar Racing adesso guarda al prossimo impegno, che sarà la 12 Ore di Sebring in calendario nel fine settimana del 14 e 15 marzo.

La stagione sciistica è iniziata e per affrontarla al meglio è fondamentale avere una corretta preparazione fisica.

In particolare, nel caso di soggetti con scarso condizionamento atletico, intraprendere un percorso specifico, della durata di almeno 8-12 settimane, è una strategia intelligente per arrivare sulle piste con una forma fisica adeguata prevenendo spiacevoli infortuni.

Lo sci è infatti uno sport impegnativo che richiede forza, resistenza e stabilità, oltre ad una resistenza aerobica di base.

Questa disciplina mette a dura prova i muscoli delle gambe, il core e le articolazioni, in particolare le ginocchia. Movimenti ripetitivi, cambi di direzione improvvisi e sollecitazioni prolungate richiedono un corpo ben allenato.

Un programma efficace pone le proprie basi su esercitazioni specifiche in palestra, con un focus particolare sull’uso di sovraccarichi per sviluppare una base solida di forza e resistenza muscolare, oltre ad esercizi specifici di core stability e mobilità articolare.

In questo articolo vedremo insieme:

    1. Preparazione atletica presciistica: i benefici
    2. Preparazione atletica presciistica: componenti fondamentali dell’allenamento
    3. Piano di preparazione atletica presciistica (8-12 Settimane)
    4. Defense Booster: allenare il sistema immunitario per sostenere le performance

Preparazione atletica presciistica: i benefici

In estrema sintesi, la “presciistica” è essenziale per tutti i soggetti che affrontano gli sport invernali, in particolare gli amatori, e se svolta in maniera adeguata sotto la supervisione di professionisti del settore consente di:

  • Migliorare la performance sulle piste, aumentando di conseguenza anche il divertimento;
  • Ridurre il rischio di infortuni muscolari e articolari, che aumentano in particolare in presenza di affaticamento in soggetti scarsamente preparati;
  • Affrontare le discese, ed eventuali imprevisti, con maggiore sicurezza e controllo.

Preparazione atletica presciistica: componenti fondamentali dell’allenamento

Qui di seguito analizziamo tre aspetti fondamentali da affrontare e sviluppare durante il periodo di preparazione presciistica.

1. Forza Muscolare con i sovraccarichi

L’allenamento della forza è il pilastro della preparazione presciistica. I sovraccarichi, come manubri, bilancieri e macchinari isotonici, permettono di sviluppare potenza e resistenza muscolare.

Muscoli potenti e resistenti sono infatti indispensabili per affrontare le sollecitazioni sulle piste. Di seguito vengono presentati alcuni degli esercizi suggeriti per sviluppare la forza muscolare con i sovraccarichi:

  • Squat: esercizio di base per lo sviluppo degli arti inferiori, fondamentale per rafforzare quadricipiti, glutei e polpacci. A seconda del livello può essere svolto a corpo libero, con piccoli sovraccarichi, fino ad arrivare ad utilizzare il bilanciere in soggetti più avanzati.
  • Leg press: ottima alternativa allo squat, che consente di lavorare in sicurezza sui muscoli delle gambe, soprattutto in caso di limitazioni articolari.
  • Deadlift: esercizio completo per rafforzare i muscoli della catena posteriore, in particolare lombari, glutei e ischio-crurali. Può essere eseguito nelle sue varianti tecniche (regular, romenian, etc.) utilizzando diverse tipologie di attrezzature (kettlebell, bilanciere, etc.).
  • Esercizi Single Leg (Affondi, Step-up, Bulgarian Squat, Copenaghen plank, etc.): esercizi in appoggio monopodalico o con prevalenza di utilizzo di uno dei due arti migliorano la forza delle gambe e la stabilità laterale, simulando condizioni e stress muscolari e articolari tipici degli sport invernali. Risultano un ottimo mezzo di allenamento da inserire in ottica di prevenzione infortuni. L’aggiunta di sovraccarichi o superfici instabili in soggetti più avanzati incrementa l’intensità e la difficoltà coordinativa dell’esercizio.
  • Salti pliometrici: salti sul box, balzi laterali ed atterraggi sono alcuni esempi di esercizi che creano i giusti presupposti per arti inferiori forti ed elastici in grado di gestire le richieste della disciplina scelta, migliorano la forza esplosiva e la capacità di assorbire gli impatti.

 

2. Resistenza Muscolare e Cardiovascolare

La resistenza è cruciale per affrontare lunghe giornate sulle piste senza eccessivi cali di energia e concentrazione. Pertanto, si suggerisce di integrare il lavoro di forza con esercizi aerobici e anaerobici per migliorare sia la capacità cardiopolmonare, sia la stamina muscolare.

Alcune modalità di allenamento che suggeriamo sono:

  • Circuit training di stamina cardio-muscolare: prevedono l’alternanza di esercizi di forza e cardio in sessioni ad intensità medio-alta (a seconda del livello del soggetto).
  • Constant Training: un esempio classico è l’allenamento aerobico in Z2 (eseguibile mediante attività cicliche come bicicletta, corsa, macchina ellittica, etc.), quindi ad intensità moderata, finalizzato alla costruzione di una resistenza di base.
  • Interval training: una volta create le “fondamenta aerobiche”, è suggeribile svolgere le suddette attività cicliche, alternando fasi di sforzo intenso (sprint/ ripetute) a fasi di recupero attivo.

 

3. Prevenzione Infortuni

Gli infortuni, soprattutto a livello delle ginocchia, sono comuni tra gli sciatori. La prevenzione si basa su esercizi di stabilità, propriocezione e mobilità articolare.

Qui di seguito ne analizziamo alcune tipologie.

  • Esercizi propriocettivi [link articolo Alessio]: utilizzando superfici instabili come la tavoletta propriocettiva, i trampolini elastici e il bosu, è possibile svolgere esercitazioni dinamiche finalizzate a migliorare l’equilibrio e la coordinazione. Questi esercizi risultano efficaci se è presente nel soggetto un corretto livello di forza generale.
  • Core Stability: rientrano in questa tipologia le forme di plank, pallof press ed esercitazioni varie a livello del tronco, con le dovute regressioni/progressioni a seconda del livello del soggetto.
  • Mobilità e Attivazione funzionale: prima dell’allenamento, dopo una fase di riscaldamento cardiovascolare ad intensità progressiva, è fondamentale costruire una routine composta da almeno 4-6 esercizi di mobilità generale e specifica (tenendo conto delle caratteristiche del soggetto) e 2-3 esercizi total body di attivazione, per preparare muscoli e articolazioni al meglio.

Piano di preparazione atletica presciistica (8-12 Settimane)

Proviamo adesso ad entrare nello specifico, proponendo un esempio di programma di allenamento per un soggetto tendenzialmente sedentario, che svolge attività fisica in maniera saltuaria e che vuole prepararsi in vista della settimana bianca.

Settimane 1-6: costruzione dei presupposti di base e adattamento anatomico
  • Frequenza: 2 sessioni settimanali
  • Focus: forza generale e resistenza aerobica

Le due sessioni di allenamento prevedono una prima parte dedicata alla forza generale, con volumi di lavoro elevati, intensità medio-basse e recuperi ampi.

L’obiettivo di queste prime settimane è quello di creare i prerequis­­iti da un punto di vista anatomico, muscolare, articolare e cardiovascolare per le fasi successive della preparazione, che prevederanno uno stress maggiore per il soggetto.

La seduta di allenamento prevede un warm-up cardiovascolare ad intensità progressiva, una parte di mobilità funzionale, seguita da esercizi di forza generale, in un range compreso tra le 8 e le 12 ripetizioni. Il workout prevede anche esercizi di core stability ed una fase finale di lavoro cardiovascolare costante in Z2, per una durata di 20-30 minuti

Settimane 7-12: incremento intensità e preparazione specifica
  • Frequenza: 3 sessioni settimanali
  • Focus: forza specifica e resistenza anaerobica

Le sessioni di allenamento prevedono una prima parte dedicata alla forza specifica, con volumi di lavoro intermedi, intensità medio-alte e recuperi completi o incompleti a seconda dell’esercitazione proposta.

La fase di Pre-training (warm-up cardiovascolare e mobilità funzionale) è presente anche in queste settimane. Si suggerisce inoltre di inserire esercizi pliometrici, prevalentemente in forma estensiva e ad intensità crescente durante le settimane.

Durante le sedute in palestra, il focus principale deve essere posto sui lavori con i sovraccarichi. Pertanto, è suggeribile inserire una terza seduta dedicata alla resistenza cardiovascolare (corsa o bicicletta preferibilmente) composta da un Interval Training, in grado di stimolare maggiormente la parte anaerobica e la capacità di recupero del soggetto.

In generale, l’intensità degli allenamenti andrà a crescere con il passare delle settimane. In soggetti non particolarmente condizionati, è suggeribile mantenere intensità di lavoro sub-massimali, evitando sovraccarichi articolari e infortuni dovuti ad un eccessivo stress muscolare durante gli allenamenti in palestra.

È buona norma ridurre l’intensità degli allenamenti nei 7-10 giorni precedenti al periodo che verrà trascorso in montagna, evitando così di arrivare troppo affaticati all’atteso appuntamento.

Defense Booster: allenare il sistema immunitario per sostenere le performance

Chi pratica sport outdoor, come nel caso degli sport invernali, sottopone l’intero organismo, non soltanto muscoli e articolazioni, ad allentamenti intensi ed estremi. Questo può portare a uno stress ossidativo elevato e ad un generale indebolimento del sistema immunitario.

Per questo, oltre all’allenamento, è consigliabile seguire un piano di integrazione che soddisfi le proprie esigenze e il proprio fabbisogno energetico. Per chi scia, ad esempio, assumere un integratore alimentare che dia la carica, come Defense Booster, è l’ideale.

Combinando l’azione immunomodulante e antiossidante di 6 minerali sucrosomiali®, 3 vitamine e nutrienti essenziali, come licopene e coenzima Q10, Defense Booster sostiene e rinforza le difese immunitarie e previene lo stress ossidativo.

 

Conclusioni

La preparazione atletica presciistica è essenziale per prevenire gli infortuni e affrontare le piste in maniera sicura. Suggeriamo, se possibile, di prevedere anche singole giornate sulle piste nel periodo di preparazione, in modo da creare ulteriori adattamenti a carattere sport-specifico.

In conclusione, seguendo un programma strutturato, sarà possibile godersi appieno la stagione sciistica con la giusta energia, ricordando però che la miglior strategia è rappresentata dal mantenimento di una adeguata preparazione fisica per 365 giorni l’anno.

 

FILIPPO DELLA LATTA

Preparatore atletico

Cetilar® Nutrition è entusiasta di annunciare la sua partnership con il Giro d’Italia per le edizioni 2025, 2026 e 2027 come Official Nutrition Partner.

La collaborazione segna il nostro ingresso nel mondo del ciclismo ai massimi livelli e riflette la dedizione verso gli sport di endurance, espressione dei valori di resistenza, determinazione e preparazione in cui crediamo. La partnership è un passo naturale nel nostro percorso a supporto degli atleti che puntano a superare i propri limiti.

Questo traguardo assume un significato ancora più profondo poiché il Giro, dopo 45 anni, farà tappa a Pisa, città che ospita la nostra sede. Il 20 maggio, la cronometro individuale partirà da Lucca e si concluderà nella suggestiva Piazza dei Miracoli, offrendo un percorso che metterà alla prova i migliori specialisti.

Il Giro d’Italia, manifestazione iconica, simbolo di resilienza, forza e amore per il ciclismo, rappresenta una sfida che va oltre lo sport. Nel corso dei decenni, la sua rilevanza storica e culturale lo ha reso un evento che unisce atleti, comunità e territori sotto il segno della competizione e della dedizione.

È un viaggio che richiede una preparazione impeccabile, energia costante e un recupero ottimale: gli stessi valori che Cetilar® Nutrition mette al centro della propria ricerca e dei propri prodotti. Con la nostra gamma di integratori e alimenti funzionali mirati, e la linea pensata per il benessere di muscoli e articolazioni, supportiamo chi vuole raggiungere performance migliori e un recupero efficace dopo ogni tappa.

“Essere scelti come Official Nutrition Partner del Giro d’Italia è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione.”, ha dichiarato Roberto Lacorte, Vice Presidente di Pharmanutra S.p.A. “Questa partnership rappresenta un’opportunità unica per portare il nostro contributo nel mondo del ciclismo attraverso uno degli eventi più prestigiosi del settore.”

In qualità di Official Nutrition Partner, saremo al fianco degli agonisti non solo durante il Giro d’Italia, ma anche negli eventi correlati: inaugureremo la stagione a marzo, in occasione della Gran Fondo Strade Bianche, proseguiremo con Giro-E, Giro Next Gen e Giro d’Italia Women, e concluderemo a ottobre con la Gran Fondo Il Lombardia Felice Gimondi, la più iconica Gran Fondo di fine stagione.

Con questa partnership, Cetilar® Nutrition rinnova il suo impegno nel promuovere una cultura sportiva incentrata su performance, salute e benessere, sostenendo gli atleti nel raggiungimento dei loro obiettivi più ambiziosi.

Tante novità in arrivo per la nuova stagione di corse di Cetilar Racing… Il team italiano assoluto protagonista nell’ambito delle gare endurance, si appresta a vivere una 24 Ore di Daytona “giovane”, che darà il via alla stagione 2025 dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship.

Per il terzo anno di fila, il 25 e 26 gennaio la squadra tutta italiana scenderà in pista sul triovale della Florida con la Ferrari 296 GT3 numero 47 gestita dalla AF Corse e lo farà con un equipaggio per metà inedito.

Ad alternarsi sulla vettura di Maranello, in quella che sarà la quinta partecipazione del team Cetilar Racing nella grande classica americana, saranno infatti due rookie assoluti che rispondono ai nomi di Nicola Lacorte e Lorenzo Patrese, i quali si daranno il cambio con l’esperto Roberto Lacorte ed il vincitore della 24 Ore di Le Mans 2024, Antonio Fuoco.

Per la prima volta Roberto e Nicola Lacorte (padre e figlio) si daranno il cambio sulla stessa vettura, con il primo dei due che farà così il suo debutto in una gara GT. Per Nicola, 17 anni compiuti a giugno, si tratterà di un impegno extra in vista del suo debutto nel campionato FIA Formula 3 con il team DAMS ed i colori dell’Academy del BWT Alpine F1 Team in cui ha fatto il proprio ingresso all’inizio del 2024, mettendosi in evidenza nella Formula Regional Oceania e nella serie europea, dopo un primo positivo anno di monoposto nel 2023 nella F4 tricolore.

Patrese, 19 anni, che oltre al cognome (è il figlio dell’ex pilota di F1 Riccardo) ha certamente un gran piede, alla pari di Niko arriva dalle monoposto e ha alle sue spalle tre stagioni nel GT World Challenge Europe in cui quest’anno ha conquistato un ottimo terzo posto assoluto nella classifica Gold, dopo che nel 2023 aveva chiuso secondo tra i Silver nella Sprint Cup e terzo nel campionato Endurance.

Da parte sua, Roberto Lacorte può invece vantare nella stessa 24 Ore di Daytona un miglior sesto posto di classe conquistato nel 2021 con la Dallara LMP2, all’epoca divisa con Fuoco, Andrea Belicchi e Giorgio Sernagiotto.

Fuoco non ha certamente bisogno di presentazioni. Vincitore quest’anno della gara più famosa al mondo, il pilota ufficiale Ferrari (da tempo ormai legato al team Cetilar Racing) proprio nei giorni scorsi è salito sulla F1 in occasione dei test di Abu Dhabi.

Per me questo è un momento molto importante della mia vita. Dividere la macchina con mio figlio è un altro sogno che riesco a realizzare – ha commentato Roberto Lacorte Assieme a Ferrari e AF Corse abbiamo valutato bene l’opportunità di presentarci al via con questa line-up. Sia Niko che Lorenzo hanno potuto svolgere due giorni di test a Barcellona, dove hanno dimostrato grande velocità e maturità. Ritengo che siano entrambi pronti per affrontare questa gara iconica che è la 24 Ore di Daytona. Oltre a ciò, sono orgoglioso che Cetilar Racing dia continuità alla sua storia, con uno sguardo sempre al futuro ed ai giovani. Specialmente sono fiero di dare un’opportunità a Patrese, che si sta concentrando sul mondo delle GT, mentre per Nicola si tratterà di una parentesi nella sua formazione nel motorsport rivolta al suo impegno nel FIA Formula 3, categoria in cui già nei test sta dimostrando una grande crescita“.

Avere l’opportunità di partecipare ad un evento tanto leggendario come la Rolex 24 at Daytona è un grande onore per me e per questo devo ringraziare Cetilar Racing per il sedile e Alpine F1 Team per avermi dato il permesso di prendere parte alla gara americana. Sarà sicuramente una sfida ardua, trattandosi della mia prima apparizione in un evento endurance. La mia priorità nel 2025 rimarrà comunque quella del FIA Formula 3, in cui mi accingo a disputare la mia prima stagione“, sono state le parole di Nicola Lacorte.

Prima di tutto per me sarà un grandissimo onore potere partecipare alla 24 Ore di Daytona, entrando a far parte della grande famiglia Cetilar Racing e AF Corse – ha aggiunto Lorenzo Patrese Sarà sicuramente un’esperienza completamente inedita: nuova vettura, nuova pista e prima volta in una gara d’oltreoceano. Tutto ciò mi rende veramente emozionato e ringrazio Cetilar Racing per questa incredibile opportunità“.

Il 2024 è stato un anno particolarmente positivo per me, uno dei più belli di tutta la mia carriera, in cui ho raccolto delle belle soddisfazioni, a partire dalla vittoria alla 24 Ore di Le Mans con l’Hypercar Ferrari-AF Corse e dal podio che abbiamo ottenuto alla 12 Ore di Sebring proprio con Cetilar Racing. L’obiettivo per l’anno prossimo è continuare così, con il massimo dell’impegno, e per iniziare la stagione al meglio non c’è evento migliore della 24 Ore di Daytona, una gara con cui abbiamo un conto aperto fin dal 2021, quando abbiamo esordito nel campionato IMSA“, ha concluso Antonio Fuoco.

La 24 Ore di Daytona 2025 si svolgerà l’ultimo week-end di gennaio e sarà preceduta di una settimana dal tradizionale Roar Before the Rolex 24.

Gli sport invernali comprendono tutte le discipline praticate su neve e ghiaccio, tradizionalmente svolte durante il periodo invernale nelle regioni alpine, in Europa Settentrionale e Orientale, in Nord America, in Giappone e in Sudamerica.

Gli sport sulla neve comprendono tra gli altri lo sci alpino, lo sci di fondo e lo snowboard mentre il bob, il pattinaggio e l’hockey sono alcune delle discipline svolte sul ghiaccio.

In questo articolo esploreremo:

  1. Sport invernali: le sfide nutrizionali da fronteggiare
  2. Quali sono gli effetti nutrizionali del freddo e dell’altitudine?
  3. Sport invernali: che fisico deve avere un’atleta?
  4. Come ottimizzare la gestione dei macronutrienti?
  5. Come gestire l’idratazione negli sport invernali?

Sport invernali: le sfide nutrizionali da fronteggiare

Le discipline invernali, sebbene diverse tra di loro, si svolgono per la maggior parte in condizioni di basse temperature e altitudini moderate o elevate.

Se la gara è il culmine della stagione agonistica, il periodo di allenamento condotto ad alta intensità sulla neve o sul ghiaccio, a fine estate-inizio autunno, rappresenta un momento cruciale per l’intervento nutrizionale e di integrazione che deve fronteggiare diversi aspetti:

  • le aumentate richieste energetiche;
  • la maggior utilizzazione del glucosio e dei depositi di glicogeno;
  • la riduzione dell’acqua corporea;
  • l’incrementato turnover del ferro;
  • il maggior stress ossidativo legati ad allenamenti, altitudine e freddo.

Fallire in questa fase significa compromettere non solo l’adattamento all’allenamento ma anche mettere a rischio l’intera stagione agonistica.

Quali sono gli effetti nutrizionali del freddo e dell’altitudine?

L’altitudine aumenta il dispendio energetico, l’utilizzo del glucosio e talvolta promuove la soppressione dell’appetito.

Non soddisfare i fabbisogni energetici, soprattutto in termini di apporto di carboidrati, può favorire il catabolismo proteico-muscolare e promuovere la perdita di massa muscolare e peso corporeo.

Al calo ponderale può contribuire anche la riduzione dell’acqua corporea totale. Questo è un fenomeno che avviene in altitudine, soprattutto nelle prime ore passate in quota, a causa soprattutto dell’induzione della diuresi e della riduzione della sete.

Il completo adattamento ematologico all’alta quota, che promuove la produzione di globuli rossi, richiede inoltre adeguati depositi di ferro.

Il freddo comporta un aumento del dispendio energetico e dei fabbisogni in termini di calorie dell’atleta per i processi di termoregolazione, ovvero di mantenimento di un’adeguata temperatura corporea a fronte di basse temperature ambientali.

Anche se gli atleti professionisti sono adattati e non arrivano quasi mai a “tremare dal freddo”, nel caso in cui dovesse succedere, il consumo di zuccheri dovrà essere notevolmente aumentato.

Il nutrizionista che si trova di fronte a un amatore o a un appassionato, non sufficientemente adattato e non attrezzato con indumenti termici appropriati, dovrà sempre porre particolare attenzione al suo intervento per evitare le spiacevoli conseguenze del freddo e dell’altitudine, senza per questo caricare eccessivamente e inutilmente di calorie il suo assistito, specie se in sovrappeso.

Sport invernali: che fisico deve avere un’atleta?

L’intervento nutrizionale e di integrazione, una volta tenuto conto delle condizioni ambientali, andrà personalizzato in base alla disciplina praticata e alle necessità del singolo atleta, ad esempio in termini di obiettivo di peso e di composizione corporea

Nello sci alpino la gravità è sfruttata per vincere l’attrito del fondo innevato, attraverso una massa corporea e muscolare consistente, ma non necessariamente minima nella sua percentuale di massa grassa.

Negli sport come il salto con gli sci, invece, per vincere il richiamo verso terra della forza gravitazionale, è necessario un basso peso corporeo e una magrezza quasi estrema, a scapito delle masse muscolari, mentre un peso corporeo intermedio, muscolarmente ben rappresentato e limitato nella componente adiposa, è indispensabile negli sport invernali di endurance tipo lo sci di fondo.

Come ottimizzare la gestione dei macronutrienti?

La gestione dei macronutrienti varia in base alla disciplina praticata, alle condizioni ambientali e alle specifiche esigenze individuali.
Vediamo come gestirli uno ad uno.

Carboidrati. I fabbisogni giornalieri sono stimati tra i 5 e 10 gr di carboidrati per kg di peso corporeo, con intake più alti per gli atleti delle discipline di durata come lo sci di fondo. Quando lo sforzo è prolungato, soprattutto se condotto al freddo, per mantenere la glicemia stabile e preservare le scorte di glicogeno muscolare è indispensabile ricorrere ai carboidrati esogeni contenuti in alimenti e supplementi glucidici, come barrette, gel e preparati liquidi a base di opportune miscele zuccherine in polvere (sport drink).

Proteine. Negli sport invernali è consigliata un’assunzione proteica giornaliera tra 1,4 e 1,7 gr per kg di peso corporeo, che può aumentare negli atleti che ricercano l’aumento della massa muscolare come quelli dello Sci Alpino.

Per questo tipo di atleti e per chi come loro è spesso in viaggio, un’adeguata integrazione proteica può essere di grande aiuto a raggiungere i fabbisogni giornalieri proteici, anche quando la disponibilità di cibo è limitata o le fonti proteiche non sono di qualità.
In quegli atleti che in quota vanno incontro ad una riduzione dell’appetito, invece, le proteine in polvere possono invece rappresentare un pasto più pratico da assumere rispetto alla classica fonte proteica di carne e pesce.

Grassi. I grassi rappresentano un’ottima fonte per raggiungere i fabbisogni energetici giornalieri e per garantire energia, oltre quella dei carboidrati, soprattutto durante le pause e gli allenamenti “submassimali” al freddo, su una pista innevata.

In questi atleti è da incoraggiare il consumo giornaliero di frutta secca e semi oleosi, dell’olio di oliva, di burro oltre che di pesci grassi come salmone, sardine, sgombro e aringa, ricchi di omega-3, o frutti oleosi come l’avocado.

Come gestire l’idratazione negli sport invernali?

Al pari dei macronutrienti, è fondamentale soddisfare i fabbisogni idrici evitando perdite idriche eccessive (oltre il 2% del peso corporeo) durante allenamenti e gare.

L’atleta deve imparare a idratarsi regolarmente durante la giornata e gli allenamenti non solo ricorrendo ai pratici sport drink, ma quando possibile anche con le classiche bevande zuccherate calde o tiepide, come thè e tisane.

Conclusioni

Gli sport invernali pongono sfide uniche per il corpo, dalla gestione del dispendio energetico al mantenimento di un’adeguata idratazione e composizione corporea.

Una strategia nutrizionale personalizzata, che tenga conto delle condizioni ambientali, della disciplina praticata e delle esigenze individuali, è fondamentale per garantire le migliori performance e preservare la salute dell’atleta.

Investire in una corretta alimentazione e integrazione non è solo una questione di rendimento, ma anche di sicurezza e benessere a lungo termine. Che tu sia un atleta professionista o un appassionato, affidarti a un esperto può aiutarti a vivere al meglio la tua stagione invernale, sulla neve o sul ghiaccio.

 


BIBLIOGRAFIA

1. Cannataro R et al. Omega-3 and Sports: Focus on Inflammation. Life (Basel). 2024 Oct 16;14(10):1315.

2. Meyer NL et al. Nutrition for winter sports. J Sports Sci. 2011;29 Suppl 1:S127-36.

3. Stellingwerff T et al. Nutrition and Altitude: Strategies to Enhance Adaptation, Improve Performance and Maintain Health: A Narrative Review. Sports Med. 2019 Dec;49(Suppl 2):169-184.

ALESSANDRO BONUCCELLI

Dietista sportivo

La maratona è molto più di una semplice corsa: i 42,195 km sono il culmine di mesi di allenamenti, sacrifici e di una preparazione meticolosa. Prepararsi per una maratona non si riduce soltanto a correre, ma prevede anche estrema cura per quanto riguarda l’alimentazione e l’integrazione, essenziali per ottimizzare energia, resistenza e recupero.

Quest’anno la Firenze Marathon celebra il suo 40° anniversario, un traguardo storico che rende l’appuntamento ancora più speciale e si preannuncia ricco di sorprese. Il 24 novembre 2024, migliaia di runner si daranno appuntamento per vivere l’emozione di una delle maratone più iconiche d’Italia lungo le vie del centro.

Anche per questa edizione Cetilar® è al fianco degli atleti per supportarli prima, durante e dopo la gara. Il 22 e il 23 novembre saremo presenti con uno stand dedicato nell’area EXPO, all’interno della stazione Leopolda.

Con l’avvicinarsi del grande giorno, è il momento di concentrarsi sulla rifinitura del piano nutrizionale e integrativo per affrontare al meglio i 42km. Un approccio mirato può fare la differenza tra tagliare il traguardo al massimo delle tue possibilità o cedere a cali di energia e disidratazione.

Scopriamo insieme come ottimizzare la tua preparazione, con uno sguardo attento prima, durante e dopo la maratona.

  1. Prima della maratona: costruisci le tue riserve
  2. Durante la maratona: gestisci le riserve
  3. Dopo la maratona: ripara e recupera
  4. Il suggerimento extra per correre al meglio la 42km

Prima della maratona: costruisci le tue riserve

1. Il carico di carboidrati
Durante una maratona, l’energia proviene in larga parte dai carboidrati immagazzinati sotto forma di glicogeno nei muscoli e nel fegato. Per massimizzare queste riserve, segui un piano graduale di “carico di carboidrati” già nei 5-7 giorni precedenti:

  • Riduci il carico allenante: una settimana più leggera consente di accumulare glicogeno senza sovraccaricare il corpo.
  • Consuma 5-7 g di carboidrati per kg di peso corporeo al giorno: privilegia carboidrati complessi (pasta, riso, patate) che forniscono energia stabile.
  • Evita l’improvvisazione: scegli cibi già testati durante la preparazione per non rischiare disturbi gastrointestinali.

2. La cena pre-gara
Opta per carboidrati facilmente digeribili, proteine magre (come pollo o tacchino) e una quantità minima di grassi e fibre. Ad esempio, consuma riso bianco con un po’ di olio d’oliva e petto di pollo per evitare problemi digestivi.

3. La colazione pre-maratona
Il consiglio è quello di assumerla almeno 3 ore prima della partenza. La colazione dovrebbe essere composta da carboidrati semplici e già testati in allenamento: cereali, biscotti secchi o fette biscottate, frutta fresca o secca. È ammesso anche uno spuntino leggero un paio di ore prima della gara, nel caso in cui passasse troppo tempo tra la colazione e la partenza.

Circa un’ora e mezzo prima dell’inizio della maratona, considera un’integrazione a base di carboidrati a rilascio prolungato, maltodestrine, fruttosio e bevande ipotoniche per garantire al tuo fisico un boost prima di iniziare la competizione, un’energia prolungata e un’idratazione ottimale.

Il nostro consiglio: sciogli una bustina di Ultrarace Carb e uno stick di Hydrate Fast in una borraccia con 650 ml di acqua. Assumi 200ml ogni 20 minuti prima della gara. Abbina una bustina di Race Carb Gel.

Durante la maratona: gestisci le riserve

La maratona è un esercizio di equilibrio dall’inizio al traguardo finale: mantenere costanti i livelli di energia ed evitare la disidratazione diventa essenziale. Ecco come farlo:

  • Carboidrati ogni 40-60 minuti: consuma circa 30-40 g di carboidrati per ora, ad esempio sotto forma di integratori in gel. Questo supporto energetico è fondamentale per sostenere il ritmo e ritardare la comparsa della fatica. Accompagna il gel con un sorso d’acqua per ottimizzarne l’assorbimento e minimizzare il rischio di disturbi gastrointestinali.
  • Elettroliti per combattere i crampi: il sudore porta con sé una perdita importante di sali minerali come sodio, potassio e magnesio. A partire dal ventesimo chilometro inizia con l’integrazione con bevande ipotoniche o reidratanti in stick per mantenere l’equilibrio elettrolitico, essenziale per prevenire crampi e mantenere la funzionalità muscolare.
  • Boost finale con caffeina: negli ultimi 5 km, quando la fatica mentale si somma a quella fisica, un gel contenente caffeina può dare una spinta aggiuntiva. Questo stimolo può migliorare la concentrazione e aiutarti a mantenere un ritmo costante fino al traguardo. Assicurati di aver testato questo approccio in allenamento per evitare sorprese.

Il nostro consiglio: reintegra i carboidrati con Race Carb Caf Gel (assumine massimo 3) e i restanti carboidrati con l’apporto dato da Race Carb Gel. Lungo i 42,195km dovresti assumere 6-7 gel in totale.
Al bisogno, consuma le nostre barrette proteico-energetiche: in soli 60 grammi hai la praticità della monoporzione, l’alta digeribilità e la velocità di assorbimento di ferro e magnesio, grazie alla Tecnologia Sucrosomiale®.

Dopo la maratona: ripara e recupera

La fase di recupero è il primo passo verso il tuo prossimo obiettivo. Una strategia mirata accelera i tempi di rigenerazione muscolare e ristabilisce l’equilibrio energetico.

  • Entro 30 minuti dal traguardo: questo è il momento più importante per avviare il recupero. Assumi una combinazione di carboidrati ad alto indice glicemico (1-1,5 g per kg di peso corporeo) e proteine di alta qualità (20-30 g). Una bevanda specifica a base di maltodestrine e proteine del siero del latte è particolarmente efficace per rifornire il glicogeno muscolare e stimolare la riparazione dei tessuti.
  • Pasto post-gara: 1-2 ore dopo la gara, consuma un pasto completo con carboidrati complessi (come riso o patate), proteine magre (pollo, tacchino, pesce) e una porzione di verdure per reintegrare vitamine e minerali. Questo aiuterà a ridurre l’infiammazione muscolare e a sostenere il sistema immunitario.
  • Idratazione continua: nelle ore successive, continua a reintegrare i liquidi persi, preferibilmente con acqua arricchita di sali minerali o bevande specifiche per il recupero.

Il nostro consiglio: sciogli una busta di Recovery Pro nello shaker (se non ti piace il sapore, puoi aggiungere anche cacao amaro in polvere o caffè idrosolubile) con 250ml di acqua o in alternativa latte o bevande vegetali, e bevi entro 1 ora dalla fine della gara.

Il suggerimento extra per correre al meglio la 42km

Testa sempre la tua strategia integrativa durante gli allenamenti lunghi. Ogni atleta è unico, e solo sperimentando puoi trovare il piano ideale per massimizzare le tue performance.

La Firenze Marathon 2024 ti aspetta: allaccia le scarpe, segui i consigli del nostro piano integrativo e vivi l’emozione unica della maratona con Cetilar® al tuo fianco!

È stata inaugurata questa mattina a Pisa la sede che ospiterà Athletica Cetilar Performance Center, il nuovo centro di medicina sportiva, preparazione atletica, fisioterapia, riabilitazione e mental training, che si pone l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per gli sportivi.

Un moderno e innovativo centro multidisciplinare, che nasce dalla partnership tra Athletica, studio di fisioterapia e preparazione atletica a Viareggio, e PharmaNutra, azienda specializzata nel settore dei complementi nutrizionali a base di minerali e vitamine Sucrosomiali® e dei dispositivi medici per muscoli e articolazioni, presente nell’ambito dello sport con il brand Cetilar®, linea di prodotti dedicati al benessere di muscoli e articolazioni a base di Esteri Cetilati (CFA), ora anche nella versione Nutrition, linea dedicata alla nutrizione e al miglioramento della performance dell’atleta agonista.

Un progetto che rappresenta anche un vanto per il territorio, rappresentato oggi all’inaugurazione dal Sindaco di Pisa Michele Conti e dall’Assessore Comunale allo Sport Frida Scarpa.

Athletica Cetilar Performance Center, che aprirà ufficialmente i battenti nelle prossime settimane con l’inizio dell’attività vera e propria, è una realtà multidisciplinare all’avanguardia suddivisa in quattro macro aree – medicina sportiva, mental training, fisioterapia e preparazione atletica  – ognuna delle quali gestita da un team di rinomati professionisti del settore che potranno così accompagnare l’atleta, che sia un professionista o un amatore, in un percorso volto a migliorare la performance sportiva, ma non solo.

Il centro, che avrà anche degli spazi dedicati al recupero dagli infortuni, fornirà infatti ad una clientela formata anche non necessariamente da professionisti, una serie di servizi a 360° nell’ambito della medicina sportiva sulla base di un nuovo approccio alla salute, con la possibilità di effettuare dei check up completi, supportati da tecnologie innovative e con un medico di riferimento dedicato.

Si tratta quindi di una struttura che ambisce a diventare un riferimento non solo sul territorio italiano ma anche livello internazionale, partendo dalle numerose partnership che il brand Cetilar® vanta nell’ambito dello sport e dall’attività di preparazione fisica e fisioterapica che lo staff di Athletica porta avanti con successo da diversi anni nell’ambito di discipline come il motorsport, la vela, il golf, le arti marziali, il tennis, l’atletica leggera e la scherma.

“Athletica Cetilar Performance Center è la concretizzazione dell’esperienza e delle competenze che abbiamo accumulato in tanti anni di attività nell’ambito della medicina sportiva e della preparazione fisica e mentale”, spiega Roberto Lacorte, Vicepresidente e Amministratore Delegato di PharmaNutra S.p.A. “Parliamo di un centro all’avanguardia, concepito ad hoc per poter sviluppare al meglio il nostro concetto di “human performance” applicato agli sportivi di diverse discipline, ma non solo. La ricerca della miglior forma fisica e mentale riguarda anche la vita di tutti i giorni, e sulla base di questa convinzione, il centro sarà in grado di erogare anche una serie di servizi sulla base del concetto di “concierge medicine”, un servizio altamente personalizzato in cui la cura della persona è affidata ad un unico medico referente in grado di analizzare, sviluppare e seguire l’intero percorso di miglioramento”.

“È una grande emozione poter vivere la concretizzazione del lavoro di tutti questi mesi: abbiamo cercato, insieme a PharmaNutra, di progettare questo centro nei minimi dettagli, con spazi funzionali e tecnologie all’avanguardia che rispecchiano alla perfezione la nostra metodologia di lavoro”, aggiunge Alessio Erra di Athletica. “È stato un lavoro lungo e faticoso, ma siamo molto orgogliosi del risultato finale e siamo sicuri che il centro possa diventare una risorsa sia per il territorio, che per atleti di livello internazionale, a partire dai numerosi piloti che già seguiamo con successo nell’ambito del motorsport e che troveranno in Athletica Cetilar Performance Center il luogo ideale per potersi preparare al meglio”.

Il team DAMS Lucas Oil ha ufficializzato oggi il pilota dell’Alpine Academy, Nicola Lacorte per la stagione 2025 del campionato FIA Formula 3.

Il pilota pisano all’inizio di quest’anno è stato protagonista nella Formula Regional Oceania, dove ha conquistato una vittoria ed è salito sul podio anche in un’altra occasione, per poi debuttare nella Formula Regional European Championship by Alpine. In precedenza Lacorte (17 anni) ha corso nella serie Euro 4 e nell’Italian F4 Championship in cui ha conquistato una vittoria e un podio.

Lacorte è il secondo pilota confermato per il prossimo anno dal team DAMS Lucas Oil, raggiungendo il già annunciato Matías Zagazeta.

La stagione 2025 del FIA Formula 3 prenderà il via a Melbourne, in Australia, nel fine settimana del 14 e 16 marzo e si articolerà su dieci doppi appuntamenti, facendo in seguito tappa a Sakhir (11-13 aprile), Imola (16-18 maggio), sul circuito cittadino di Monte Carlo (22-25 maggio), Barcellona (30 maggio-1 giugno), Spielberg (27-29 giugno), Silverstone (4-6 luglio), Spa-Francorchamps (25-27 luglio), Hungaroring (1-3 agosto) e Monza (5-7 settembre).

Nicola Lacorte: “Sono davvero felice di avere firmato con il DAMS Lucas Oil per la prossima stagione, considerando la grande storia che ha questo team in Formula 2. Quest’anno ho imparato molto in una serie come la Formula Regional European Championship by Alpine, con 30 vetture al via e uno schieramento simile anche in termini di numeri a quello della Formula 3. Il mio obiettivo per il prossimo anno sarà massimizzare la mia performance e cercare di andare anche a punti quando possibile”.

Charles Pic, Team Owner: “Siamo entusiasti di avere con noi Nicola nel 2025, dopo avere preso parte insieme ai test di Jerez e Barcellona all’inizio di questo mese. Non vediamo l’ora di vederlo crescere durante la stagione. Con l’esperienza e i metodi collaudati del nostro team in altri campionati, puntiamo insieme ad ottenere dei grandi risultati”.

Le proteine in polvere (Protein Powder o PP) sono da sempre tra gli integratori più utilizzati da atleti e appassionati del fitness.

Negli anni ‘80 e ’90, anche se all’epoca la letteratura scientifica a supporto era scarsa, chiunque praticasse il body building conosceva (e con molta probabilità già utilizzava) le PP per “aumentare” la massa muscolare.

Spesso le PP del latte si utilizzavano come semplice supplemento per raggiungere il target proteico prefissato; quasi sempre disciolte nel latte, venivano assunte in parte a colazione e in parte al pomeriggio, indipendentemente dall’orario dell’allenamento. Il timing di assunzione era un concetto abbastanza sconosciuto.

Da allora la ricerca ha fatto passi da gigante sviscerando l’effetto delle varie PP sulla sintesi proteica muscolare (Muscle Protein Synthesis o MPS), sulle performance e il recupero dallo sforzo, oltre che su altri aspetti importanti sia per l’atleta che per lo sportivo in generale, come le ripercussioni sul sistema immunitario e lo stress ossidativo.

Se all’inizio gli studi erano concentrati sui soggetti sani e sportivi, oggi la ricerca si focalizza sempre di più sull’utilizzo delle proteine e dei suoi costituenti, soprattutto gli aminoacidi essenziali (Essential Amino Acids o EAA), come pure degli altri integratori considerati “anabolici” come la creatina, per prevenire e curare la perdita di massa muscolare associata all’invecchiamento e alle malattie croniche nota come Sarcopenia.

Di cosa parleremo in questo articolo:

  1. Cosa sono le proteine in polvere?
  2. Perché assumere le proteine in polvere?
  3. Quali proteine in polvere scegliere?
  4. Quando assumere le proteine in polvere
  5. Effetti collaterali

Cosa sono le proteine in polvere?

Le PP sono derivati alimentari concentrati, in genere ricavati da fonti proteiche di origine animale come latte, uova e carne, o proveniente dai cibi proteici del mondo vegetale come soia, pisello, riso, canapa e patata.

Con il problema sempre più cruciale della sostenibilità ambientale, oggi ci sono studi attivi su altre forme di PP come quelle di insetti, funghi ed alghe. Commercializzate sotto forma di polveri, si assumono disciolte in acqua o in altri liquidi come latte o bevande vegetali, così da creare i famosi shake proteici che si possono trovare già pronti in commercio, in genere con un quantitativo variabile tra i 10 e i 30 gr di proteine per flaconcino.

Le PP contengono spesso altri ingredienti aggiunti come aromi artificiali, vitamine, minerali e, soprattutto negli shake, zuccheri.

Perché assumere le proteine in polvere?

Assumere PP può apportare diversi vantaggi:

1. Accrescimento muscolare e recupero dallo sforzo fisico: in base al contenuto in aminoacidi, soprattutto in EAA, le proteine in polvere sono in grado di stimolare la MPS, favorendo così l’accrescimento muscolare (Ipertrofia Muscolare) e il recupero dallo sforzo fisico.

Un adulto sano di 70 kg può soddisfare i propri fabbisogni proteici con un’assunzione giornaliera di proteine di appena 56 grammi (0,8 gr per kg di peso corporeo al giorno), facilmente ottenibile dalla maggioranza delle persone con una dieta bilanciata.
Quando ci si allena regolarmente o si ha uno stile di vita attivo, può essere necessario assumere più proteine (da 1,1 a 1,4 gr per Kg di peso corporeo al giorno).

2. Raggiungimento dei fabbisogni proteici: nell’atleta che si allena intensamente e/o ha l’obiettivo di aumentare la massa muscolare, un apporto extra di PP potrebbe aiutare a raggiungere i fabbisogni proteici (fino a 2 gr per Kg di peso corporeo al giorno), soprattutto se vegetariano o vegano e con difficolta a seguire una dieta vegetale ben bilanciata.

3. Recupero da un infortunio o un intervento chirurgico: le PP rappresentano una fonte proteica pratica e veloce da assumere quando il tempo a disposizione è limitato.
Un esempio potrebbe essere uno sportivo amatoriale che dopo l’allenamento deve rientrare subito a lavoro o ha poco tempo per prepararsi i pasti durante la giornata.

4. Assunzione proteica adeguata: un aspetto importante da non sottovalutare è la regolazione del livello del contenuto proteico in base alle esigenze individuali. Sebbene nei nostri software nutrizionali esistano dei riferimenti standard, nella pratica ogni atleta assume un quantitativo proteico specifico in funzione dei propri obiettivi sportivi.
Per esempio, non tutte le carni di tacchino contengono lo stesso quantitativo di proteine su 100 gr di prodotto edibile.

In quest’ottica le PP sono un mezzo pratico per garantire un’adeguata assunzione proteica in termini quantitativi e qualitativi, riducendo inoltre al minimo l’apporto calorico, essenziale per quegli atleti in cui è necessario evitare o limitare l’aumento di peso.

Se 20 gr di PP del latte disciolte in acqua apportano circa 80 Kcal, assumere la stessa quantità di proteine da un alimento intero, come carne rossa o quinoa, comporta ingerire rispettivamente circa 150 e 500 Kcal, ovvero da quasi il doppio a sei volte tanto le calorie di un semplice shake proteico. I cibi interi, infatti, contengono oltre alle proteine, anche grassi e carboidrati in dosi non trascurabili.

Quali proteine in polvere scegliere?

Sul mercato degli integratori esistono diversi tipi di PP. Le più comuni sono le proteine del siero del latte, le caseine del latte e le proteine vegetali, tra cui spiccano quelle della soia.

Proteine del siero del latte
Le proteine del siero del latte (o Whey Protein – WP) sono quelle maggiormente studiate e più utilizzate dagli sportivi.
Le WP sono considerate le PP più efficaci in termini di MPS. Come dice il nome stesso derivano dal “siero del latte”, ovvero dal liquido proteico che si genera durante il processo di lavorazione del formaggio.

Il loro vantaggio risiede nell’alto contenuto in EAA, soprattutto in leucina, l’aminoacido essenziale che maggiormente stimola la sintesi proteica muscolare, e nella loro veloce cinetica di assorbimento, che rende gli aminoacidi velocemente disponibili ai muscoli per un tempo breve.

Le proteine del siero di latte sono di tre tipi:

  1. Proteine del siero di latte concentrate (WP Concentrate o WPC): sono ottenute attraverso un semplice processo di filtrazione. Hanno una concentrazione proteica tra il 70 e l’80%. Oltre alle proteine contengono, in piccola quantità, carboidrati come il lattosio, grassi ed altre proteine, come lattoglobuline e immunoglobuline.
  2. Proteine del siero del latte Isolate (WP Isolate o WPI): derivano da un processo di filtrazione più avanzato che ottiene concentrazioni proteiche fino al 90% garantendo una rimozione maggiore dal siero del latte di grassi e di carboidrati, come il lattosio. Queste proteine sono sicuramente più idonee per un soggetto più sensibile al lattosio.
  3. Proteine del siero del latte idrolizzate (WP Hydrolyzed o WPH): sono costituite da miscele di peptidi, una sorta di catene di aminoacidi legati tra loro, che le rendono facilmente digeribili e assimilabili. Le WPH sono una sorta di proteine “predigerite”, con concentrazioni proteiche tra il 75 e il 90%. Sono l’ideale per gli atleti che hanno la necessità di velocizzare il recupero e l’adattamento ai carichi di allenamento a cui sono sottoposti regolarmente.

In commercio esistono miscele di proteine del siero del latte come le Dual Protein Cetilar, che combinano i vantaggi delle WPI e delle WHI ottenendo una proteina ad alta concentrazione di EAA, soprattutto in leucina, facilmente digeribile e velocemente disponibile ai muscoli, in grado di ottimizzare l’adattamento allo sforzo, il recupero muscolare e la performance.

Proteine della caseina
La caseina è l’altra proteina del latte che deriva dal processo di produzione del formaggio, ma dalla parte solida, il caglio.
Le proteine della caseina rispetto alle WP hanno una cinetica di digestione e di assorbimento più lenta, per cui possono risultare di non facile digestione per diversi atleti, similmente alle proteine concentrate. L’assunzione di una dose di caseina prima di andare a dormire sembra favorire la MPS durante le ore notturne per il rilascio più lento ma più prolungato nel tempo di aminoacidi rispetto ad altre proteine come le WP.

Proteine vegetali
Le proteine di origine vegetale, tra cui quella della soia è la più studiata, sono sempre più popolari e richieste, non solo per la crescente presenza di atleti vegetariani e vegani, ma soprattutto per questioni etiche e di sostenibilità ambientale.

Un concentrato di proteine vegetali varia dal 60 all’80%. Il loro contenuto in aminoacidi, soprattutto in termini di EAA, è meno completo rispetto a quello delle proteine animali che contengono invece tutti gli EAA, importanti per sostenere la MPS.

Recenti evidenze scientifiche dimostrano come miscele opportune di queste proteine contenenti tutti gli EAA oppure dosi maggiori di proteine vegetali siano in grado di ottenere risultati in termini di MPS analoghi a quelli ottenuti dalle PP di origine animale.
Una miscela proteica vegetale può essere ottenuta miscelando PP del pisello e del riso nero, similmente a come il nutrizionista cerca di fare proponendo il piatto di pasta e fagioli.

Le proteine ​​vegetali tendono ad avere più fibre rispetto alle proteine ​​in polvere di origine animale, per questo a volte risultano più indigeste per alcuni atleti.

Quando assumere le proteine in polvere

Si consiglia di assumere PP in dosi tra i 20 e i 40 gr per le fonti proteiche di alta qualità come le Dual Protein Cetilar e di farlo rispettando il timing di assunzione.
Se è vero che non c’è un timing uguale per tutti, è altrettanto vero che assumere PP senza rispettare un momento di assunzione congeniale può ritardare o addirittura ostacolare il raggiungimento dei propri obiettivi.

Il mito della “finestra anabolica”, che fino a poco tempo fa obbligava gli atleti e chi frequentale palestre ad assumere le proteine subito dopo l’esercizio di forza per non perderne i relativi benefici, oggi è messo in discussione in quanto la ricerca scientifica ha dimostrato che anche l’ingestione proteica prima dell’allenamento stimola la MPS.
Quando si assumono le PP dopo l’allenamento, bisogna tener conto della tolleranza individuale e dell’effetto anabolico post-esercizio anche di lunga durata (almeno 24 ore): infatti, ritardarne l’assunzione può diminuire l’effetto anabolico sulla MPS.

Ecco che entrano in gioco aspetti pratici: facciamo un esempio.
Se dopo l’allenamento passano almeno due ore prima del pasto successivo, assumere PP può essere una buona strategia. Al contrario se dopo la fine dell’allenamento si introduce a breve un pasto proteico, la supplementazione proteica dopo lo sforzo, oltre che eccessiva, può essere addirittura sfavorevole e condurre ad un’incompleta utilizzazione delle proteine ingerite.

Diverso è il caso di un atleta che si allena intensamente al mattino a digiuno e opta per una colazione con l’aggiunta di PP, per aumentare la quota proteica del latte assunta abitualmente.

Invece, se si sceglie di assumere PP prima dell’allenamento, sarà basilare farlo almeno tra i 60 e i 90 minuti prima dell’inizio della sessione, per sfruttare la cinetica di comparsa degli AA, ponendo particolare attenzione ai tempi di digestione e all’intensità dello sforzo previsto.
L’allenamento ad alta intensità può sottoporre l’apparato digerente a uno stress notevole; in questo caso meglio assumere le PP con largo anticipo prima di allenarsi.

Durante la giornata è buona regola assumere le PP lontano dai pasti oppure di utilizzarle per fortificare le prese alimentari, come quelle di colazione e spuntini, quando l’obiettivo è di soddisfare i fabbisogni proteici aumentati e si ha difficoltà a raggiungerli con la sola alimentazione.

L’assunzione di proteine ​​della caseina prima di andare a letto (30-40 gr) può invece essere una strategia da perseguire quando la necessità è di stimolare la MPS anche durante le ore notturne.

Effetti collaterali

Le PP devono sempre essere assunte all’interno di una dieta equilibrata, senza mai superare i dosaggi consigliati e i fabbisogni proteici reali dell’individuo.
Bisogna ricordare che le richieste proteiche di un’atleta professionista di uno sport di forza sono diverse dalle esigenze di un appassionato del fitness che si allena senza grande intensità, tre volte a settimana in palestra e conduce uno stile di vita moderatamente attivo.

Ancora, alcune persone potrebbero andare incontro ad alcuni effetti collaterali dopo aver ingerito PP tra cui:

  1. Diarrea, meteorismo e crampi addominali: in presenza di intolleranza al lattosio, alcune proteine del latte potrebbero irritare l’intestino. Apporti proteici eccessivi potrebbero causare addirittura stitichezza e nausea.
  2. Reazioni allergiche: un’allergia ad una particolare proteina potrebbe scatenare un’eruzione cutanea o uno shock anafilattico.
  3. Ingestione di possibili tossine: purtroppo diverse proteine in commercio, soprattutto quelle a basso costo (in genere dei mercati esteri), contengono metalli pesanti, pesticidi e altre tossine, tra cui mercurio, piombo e arsenico.

Conclusioni

Se c’è l’interesse o l’esigenza di integrare le PP nella propria dieta, è sempre consigliabile farsi guidare da un professionista del settore, come un dietista o nutrizionista sportivo qualificato o medico dello sport.

In questo modo sarà possibile determinare le reali esigenze proteiche e stilare un piano di supplementazione proteica appropriato, senza andare incontro a problematiche che potrebbero impattare negativamente sulle performance sportive.

 


BIBLIOGRAFIA

1. Jäger R et al. International Society of Sports Nutrition Position Stand: protein and exercise. J Int Soc Sports Nutr. 2017 Jun 20;14:20.

2. Pinckaers PJM et al. The Anabolic Response to Plant-Based Protein Ingestion. Sports Med. 2021 Sep;51(Suppl 1):59-74.

ALESSANDRO BONUCCELLI

Dietista sportivo

Ultimo appuntamento dell’anno per Vitamina Sailing, il team in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa con il supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, che a partire da domani mattina – oggi era in programma una practice race – sarà impegnato nelle regate degli Swan OD Worlds, i Campionati Mondiali riservati alle barche a vela del cantiere Nautor Swan.

La location scelta per questo ultimo atto di una stagione davvero molto intensa è Palma di Maiorca, isole Baleari (Spagna), già sede della classica Copa del Rey, un campo di regata sempre apprezzato per le sue condizioni meteo ottimali. Quattro le classi monotipo attese: Club Swan 36, Club Swan 42, Club Swan 43 e Club Swan 50, categoria, quest’ultima, in cui sarà impegnato il Vitamina Cetilar, reduce dal sesto posto ottenuto alla recente Swan Cup disputata a Porto Cervo, in Sardegna.

Al timone della barca griffata Cetilar® l’imprenditore toscano Andrea Lacorte, affiancato in pozzetto dai triestini Gabriele Benussi e Alberto Bolzan, e da un equipaggio – l’unico interamente italiano nella flotta dei dodici Club Swan 50 attualmente iscritti – formato dal Team Manager Matteo De Luca, Niccolò Sanfelici, Marco Furlan, Giovanni Bucarelli, Diego Battisti, Leonardo Chiarugi, Giuseppe Filippis, Stefano Ciampalini e Alessandro Costagliola.

Il programma degli Swan One Design Worlds prevede quattro giorni di regate tra le boe, da domani fino a domenica, con premiazione al termine dell’ultima prova, quando saranno stati assegnati gli ambiti titoli Mondiali.

“Concludiamo la stagione con un evento di primissimo piano, in una location che conosciamo bene e in cui alla fine regatiamo sempre con piacere”, sono le parole di Andrea Lacorte alla vigilia dell’inizio delle regate. “Siamo tornati dalla Swan Cup di Porto Cervo con delle buone sensazioni ma qui a Palma sarà molto difficile, perché il livello della competizione si è alzato ulteriormente, vista l’importanza della posta in palio. E perché essendo poi l’ultimo atto della stagione, tutti ovviamente daranno il 100 per cento per chiudere l’anno in bellezza. Noi siamo pronti, ben preparati e motivati, con tanta voglia di stare nel gruppo dei migliori per potercela giocare fino alla fine”.

Cala il sipario sulla serie Endurance dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, che nel fine settimana dell’11 e 12 ottobre è giunto al conclusivo round del calendario 2024 in occasione della Petit Le Mans di Road Atlanta.

Una gara sicuramente complicata per la Ferrari 296 GT3 n.47 del team Cetilar Racing, in ogni caso portata egregiamente a termine dopo dieci estenuanti ore da Roberto Lacorte, Antonio Fuoco e Giorgio Sernagiotto, al traguardo quattordicesimi nella classe GTD.
Quello di Road Atlanta non è stato un epilogo consono all’impegno e alla crescita della squadra “all made in Italy”, la prima a portare all’esordio lo scorso anno nel campionato americano l’ultimo modello della GT3 di Maranello, sempre gestita sotto l’aspetto tecnico dalla AF Corse.

Ma la sfida americana del team Cetilar Racing ha celebrato quest’anno anche il podio della 12 Ore di Sebring, a distanza di due anni esatti dalla vittoria conquistata sullo stesso circuito della Florida con la Ferrari 488 GT3 EVO 2020. Un eccellente secondo posto ottenuto dopo essere partiti dalla pole, che ha fatto seguito alla top-10 messa a segno nella 24 Ore di Daytona dello scorso gennaio, round d’apertura della serie a stelle e strisce.

Quindi, nel mese di giugno, una 6 Ore di Watkins Glen stregata, che per l’equipaggio del team Cetilar Racing si è conclusa dopo appena 33 minuti di gara, quando Lacorte (autore del primo stint di guida) è stato senza colpe tamponato da una vettura LMP2 finendo la sua corsa contro le protezioni.

Dopo la pausa estiva il debutto in un’altra sei ore, quella che si è disputata sul tracciato di Indianapolis in occasione della Battle on the Bricks e in cui Lacorte, Fuoco e Sernagiotto hanno centrato un ottimo settimo piazzamento nella classe GTD.
Risultato, il decimo posto nella classifica GT Daytona Teams e Drivers ed il sesto di Roberto Lacorte nel Bob Akin Award riservato ai piloti Bronza.

L’appuntamento va adesso al 2025, i cui programmi sono attualmente in via di definizione.

Cetilar® Nutrition è partner dell’attesa gara di CrossFit a team di tre organizzata dal Box Team 059

Prima di iniziare a parlare di CrossFit è doveroso sfatare un mito, anzi due: il primo, che sia uno sport praticabile solo da chi è già allenato, il secondo che sia uno sport individuale.

Partiamo chiarendo il primo punto: il CrossFit è uno sport che tutti possono praticare, a prescindere dall’età e dall’allenamento pregresso. Il perché lo spiega bene Roberto Rovatti, uno dei tre fondatori di CrossFit Team 059, il Box nato nel 2012 a Modena e che 19 e 20 ottobre 2024 organizza la seconda edizione di 059 Classic, gara di CrossFit a team di 3 persone, pensata e studiata per tutti gli appassionati, indipendentemente dal livello di preparazione.

“Chiunque può approcciarsi al CrossFit, anche chi ha avuto vita sedentaria fino a quel momento. Credo che il pregio principale di questa disciplina sia che ogni esercizio viene proposto in versioni adattate alle abilità di chiunque, dai principianti agli atleti élite. Lo stimolo è lo stesso per tutti e l’obiettivo è quello di migliorare il livello di fitness, sempre rispettando i propri tempi e limiti, in un ambiente dove ci si rispetta e ci si supporta a vicenda”.

Ed ecco che arriviamo al secondo mito da sfatare: è vero che ogni WOD (ovvero, Workout Of the Day, in gergo vengono definiti così gli esercizi da praticare sia in allenamento che in gara) viene concepito per mettere alla prova la forza e l’abilità degli atleti, ma non è la competitività il valore fondante del CrossFit, bensì positività e inclusione. Il Box, infatti, è molto più di una palestra.

“È una comunità di persone motivate dalla stessa passione, tra cui nasce un affiatamento molto profondo. Confrontarsi e supportarsi è molto importante anche per affrontare le battute di arresto, un aspetto con cui gli atleti di ogni sport devono continuamente scendere a patti”.

Allenarsi nel CrossFit implica un programma, a vari livelli di capacità, mirato al condizionamento metabolico, migliorando forza, resistenza e agilità. La motivazione nasce proprio notando i progressi delle proprie abilità, passo dopo passo, grazie anche ai consigli e al supporto dei coach ma non mancano i momenti in cui la sensazione è quella di non riuscire a progredire.

“Succede a tutti ed è normale che il proprio corpo ci metta di fronte alcuni ostacoli ma è un processo che bisogna accettare e affrontare con un atteggiamento positivo per non cadere vittima della frustrazione. Per questo è ancora più importante che il Box sia un ambiente affiatato: nessuno è perfetto e ognuno trasmette al prossimo la consapevolezza che accettare i propri limiti è il primo passo per migliorare altri aspetti del workout. Nel CrossFit, infatti, esiste un ampio spettro di esercizi grazie ai quali è possibile migliorare costantemente le proprie abilità”.

L’aspetto che, fin dagli albori del CrossFit, ha permesso di conquistare rapidamente nuovi appassionati è la varietà della tipologia di allenamento, senza mai essere ripetitivo. Non si allenano i singoli muscoli, bensì il corpo in tutta la sua completezza, combinando ginnastica, forza, sollevamento pesi e atletica.

Per ottenere risultati e prestazioni di massimo livello, l’alimentazione diventa un tassello fondamentale per avere il carburante giusto e non mollare quando gli allenamenti diventano via via più impegnativi.

Una nutrizione adeguata è il punto di partenza per il benessere degli atleti ad ogni livello, sia per supportare l’allenamento, sia per affrontare la gara al meglio delle proprie possibilità, amplificando o, al contrario, diminuendo l’effetto dei propri sforzi.

 

Nutrizione in allenamento e in gara: i consigli del nutrizionista del box per affrontare la 059 Classic

 

La nutrizione, nel CrossFit come in ogni altro sport, svolge un ruolo determinante per preparare l’organismo ad affrontare anche le sfide più impegnative. L’obiettivo di ogni sportivo è quello di avere una riserva di energia costante per non subire cali drastici di prestazione.

Il nutrizionista del Team 059, Dr Francesco Pelizza, ha dato il proprio contributo rispondendo ad alcune curiosità sull’alimentazione sportiva funzionale per il CrossFit e il ruolo dell’integrazione, sia in gara che in allenamento, a partire da quali accorgimenti dovrebbe adottare chi si approccia per la prima volta al CrossFit.

“Tendenzialmente meglio evitare diete in stile warrior (ovvero un regime alimentare che prevede lunghi periodi di digiuno, alternati a brevi finestre di eccesso di cibo), chetogeniche o simili. Anche la dieta a zona è poco tollerata sul lungo periodo. In generale, meglio affidarsi ad una dieta mediterranea con maggiore apporto di carboidrati perché consentono prestazioni di alta intensità e sono il combustibile principale per produrre energia”.

I WOD che gli atleti dovranno affrontare durante la 059 Classic sono stati ideati per testare forza, endurance e agilità a 360 gradi; perciò, anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: bilanciare i nutrienti in modo ottimale fa parte della strategia di gara.

“Nell’alimentazione pre-gara si dovrebbe mangiare più del normale fino a massimo 3 ore prima del workout, impostando i pasti e le quantità in base alle esigenze individuali, agli orari e ai tipi di prove. Durante la gara meglio assumere solo carboidrati, che siano liquidi o solidi”.

Durante gare ad alta intensità come la 059 Classic gli integratori sono utili per mantenere costanti i livelli di energia, con l’obiettivo di evitare il picco glicemico e riuscire a portare a termine la successione del WOD, nonostante il poco tempo di recupero previsto tra un esercizio e l’altro.

Carboidrati in polvero o gel, spesso addizionati con caffeina, possono aiutare i crossfitter a sostenere lo sforzo fisico prolungato. In particolare quelli in polvere possono essere sciolti in acqua insieme alle bustine di sali minerali per combinare nutrienti e idratazione in un’unica soluzione.

“Non bisogna mai dimenticare di ascoltare il proprio corpo e valutarne il benessere complessivo perché è importante non andare in carenza nutritiva. La sensazione di stanchezza e mancanza di stimolo, così come il vuoto allo stomaco, sono sintomi di qualcosa che non va, così come notare un calo di peso troppo rapido”, consiglia il nutrizionista del CrossFit Team 059.

Le proteine invece sono da evitare durante le competizioni, per evitare di appesantire inutilmente la digestione con nutrienti che non rilasciano energia nell’immediato. Chi pratica CrossFit lo sa: per dare sostegno alla crescita e al mantenimento della massa muscolare gli integratori di proteine in polvere sono molto utili se utilizzati correttamente, quindi nella fase di preparazione alla gara.

E dopo uno sforzo ad altissima intensità come la 059 Classic?
Riposo e recupero sono fondamentali. Date il tempo al fisico di riprendersi dallo sforzo e ai muscoli di smaltire lo stato infiammatorio, magari sostenendo questa fase con integratori specifici per il post-workout, a base di aminoacidi, proteine, carboidrati, minerali e vitamine essenziali.

Manca poco a 059 Classic: tutti i dettagli della gara

 

I WOD in programma per la 059 Classic sono stati comunicati a settembre, in modo da consentire a tutti gli atleti di prepararsi al meglio, testando con anticipo la risposta fisica e mentale allo sforzo richiesto.

“Il processo creativo per ideare i WOD – racconta Roberto Rovatti – è complesso, ci sono dei paletti da rispettare per offrire una nuova sfida agli atleti, combinando sollevamento pesi, cardio, ginnastica e mobilità”.

Tutto il team 059 sarà presente alle gare di sabato 19 e domenica 20 ottobre 2024 presso la polisportiva Sacca di Modena, dove Cetilar® sarà presente come Nutrition Partner con uno stand.

Le iscrizioni alla 059 Classic sono aperte a tutti, l’unica condizione è essere un team di tre persone, proprio come tre sono i fondatori del Box 059.

Le categorie di gara sono quattro:

  • Elite, ovvero gli atleti con il maggior livello di esperienza e allenamento.
  • Regular, chi ha alle spalle un ottimo livello di allenamento costante.
  • Master 110, ovvero la somma dell’età dei tre atleti, indipendentemente se maschi o femmine, non deve superare la cifra 110.
  • Master 130, stesso discorso ma con un limite di somma di età più alto.
  • Beginner, aperto a tutti i principianti che desiderano mettersi alla prova.

 

L’adrenalina è già nell’aria e l’evento si preannuncia memorabile per tutti gli appassionati di CrossFit!

 

Il team Cetilar Racing si appresta ad affrontare il quinto e conclusivo appuntamento della serie Endurance dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, che questo fine settimana approda a Road Atlanta (Georgia) dove si svolgerà la Motul Petit Le Mans, uno dei grandi classici del calendario del campionato americano.
 
Ad alternarsi sulla Ferrari 296 GT3 n.47 gestita dalla AF Corse, come nei quattro precedenti round saranno Roberto Lacorte, Antonio Fuoco e Giorgio Sernagiotto, che completano nella classe GTD un equipaggio ormai ben consolidato.
 
Per tutti loro si tratterà della seconda partecipazione alla gara di Braselton con l’ultimo modello della vettura della Casa di Maranello, che hanno portato al debutto assoluto negli States lo scorso anno. La terza invece con una Ferrari, dopo l’esordio del 2022 quando portarono a casa il decimo posto della categoria, mentre lo scorso anno la gara si concluse con il 13° piazzamento.
 
A Road Atlanta il team Cetilar Racing vi giunge appena tre settimane dopo la gara di Indianapolis, terminata con un buon settimo posto tutto in rimonta.
 
L’obiettivo sarà pertanto di puntare questa volta più in alto, facendo leva sull’esperienza maturata sulla 296 GT3 che ha portato la squadra “all made in Italy” a festeggiare il podio nella 12 Ore di Sebring dello scorso marzo, quando Lacorte, Fuoco e Sernagiotto conclusero secondi sempre nella classe GTD.
 
Giovedì si inizierà con le tre sessioni di prove libere. Sabato dalle 21.21 ora italiana sono in programma le qualifiche. Domenica la gara di dieci ore scatterà infine alle 18.10 sempre ora italiana, e verrà trasmessa in live streaming sul www.imsa.com/tv.

L’esercizio fisico ha degli innegabili effetti positivi sul corpo e sulla mente. Infatti, stimola il metabolismo, aiuta a rinforzare scheletro e muscolatura, oltre a scaricare stress e tensioni. Lo sport svolge un importante ruolo anche sulle difese immunitarie, anzi, è più corretto dire che svolge un doppio effetto.

Da una parte, numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che fare sport aiuta il sistema immunitario, stimolando le naturali difese a migliorare la risposta all’aggressione degli agenti patogeni esterni come, ad esempio, i virus influenzali. Dall’altra parte, però, l’attività sportiva intensa e costante può portare a un indebolimento dell’organismo, che risulta più esposto alle infezioni, poiché lo stress ossidativo provocato dallo sforzo prolungato influisce negativamente sulle difese immunitarie.

Questo fenomeno si chiama “open-window” e consiste in una finestra temporale che va dalle 3 alle 72 ore successive all’allenamento, durante le quali il sistema immunitario si trova in condizioni di non potere garantire un’adeguata risposta nei confronti dei patogeni esterni poiché, a seguito di una sessione prolungata di esercizio ad alta intensità, le funzioni delle cellule immunitarie sono temporaneamente debilitate.

Perché dopo lo sport calano le difese immunitarie

Le sessioni di allenamento ad intensità molto elevata possono esporre l’organismo ad un maggiore rischio di infezioni, specialmente quelle di tipo virale. Vediamo nel dettaglio perché questo accade.

Dopo una sessione di allenamento particolarmente impegnativa, i leucociti (ovvero le cellule del sistema immunitario) vengono attirati verso i muscoli, che si trovano in uno stato di infiammazione dovuto alla rottura delle fibrille del muscolo stesso. Infatti, l’indolenzimento che si prova dopo uno sforzo fisico non è causato dall’accumulo di acido lattico, bensì dal danno alle fibre muscolari che, di conseguenza, spinge il corpo alla loro ricostruzione. È proprio questo stato infiammatorio post allenamento o gara che indebolisce la risposta delle difese immunitarie, provocando la vulnerabilità dell’organismo nei confronti di agenti patogeni e virus, specialmente quelli respiratori. Questi ultimi, infatti, sono quelli che si diffondono più facilmente nell’ambiente e sono anche quelli che, sotto sforzo, è più facile inalare.

Come allenare le difese immunitarie con Defense Booster

Defense Booster è l’integratore immunostimolante e antiossidante dedicato agli sportivi che praticano allenamenti intensi e frequenti, soprattutto outdoor. La composizione a base di 6 minerali Sucrosomiali®, 3 vitamine, licopene e coenzima Q10 svolge diverse funzioni utili al benessere dell’organismo, rinforzando le difese immunitarie, prevenendo lo stress ossidativo e riducendo stanchezza e affaticamento.

La ricerca PharmaNutra, sempre focalizzata sul benessere dell’organismo attraverso ingredienti funzionali di altissima qualità, ha ottimizzato una formulazione in cui gli ingredienti di Defence Booster combinano l’azione immunomodulante e antiossidante in un’unica bustina da sciogliere in acqua, per ottenere un prezioso supporto alla funzionalità del sistema immunitario dopo lo sport:

  • Il ferro contribuisce a sostenere il metabolismo energetico e la normale funzione del sistema immunitario, oltre che alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.
  • Lo zinco aiuta la normale sintesi proteica e, insieme al selenio, sostengono la risposta immunitaria e la protezione delle cellule dallo stress ossidativo.
  • Il magnesio contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento, all’equilibrio elettrolitico e al mantenimento di un normale metabolismo energetico, oltre che garantire il normale funzionamento del sistema nervoso e della funzione muscolare.
  • Il cromo contribuisce al normale metabolismo dei macronutrienti.
  • Lo iodio aiuta a sostenere il metabolismo energetico, la funzione cognitiva e il funzionamento del sistema nervoso.
  • La vitamina D3 contribuisce al mantenimento di ossa normali, della funzione muscolare, e sostiene la normale funzione del sistema immunitario.
  • La vitamina C aiuta a mantenere la normale funzione del sistema immunitario durante e dopo uno sforzo fisico intenso, oltre a contribuire al normale metabolismo energetico, al normale funzionamento del sistema nervoso e alla riduzione di stanchezza e affaticamento.
  • La vitamina E aiuta a proteggere le cellule dallo stress ossidativo.

La Tecnologia Sucrosomiale®

I minerali contenuti in Defence Booster, ovvero ferro, magnesio, zinco, cromo e iodio, sono formulati con la Tecnologia Sucrosomiale®, un brevetto di PharmaNutra, grazie alla quale sono protetti da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi. Questa struttura prende il nome di Sucrosoma®, che permette un elevato assorbimento e un’ottima tollerabilità gastrointestinale, superando i limiti legati all’integrazione convenzionale che spesso può causare fastidi quali nausea e difficoltà gastrointestinali.

Il risultato è un integratore per godersi lo sport in qualunque stagione, anche quando le temperature si fanno più rigide. Defense Booster è il mix di micronutrienti estremamente efficace e tollerabile per gli sportivi, in grado di aumentare la risposta del sistema immunitario e proteggere l’organismo.

Sette prove disputate, tra cui una regata costiera tra le magnifiche isole dell’Arcipelago della Maddalena, e un risultato finale di cui andare soddisfatti, se consideriamo il numero e il valore degli equipaggi coinvolti nella Rolex Swan Cup, la manifestazione riservata alle barche a vela del cantiere Nautor Swan che si è disputata la settimana scorsa a Porto Cervo, in Sardegna.

Un evento che ha riunito in Costa Smeralda oltre 100 imbarcazioni e i migliori velisti in circolazione tra quelli non impegnati nella Coppa America di Barcellona, stelle di prima grandezza del firmamento nautico presenti soprattutto nella classe One Design dei Club Swan 50, la più competitiva di tutta la manifestazione, categoria in cui era impegnato anche il Vitamina Cetilar timonato da Andrea Lacorte.

La barca azzurra – con equipaggio interamente italiano – in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa con il supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, ha concluso la settimana con un bel sesto posto finale, secondo tra gli scafi italiani, frutto di uno score regolare (7-7-5-9-6-6 nelle regate tra le boe, con un secondo posto nella costiera), a soli 10 punti dal podio. La vittoria è andata al monegasco Moonlight, davanti ai tedeschi Olymp e Hatari.

“È un buon risultato, che ci lascia mediamente soddisfatti, perché se è vero che non siamo andati male, è altrettanto vero che noi puntiamo sempre al massimo, quindi alla vittoria”, spiega Andrea Lacorte. “Va detto che il livello di questa Swan Cup era davvero alto e la classifica dei Club Swan 50 molto corta, con distacchi davvero minimi tra le prime barche. E le condizioni di vento sono state debolissime, al limite della navigabilità, e ci hanno fatto perdere la quarta posizione a 400 metri dall’arrivo dell’ultima regata mentre eravamo terzi. Con qualche errore in meno e un po’ di fortuna in più, quindi, saremmo potuti andare a podio, ma alla fine il risultato ottenuto è giusto, rispecchia i valori in campo, e dev’essere uno sprone per affrontare l’ultimo appuntamento della stagione, nonché il più importante, con lo spirito giusto e la determinazione necessaria per fare ancora meglio che a Porto Cervo”.

L’appuntamento è il Campionato del Mondo di classe (Swan OD Worlds), in programma a Palma di Maiorca, alle Baleari, dal 23 al 27 ottobre.

A bordo di Vitamina Cetilar, oltre al timoniere Andrea Lacorte, un equipaggio tutto italiano formato dal Team Manager Matteo De Luca e da Gabriele Benussi, Alberto Bolzan, Marco Furlan, Giovanni Bucarelli, Diego Battisti, Leonardo Chiarugi, Giuseppe Filippis, Stefano Ciampalini e Alessandro Costagliola.

Settimo posto tra le GTD, nella classe più affollata e con un livello di competitività sempre molto elevato. Un risultato sicuramente positivo, quello ottenuto nella Battle on Bricks dalla Ferrari 296 GT3 n.47 del team Cetilar Racing su cui si sono come sempre alternati Roberto LacorteAntonio Fuoco Giorgio Sernagiotto.
Il penultimo appuntamento della serie Endurance dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship che è approdato lo scorso fine settimana sull’Indianapolis Motor Speedway si è concluso diversamente da come era iniziato, ovvero con una qualifica difficile al termine della quale era arrivato il 16° responso. Ma in gara le cose hanno preso una piega differente, anche grazie all’ottima strategia del muretto box e a una rimonta iniziata sotto la pioggia da Sernagiotto, con Fuoco e Lacorte che ne hanno poi rilevato il volante continuando a spingere.
Una gara pertanto regolare, ma in continua rimonta per la Ferrari 296 GT3 n.47 gestita dal team AF Corse, coronata dal secondo posto conquistato nella Bronze Cup, che riprende un po’ il discorso da dove si era interrotto in occasione della 12 Ore di Sebring, dove per Lacorte, Fuoco e Sernagiotto era arrivato uno straordinario podio ed il secondo posto sempre nella classe GTD.
È stata una gara complicata, partita con l’asciutto ma poi condizionata dalla pioggia. Grazie ad un’ottima strategia abbiamo recuperato diverse posizioni. Con la pista bagnata la nostra vettura andava molto bene; Giorgio [Sernagiotto] è stato autore di uno stint consistente, che ci ha portato a giocarci al meglio le nostre carte. Antonio [Fuoco] ha fatto tutto quello che poteva e alla fine siamo in parte soddisfatti di questa settima posizione, soprattutto alla luce di come sembravano essersi messe le cose nelle libere e in qualifica“, ha commentato Roberto Lacorte.
Nel complesso un buon week-end, quello di Indianapolis, tracciato che utilizza parte della pista della 500 Miglia e su cui Lacorte e Sernagiotto facevano inoltre la loro prima apparizione.
E adesso si guarda già al conclusivo round della serie americana, quello della Petit Le Mans di Road Atlanta (Georgia), gara di dieci ore in programma tra sole tre settimane, nel week-end del 9-12 ottobre.

Cetilar® sarà presente dal 19 al 22 settembre con uno stand a Cervia nell’unica data italiana dell’Ironman, il triathlon di lunga distanza più famoso al mondo che riunisce in un’unica gara estrema tre discipline endurance: nuoto (3,8 km), ciclismo (180 km) e corsa (42,2 km). L’evento clou si svolgerà sabato 21 settembre e a seguire, domenica 22, altre due gare di triathlon: la 70.3 (di media distanza) e la 5150 (percorso olimpico). 

Nell’area Expo allestita per l’occasione, gli atleti troveranno i prodotti Cetilar® Nutrition, nati per supportare le prestazioni sportive e favorire l’apporto di nutrienti essenziali, fornendo allo sportivo una fonte affidabile di energia durante l’attività fisica, nonché le sostanze per un recupero ottimale nel dopo gara o allenamento. 

Un lungo weekend dedicato allo sport o, meglio, alla disciplina che più mette a dura prova resistenza, forza e tenacia degli atleti. Il triathlon e, soprattutto, l’Ironman, è una combinazione di sport affrontabile solo da chi è disposto a sottoporsi ad un duro allenamento, sia fisico che mentale. Ma non solo: per essere davvero performanti sia in gara che in allenamento, un atleta deve prestare la massima attenzione anche all’alimentazione prima, durante e dopo la competizione.  

 

Cosa mangiare prima di affrontare l’Ironman 

 

L’alimentazione pre-gara riguarda sia i giorni che precedono la competizione, sia tutto il periodo di allenamenti intensi in cui tutto il corpo si prepara ad affrontare la sfida. In generale, un’alimentazione calibrata sulle esigenze dell’atleta esercita una grande influenza sulla performance. 

Nei giorni prima della gara, è utile seguire una dieta che comprenda carboidrati, proteine e grassi, in modo da arrivare al giorno della gara con un carico completo di energia. 

In particolare, prima della gara a svolgere un ruolo molto importante sono i carboidrati, capaci di ottimizzare le scorte energetiche per la produzione di glicogeno, un elemento fondamentale per permettere al muscolo scheletrico di avere una sufficiente riserva energetica. 

Solitamente questo avviene aumentando la quantità giornaliera di carboidrati nei tre o quattro giorni antecedenti alla gara, durante i quali l’assunzione di carboidrati può arrivare al 70-75% delle calorie totali ingerite nella giornata. 

Il pasto pre-gara è anch’esso a base di carboidrati in modo da garantire l’energia muscolare necessaria per tutta la durata della competizione e dovrebbe essere consumato a circa 3-4 ore dall’inizio.  

Oltre ad esempi classici di carboidrati presenti nella dieta mediterranea, come avena, riso e pasta, è possibile aumentare l’apporto di carboidrati con integratori dalla formulazione sicura e performante come le barrette energetiche Energy Race Bar, i carboidrati in polvere Race Carb Caf e i pratici gel Ultrarace Carb Gel, soluzioni pratiche e sicure per evitare i cali di energia anche durante la gara. 

 

Cosa mangiare durante l’Ironman 

Pur avendo fatto il pieno di riserve di glicogeno, è quasi scontato dire che è molto probabile avvertire i primi sintomi di stanchezza solitamente dopo le prime due ore di gara e questo vale anche per l’atleta più allenato. Lo sforzo continuo, infatti, oltre a consumare molto rapidamente il glicogeno, influisce anche sulle riserve di sali minerali dispersi attraverso il sudore.  

L’Ironman, come già anticipato, prevede tre diverse discipline, nuoto, corsa e bicicletta. Va da sé che le frazioni più adatte al rifornimento di energia sono quelle della biciletta e della corsa, durante le quali gli atleti hanno l’occasione di reintegrare carboidrati, aminoacidi, liquidi e minerali. 

Oltre a barrette, polvere e gel a base di carboidrati precedentemente menzionati, Cetilar® Nutrition ha formulato Hydrate Fast, una pratica bustina da sciogliere in acqua per avere a portata di mano (letteralmente!) una riserva di sali minerali a supporto del benessere dell’organismo. 

 

L’alimentazione del triatleta: gli errori da evitare 

 

Come abbiamo visto, gli atleti impegnati in un triathlon su lunga distanza sanno che sono sostanzialmente 3 le problematiche nutrizionali in cui è purtroppo facile imbattersi durante la gara:  

  • Essere a corto le energie: l’organismo ha bisogno di carburante per mantenere costante il ritmo desiderato. Per questo un’alimentazione adeguata è fondamentale per raggiungere la performance desiderata e mantenerla a lungo. Per evitare questo problema, Cetilar® Nutrition ha sviluppato e messo a punto formulazioni di carboidrati in vari formati per rispondere alle esigenze degli atleti impegnati in sport endurance. 
  • Disidratazione: mantenere un’idratazione costante è un dettaglio cruciale poiché la progressiva disidratazione rischia di limitare fortemente le prestazioni. La risposta di Cetilar® Nutrition è una gamma di integratori in polvere pre-dosati da sciogliere in acqua per reintegrare liquidi e sali minerali in un’unica soluzione. 
  • Abbassamento del Ferro: contrastare la carenza di ferro è fondamentale per tutti gli atleti impegnati in sport di endurance! Allenamenti e attività sportiva ad alta intensità possono, infatti, debilitare l’organismo, aumentando il rischio di sideropenia. Non tutti gli integratori di ferro sono uguali, poiché spesso possono provocare crampi allo stomaco, gonfiore, dolori e diarrea, impattando in modo negativo sulle prestazioni sportive, complice anche la tensione della gara. Cetilar® Nutrition ha pensato anche a questo aspetto grazie a Iron Race, un integratore alimentare in capsule a base di Ferro Sucrosomiale®, Rame, Vitamine C, B2, B6, B12 e Acido Folico per sostenere le riserve di ferro e mantenere l’ossigenazione dei tessuti, il metabolismo energetico e ridurre il senso di stanchezza e affaticamento. 

 

 

Porto Cervo è pronta ad ospitare le regate della Rolex Swan Cup, classico appuntamento di fine estate riservato esclusivamente alle barche del cantiere Nautor Swan e in programma da domani, con la disputa delle prime prove, fino a sabato 21 settembre.

Tra i protagonisti più attesi di questa edizione 2024 organizzata come d’abitudine dallo Yacht Club Costa Smeralda, il Club Swan 50 Vitamina Cetilar, in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa con il supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, unico equipaggio interamente italiano tra i tredici Club Swan 50 che si sfideranno in una serie di regate tra le boe (martedì, giovedì e sabato) e prove costiere (mercoledì e venerdì) tra le magnifiche isole dell’Arcipelago della Maddalena.

Al timone di Vitamina Cetilar l’imprenditore toscano Andrea Lacorte, affiancato in pozzetto dai triestini Gabriele Benussi e Alberto Bolzan, e da un equipaggio formato dal Team Manager Matteo De Luca, Marco Furlan, Giovanni Bucarelli, Diego Battisti, Leonardo Chiarugi, Giuseppe Filippis, Stefano Ciampalini e Alessandro Costagliola.

“La Rolex Swan Cup ha un fascino che va al di là della competizione sportiva, vuoi per la location, Porto Cervo, uno dei campi di regata più belli al mondo, vuoi per il fatto che ci sono più di 100 barche che rappresentano la storia di un cantiere prestigioso come Nautor Swan, una realtà che tutti gli appassionati di vela conoscono e apprezzano da decenni”, dichiara Andrea Lacorte. “La Swan Cup è una vera festa della vela e il nostro equipaggio darà il massimo per celebrarla nel migliore dei modi attraverso i risultati, anche se non sarà affatto semplice considerando il livello altissimo degli altri equipaggi impegnati nella classe Club Swan 50”.

Appuntamento quindi per domani in Costa Smeralda con le prime regate della Rolex Swan Cup 2024, penultimo appuntamento di un’annata intensa che si concluderà poi a Palma di Maiorca, alle Baleari, dove dal 23 al 27 ottobre è in programma l’evento clou della stagione, il Campionato del Mondo di classe (Swan OD Worlds).

Il ferro (Fe) è un micronutriente fondamentale per molti processi del nostro organismo, primo fra tutti la formazione di nuovi globuli rossi e dell’emoglobina, la proteina deputata al trasporto dell’ossigeno a tutti gli organi e tessuti del nostro corpo. Oltre a questa importante funzione, il ferro contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario. Negli atleti, il fabbisogno di questo minerale è particolarmente critico, poiché l’attività fisica intensa può aumentare le perdite di ferro e quindi la necessità di integrare in quantità che variano in base alle esigenze del singolo.

Fabbisogno di ferro: quali sono i range fisiologici?

L’organismo umano contiene approssimativamente 4 g di ferro negli uomini e 2,5 g nelle donne1. La normale assunzione attraverso la dieta è di circa 10-15 mg al giorno, ma solo il 10% viene assorbito in condizioni fisiologiche.

Integrare il ferro è una pratica comune per recuperare gli stati di carenza (sideropenia) o, nei casi più gravi, di anemia sideropenica, che si verificano quando i livelli di emoglobina (Hb) risultano essere sotto i range fisiologici stabiliti dall’OMS, ovvero Hb<13 g/dL negli uomini, Hb<12 g/dL nelle donne, Hb<10,5 g/dL nei bambini.
Si tenga in considerazione anche che le donne sono più predisposte a sviluppare un deficit di questo minerale rispetto agli uomini, a causa soprattutto del sanguinamento mestruale mensile.

La sideropenia è la carenza nutrizionale più diffusa a livello globale e, per far fronte a questa ridotta presenza di ferro nell’organismo, la soluzione è ricorrere all’utilizzo e alla somministrazione di farmaci o integratori a base di ferro per via orale.

Carenza di ferro negli atleti: le cause

La carenza di ferro negli sportivi è una problematica molto frequente, dovuta a numerosi meccanismi, tra cui un’aumentata perdita di ferro durante gli allenamenti, causata da microischemie, emolisi, sudorazione etc.2,3,4

Gli atleti con un fabbisogno di ferro maggiore rispetto alla popolazione generale sono sicuramente quelli che svolgono sport di resistenza (endurance), come maratoneti e ciclisti. Per questa ragione agli atleti uomini è raccomandata un’assunzione di almeno 8 mg al giorno, mentre per le donne il dosaggio consigliato è di 18 mg. Inoltre, un legame tra LEA (bassa disponibilità energetica) e mancanza di ferro negli atleti è molto probabile, poiché l’integrazione del minerale dalla dieta potrebbe non essere sufficiente.

Questo aumento del fabbisogno è dovuto a diversi fattori, tra cui:

  • Aumento delle Perdite di Ferro: Gli atleti possono perdere ferro attraverso il sudore, le urine, e il tratto gastrointestinale.
  • Aumento del Volume del Plasma: L’allenamento di resistenza può aumentare il volume del plasma sanguigno, diluendo la concentrazione di emoglobina e necessitando un maggiore apporto di ferro per mantenere l’adeguata ossigenazione dei tessuti.
  • Emolisi da Esercizio: L’attività fisica intensa può causare la distruzione dei globuli rossi (emolisi), aumentando la necessità di ferro per la produzione di nuovi globuli rossi.

Conseguenze della carenza di ferro sulla performance sportiva

La carenza di ferro può influire negativamente sulla performance e su numerose abilità atletiche, incluse quelle legate alla forza, al sistema immunitario, alla percezione della stanchezza e perfino sullo stato d’animo. Tutti questi fattori a loro volta hanno un impatto diretto sulla resistenza, così come sulla potenza, velocità, coordinazione e recupero.5

Anche nel caso degli sportivi, sottovalutare la carenza di ferro può portare inoltre ad una condizione di anemia da carenza di ferro. In questi casi il trattamento prevede un’integrazione di almeno 40-60 mg di ferro al giorno.

Considerato il ruolo biologico cruciale del ferro e il suo impatto sulla performance, quale sarebbe la corretta strategia per non andare mai incontro ad una situazione di deficit?

Prevenzione e gestione della carenza di ferro negli sportivi

Per prevenire e gestire la carenza di ferro, gli sportivi dovrebbero prima di tutto adottare una dieta ricca di ferro, oltre a considerare, in alcuni casi e sotto la supervisione di un medico, l’assunzione di integratori a base di ferro.

Ecco alcuni consigli pratici per gli sportivi che sono più soggetti a sviluppare un deficit:

  • Segui un’alimentazione ricca di ferro: cerca di consumare alimenti ricchi di ferro eme (di origine animale), come carne rossa, pollame e pesce, che sono meglio assorbiti rispetto al ferro non-eme (di origine vegetale) presente in legumi, cereali integrali, noci e verdure a foglia verde.
  • Aumenta l’assunzione di Vitamina C: ricorda che i cibi ricchi di vitamina C, come agrumi e pomodori, possono migliorare l’assorbimento del ferro non-eme.
  • Evita o limita gli alimenti inibitori dell’assorbimento del ferro: alcuni composti, come i fitati presenti nei cereali integrali, il calcio e i polifenoli contenuti in tè e caffè, possono ridurre l’assorbimento del ferro. Consuma questi alimenti separatamente da quelli ricchi di ferro può aiutare a migliorare l’assorbimento.
  • Evita se possibile le terapie di ferro per endovena: purtroppo, una pratica comune in ambito sportivo quella di ricorrere alla terapia di ferro endovenoso, che però non è privo di rischi per l’organismo. Inoltre, uno studio scientifico ha dimostrato che il ferro per via endovenosa non mostra benefici rispetto all’integrazione orale negli atleti6.

È importante ricordare che solo il 5% del ferro contenuto negli alimenti vegetali viene assorbito, mentre la percentuale aumenta al 10-20% negli alimenti carnei. Per questa ragione chi segue una dieta vegetariana, o comunque povera di carne, espone l’organismo al rischio di sviluppare una condizione di sideropenia.

Questa situazione può essere ovviata seguendo una dieta ricca di fonti alternative di ferro e, ove questo non sia possibile o nel caso non fosse sufficiente, integrando la normale alimentazione con l’assunzione di specifici integratori alimentari per correggere questa carenza.

Aumentare i livelli di ferro con gli integratori: l’efficacia della Tecnologia Sucrosomiale®

Riconosciuta l’importante funzione del ferro negli atleti e considerati i numerosi effetti negativi degli integratori a base di sali di ferro convenzionali, Pharmanutra S.p.A. ha sviluppato un’innovativa formulazione, che prende il nome di Tecnologia Sucrosomiale®, in cui il ferro pirofosfato è avvolto da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi. Tutti questi elementi prendono parte ad una singola struttura, chiamata Sucrosoma® (Figura 1), che evita al minerale di venire a contatto con la mucosa gastrointestinale e ne garantisce il massimo assorbimento direttamente a livello intestinale.7

Rispetto ai comuni prodotti a base di Sali di ferro, il Ferro Sucrosomiale®, presente nell’integratore Iron Race della linea Cetilar® Nutrition, possiede un profilo di assorbimento differente, che si è dimostrato efficace e ben tollerato in oltre 160 evidenze scientifiche pubblicate. Tutto ciò è reso possibile grazie alla sua tecnologia unica e brevettata, che permette l’assunzione di ferro in qualsiasi momento della giornata (con o lontano dai pasti), per lunghi periodi di tempo, e previene i tipici fastidi legati all’integrazione di ferro, come il retrogusto metallico e sgradevole, l’irritazione della mucosa gastrica, sensazione di nausea, stitichezza o, al contrario, episodi di diarrea.8

Conclusione

Il ferro è un elemento essenziale per mantenere le prestazioni atletiche ottimali. Gli sportivi dovrebbero quindi prestare particolare attenzione al loro fabbisogno di ferro, per prevenire carenze che potrebbero compromettere la loro salute e le loro prestazioni. Utilizzare integratori alimentari specifici come Iron Race permette di correggere efficacemente eventuali deficit e supportare al meglio la performance sportiva di ogni atleta.

 


BIBLIOGRAFIA

  1. Clenin G. et al; Iron deficiency in sports – definition, influence on performance and therapy. Swiss Med. Wkly. 2015
  2. Clenin G., Cordes M., Huber A., Schumacher Y.O., Noack P., Scales J., Kriemler S. Iron deficiency in sports—Definition, influence on performance and therapy. Swiss Med. Wkly. 2015;145:w14196. doi: 10.4414/smw.2015.14196.
  3. Dominguez R., Sanchez-Oliver A.J., Mata-Ordonez F., Feria-Madueno A., Grimaldi-Puyana M., Lopez-Samanes A., Perez-Lopez A. Effects of an Acute Exercise Bout on Serum Hepcidin Levels. 2018;10:209. doi: 10.3390/nu10020209.
  4. Roy R., Kuck M., Radziwolek L., Kerling A. Iron Deficiency in Adolescent and Young Adult German Athletes-A Retrospective Study. 2022;14:4511.
  5. Rubeor A., Goojha C., Manning J., White J. Does Iron Supplementation Improve Performance in Iron-Deficient Nonanemic Athletes? Sports Health. 2018;10:400–405.
  6. Garvican-Lewis, L.A. , et al.; intravenous Iron Does Not Augment the Hemoglobin Mass Response to Simulated Hypoxia. Med Sci. Sports Exerc. 2018, 50, 1669-1678.
  7. sideral.it
  8. Gómez-Ramírez, E. Brilli, G. Tarantino, M. Muñoz. Sucrosomial® Iron: A New Generation Iron for Improving Oral Supplementation. Pharmaceuticals (Basel).2018 Oct 4;11(4):97.

 

La nutrizione sportiva è un argomento sempre molto dibattuto, ma mentre nel mondo professionistico gli atleti si confrontano con professionisti del settore come dietisti e nutrizionisti dello sport, nel mondo amatoriale molto spesso regna ancora il fai da te.
In questo articolo il Dr Alessandro Bonuccelli, Sports and Clinical Dietitian, ci aiuta a capire quali sono gli errori più comuni che commettono gli sportivi quando seguono una dieta o un regime nutrizionale specifico.

A che cosa serve la nutrizione sportiva?

La dieta o, meglio, la nutrizione dello sportivo, intesa come la scienza dell’alimentazione applicata allo sport, non ha lo scopo di fare di un’atleta un campione, ma di metterlo nelle condizioni migliori per esprimere le proprie qualità (genetiche e non) nella disciplina sportiva da lui scelta, agendo su numerosi aspetti tra di loro interconnessi:

  1. Supportando la performance psico-fisica;
  2. Favorendo il recupero e l’adattamento al tipo di sforzo profuso;
  3. Ottimizzando la composizione corporea;
  4. Riducendo il rischio infortunio e sostenendo lo stato di salute generale.

In ambito amatoriale tutto questo non si traduce solo con probabili miglioramenti dei risultati sportivi perché la dieta, quando ben gestita assieme ad un piano di allenamento, può aiutare chi si allena la mattina presto prima del lavoro, fugacemente in pausa pranzo o dopo una giornata faticosa a farlo nelle condizioni migliori. Lo sport e la nutrizione hanno infatti questo potenziale fantastico che è quello di far star meglio le persone durante tutta la giornata.

Quali sono gli errori più comuni quando si segue una dieta per sportivi?

Elaborare una dieta per uno sportivo, adattandola alle sue specifiche esigenze e periodizzandola poi lungo tutta la stagione agonistica non è una cosa semplice e spesso vengono commessi molti errori. Vediamo assieme gli 8 errori nutrizionali che molti atleti commettono e come risolverli.

Errore N° 1: Non soddisfare i fabbisogni energetici

Molti atleti e addetti allo sport confondono il concetto di dieta a “supporto” dello sportivo, considerandola invece strumento “dimagrante” necessario per far perdere peso e/o massa grassa all’atleta. Questa pericolosa credenza, che può essere basata sulla ricerca di una certa immagine corporea e/o di un peso corporeo inferiore, porta molti atleti a stare in deficit calorico cronico o, per meglio dire, ad essere cronicamente in uno stato di bassa Disponibilità Energetica (Low Energy Availability o LEA). Questa condizione è potenzialmente pericolosa perché l’organismo non ha sufficiente energia per supportare tutte le funzioni fisiologiche necessarie per mantenere uno stato di salute ottimale oltre che prestativo.

Soluzione: per evitare il deficit calorico è importante porsi obiettivi ragionevoli in termini di peso, da raggiungere gradualmente nel tempo ed evitando innanzitutto un calo troppo rapido, soprattutto se ripetuto nel tempo come avviene invece in certe discipline sportive (tipo gli sport da combattimento come la boxe, la MMA, etc.). Il consiglio è di evitare eccessivi deficit calorici (superiori a 500 Kcal/die) tra energia introdotta con l’alimentazione e dispendio energetico.

Errore N° 2: Assumere un apporto proteico inadeguato

Molti atleti introducono poche proteine con la dieta, altri invece tendono a seguire un’alimentazione eccessivamente proteica. Vediamo due esempi di alimentazione iperproteica e ipoproteica per un’atleta di 68 kg, che potrebbe necessitare in base alla disciplina praticata di 1-1,5 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno: ciò si traduce in circa 75-105 grammi di proteine al giorno.

  • Esempio 1: alimentazione iperproteica.
    Se l’atleta sta seguendo una classica alimentazione di questo tipo:
    – Colazione: 1 vasetto di Yogurt Greco allo 0% di grassi (15 gr di PRO)
    – Pranzo: 1 scatoletta di tonno al naturale (35 gr di PRO)
    – Spuntino: 1 barretta proteica (20 gr di PRO)
    – Cena: 2 petti di pollo (90 gr di PRO)
    – Spuntino prima di andare a letto: 1 bicchiere di latte (16 gr di PRO)Totale: 176 grammi di PRO = 2,5 gr di PRO per chilogrammo di peso corporeo.
    Questa quantità di proteine ​​sembra eccessiva. Se una parte di essa fosse sostituita con dei carboidrati molto probabilmente l’atleta avrebbe più energia a disposizione durante gli allenamenti.
  • Esempio 2: alimentazione Ipoproteica.
    Se l’atleta segue un’alimentazione di questo tipo:
    – Colazione: 1 vasetto di Yogurt di Soia (5 gr di PRO)
    – Pranzo: 1 scatoletta di fagioli cotti (10 gr di PRO)
    – Spuntino: 4-5 noci (3 gr di PRO)
    – Cena: 1 hamburger vegetale (18 gr di PRO)
    – Spuntino prima di andare a letto: 1 bicchiere di latte di avena (2 gr di PRO)Totale: 36 grammi di PRO = 0,5 gr di PRO per chilogrammo di peso corporeo.
    Un apporto così basso di proteine non permette un ottimale recupero dopo lo sforzo, favorendo invece l’atrofia muscolare, con il risultato finale di non raggiungere gli obiettivi sperati anche dopo periodi di allenamento intenso.

Soluzione: questi casi dimostrano come inserire una fonte proteica ad ogni pasto possa non essere sempre la scelta giusta se le porzioni sono troppo basse o eccessive. Il consiglio, se non si hanno le idee chiare dei propri fabbisogni proteici, è quello di rivolgersi ad un professionista della nutrizione.

Errore N° 3: Incorrere in una carenza di ferro

L’anemia da carenza di ferro (anemia sideropenica) è molto comune negli atleti che praticano discipline di endurance come il podismo, il ciclismo e il triathlon. Tra le varie cause c’è un aumento importante del fabbisogno di ferro, soprattutto nelle atlete di sesso femminile a in seguito a perdite mestruali, negli atleti vegetariani/vegani per il ridotto apporto nutrizionale di ferro biodisponibile e, in generale, in tutti gli atleti che seguono regimi nutrizionali ipocalorici per periodi prolungati.
L’anemia va evitata perché aumenta la sensazione di fatica e riduce la performance.

Soluzione: se ti senti sempre stanco, per prima cosa rivolgerti al medico per farti consigliare i giusti esami del sangue da eseguire. In caso di accertata carenza di ferro il medico saprà consigliarti come integrare il ferro nelle dosi corrette. Oggi in commercio esistono diversi prodotti a base di ferro altamente biodisponibili e con ridotto rischio di distress gastro-intestinale.
Per prevenire la carenza di ferro si consiglia di seguire un’alimentazione che comprenda come carne rossa e bianca, pesce – meglio se con carni di colore “scuro” indice di maggior contenuto in ferro come quelli di tonno e salmone – legumi e cereali arricchiti con ferro. Per migliorare l’assorbimento del ferro, includi in ogni pasto una fonte di vitamina C, come succo limone, pomodori, broccoli, arancia e agrumi in genere, frutti di bosco, broccoli, etc.

Errore N° 4: Non alimentarsi dopo l’allenamento.

Quando ti alleni intensamente e con regolarità saltare i pasti non è un’opzione (e non dovrebbe mai esserlo!). Non alimentarsi dopo l’allenamento significa rallentare il recupero e ostacolare l’adattamento all’esercizio. Generalmente un pasto post allenamento deve essere completo e contenere carboidrati e proteine in dosi variabili per garantire un adeguato recupero, sia in termini di ripristino delle scorte di glicogeno che di sintesi proteica.
Ne abbiamo parlato in maniera approfondita anche in questo articolo sulla nutrizione post-workout!

Soluzione: organizza bene la tua alimentazione in modo da avere sempre uno spuntino o un pasto pronto. Dopo un allenamento mattutino, prima di andare al lavoro, puoi optare per una colazione veloce con uno yogurt greco e della frutta; se invece ti alleni in pausa pranzo, potresti recuperare le energie con un piatto unico tipo insalata di riso con del pesce. Non saltare il pasto post allenamento con la scusa di mancanza di tempo!

Errore N° 5: Non prevedere il giusto riposo tra gli allenamenti

Il riposo è una parte fondamentale di qualsiasi programma di allenamento, sia a livello professionistico che amatoriale. Dopo uno sforzo importante possono servire anche 24 ore per ripristinare le scorte di glicogeno necessarie per allenarsi nuovamente con successo.

Soluzione: Il tuo programma di allenamento deve prevedere dei giorni di scarico e riposo. Questo ti porterà sicuramente dei vantaggi fisici e mentali. Lo sai che basta anche un solo giorno di recupero per notare un miglioramento della performance?

Errore N° 6: Non prestare attenzione all’idratazione

Restare idratati durante lo sforzo è cruciale per riuscire ad allenarsi più duramente e ottenere migliori performance. Ogni 1% del peso corporeo perso con il sudore (per un soggetto di 70 kg si parla quindi di appena 700 gr), incrementa il battito cardiaco al minuto, contribuendo all’aumento della sensazione di fatica.

Soluzione: per capire se il tuo livello di idratazione è adeguato,  controlla la diuresi che dovrà essere caratterizzata da minzioni abbastanza frequenti durante la giornata e urine chiare. Se sei un’atleta che perde grandi quantità di liquidi durante l’attività fisica dovresti anche controllare le variazioni di peso prima e dopo l’allenamento. Devi sapere che per ogni chilo che perdi durante lo sforzo dovresti reintegrare il 150% ovvero 1,5 litri di liquidi nelle ore successive.

Errore N° 7: Eliminare il sale dalla propria alimentazione

Sebbene alla popolazione generale venga consigliato di ridurre il sale dalla propria alimentazione, un’atleta in salute deve essere consapevole che il sale è il principale minerale perso con la sudorazione e che, insieme all’acqua, è indispensabile per garantire l’idratazione, soprattutto quando ci si allena o si gareggia in ambienti caldo-umidi.

Soluzione: se ti alleni oppure gareggi quando fa caldo ed è umido, prima dovresti consumare cibi salati che ti permetteranno di ritenere meglio l’acqua corporea riducendo il rischio di disidratazione durante lo sforzo. Se lo sforzo è prolungato puoi prendere in considerazione un’integrazione con sale ed altri minerali. Poni attenzione anche al consumo di cibi salati nel post esercizio, che ti aiuteranno a reidratarti più velocemente.

Errore N° 8: Non consultare un professionista della nutrizione dello sport

Quando l’impegno sportivo è importante l’atleta non dovrebbe fare solo riferimento a preparatori atletici, medici, fisioterapisti, massaggiatori e psicologi dello sport/mental coach, ma dovrebbe includere nel suo “team” anche un dietista o un nutrizionista sportivo qualificato, che può aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi evitando che la nutrizione diventi l’ingranaggio mancante del suo programma di allenamento e del raggiungimento dei suoi obiettivi sportivi.

 


BIBLIOGRAFIA

Clark N. Nancy Clark’s Sports Nutrition Guidebook 2003 3rd ed Champaign, IL Human Kinetics 107-110

Thomas DT et al. American College of Sports Medicine Joint Position Statement. Nutrition and Athletic Performance. Med Sci Sports Exerc. 2016 Mar;48(3):543-68.

Mountjoy M et al. 2023 International Olympic Committee’s (IOC) consensus statement on Relative Energy Deficiency in Sport (REDs). Br J Sports Med. 2023 Sep;57(17

Ci si prende gusto a correre a Parma! Cetilar® torna nella città ducale come partner della Mezza Maratona fornendo supporto prima e dopo la gara di domenica 8 settembre  con massaggi e consigli dei nostri fisioterapisti e con un punto ristoro lungo il percorso in cui gli atleti potranno ricaricare l’energia con Race Carb Gel, l’integratore di carboidrati must-have della linea Cetilar® Nutrition formulato per una spinta extra alla prestazione sportiva quando l’organismo ne ha più bisogno.

Parma Mezza Maratona è un’altra ottima occasione per mettersi alla prova con percorsi adatti a tutti che partono e terminano nel cuore della città, snodandosi tra le vie più belle del centro storico : 21 km e 10 km competitivi dedicati agli atleti più allenati e pronti a rincorrere l’ambito traguardo, a cui si affiancano 10 km non competitivi e 5 km “Per la vita”, il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza.
Ma non solo: sabato, a partire dalle 17.00, in piazza Garibaldi si terrà una gara interamente dedicata ai più piccoli (dai 4 ai 14 anni): un’iniziativa che, in piena sintonia con i valori Cetilar, vuole stimolare le nuove generazioni a includere lo sport nella propria quotidianità.

Cetilar®, infatti, ancora una volta sposa un’iniziativa che unisce i valori dello sport, della socialità e dell’impegno sul territorio, promuovendo uno stile di vita sano e attivo, aperto agli sportivi di tutti i livelli e di tutte le età. Quello tra PharmaNutra, a cui il brand Cetilar® fa capo, e il mondo dello sport è un legame inscindibile mosso dagli stessi principi: determinazione, passione, crescita, ma anche gioco di squadra, inclusione e soprattutto obiettivi.

Lo stand Cetilar® con area massaggi fisioterapici e prodotti delle linee Trauma e Nutrition, oltre a prodotti nutraceutici PharmaNutra e alla strumentazione Akern per effettuare gratuitamente  il test della bioimpedenzometria, sarà presente in Piazza Garibaldi sia sabato 7 settembre dalle 10.00 alle 20.00 che il giorno della partenza, domenica 8 settembre, dalle 8.00 alle 14.00. Chi vuole essere davvero pronto prima della corsa passa da noi… Vi aspettiamo!

 

 

 

L’assunzione di proteine negli sportivi è legata ad un momento ben preciso della giornata: il post workout. Ma è necessario assumere solo proteine in questa fase? La risposta è no, vediamo perché.

L’alimentazione sportiva per un atleta è indispensabile per migliorare le proprie performance durante l’attività fisica. Soltanto seguendo la dieta giusta è possibile mantenere i giusti fabbisogni energetici e nutrizionali. Per questo motivo la corretta nutrizione sportiva deve essere, in primo luogo, un’alimentazione equilibrata; a volte, però, la sola alimentazione non è sufficiente a soddisfare il corretto apporto dei nutrienti, per questa ragione prevedere un’integrazione alimentare è fondamentale per supportare l’attività sportiva, soprattutto quando si tratta di sport ad alta intensità e/o di resistenza (endurance).

Cosa mangiare dopo l’allenamento? Proteine sì, ma non bastano

Nello specifico, dopo un allenamento è importante consumare una combinazione di proteine e carboidrati: le proteinne, infatti, aiutano a riparare e ricostruire i muscoli, mentre i carboidrati aiutano a rifornire le nostre riserve energetiche, sottoforma di glicogeno.

Gli alimenti post-allenamento ricchi di proteine includono carne magra (pollo, tacchino, manzo), pesce, uova, latticini (yogurt greco, latte), tofu e legumi. Per quanto riguarda i carboidrati, si può optare per alimenti come frutta, verdura, riso integrale, patate dolci, pane integrale o cereali integrali.

Idratare l’organismo in maniera adeguata dopo l’attività sportiva è di fondamentale importanza reintegrare i liquidi persi bevendo acqua ed elettroliti, con un reintegro pari al 150% di tutto il sudore perso.

In commercio esistono vari prodotti utili nella fase di recupero, principalmente a base di proteine, ma sarebbe più opportuno ricorrere a integratori per il post workout più completi da un punto di vista formulativo, che non solo contengano proteine, ma anche altre sostanze utili per il recupero muscolare, come ad esempio la Leucina e l’Idrossimetilbutirrato (HMB), utilizzati ampiamente nell’integrazione sportiva con lo scopo di massimizzare la sintesi proteica e ridurre i cosiddetti dolori muscolari post allenamento (DOMS).

Minerali nel post workout: zinco e ferro

Anche i minerali hanno un’azione importante nel recupero muscolare post-allenamento, per citarne alcuni troviamo lo zinco e il ferro.

Lo ​​zinco è un minerale essenziale coinvolto in numerosi processi fisiologici nel corpo umano, compresa la sintesi proteica muscolare. La sintesi proteica è il processo attraverso il quale il corpo produce nuove proteine ​​per il mantenimento, la riparazione e la crescita dei tessuti.

Lo ​​zinco svolge diversi ruoli chiave nella sintesi proteica:

  • Attivazione degli enzimi, agendo come cofattore per diversi ​​enzimi coinvolti nel processo di sintesi proteica;
  • Regolazione della trascrizione genica;
  • Stabilizzazione delle strutture proteiche.

Un’assunzione adeguata di zinco è quindi essenziale per sostenere la sintesi proteica ottimale nel corpo.

Le fonti alimentari di zinco includono carne, frutti di mare, latticini, noci, semi e cereali integrali. Integratori di zinco sono disponibili anche per coloro che possono avere difficoltà ad ottenere una quantità sufficiente di zinco dalla dieta.

Il ferro, invece, è un minerale essenziale coinvolto in diversi processi fisiologici, tra cui il trasporto dell’ossigeno nel sangue e il metabolismo energetico. Anche se il ferro non è direttamente coinvolto nella sintesi proteica come la leucina o lo ​​zinco, è comunque cruciale per il recupero post-workout per diverse ragioni:

  • Trasporto dell’ossigeno: componente fondamentale per la formazione dell’emoglobina, la molecola nel sangue responsabile del trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti muscolari. Un’adeguata disponibilità di ferro aiuta a garantire un efficace trasporto di ossigeno ai muscoli, facilitando il recupero dopo l’allenamento.
  • Funzione muscolare: è coinvolto nella produzione di energia nelle cellule muscolari attraverso il suo ruolo nel metabolismo energetico. Una carenza di ferro può influenzare negativamente la funzione muscolare e l’efficienza durante l’allenamento.
  • Recupero e riparazione dei tessuti: è coinvolto nel processo di guarigione e riparazione dei tessuti, compresi i muscoli danneggiati durante l’esercizio. Un’adeguata assunzione di ferro può contribuire a migliorare il tempo di recupero e a ridurre il rischio di lesioni muscolari.

L’organismo umano contiene circa 3-4 g totali di ferro, che vengono per lo più riciclati e distribuiti tra il circolo sanguigno e vari organi. Il quantitativo che invece introduciamo quotidianamente con l’alimentazione è molto basso, pari a circa 1-2 mg e deriva principalmente da alcuni alimenti, come: il fegato, le frattaglie, i frutti di mare, la carne in generale e nello specifico quella di cavallo, il pesce, il latte, alcuni tipi di verdure verdi (in particolare i cavoletti di Bruxelles e gli spinaci), i legumi (fagioli), la frutta secca (tra tutte le mandorle e i fichi secchi) e il cacao.

 

RECOVERY PRO: il post workout per eccellenza

Recovery Pro della linea Cetilar® Nutrition è un integratore alimentare a base di proteine del siero di latte isolate, carboidrati a rapido rilascio (maltodestrine e fruttosio), Leucina, HMB, ferro e zinco, particolarmente utile per il recupero muscolare dell’atleta nel post workout.

Sia il ferro che lo zinco sono formulati con la tecnologia Sucrosomiale®, un brevetto unico di PharmaNutra S.p.A, grazie al quale i minerali sono protetti da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi; questa composizione prende il nome di Sucrosoma®, il quale permette un elevato assorbimento e un’ottima tollerabilità gastrointestinale, superando i limiti legati all’integrazione convenzionale di questi minerali.

Recovery Pro è un valido alleato nel recupero muscolare post attività sportiva. Si consiglia di versare il contenuto di una busta (60 grammi) in 250-300 mL di acqua, latte o qualsiasi bevanda vegetale. Una volta ottenuta una soluzione omogenea, grazie all’aiuto di uno shaker, si consiglia di assumere la bevanda entro 1 ora dal termine dell’attività fisica.

In breve, ricorda che…

La nutrizione post-workout non dovrebbe concentrarsi esclusivamente sulle proteine. Un equilibrio di proteine, carboidrati e minerali è fondamentale per un recupero ottimale e per migliorare le performance atletiche. Integratori specifici come la leucina, l’HMB, lo zinco e il ferro possono ulteriormente supportare il processo di recupero muscolare.

 

PharmaNutra comunica il rinnovo della partnership con il Parma Calcio 1913 per la stagione agonistica 2024-2025, che vedrà i crociati nuovamente in Serie A.

L’accordo tra PharmaNutra e la società presieduta da Kyle Krause oltre al consolidamento della Medical Partnership iniziata nell’ormai lontano 2010, riguarda anche la sponsorizzazione con il proprio brand Cetilar® della maglia pre-match di tutte le partite del prossimo Campionato, sia in casa allo Stadio Tardini che in trasferta, e il rinnovo del supporto al progetto Parma Lands, che ha avuto Cetilar® come main sponsor fin dalla prima edizione datata 2022.

Una collaborazione storica e realmente a 360°, quella con il Parma Calcio, nuovo capitolo di un legame che nel corso degli ultimi 15 anni ha portato grande soddisfazione reciproca e che ha avuto nel brand Cetilar® anche lo sponsor di maglia per ben cinque annate, a partire dalla stagione 2017-2018, anno dello storico ritorno del Parma in Serie A.

In tutti questi anni lo staff tecnico e medico scientifico del Parma Calcio ha portato avanti un rapporto di stretta collaborazione con l’azienda PharmaNutra, una condivisione totale che ha portato a realizzare eventi scientifici di respiro internazionale nella cornice dello stadio Tardini oltre che numerose iniziative legate al territorio.

Come Parma Lands, ad esempio, un tour nei maggiori Comuni della Provincia di Parma, per consolidare il legame con i tifosi, rafforzando la presenza dei colori crociati direttamente “sul campo”, a contatto diretto con la cittadinanza. Un progetto, sostenuto da Cetilar® fin dai primi passi, che continuerà ad avere anche una destinazione di responsabilità sociale sul territorio: il ricavato dalla vendita delle maglie di Parma Lands, che si possono acquistare allo Store dello Stadio Tardini, avrà infatti un’esclusiva finalità benefica.

“Siamo davvero entusiasti di poter affrontare un’altra stagione sportiva con il Parma Calcio 1913 e di farlo nuovamente nell’ambito del grande palcoscenico della Serie A, che abbiamo già vissuto in passato proprio al fianco della società crociata. Il rapporto con il Parma ormai va avanti da tanti anni, c’è stima e fiducia reciproca, nel solco di un legame che davvero ha pochi eguali nell’ambito delle partnership sportive”, commenta Carlo Volpi, COO di PharmaNutra. Con il Parma Calcio siamo uniti da ambizione e dedizione. Siamo entrambi convinti che lo sport sia un importante strumento educativo da offrire ai giovani, partendo da valori come disciplina, impegno e sana competizione”.

“È con estremo piacere che comunichiamo il rinnovo della partnership pluriennale con PharmaNutra, azienda che ci accompagna sin dalla rinascita del Club e con la quale abbiamo, negli anni, organizzato numerose attività in sinergia sia dal punto di vista medico-sportivo, sia nel sostegno al rafforzamento del legame con il territorio. Infatti, Cetilar è per il terzo anno consecutivo partner attivo del progetto “Parma Lands”, che si rinnoverà anche questa stagione sportiva”, ha sottolineato Mattia Incannella, Sales Director Parma Calcio.

Si è conclusa con un sesto posto finale la trasferta del team Vitamina Sailing a Palma di Maiorca, isole Baleari, dove la scorsa settimana l’equipaggio in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa e con il supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, ha partecipato alla Copa del Rey Mapfre, l’evento velico più importante dell’estate in Mediterraneo.

Cinque giorni di vela ai massimi livelli che hanno coinvolto più di 120 barche, provenienti da 23 Paesi diversi, per un appuntamento giunto alla 42ma edizione che anche quest’anno ha riunito nella baia di Palma i migliori velisti in circolazione tra quelli non impegnati nelle regate della Coppa America in programma a fine mese a Barcellona.

Vitamina Cetilar, timonato da Andrea Lacorte e con il triestino Gabriele Benussi alla tattica (alla randa l’altro triestino Alberto Bolzan), in regata nella classe Club Swan 50, ha vissuto una settimana di alti e bassi, terminata, appunto, con un sesto posto finale dopo dieci prove disputate nell’arco di cinque giorni, in condizioni di vento medio.

“Ci aspettavamo qualcosa di più, perché siamo un team ambizioso, ma conosciamo bene il livello tecnico degli equipaggi impegnati nella nostra classe Club Swan 50 e sappiamo che ogni minimo errore si paga molto caro”, spiega Andrea Lacorte, che poco prima della Copa del Rey era stato impegnato con il team sul lago di Garda per il Campionato Europeo del catamarano M32. “Al di là dei risultati, questa intensa settimana di regate ci ha permesso di provare e migliorare le performances dell’equipaggio e della barca in diverse aree, per alzare il nostro livello in vista dei prossimi eventi, che rappresentano il clou della stagione e a cui contiamo di arrivare molto motivati”.

Dopo la Copa del Rey, il Club Swan 50 Vitamina Cetilar sarà infatti impegnato a Porto Cervo, in Sardegna, per la Rolex Swan Cup (15-21 settembre) e infine nuovamente a Palma di Maiorca, dove dal 23 al 27 ottobre è in programma il Campionato del Mondo di classe (Swan OD Worlds), l’evento più importante di tutta la stagione.

Prima però, precisamente dal 2 all’8 settembre, il team Vitamina tornerà nuovamente sul Garda per partecipare al Campionato del Mondo M32, ultimo evento del 2024 per il catamarano M32 Vitamina Veloce Cetilar.

A partire da oggi, lo stadio di Pisa Arena Garibaldi “Romeo Anconetani” diventa… Cetilar® Arena. 

Grazie allo sviluppo della partnership tra il Pisa Sporting Club e PharmaNutra, infatti, che proprio nei giorni scorsi è stata ufficializzata anche per la stagione 2024-2025 con la conferma della presenza del brand Cetilar® sulle maglie nerazzurre, anche lo stadio assume una nuova denominazione, a suggello di un binomio che nel corso degli anni si è consolidato allargando i propri orizzonti.

Dopo aver apposto il brand Cetilar® anche sul rinnovato Centro Sportivo di San Piero che ospita gli allenamenti del Pisa Sporting Club, ora è il turno dello stadio, che diventa quindi Cetilar® Arena a partire dall’amichevole di lusso contro i Campioni d’Italia dell’Inter in programma venerdì prossimo, alle ore 19.30.

Quando il Presidente Giuseppe Corrado ha condiviso con noi la possibilità di legare il nostro brand Cetilar® all’Arena Garibaldi e di accompagnare il Pisa Sporting Club in un progetto di ristrutturazione dello stadio, abbiamo accolto immediatamente la proposta con grande trasporto ed emozione – spiega il COO di PharmaNutra Carlo Volpi Parliamo di un progetto molto utile alla città intera, un’iniziativa importante che ha il grande merito di dare valore al suo tessuto sociale, storicamente da sempre molto vicino ai colori nerazzurri. Ed è questa considerazione che ha spinto Andrea e Roberto Lacorte ad affiancare il Pisa Sporting Club in un percorso inedito quanto stimolante, con l’idea di realizzare qualcosa che rimanga alla città”. 

Cetilar® e Pisa Sporting Club, una partnership che dura da cinque anni e che lavora per la crescita di una squadra e la gioia dei suoi tifosi – questo il pensiero del Presidente Giuseppe Corrado -. Una stretta di mano che ha sancito il primo accordo e che si è poi trasformata in un ampio abbraccio tra due realtà che condividono gli stessi valori e gli stessi ideali. Prima il brand Cetilar® ha caratterizzato la nostra maglia, poi ha dipinto il nostro Centro di allenamento ed adesso addobberà anche la nostra Arena dove in ogni partita tutti i nostri cuori si tingono di nerazzurro e battono al ritmo di ‘Forza Pisa’. Un ennesimo grazie ai fratelli Lacorte per aver creduto nel nostro progetto ed aver dimostrato di amare tanto la propria città e i propri tifosi”.

C’è grande attesa sul lago di Garda per l’inizio delle regate del Campionato Europeo M32, l’appuntamento più importante dell’anno per il circuito dei velocissimi catamarani monotipo lunghi poco meno di 10 metri e disegnati dallo svedese Goran Marstrom.

Sono infatti ben 13 le barche attese alla Fraglia Vela di Riva del Garda, che da domani fino a sabato si daranno battaglia in una serie di regate brevi e veloci dall’altissimo tasso di spettacolarità, una flotta internazionale che non prevede solo equipaggi del Vecchio Continente, ma provenienti anche da Stati Uniti e Cina, già in Italia in vista del successivo Campionato del Mondo previsto sempre sul Garda ai primi di settembre.

L’Italia sarà rappresentata da Vitamina Veloce Cetilar, in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa e con il supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, un equipaggio tutto italiano capitanato dal timoniere Andrea Lacorte, protagonista da diverse stagioni del circuito Europeo M32 e Campione Europeo in carica dopo il successo ottenuto l’anno scorso, quando vinse sia il titolo che lo stesso circuito continentale.

Lacorte a bordo sarà affiancato dal Team Manager di Vitamina Matteo De Luca e da un equipaggio di giovani velisti gardesani, sulla scia di un progetto di promozione e sviluppo della vela giovanile italiana in catamarano su cui è incentrata l’attività di quest’anno del Team Vitamina Sailing nell’ambito della classe M32. Un progetto quindi che non solo guarda al risultato, ma soprattutto alla crescita delle nuove leve della vela azzurra, in un contesto attuale come quello dei multiscafi.

Il programma prevede tre giorni di regate, a partire da domani, con un massimo di cinque prove al giorno, una vera e propria maratona sportiva che promette spettacolo ed emozioni, come d’abitudine quando si parla degli M32.

“Non vediamo l’ora di scendere in acqua e regatare contro una flotta così competitiva: non sarà facile perché gli equipaggi americani sono particolarmente forti e molto allenati, ma è proprio questo il bello della competizione, andare a sfidare i migliori tirando fuori il meglio di sé stessi”, spiega il timoniere Andrea Lacorte, che dopo l’Europeo M32 volerà a Palma di Maiorca per partecipare alla Copa del Rey con l’altra barca del team, il Club Swan 50 Vitamina Cetilar. “Le regate sul lago di Garda sono sempre molto belle e con una flotta di 13 catamarani lo spettacolo è assicurato, quindi non ci sono dubbi sul fatto che sarà un gran week end di vela e che noi, unico equipaggio italiano in regata, daremo il massimo”.

Un altro anno insieme, con nuovi stimoli e il grande sogno chiamato “promozione in Serie A” all’orizzonte… Anche per il prossimo Campionato di Serie B 2024-2025, il Pisa Sporting Club potrà contare sulla partnership con PharmaNutra S.p.A., che sarà nuovamente presente sulle maglie da gioco dei nerazzurri con il proprio brand Cetilar®, apparso per la prima volta nella fase finale della stagione 2019-2020. 

Cetilar® continuerà quindi ad essere il main sponsor dell’ambiziosa squadra toscana, in evidenza sui kit da gara ufficiali griffati Adidas, di cui è stata presentata la prima maglia sabato scorso a Bormio, nell’alta Valtellina, la località scelta dal Pisa Sporting Club per il ritiro pre-campionato. 

“Siamo davvero entusiasti di proseguire la nostra partnership con il Pisa calcio anche per la prossima stagione, un rapporto solido tra due eccellenze del territorio che in primo luogo si fonda sulla condivisone di valori comuni”, commenta Carlo Volpi, COO di PharmaNutra S.p.A. “Quattro anni fa abbiamo iniziato insieme un percorso che ci auguriamo possa portare grandi soddisfazioni alla città di Pisa e ai suoi appassionati tifosi, con l’obiettivo di continuare a crescere e migliorare insieme. Per questa ragione il nostro rapporto con il Pisa Sporting Club va oltre la presenza del brand Cetilar® sulle maglie da gioco, attraverso una serie di iniziative comuni che svilupperemo nei prossimi mesi”. 

“Siamo orgogliosi e felici che PharmaNutra abbia deciso di continuare ad affiancarci in questo viaggio verso un orizzonte di successi sportivi”, è il pensiero del Presidente del Pisa Sporting Club Giuseppe Corrado. “Un percorso condiviso che porterà benefici al nostro Club, al territorio, alla Città di Pisa e a tutti i nostri tifosi che con così tanta passione ci seguono passo dopo passo. Come Italiani e come Pisani dobbiamo essere grati ai fratelli Lacorte che hanno saputo creare una realtà industriale di livello internazionale e hanno saputo credere da subito al progetto sportivo del Pisa Sporting Club”.

La dieta chetogenica o ketogenic diet (KD) è probabilmente uno dei regimi alimentari più in voga del momento, non solo tra le persone con problemi di sovrappeso e obesità ma anche per chi semplicemente vuole rimettersi in forma o perdere “velocemente” qualche chilo di troppo. La rapidità con cui una dieta chetogenica può riuscire a far perdere peso è sicuramente la caratteristica più allettante per chi ha problemi ponderali e sogna di disfarsi dei chili accumulati in eccesso.

Se nel recente passato i regimi alimentari chetogenici (KD) erano visti con sospetto, non tanto dai pazienti, ma soprattutto da molti professionisti del settore perché erroneamente confusi con lo stato di chetoacidosi indotto ad esempio da malattie come il diabete mellito, adesso, superato questo scoglio culturale, il regime alimentare chetogenico ha raggiunto una popolarità impressionante perfino tra molti sportivi desiderosi di migliorare performance e composizione corporea.

Di cosa parleremo in questo articolo:

  1. In che cosa consiste una dieta chetogenica (KD)?
  2. Perché le diete chetogeniche sono diventate popolari anche tra gli sportivi?
  3. Differenze tra la dieta chetogenica classica e per sportivi
  4. Diete chetogeniche e sport: gli effetti sulla performance
  5. Seguire una dieta chetogenica: consigli pratici per sportivi

In che cosa consiste una dieta chetogenica (KD)?

La KD è un regime alimentare che prevede:

  • Un’alta percentuale di grassi sia di origine vegetali come avocado, noci, semi, olio d’oliva e cocco sia, ma non esclusivamente, di grassi animali come il burro.
  • Un apporto moderato di proteine derivati in genere da fonti animali come carne, pesce, uova e latticini ma anche vegetali.
  • Un basso apporto di carboidrati (tra 20 e 50 grammi al giorno) ricavati quasi esclusivamente dalle verdure.

Questo tipo di dieta ha l’obiettivo di far entrare il corpo in uno stato di chetosi (livelli di chetoni nel sangue maggiori di 0,5 mM), ovvero una condizione in cui l’organismo fa affidamento principalmente ai grassi come principale fonte di energia trasformandoli in parte in corpi chetonici (acetone, acetoacetato e β-idrossi-butirrato) anziché ai carboidrati. Possiamo considerare i corpi chetonici, o più semplicemente i chetoni, come “pillole” di energia di derivazione lipidica che si sviluppano durante gli stati di digiuno prolungato (ma non solo).

Pensate all’uomo primitivo: i nostri antenati nascono come cacciatori e raccoglitori di cibo messo a disposizione dall’ambiente. Quando si presentava una carestia, l’unica possibilità di sopravvivenza per l’uomo è stata per millenni quella di migrare e cercare territori ricchi di cibo. Ma come riuscirvi quando fame, scarsità energetiche e paura di non farcela avrebbero rappresentato scogli insormontabili? Ecco che il nostro corpo ha sviluppato il meccanismo di conversione dei grassi in chetoni per aumentare le probabilità di sopravvivenza. Un digiuno di alcuni giorni è capace di esaurire le scorte di glicogeno (il deposito di carboidrati del nostro corpo), ma non quello di grassi e proteine. Questo può essere immaginato come l’innesco della chetosi: sono esauriti i depositi di glicogeno e l’organismo non sta più reperendo nell’ambiente carboidrati per ricolmare questo serbatoio, quindi si innesca la chetosi derivante dai grassi e non dalle proteine, per non intaccare i muscoli ed avere energia a disposizione.

Solo per darvi un’idea un grammo di grasso apporta circa 9 Kcal, quindi 10 kg, ovvero 10.000 grammi di grasso, apportano 90.000 kcal: un bel serbatoio da utilizzare in caso di necessità! La chetosi, oltre a fornire energia ha un effetto soppressivo sull’appetito e, probabilmente, di potenziamento della capacità di gestione dello stress mentale che contraddistingue queste situazioni emergenti nel digiuno prolungato.

Le diete chetogeniche, riducendo al massimo l’apporto dei carboidrati e intaccando così il serbatoio di glicogeno riescono a innescare il meccanismo della chetosi sfruttando gli stessi vantaggi del digiuno. A molti di voi che hanno seguito una KD ben fatta sarà capitato infatti di avvertire una riduzione dell’appetito, una maggiore capacità di attenzione e di gestione dello stress quotidiano senza avvertire una fame eccessiva, nonostante in regime ipocalorico. Attenzione però: se l’obiettivo è perdere peso e ridurre la massa grassa, con la KD si deve, come per tutti i regimi alimentari, raggiungere un deficit calorico tra energia introdotta con gli alimenti ed energia spesa (principalmente con l’attività fisica), altrimenti si indurrà magari la chetosi ma senza cambiamenti sul peso.

Perché le diete chetogeniche sono diventate popolari anche tra gli sportivi?

L’esaurimento delle scorte di glicogeno durante l’attività fisica è uno dei fattori che causa l’aumento della sensazione di fatica durante l’esercizio, impattando negativamente sulla performance. Un organismo che fa più affidamento ai grassi durante lo sforzo teoricamente è più capace di risparmiare glicogeno e quindi di prevenire la fatica e mantenere più facilmente il livello della performance.

L’utilizzo della dieta chetogenica nello sport nasce anche da questa osservazione: rendere l’organismo di un’atleta più efficiente nell’utilizzare i grassi attraverso un periodo più o meno lungo di KD per poi, in gara, sfruttare le nuove capacità acquisite nella gestione dei grassi insieme a quelle già proprie dell’utilizzo dei carboidrati, in una sorta di sperato ottenimento di motore “umano” bifuel ad alta efficienza.

Differenze tra la dieta chetogenica classica e per sportivi

La dieta chetogenica dell’atleta può essere un regime ipocalorico similmente a quella formulata per il classico sovrappeso se l’obiettivo è il miglioramento della composizione corporea attraverso la riduzione della massa grassa. Quando gli obiettivi invece non mirano al calo peso, ma si vuole indurre comunque una produzione di chetoni nell’atleta, la KD può essere normocalorica o addirittura ipercalorica.

Un’altra differenza riguarda l’apporto proteico: se è vero, infatti, che un eccesso di proteine può ostacolare la chetosi, è altrettanto vero che negli atleti il fabbisogno di proteine anche durante una dieta chetogenica aumenta e andrà garantito per non avere ripercussioni negative sulla componente muscolare.

Diete chetogeniche e sport: gli effetti sulla performance

Sebbene sul web si trovino diverse storie di successo sulle diete chetogeniche in ambito sportivo, ricordiamoci che seguire questo tipo di regime alimentare deve sempre basarsi su valide evidenze cliniche. Una recente revisione della letteratura scientifica sugli atleti di élite della ISSN (International Society of Sports Nutrition) indica in base agli studi disponibili ad oggi che:

  • L’effetto della KD sulla prestazione atletica in generale si è dimostrato ininfluente oppure addirittura peggiorativo, se paragonato alla classica dieta ricca di carboidrati e povera di grassi, nonostante il regime chetogenico sia effettivamente in grado di migliorare l’ossidazione e quindi l’utilizzo dei lipidi.
  • Per quanto riguarda gli sport di resistenza, i cosiddetti sport endurance come podismo, ciclismo, triathlon etc., quasi tutti gli studi evidenziano un calo della performance negli atleti sottoposti a dieta chetogenica.
    Il problema negli sport di endurance si presenta non tanto quando l’attività è costante e sub-massimale, per esempio se si corre o pedala ad un passo costante e a bassa intensità, perché il corpo può trarre l’energia necessaria quasi esclusivamente dai grassi; ma quando l’intensità aumenta, anche per poco tempo come durante uno sprint, è indispensabile un’adeguata fonte di carboidrati per garantire la performance.
    Da notare inoltre che la maggior parte degli studi eseguiti ad oggi non supera le sei settimane di durata, a dimostrazione di quanto sia difficile sostenere una KD per lungo tempo.
  • Quando la performance misurata è invece la forza, che contraddistingue gli sport come sollevamento pesi, bodybuilding, etc., il regime chetogenico ha dimostrato in media gli stessi effetti di una dieta più ricca in carboidrati, anche se la maggior parte degli studi ha segnalato ancora una volta più vantaggio con le diete non chetogeniche ed è facile capire il perché. Pensate agli esercizi dove la forza si sposa con la potenza e il gesto è ripetuto ad alta intensità per un periodo di tempo più o meno lungo, come quello di un tipico WOD del CrossFit: ancora una volta al diminuire delle scorte di glicogeno e quindi dei carboidrati disponibili, la performance si riduce.
  • Infine, in termini invece di composizione corporea, rispetto ad una dieta ricca di carboidrati e povera di grassi, la KD nel breve termine può far ottenere un maggiore calo di peso e di massa grassa ma, se non bilanciata in calorie e proteine, anche di massa magra, andando ad intaccare i muscoli e favorendo variazioni importanti dei compartimenti idrici. È infatti importante ricordare sempre che la massa magra o, meglio, la “massa grasso priva”, è tutto quello che non è grasso quindi non solo muscolo, ma anche acqua e perfino glicogeno muscolare.

Seguire una dieta chetogenica: consigli pratici per sportivi

Nella pratica è ovvio che queste informazioni vanno adattate caso per caso.

Pensate ad un atleta che deve perdere peso e massa grassa, ad esempio un ciclista scalatore che durante la gara deve vincere la gravità: potrà seguire una KD nel periodo fuori dalla stagione agonistica, quando i carichi di lavoro sono più blandi, mentre durante il periodo gare sarà meglio optare per una dieta ricca in carboidrati per ottenere con più probabilità una buona performance. In questi casi la scienza della nutrizione si è molto evoluta per soddisfare le esigenze di carboidrati durante la prestazione di endurance, arrivando a formulare alimenti e integratori specifici, in grado di fornire quantità di zuccheri importanti (anche 80-100 grammi all’ora!) attraverso l’utilizzo di miscele scientificamente testate di zuccheri diversi tra loro, come il trealosio, un carboidrato naturale, che grazie alla sua composizione funge da riserva energetica, inducendo un rilascio più controllato di energia.

Diverso è il caso di uno sportivo in sovrappeso che pratica una disciplina di endurance a bassa intensità, ad esempio un podista che corre i suoi 10 km magari più volte a settimana ma sempre a bassa intensità e senza “strappi”: è chiaro che una dieta chetogenica ben formulata può essere una valida opzione per migliorare la composizione corporea e la performance. Tutti quelli che corrono sanno infatti che più si è leggeri e più il tempo al chilometro si riduce.

Il consiglio finale è quello di evitare il “fai da te” e di consultare sempre un professionista della salute e della nutrizione dello sport in grado di valutare le tue effettive necessità nutrizionali e di integrazione in base ai tuoi obiettivi e al tuo stato di salute sia che tu sia un’atleta professionista o amatore.
Ricordiamo infine, che malattie metaboliche, problemi epatici o altre condizioni, come i disturbi del comportamento alimentare, rappresentano un pericolo e quindi una controindicazione assoluta al regime chetogenico.

 


Bibliografia:
Leaf A et al.  International society of sports nutrition position stand: ketogenic diets. J Int Soc Sports Nutr. 2024 Dec;21(1):2368167.

 

ALESSANDRO BONUCCELLI

Nutrizionista sportivo
Sarà un impegno extra, quello che Roberto Lacorte si appresta ad affrontare al Paul Ricard questo fine settimana (20 e 21 luglio) nell’International GT Open, in cui porterà al debutto la Ferrari 296 GT3 n.47 del team Cetilar Racing.
Il pilota toscano, da tre stagioni presente nel campionato IMSA WeatherTech SportsCar Championship Endurance, in cui si alterna con Giorgio Sernagiotto e il vincitore della 24 Ore di Le Mans 2024 Antonio Fuoco, prenderà parte alla tappa francese prima di ritornare al suo programma americano che, dopo la 24 Ore di Daytona, la 12 Ore di Sebring (conclusa con il secondo posto della classe GTD) e la 6 Ore di Watkins Glen, lo vedrà in pista nel mese di settembre nella Battle of the Bricks di Indianapolis e ad ottobre alla Petit Le Mans di Road Atlanta.
“È un’occasione che si è presentata e non volevo lasciarmi sfuggire per una serie di motivi. Prima di tutto il Paul Ricard è una pista bellissima, che mi piace molto e su cui non gareggio ormai da tempo – ha commentato Roberto Lacorte – In secondo luogo, l’International GT Open è un campionato che ho sempre apprezzato. Anche se si tratta di un unicum, visto che saremo presenti solo a Le Castellet, mi fa davvero piacere scoprirlo e viverlo in prima persona.
L’ultimo aspetto è più personale, ma non meno importante – ha proseguito Lacorte – nello stesso week-end, sempre al Paul Ricard correrà anche mio figlio Nicola, impegnato nel sesto round del Formula Regional European Championship by Alpine. Sicuramente ci vedremo poco, visti i rispettivi impegni, ma sapere che siamo entrambi lì mi fa molto piacere”.
Il week-end del Paul Ricard inizierà venerdì con le due le sessioni di prove libere di un’ora ciascuna. Il primo turno di qualifica è in programma sabato mattina alle 11.35, seguito dalla prima delle due gare della durata di 70 minuti che scatterà alle 17.45. Domenica dalle 9.30 si svolgerà il secondo turno di qualifica, mentre Gara 2 (60 minuti) scatterà alle 13.35.
Entrambe le gare verranno trasmesse in live streaming sul canale YouTube del campionato.

Una 6 Ore del Glen finita dopo appena 33 minuti, quella della Ferrari 296 GT3 n.47 del team Cetilar Racing. Praticamente un incubo per Roberto LacorteGiorgio Sernagiotto e Antonio Fuoco, che affrontavano questo terzo appuntamento del campionato IMSA WeatherTech SportsCar Championship Endurance con l’obiettivo di portare a casa dei punti importanti.
Invece le cose non sono iniziate bene, con una qualifica complicata che ha relegato la vettura della squadra “all made in Italy” più indietro del previsto, e si sono concluse ancora peggio. Una grossa delusione per Lacorte, autore del primo stint di guida, tamponato senza colpe da una vettura LMP2 che lo ha mandato intorno alla prima mezzora di gara contro il guard-rail, costringendolo inesorabilmente a un ritiro forzato.
Delusione anche per Sernagiotto e Fuoco, quest’ultimo reduce da una storica vittoria nella 24 Ore di Le Mans conquistata con la Ferrari 499P appena una settimana prima, che non sono neppure potuti salire in macchina.
Dopo avere assaporato il podio nella 12 Ore di Sebring dello scorso marzo, conclusa con il secondo posto della classeGTD, l’equipaggio del team Cetilar Racing non ha potuto proseguire quello poteva essere l’inizio di una fase positiva.
E adesso non resta che aspettare altri tre mesi, quando la serie americana di durata ripredenderà con una tappa inedita, la Battle on The Bricks di Indianapolis in programma il 21 e 22 settembre, prima della Petit Le Mans di Road Atlanta che si disputerà in conclusione nel mese di ottobre.

Quattro giorni di vela, di cui solo due disputati effettivamente a causa di condizioni di vento molto leggero e instabile, per le barche impegnate fino a sabato scorso ad Alghero, in Sardegna, nello Swan Sardinia Challenge, secondo appuntamento della Nations League 2024, il circuito riservato alle barche monotipo del cantiere Nautor Swan che aveva preso il via a fine maggio a Bonifacio, in Francia.

Un circuito che anche quest’anno può contare sulla presenza del Club Swan 50 Vitamina Cetilar, barca in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa, supportata dallo sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, con a bordo un equipaggio tutto italiano capitanato dal timoniere Andrea Lacorte.

Solo due giorni di regate effettivi, quindi, per un totale di tre prove tra le boe portate a termine (due il primo giorno, la terza l’ultimo), e risultati altalenanti per Vitamina Cetilar, che ha chiuso al settimo posto una classifica cortissima (a soli due punti dal podio) che ha visto prevalere il Club Swan 50 tedesco Hatari sul monegasco Moonlight e sul connazionale Earlybird.

Per Vitamina Cetilar – secondo, ottavo e settimo nelle tre regate disputate – un piazzamento che rappresenta un passo in avanti dopo il non soddisfacente esordio nello Swan Bonifacio Challenge, quando l’equipaggio guidato da Lacorte non era riuscito ad esprimere tutto il suo potenziale chiudendo all’undicesimo posto la classifica finale di tappa.

“Sono stati giorni complicati dal punto di vista meteorologico e purtroppo siamo riusciti a portare a casa solo tre regate, poche rispetto alle aspettative. L’unica giornata degna di nota è stata mercoledì, le condizioni meteomarine erano ottime e siamo andati molto vicini a vincere la prima prova, chiusa al secondo posto, a un soffio dal vincitore, dopo un bellissimo duello con Cuordileone”, spiega il timoniere Andrea Lacorte, che in pozzetto è affiancato dai triestini Alberto Bolzan alla tattica e Gabriele Benussi alla randa. “Peccato che nei giorni successivi il vento abbia latitato e che anche sabato, nell’ultimo giorno, le condizioni fossero davvero al limite. Ci aspettavamo una Sardegna molto più ventosa ma nella vela come ormai sappiamo bene funziona così, dobbiamo adeguarci a quello che offre il meteo e prenderne atto”.

Archiviato l’evento di Alghero, l’equipaggio del Club Swan 50 Vitamina Cetilar tornerà nuovamente in acqua a fine mese in Spagna, a Palma di Maiorca (Isole Baleari) per la precisione, per partecipare alla celebre Copa del Rey (27 luglio-3 agosto), l’appuntamento più importante dell’estate in Mediterraneo che precede la Rolex Swan Cup di Porto Cervo (15-21 settembre) e il gran finale del Campionato del Mondo di classe-Swan OD Worlds, in programma sempre a Palma di Maiorca dal 23 al 27 ottobre.

Al bordo di Vitamina Cetilar, oltre ai già citati Lacorte, Bolzan e Benussi, il prodiere Matteo De Luca, che ricopre anche il ruolo di Team Manager di Vitamina Sailing, il navigatore Nico Sanfelici, Giovanni Bucarelli, Diego Battisti, Leonardo Chiarugi, Giuseppe Filippis, Stefano Ciampalini, Marco Furlan e Alessandro Costagliola.  

L’equilibrio del ciclista non riguarda solo la geometria perfetta di un corpo in movimento sui pedali. È una questione di fiducia nelle proprie capacità, di muscoli plasmati per resistere alla fatica e dialoghi infiniti con se stessi per affrontare la solitudine delle salite.

La prima corsa ciclistica documentata risale al 1868 e fu disputata vicino Parigi, lungo un tratto piano di 1200 metri. Niente salite all’epoca, ma era già nell’aria la ricerca dell’adrenalina che spinge a varcare per primi il traguardo, esultando con le braccia al cielo. Da allora sono passati quasi 160 anni e sia atleti che gare agonistiche ne hanno fatta di strada. Letteralmente.

Da quella prima gara di 1200 metri, il ciclismo è diventato rapidamente uno degli sport più amati, diffusi e seguiti in Italia, tant’è che il 13 maggio 1909 ebbe inizio la prima edizione del Giro d’Italia: 8 tappe e 2447 chilometri, tutti da percorrere su due pedali.

Bisogna aspettare il 1982 per veder nascere la squadra che sarebbe poi diventata la più longeva al mondo nel panorama dei team attivi nel professionismo: battezzata come squadra Termolan – Galli, oggi è VF Group Bardiani-CSF Faizanè, pur rimanendo da sempre sotto la direzione di Bruno Reverberi.

“Molti tendono a pensare che il ciclismo sia uno sport individuale, ma in realtà nelle sue dinamiche di corsa è un vero e proprio sport di squadra. È fondamentale creare un senso di gruppo, i capitani e i corridori più “anziani” del team hanno un ruolo fondamentale e contribuiscono a facilitare il lavoro del direttore sportivo, oltre ad aiutare i membri più giovani, educandoli sotto l’aspetto tecnico e tattico.
Un esempio pratico di questo lavoro di squadra, può essere quello svolto dai gregari in favore del capitano sulle salite, oppure il “treno” che viene fatto il favore del velocista negli arrivi in volata. Senza l’aiuto dei compagni di squadra, è difficile ottenere risultati”.

Cetilar ® ha scelto di supportare il team VF Group Bardiani-CSF Faizanè fornendo i prodotti della linea Cetilar® Nutrition perché spirito di squadra, rispetto, costanza e duro lavoro sono valori universali che premiano l’impegno nello sport come nella vita di tutti i giorni. Per raggiungere obiettivi comuni e, soprattutto, traguardi sempre più ambiziosi è importante che tutti i membri della squadra costruiscano coesione e fiducia, condividendo i valori e la visione d’insieme.

 

 

Come in ogni altro sport, la preparazione fisica di un ciclista agonista è finalizzata a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi, costruendo con costanza una solida capacità di resistenza aerobica, insieme a stabilità e tono muscolare. Essere un atleta agonista significa seguire, grazie soprattutto alla competenza del preparatore atletico, un piano di allenamento mirato a concretizzare risultati duraturi nel tempo. E per quanto i programmi di allenamento possano intensificarsi a mano a mano che ci si avvicina all’inizio della stagione sportiva, è rispettando il proprio corpo e i tempi necessari sia a crescere che a recuperare le energie che si arriva pronti ad affrontare anche le sfide più impegnative.

“Il ciclismo, nonostante sia uno sport semplice dove l’obiettivo è arrivare dal punto A al punto B nel minor tempo possibile, prevede una preparazione fisica più complessa. Il pilastro fondamentale è la resistenza, intesa anche come resistenza alla fatica.
Il mix di fattori, stimoli di lavoro e di recupero, insieme alle caratteristiche individuali di ogni persona è ciò che rende la preparazione fisica qualcosa di molto vicino ad un’arte, poiché non esiste una tabella magica o un piano che funzioni per tutti”.

 

 

In sella e in palestra, l’obiettivo è allenarsi mantenendo sempre alta la motivazione, lavorando con costanza per fare in modo che la propria performance abbia sempre meno limiti.

“La performance nel ciclismo, come in ogni altro sport, è la capacità dell’atleta di dare la massima prestazione in una determinata competizione ma ogni gara non è mai fine a se stessa. In ogni gara possiamo distinguere tra obiettivi primari, dove ci si aspetta il massimo, e obiettivi secondari, dove non ci si aspetta la prestazione migliore, ma uno stimolo in gara che aiuta a migliorare la prestazione futura”.

La performance è qualcosa che difficilmente si adatta ad una sola definizione valida per chiunque e per qualunque sport. È un percorso che prende forma grazie a tenacia e dedizione, grazie all’accettazione di se stessi e dei propri limiti, senza che questi rappresentino un ostacolo per migliorarsi costantemente.

Senza un’adeguata preparazione mentale non sarebbe possibile parlare di performance: l’allenamento di un atleta coinvolge diversi aspetti fisici ed emotivi, ognuno dei quali è importante per l’approccio allo sport agonista e, soprattutto, per aprirsi alla possibilità di sviluppare il proprio talento su due ruote. Nel ciclismo si sente spesso parlare di resilienza mentale, ovvero la capacità della mente di affrontare con atteggiamento propositivo i momenti più duri e critici. Una capacità senza la quale sarebbe sì impossibile attraversare il Pordoi, salita simbolo del Giro d’Italia, ma fondamentale anche per gestire l’impatto del ciclismo negli aspetti quotidiani dell’atleta.

“Negli ultimi anni, la parte psicologica ha acquisito un’importanza vitale, poiché sappiamo che ha un effetto diretto sulla prestazione, e che può fornire quella marcia in più necessaria per migliorare. Lo psicologo dello sport ha il compito di fornire all’atleta il maggior numero di strumenti per affrontare i problemi dal punto di vista psicologico. Parliamo di problemi di ansia, sia dovuti sia all’agonismo che in relazione all’alimentazione, e di altri tipi di problematiche legate all’attività dell’atleta professionista, come routine, viaggi, conciliazione con la vita familiare, infortuni”.

Una salita continua, in allenamento, in gara e nella vita di tutti i giorni, dove anche la nutrizione rappresenta un aspetto da curare con la massima attenzione. Il ciclismo è a tutti gli effetti uno sport di endurance e l’organismo deve essere messo nelle condizioni di gestire questo tipo di sforzo.

“La nutrizione riveste un ruolo centrale nella routine di uno sportivo. Essere a conoscenza dei propri fabbisogni, rispettare le tempistiche giuste ed equilibrare i pasti durante la giornata in funzione degli allenamenti è determinante”.

L’equilibrio del ciclista è tutto questo: è l’istante che fa la differenza tra il primo e il secondo posto, è l’ambizione di scalare vette senza arrendersi alla stanchezza, senza darla vinta al vento e alla pioggia, è affrontare con il sorriso anche i tifosi incauti che spesso si fanno prendere un po’ troppo la mano con l’entusiasmo. L’equilibrio è un luogo molto intimo dove il corpo e la mente corrono fianco a fianco, come nelle volate verso il traguardo dove non si ha mai tempo per guardare indietro, solo avanti.

Il 22 giugno 2024 torna la Cetilar® Run Notturna di San Giovanni, la corsa su strada che ogni anno fa riscoprire la magica atmosfera del centro storico di Firenze sotto il cielo stellato dei primi giorni d’estate.
Giunta ormai alla 84^ edizione, la Notturna di San Giovanni è una delle corse più longeve d’Italia e adatta a tutti, grazie ai due percorsi, uno competitivo da 10 km e uno ludico motorio da 4 km.

Organizzata da Firenze Marathon, Cetilar® ancora una volta partecipa in qualità di title sponsor, sposando in pieno gli obiettivi della manifestazione che uniscono sport e stile di vita attivo con l’importanza della socialità.

Come ormai di consueto durante la manifestazione sarà presente uno stand dedicato ai prodotti Cetilar® e Cetilar® Nutrition, pronti a supportare la performance di runner e appassionati sulla griglia di partenza e dopo il taglio del traguardo. Prima di intraprendere la corsa, abbiate cura di controllare lo stato delle vostre scarpe da running e di curare un altro aspetto fondamentale, ovvero la corretta nutrizione sportiva .

Partenza e arrivo sono da Piazza Duomo alle 21.00, mentre pettorale e kit gara saranno disponibili per il ritiro dalle 18.30 direttamente in Piazza Duomo.

C’è tempo per iscriversi alla Notturna di San Giovanni fino al 20 giugno: basta cliccare sul link ed è possibile farlo comodamente online.

 

Buona corsa!

 

Il sonno e il corretto riposo notturno sono vitali per la salute, svolgendo un ruolo fondamentale per le funzioni cerebrali e fisiche e permettendo agli atleti di performare in modo efficiente.

Gli atleti dovrebbero dormire tre le 7 e 9 ore a notte in maniera regolare per mantenere un buono stato di salute e migliorare le proprie performance sportive; infatti, dormire meno di 7 ore a notte è associato a esiti avversi per la salute, sia a livello metabolico che a livello comportamentale. Inoltre, la cattiva qualità e quantità del sonno è associata ad una compromissione della funzione immunitaria.

In questo articolo verranno esaminati i benefici legati al corretto riposo notturno e alle conseguenze dello stesso nelle performance atletiche.

Privazione del sonno: l’impatto sulle performance sportive

Esistono diverse condizioni per le quali un individuo può sperimentare una privazione del sonno, tra queste: la difficoltà ad addormentarsi, i frequenti risvegli notturni e/o i risvegli mattutini, con conseguente incapacità di tornare a dormire.

Le problematiche legate al sonno possono essere causate principalmente da due tipologie di disturbi: quelli acuti da un lato e quelli cronici dall’altro. I primi sono spesso transitori e legati a periodi di stress psico-fisico moderato o intenso; quelli cronici, invece, sono legati a condizioni permanenti, che influiscono negativamente sulla qualità del sonno. Spesso le persone con difficoltà a dormire riportano un senso di disagio psico-fisico al risveglio, che porta poi alla comparsa di sintomi come eccessiva sonnolenza diurna, irritabilità, scarsa concentrazione, problemi interpersonali, sociali e professionali.

Alcuni studi scientifici riportano che il 50-78% degli atleti professionisti ha sperimentato, almeno una volta nella vita, un disturbo del sonno; il dato più rilevante però è che attualmente il 22-26% degli atleti soffre di sonno molto disturbato, compromettendo così la propria attività sportiva.

In uno studio scientifico pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise, condotto su ciclisti è stato valutato l’effetto della privazione di sonno sulle prestazioni di resistenza in un gruppo di atleti a cui era stato consigliato di dormire più di 8 ore a notte per 3 giorni consecutivi, rispetto ad un gruppo di ciclisti che ha sperimentava 3 notti con sonno ridotto (inferiore alle 6 ore per notte). L’osservazione ha portato dei risultati evidenti in termini di miglioramento della resistenza fisica per coloro che dormivano in maniera ottimale e, tra le conclusioni, si specifica che tutti gli atleti dovrebbero osservare un riposo non inferiore alle 8 ore per notte, per non compromettere le loro performance sportive.

Per gestire un disturbo del sonno sarebbe quindi opportuno adottare delle buone abitudini e, qualora non fosse sufficiente, ricorrere a prodotti naturali mirati per garantire un corretto riposo notturno.

Allenati a dormire meglio con Night Restore

Night Restore, il nuovo integratore della linea Cetilar® Nutrition, è l’unico prodotto che unisce l’azione sinergica del Magnesio Sucrosomiale® (UltraMag®) e idrolizzato di proteine del latte (Lactium®) in una comoda compressa per favorire il rilassamento psico-fisico e il corretto riposo notturno degli atleti.

È la soluzione ideale per chi si allena la mattina presto e quindi la sera ha bisogno di trovare il sonno facilmente e riposare bene, ma anche per gli sportivi che la sera fanno fatica a smaltire l’accumulo di adrenalina e a rilassarsi. Night Restore è utile anche in caso di ansia da prestazione, agitazione, stress quotidiano, jet lag, stanchezza accumulata, difficoltà di addormentamento: tutti fattori possono ostacolare il riposo notturno e la performance sportiva.

Magnesio e proteine del latte: un sostegno naturale per migliorare il riposo notturno

Il magnesio è un minerale che il nostro organismo possiede in quantità variabili (22-26 grammi), e di questi oltre il 50% è mineralizzato a livello osseo. Nel nostro corpo il magnesio agisce come cofattore di oltre 300 enzimi e quindi è coinvolto in numerosi processi, che vanno dalla sintesi di neurotrasmettitori essenziali a livello centrale, alla produzione e rilascio di energia cellulare. Inoltre, il magnesio, agendo in equilibrio con il calcio, interviene anche nella regolazione di processi fondamentali come la contrazione muscolare, il battito cardiaco, la coagulazione e la pressione sanguigna.

Una carenza di questo minerale si manifesta solitamente con crampi, stanchezza fisica e mentale, irritabilità e, soprattutto, può causare disturbi del sonno. Quando diventa necessario aumentare l’apporto di questo minerale è importante considerare che non tutti gli integratori presenti sul mercato contengono lo stesso tipo di sale di magnesio ed è proprio questa la differenza fondamentale: tra questi, certamente l’ossido di magnesio (MgO) è quello con il più alto contenuto di magnesio elementare, anche se il suo assorbimento è molto limitato dal corpo. Generalmente, il magnesio, a causa di questo limite di assorbimento, ha una scarsa tolleranza gastrointestinale che si manifesta frequentemente con nausea, crampi addominali ed effetti lassativi.

Il Magnesio Sucrosomiale®: alta tollerabilità, massima efficacia

Per superare questo limite legato all’assorbimento e limitare gli effetti negativi correlati all’integrazione di magnesio, grazie alla ricerca PharmaNutra è stato sviluppato un innovativo delivery system a base di magnesio ossido, che sfrutta la Tecnologia Sucrosomiale®, nella quale il minerale viene protetto da una struttura specializzata chiamata Sucrosoma®, composta da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi (il Sucrestere®).

Questa struttura innovativa è in grado di proteggere le molecole di magnesio a livello gastrico, un ambiente acido e ricco di mucose che possono incidere sul corretto assorbimento del minerale. In questo modo, da un lato il Magnesio Sucrosomiale® riesce ad essere assorbito dall’organismo in quantità maggiori, e, dall’altro, grazie alla sua eccellente tollerabilità, diminuiscono sensibilmente gli effetti avversi comuni anche in caso di assunzioni quotidiane prolungate nel tempo.

Lactium®: proteine del latte utili per il rilassamento notturno

Lactium® è un principio attivo brevettato a base di proteine del latte idrolizzate, che contiene un decapeptide bioattivo, chiamato alfa-casozepina, con proprietà rilassanti.

Grazie a questa proteina specifica, Lactium® agisce come agonista sul recettore per il GABA di tipo A (GABA-A), principalmente coinvolto nella regolazione degli stati dell’umore e del riposo notturno, e ne aumenta l’attività inibitoria, lavorando quindi in modo efficace ma naturale nella regolazione del sonno e dello stress.


 

Bibliografia

– Watson NF, et al.; Recommended Amount of Sleep for a Healthy Adult: A Joint Consensus Statement of the American Academy of Sleep Medicine and Sleep Research Society. Sleep. 2015 Jun 1;38(6):843-4.

– Walsh NP, et al. Sleep and the athlete: narrative review and 2021 expert consensus recommendations. Br J Sports Med. 2020 Nov 3:bjsports-2020-102025.

– NIH State-of-the-Science Conference Statement on manifestations and management of chronic insomnia in adults. NIH Consens State Sci Statements. 2005 Jun 13-15;22(2):1-30.

– Roberts SSH, et al. Extended Sleep Maintains Endurance Performance Better than Normal or Restricted Sleep. Med Sci Sports Exerc. 2019 Dec;51(12):2516-2523.

– Abbasi B, et al. The effect of magnesium supplementation on primary insomnia in elderly: A double-blind placebo-controlled clinical trial. J Res Med Sci. 2012 Dec;17(12):1161-9.

Venti barche in acqua, divise in due classi, e tanti velisti di fama mondiale: la prima tappa della Nations League riservata alle imbarcazioni monotipo del cantiere Nautor Swan, in programma questa settimana a Bonifacio (Corsica), con prime regate domani, mercoledì 29 maggio, e conclusione sabato 1mo giugno, promette grande spettacolo.

Tra i protagonisti più attesi il Club Swan 50 Vitamina Cetilar, in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa con l’abituale supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, che dopo essere sceso in acqua a metà aprile al Marina di Scarlino per il classico warm up di inizio stagione, è pronto a battagliare per conquistare fin da subito un risultato di rilievo, importante per aprire nel migliore dei modi questa nuova stagione di regate.

“Il warm up di Scarlino è stato molto utile per scaldarci in vista di questo primo evento del circuito: abbiamo lavorato intensamente sul set up della barca e sulle dinamiche di bordo dell’equipaggio. Ci sono ancora alcuni aspetti in cui possiamo e dobbiamo migliorare, come è normale che sia, ma siamo sulla buona strada”, spiega il timoniere ufficiale del team Andrea Lacorte, che l’anno scorso ha chiuso al quarto posto la Nations League, dopo esser salito sul podio nelle tappe di Villasimius, Porto Cervo e alla Copa del Rey di Palma. “Sarà importante riuscire a mantenere un livello alto di prestazioni durante tutta la settimana di regate, perché gli equipaggi coinvolti sono molto forti, basta un piccolo errore per ritrovarsi in fondo alla flotta, quindi la regolarità, in questi casi, paga sempre. Le condizioni del campo di regata qui a Bonifacio, inoltre, sono poco conosciute ai regatanti e affronteremo molta onda, quindi la concentrazione dovrà essere massima”.

A bordo del Club Swan 50 Vitamina Cetilar, oltre al timoniere Andrea Lacorte, il tattico Alberto Bolzan, il randista Gabriele Benussi, il navigatore Francesco Mongelli, il prodiere Matteo De Luca, che ricopre anche il ruolo di Team Manager di Vitamina Sailing, Giovanni Bucarelli, Diego Battisti, Leonardo Chiarugi, Giuseppe Filippis, Stefano Ciampalini, Marco Furlan e Alessandro Costagliola.

Il programma dello Swan Bonifacio Challenge prevede quattro giorni di regate sulle boe, a partire da domani, preceduti da una Practice race prevista per oggi, con premiazione sabato pomeriggio al termine delle ultime prove della serie.

Il CrossFit ha guadagnato rapidamente popolarità come un programma di fitness completo, impegnativo e coinvolgente. Esso si basa su un allenamento ad alta intensità, che combina esercizi di forza, resistenza e ginnastica, e richiede una preparazione atletica completa per ottenere prestazioni ottimali e, soprattutto, prevenire gli infortuni.

In questo articolo, esploreremo i principi fondamentali della preparazione atletica nel CrossFit e forniremo consigli pratici per migliorare le performance e le capacità fisiche senza incorrere in spiacevoli sovraccarichi.

Quali sono i movimenti e gli esercizi fondamentali nel CrossFit?

Il CrossFit si basa su una combinazione di movimenti funzionali eseguiti ad alta intensità. Questi movimenti possono includere sollevamento pesi olimpici, ginnastica, corsa, salti, lanci e altro ancora. La preparazione atletica nel CrossFit si concentra quindi su diversi elementi chiave:

  • Forza: la forza è fondamentale nel CrossFit per eseguire correttamente i movimenti complessi e rappresenta la base per generare potenza. Gli esercizi di sollevamento pesi olimpici come squat, deadlift e clean & jerk sono fondamentali nella costruzione della forza funzionale per questa disciplina.
  • Resistenza: la resistenza cardiovascolare e muscolare sono essenziali per sostenere gli allenamenti intensi e prolungati del CrossFit. Gli allenamenti ad alta intensità (HIIT) e i circuiti di esercizi sono utilizzati per migliorare la resistenza e aumentare la capacità di lavoro muscolare.
  • Potenza: la capacità di generare potenza è cruciale per eseguire movimenti esplosivi come i clean and jerk e gli snatch. Gli esercizi pliometrici e gli allenamenti di velocità sono utilizzati per sviluppare la potenza muscolare.
  • Coordinazione: il CrossFit richiede agilità ed equilibrio per eseguire rapidamente transizioni tra diversi movimenti e per mantenere la stabilità durante gli esercizi. Gli esercizi di equilibrio e coordinazione sono integrati nella preparazione atletica per migliorare queste capacità.
  • Flessibilità: una buona mobilità articolare e flessibilità sono essenziali per eseguire correttamente i movimenti nel CrossFit e prevenire gli infortuni. Gli esercizi di stretching e di mobilità sono inclusi nella preparazione atletica per migliorare la gamma di movimento e la stabilità articolare.

Programma di prevenzione infortuni: perché è fondamentale per i CrossFitter

Il CrossFit è uno sport a tutti gli effetti e, come tale, necessita di una preparazione atletica specifica, così come di un corretto programma di prevenzione infortuni.
È comunque necessario fare una distinzione tra atleti di CrossFit, i quali hanno come obiettivo la performance e quindi sono consapevoli dei rischi che alla lunga determinati stress articolari possono comportare, con coloro che praticano questa disciplina per divertimento, per stare in forma e mettersi alla prova. Quest’ultima categoria di CrossFitter amatoriali ha bisogno di un’attenzione particolare e di corrette progressioni, onde evitare infortuni che possono interrompere o rallentare i progressi attesi dall’allenamento.

In un precedente articolo, abbiamo già parlato in maniera approfondita degli infortuni più comuni nel CrossFit e di come prevenirli. Ricordiamo che il rischio di lesioni muscolo-scheletriche può essere scongiurato se si seguono alcuni fondamentali accorgimenti:

  • Calibrare i workout in base al livello fisico della singola persona e con le dovute facilitazioni, adattandoli ad esempio a neofiti con un bagaglio motorio e un livello di preparazione ridotto.
  • Impostare un corretto programma abbinato di attivazione prima del workout, composto da stretching, esercizi cardiovascolari a intensità progressiva e una routine di mobilità articolare per prepararsi al meglio al WoD.
  • Prevedere un programma collaterale di prevenzione infortuni, da calibrare sulle articolazioni sollecitate maggiormente nel CrossFit (ad esempio spalla e rachide), ma anche sulle specificità del singolo individuo.

Come impostare la preparazione atletica e migliorare la performance

Analizziamo adesso una serie di aspetti da non sottovalutare quando vogliamo cimentarci in un programma atletico finalizzato all’incremento delle prestazioni nel CrossFit.

  1. Pianificazione: è fondamentale avere un programma di allenamento ben strutturato, che includa una varietà di esercizi e modalità di allenamento per sviluppare tutte le componenti della preparazione atletica. Spesso nei centri CrossFit gli allenamenti sono standardizzati e seguono una periodizzazione comune per tutti gli iscritti. Questo può andar bene a patto che vengano previste e attuate le corrette regressioni e previste fasi di adattamento anatomico per neofiti o per coloro che hanno interrotto l’attività per un determinato periodo.
  2. Progressione: per prevenire il sovrallenamento e gli infortuni, l’intensità e la frequenza degli allenamenti deve essere aumentata gradualmente rispettando le tempistiche di adattamento muscolare e psicofisico. La chiave del successo è la costanza, pertanto percorsi a progressione troppo rapida sono sconsigliati in quanto difficilmente sostenibili a lungo termine.
  3. Recupero: per recupero non si intende solo il tempo che trascorre (ore o giorni) tra una seduta e l’altra. Il corpo ha bisogno di recuperare e adattarsi agli stress dell’allenamento. Per fare ciò è necessario dormire bene (sia in termini quantitativi che qualitativi), avere un’alimentazione equilibrata, idratarsi adeguatamente per reintegrare i sali minerali, ed eventualmente utilizzare integratori per sostenere l’aumento della massa muscolare e prodotti specifici per il post-workout. Il tutto possibilmente sotto la guida di un nutrizionista esperto nello sport. Molti atleti, senza rendersene conto, sono in perenne sovrallenamento, performando costantemente al di sotto delle proprie possibilità ed aumentando in maniera esponenziale il rischio di infortuni. Questi soggetti si rendono conto di ciò solitamente dopo qualche giorno di inattività, dove si ritrovano a performare nettamente meglio.
  4. Varietà: molto importante, pur mantenendo una programmazione precisa, variare esercizi e modalità di allenamento per stimolare continuamente l’adattamento muscolare e prevenire l’adattamento eccessivo.

Massimizzare le performance nel CrossFit: suggerimenti per l’allenamento

Vediamo adesso alcuni aspetti essenziali ed alcune metodologie di allenamento suggerite per migliorare le capacità atletiche e ottimizzare le performance nel CrossFit.

Incrementare la Forza Massima

La forza massima è già allenabile in un regime intorno al 90% dell’1RM. Questo consentirà di preservare maggiormente l’atleta, sottoponendolo a carichi leggermente inferiori al massimale, ma pur sempre allenanti per questa capacità. La metodologia che proponiamo, dedicata ad atleti esperti, prevede dopo un adeguato riscaldamento, di lavorare con serie a cedimento muscolare al 90% del proprio massimale. L’esercizio target solitamente è un fondamentale, come Panca Piana o Squat. Le ripetizioni inizialmente saranno intorno a 3-4. Dopo una fase di recupero incompleto di circa 60” ripetere la serie a cedimento con lo stesso carico. Proseguire fino a quando non si riuscirà ad eseguire più di una ripetizione. A questo punto eseguire un recupero completo di 3 minuti e ripartire. Ripetere per 3-5 blocchi di lavoro a seconda del tempo a disposizione. Il carico non andrà variato nel corso dell’allenamento.

Incrementare la Stamina Muscolare

Per incrementare la stamina muscolare possiamo prendere un workout di CrossFit, ridurre il volume del 25% circa ed eseguire alla massima intensità. Una volta completato l’atleta deve prevedere una pausa di almeno 5 minuti, dopodiché andrà a ripetere il workout appena svolto. In questo modo lavoreremo su un volume di 1,5 volte superiore al volume di gara, ma l’intensità richiesta all’interno delle due frazioni dovrà essere leggermente superiore a quella di gara, in modo da abituare i muscoli e la mente dell’atleta a stare oltre la propria soglia e quindi la propria zona di comfort.

Lavorare sulla Resistenza Aerobica

Negli allenamenti di CrossFit l’intensità richiesta è elevata. Gli allenamenti di endurance sono spesso compresi tra i 5’ e i 10’, solo in alcuni casi si superano i 20’. È tuttavia utile prevedere allenamenti di “fondo” ad intensità più bassa che prevedano l’utilizzo prevalente del metabolismo aerobico. Consigliamo di inserire nella propria programmazione settimanale sessioni di corsa o nuoto della durata superiore ai 30 minuti, all’interno dei quali è possibile lavorare a ritmo costante o prevedere delle variazioni di ritmo.

Prevedere una fase di attivazione efficace

Il pre-training ha una doppia valenza: prepararci al meglio al WoD e prevenire gli infortuni. Una corretta attivazione deve prevedere un riscaldamento cardiovascolare ad intensità progressiva della durata compresa tra i 7 e i 10 minuti. A seguire suggeriamo una fase di mobilità articolare in cui è possibile selezionare 3-4 esercizi dinamici che richiamino alcune gestualità previste nel WoD e vadano a lavorare sui “punti deboli” del singolo atleta. Come ultimo step suggeriamo di inserire 3-4 esercizi di prevenzione infortuni che prevedano il rinforzo specifico di alcuni distretti molto importanti, come la cuffia dei rotatori, gli abduttori dell’anca e i muscoli del core.

 

Il circuito belga di Spa-Francorchamps ospita questo fine settimana (25-26 maggio) il secondo appuntamento 2024 della Formula Regional European Championship by Alpine, in cui Nicola Lacorte punta ad un risultato di prestigio.

Nel più recente round dell’Hockenheimring, due settimane fa, il 16enne pilota del BWT Alpine F1 Team driver development programme ha fatto il proprio debutto nella serie entrando nella top-10 in Gara 2 e conquistando così il suo primo punto nella classifica.

Dopo un positivo inizio di stagione, il toscano del team Trident Motorsport affronta adesso uno dei circuiti più difficili dell’intero calendario e lo fa per la seconda volta. Sui circa sette chilometri del tracciato delle Ardenne, lo scorso anno Lacorte ha infatti conquistato un migliore ottavo posto nella tappa dell’Italian F4.

Il week-end di Spa inizia proprio oggi con i pre-collective test. Le due consuete sessioni dei test collettivi sono invece in programma domani, con la qualifica 1 in programma invece sabato a partire dalle 10.20 del mattino. Gara 1 scatterà sempre sabato alle 14.45. Il secondo turno di qualifica prenderà il via domenica alle 9.05. Gara 2 inizierà infine alle 15.45.

Sia Gara 1 e 2 verranno trasmesse in live streaming sul canale YouTube del campionato, con il live timing disponibile qui.

Che sia il primo traguardo da runner principiante o una corsa per migliorare le prestazioni e trovare il proprio ritmo, correre una 10 km è comunque un obiettivo alla portata di tutti seguendo un programma di allenamento progressivo.

L’allenamento, ovviamente, cambia radicalmente a seconda del livello di partenza. In questo articolo vogliamo dare alcuni consigli per prepararsi per una corsa di 10 km partendo da zero. Vi serviranno circa 6 settimane di allenamento, un buon paio di scarpe da corsa e una buona dose di determinazione. Pronti? Via!

 

10 consigli per allenarsi a correre una 10 km

 

  • Trovare il ritmo giusto: il primo obiettivo non è essere veloci ma trovare il ritmo adatto per mantenere uno sforzo costante, evitando il più possibile le pause e un affanno eccessivo. Correre al ritmo giusto significa ascoltare il proprio corpo, partendo con un’andatura adatta allo stato di salute e progredendo a piccoli passi.
  • Stabilire dei mini obiettivi: una buona idea per trovare la motivazione per i runner alle prime armi è dividere il percorso di allenamento in piccole sezioni, stabilendo dei piccoli obiettivi che consentano di dare importanza anche ai piccoli ma significativi progressi.
  • Impara a respirare: per trovare il ritmo è importante partire da respirazione regolare, cercando di trovare un equilibrio tra ispirazioni ed espirazioni in modo da calmare il battito cardiaco ed evitando di andare in apnea. L’obiettivo finale è quello di riuscire a parlare mentre si corre.
  • Allenare progressivamente la resistenza: le prime sessioni di allenamento possono essere fatte su terreno pianeggiante, partendo dall’obiettivo di correre 1 km alla volta. Una volta stabilito un buon ritmo su terreno pianeggiante, si può procedere con sessioni di allenamento su terreno con pendenza. Se intorno a casa non ci sono terreni collinari o salite, è possibile sostituire l’allenamento di resistenza con scalinate.
  • Corsa a intervalli: la corsa a intervalli è un elemento essenziale per progredire. Consiste nel dividere ogni sessione di allenamento in due tipi di sforzo: uno sforzo intenso e breve, seguito da uno sforzo più dolce, chiamato recupero attivo o jogging lento.
  • Potenziamento muscolare: nella corsa non serve allenare solo le gambe poiché anche la parte superiore del corpo contribuisce a bilanciare lo sforzo, migliorando equilibrio e prestazione. Ecco perché è utile includere nell’allenamento anche esercizi di rafforzamento muscolare come addominali, squat, affondi e sollevamento pesi.
  • Allenamento in montagna: come abbiamo già avuto di modo di menzionare prima, è importante allenare la resistenza, sia di gambe che di fiato. Ecco perché è utile includere nelle settimane antecedenti la gara almeno 2 o 3 sessioni di camminata sostenuta in montagna, cercando di aumentare il dislivello a cui si è abituati.
  • Recupero: non è solamente grazie agli allenamenti che si migliorano le prestazioni ma anche affiancando un corretto recupero tra una sessione e l’altra. Il recupero include esercizi integrativi di allungamento muscolare, come stretching, yoga e pilates.
  • Alimentazione: il benessere fisico di un atleta dipende in larga parte da una nutrizione adeguata che deve essere bilanciata dal punto di vista energetico e nutrizionale, distribuendo le calorie quotidiane in tre proporzioni. Le calorie totali devono derivare per il 60% circa da carboidrati, 25% dai grassi e 15% da proteine, senza dimenticare vitamine e sali minerali.
  • Riposo: durante il sonno il corpo ha modo di rigenerarsi, riparando le micro fratture muscolari prodotte durante l’allenamento e aumentando così la massa muscolare. Per questo è importante dare spazio anche al riposo, utile per ristabilire la funzionalità muscolare e le energie.

 

L’importanza del riscaldamento prima della corsa

 

Non ci stancheremo mai di sottolineare quanto sia importante il riscaldamento prima di correre in modo da predisporre il fisico e la mente ad affrontare per la gara, intensa o meno che sia. Preparare gradualmente gambe e torace a correre è fondamentale per evitare traumi muscolari, mentre la respirazione serve per supportare il sistema cardiovascolare nello sforzo. Infine, il riscaldamento gioca un ruolo decisivo anche nella preparazione mentale perché aiuta il sistema nervoso a concentrarsi con maggiore determinazione.

I movimenti dinamici sono molto efficaci per il riscaldamento muscolare, ecco quindi 4 esempi pratici di esercizi da fare prima della gara:

Attivazione dei piedi: è un esercizio che sembra banale ma non lo è. Stando in piedi, è sufficiente andare in punta di piedi sollevando i talloni e, in seguito, sui talloni sollevando le punte, ripetendo il movimento per circa un minuto.

Mobilità della caviglia: rimanendo in equilibrio su un piede, sollevare l’altro da terra ed effettuare circa 5/10 rotazioni verso destra e viceversa nell’altro senso, e ripetere gli stessi movimenti con l’altro piede.

Circonduzioni del bacino: rimanendo in piedi con le gambe abbastanza divaricate, la schiena dritta e le mani sui fianchi, compiere 4/5 rotazioni del bacino in senso orario e altrettante in senso antiorario.

Apertura toracica: dopo aver disteso le braccia verso l’esterno con le mani all’altezza delle spalle, effettuare dei piccoli slanci indietro, superando la linea delle spalle. Gli stessi movimenti vanno ripetuti mantenendo le braccia sopra l’altezza delle spalle.

 

Rimanere idratati: quali sono gli integratori più utili?

 

Prima, dopo e durante la corsa, l’idratazione è un aspetto da non trascurare mai, sia per il benessere generale dell’organismo, sia per una performance ottimale: per questo Cetilar® Nutrition ha pensato a Hydrate Fast, l’integratore di sodio, magnesio e altri sali minerali in stick da sciogliere in acqua per far fronte alla perdita di liquidi ed elettroliti causata dalla sudorazione. Una dose che, oltre ad avere una formulazione ottimale di ingredienti, ha il vantaggio della praticità: occupa poco posto e si scioglie istantaneamente per dare sostegno alla performance sportiva e arrivare al traguardo senza mai andare in debito di idratazione.

Trovi tutti i prodotti Cetilar® Nutrition sullo shop: iscriviti alla newsletter per rimanere aggiornato su promozioni e novità!

Nicola Lacorte inaugura un nuovo capitolo della sua carriera in monoposto e scende in pista questo week-end (11-12 maggio) a Hockeneheim per il via della stagione 2024 del Formula Regional European Championship by Alpine.

Il 16enne pilota del BWT Alpine F1 Team driver development programme si appresta ad affrontare la sua prima stagione nella serie continentale, dopo aver preso parte ai primi tre round di quest’anno della Formula Regional Oceania, conquistando una vittoria a Hampton Downs e ottenendo un secondo posto sul circuito di Manfeild.

Il pilota italiano sarà al via delle 20 gare che compongono il calendario di dieci appuntamenti e lo farà con il team Trident Motorsport, con cui ha già completato diverse giornate di test pre-stagionali.

Prima di approdare nella Formula Regional, Lacorte si è messo in luce nel 2023 nell’Italian F4 Championship, rendendosi protagonista di una stagione molto positiva che lo ha visto centrare numerosi piazzamenti e conquistare una vittoria e un podio nella prima tappa di Imola, per poi concludere quinto a fine anno nella classifica riservata ai Rookie.

Con uno schieramento di 33 vetture al via, quest’anno il Formula Regional European Championship by Alpine approderà in otto differenti paesi e su dieci tracciati di F1. Dopo il round di Hockenheim, il campionato approderà a Spa-Francorchamps (25-26 maggio), Zandvoort (8-9 giugno), Hungaroring (22-23 giugno), Mugello (13-14 luglio), Le Castellet (20-21 luglio), Imola (7-8 settembre), Spielberg (14-15 settembre), Barcellona (28-29 settembre) e in conclusione Monza (26-27 ottobre).

Venerdì i test collettivi daranno il via al week-end. Il primo turno di qualifica è in programma sabato alle 11.15, mentre Gara 1 scatterà alle 17.40. La qualifica 2 inizierà domenica alle 10.15 seguita dalla seconda gara con la partenza alle 16.10.

Le qualifiche e la gara verranno trasmesse in live streaming sul canale YouTube del Formula Regional European Championship by Alpine.

Il CrossFit è un allenamento ad alta intensità, che combina elementi di sollevamento pesi, ginnastica e attività cardiovascolari. La sua popolarità è cresciuta rapidamente negli ultimi anni, attirando persone di tutte le età e livelli di fitness. Tuttavia, con la sua natura intensa e variegata, il CrossFit può comportare un elevato rischio di infortuni, se non viene praticato correttamente o con la giusta preparazione fisica.

In questo articolo, esploreremo le tipologie di infortuni più comuni nel CrossFit, insieme alle strategie per prevenirli e alle modalità di recupero rapido in caso di lesioni.

I tipi di infortuni più comuni nel CrossFit

Partiamo dal presupposto che praticare CrossFit non significa necessariamente andare incontro ad infortuni, come pensano molti. Anzi, nella maggior parte dei casi il CrossFit aiuta a migliorare la forza, la resistenza, la mobilità e la coordinazione.

Spesso però, a causa della natura intensa e competitiva degli allenamenti, alcune persone potrebbero andare incontro al rischio di infortuni, specialmente se non si cura adeguatamente la tecnica degli esercizi oppure se si ha una qualche predisposizione all’infortunio specifico, come ad esempio problemi muscolari o articolari pregressi.
I tipi di infortuni più comuni nel CrossFit sono:

  • Lesioni alla spalla: le lesioni alla spalla sono tra gli infortuni più comuni nel CrossFit, spesso causati da movimenti ripetitivi come sollevamento pesi sopra la testa (overhead) o esercizi alla sbarra. Queste lesioni possono variare dalle semplici infiammazioni da sovraccarico fino a veri e propri danni ai muscoli della cuffia dei rotatori.
  • Lombalgie acute: a causa della natura intensa degli esercizi di sollevamento pesi nel CrossFit (Deadlift, Clean, Squat, Snatch, C&J), le lombalgie acute sono piuttosto comuni. Sollevare pesi importanti con una tecnica scorretta può portare ad un sovraccarico sulla schiena e portare a lesioni, dalle semplici contratture muscolari fino a problematiche relative ai dischi intervertebrali.
  • Infortuni alle ginocchia: esercizi come Squat, Box Jump, Pistol Squat possono mettere una pressione significativa sulle ginocchia che, soprattutto in situazioni già degenerate oppure con una biomeccanica alterata, possono aumentare il rischio di infortuni a carico del tendine rotuleo o dei menischi.
  • Traumi muscolari: il CrossFit coinvolge spesso movimenti rapidi e potenti, sia eseguiti con il bilanciere oppure sotto forma di corsa a scatti brevi di 100-200 m. In questi casi, se il movimento non è stato opportunamente riscaldato oppure se chiediamo troppo al nostro fisico, possono aumentare il rischio di traumi muscolari come strappi o stiramenti, in particolare a carico dei muscoli degli arti inferiori.
  • Sindrome del sovraccarico: l’allenamento intensivo e frequente nel CrossFit può portare a una sindrome da sovraccarico, con sintomi come dolore cronico, rigidità e affaticamento muscolare.
  • Lesioni cutanee: molto comuni nel CrossFit, in particolare per chi è alle prime armi con l’allenamento, sono le lesioni cutanee a carico delle mani, dovute al lavoro alla sbarra, agli anelli o con le corde (battle ropes), oppure alle gambe, dovute allo strusciare del bilanciere mentre viene sollevato da terra.

Come prevenire gli infortuni nel CrossFit: qualche consiglio utile

Prevenire totalmente gli infortuni non è possibile, perché tantissimi fattori concorrono nella genesi di essi. Tuttavia, possiamo diminuire la frequenza e la gravità delle lesioni se adottiamo alcuni accorgimenti:

  1. Riscaldamento adeguato: prima di iniziare qualsiasi allenamento, è essenziale dedicare del tempo al riscaldamento. Il riscaldamento dovrebbe includere sia esercizi dinamici per aumentare la temperatura corporea e preparare i muscoli per l’attività, sia esercizi di mobilità per preparare le articolazioni al WOD. È importante concentrarsi sulla mobilità delle spalle, della zona lombare, dei polsi, delle anche e delle ginocchia. Per gli atleti di CrossFit è utile anche eseguire circa 15 minuti prima dell’allenamento delle serie di esercizi di riscaldamento preventivi, ad esempio il rinforzo della cuffia dei rotatori con elastici.
  2. Focalizzarsi sulla tecnica: la corretta tecnica è fondamentale nel CrossFit per prevenire infortuni. Assicurarsi di avere una tecnica adeguata per ogni esercizio e chiedere feedback al proprio istruttore qualificato se necessario.
  3. Progressione graduale: a causa della natura competitiva di questo sport, si tende a voler aumentare troppo rapidamente l’intensità o il volume degli allenamenti. È fondamentale invece seguire una progressione graduale per consentire al corpo di adattarsi passo dopo passo all’allenamento.
  4. Equilibrio tra lavoro e riposo: il recupero fisico è fondamentale per prevenire gli infortuni nel CrossFit. Assicurarsi di programmare giorni di riposo adeguati e includere attività di recupero, come lo stretching e il massaggio. Ricordatevi di ascoltare il vostro corpo: se vi sentite stanchi o a corto di energia, meglio saltare l’allenamento per darvi modo di recuperare a dovere.
  5. Attrezzatura adeguata: utilizzare attrezzatura adeguata e assicurarsi che sia in buone condizioni. Le scarpe da CrossFit e da pesistica sono fondamentali, come i paracalli per proteggere le mani e le fascia lombare e le ginocchiere in caso di alzate pesanti.

Recupero rapido da lesioni

Se nonostante tutti questi accorgimenti incorriamo in un infortunio è utile rivolgersi a un medico o un fisioterapista sportivo per capire l’entità del danno e i tempi di recupero. In generale, possiamo consigliare le seguenti strategie:

  • Riposo e riduzione dell’attività: In caso di lesione, è importante dare al corpo il tempo di guarire. Ridurre l’attività e dare priorità al riposo può aiutare a prevenire ulteriori danni e a guarire più velocemente.
  • Fisioterapia: la fisioterapia può essere fondamentale nel recupero da lesioni nel CrossFit. Un fisioterapista sportivo può creare un programma di riabilitazione personalizzato composto da terapie strumentali come tecar, laser o ultrasuoni e da esercizi volti a riequilibrare i muscoli deboli con quelli forti e migliorare la flessibilità.
  • Ghiaccio e compressione: in caso di danno muscolare acuto o distorsione articolare, applicare ghiaccio e utilizzare la compressione tramite un bendaggio può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore associati.
  • Stretching e mobilità: soprattutto in caso di contratture muscolari o sovraccarichi tendinei, incorporare stretching ed esercizi di mobilità nella routine di recupero può aiutare a migliorare la flessibilità e ridurre la rigidità muscolare.
  • Ritorno graduale all’attività: una volta che la lesione è guarita, è importante tornare all’attività fisica in modo graduale e controllato. Seguire un programma di allenamento graduale può aiutare a ridurre il rischio di ricadute.

Il CrossFit è una disciplina che può offrire numerosi benefici per la salute e il fitness, ma è importante praticarlo in modo sicuro e responsabile per prevenire infortuni. Per tutti quelli intenzionati ad avvicinarsi a questo sport, il nostro consiglio è di rivolgersi ad un Box certificato CrossFit, che garantisca la presenza di istruttori formati nel metodo e che abbia una programmazione di allenamento dedicata agli “esordienti”, in modo che possano acquisire con calma la tecnica degli esercizi prima di unirsi alla classe con gli atleti più avanzati.

Seguire le linee guida sopra menzionate per prevenire gli infortuni e utilizzare le strategie di recupero rapido in caso di lesioni può aiutare gli appassionati di CrossFit a godersi l’allenamento in modo sicuro e sostenibile nel lungo termine!

Il maxi volante FlyingNikka è pronto a tornare in acqua per una nuova stagione di regate. Tre gli appuntamenti in programma per quello che è a tutti gli effetti il primo scafo di una nuova generazione di barche a vela da regata in modalità full foiling, a partire dalle Regate di Primavera in programma nel week end a Portofino, in Liguria, un appuntamento che riunisce nel golfo del Tigullio alcuni tra i Maxi yachts più importanti e veloci del panorama mondiale.

FlyingNikka scenderà in acqua da venerdì a domenica, al largo tra Santa Margherita Ligure e Portofino, sfidando una flotta di oltre 30 Maxi e con l’obiettivo di aggiudicarsi in tempo reale le prove in programma, ma soprattutto di testare al meglio le modifiche invernali alle appendici a foil, effettuate presso la base di Punta Ala (Toscana), che ne hanno ulteriormente migliorato le prestazioni, soprattutto in condizioni di vento meno sostenuto.

“Siamo intervenuti, come da programmi, perché una barca come FlyingNikka vive una costante evoluzione tecnica e sulla base dei numerosi dati raccolti l’anno scorso, in quella che è stata la prima stagione di regate completa, abbiamo avuto opportunità di migliorare le sue prestazioni in determinate aree e in precise condizioni meteo, pur mantenendo, anzi, incrementando ulteriormente, le performances assolute”, spiega Roberto Lacorte, titolare del progetto FlyingNikka e a bordo uno dei due timonieri insieme a Lorenzo Bressani (gli altri quattro membri dell’equipaggio sono il Team Manager Alessio Razeto, Andrea Fornaro, Enrico Zennaro e Lorenzo de Felice).

Le condizioni di vento mediamente leggero in tutta l’aria del golfo del Tigullio, rappresentano quindi un ottimo banco di prova per FlyingNikka e il suo equipaggio, che dopo Portofino saranno impegnati in due regate offshore, la 151 Miglia-Trofeo Cetilar (partenza il 30 maggio da Livorno e arrivo a Punta Ala dopo una navigazione tra le isole dell’Arcipelago Toscano) e la Loro Piana Giraglia (start il 12 giugno da Saint Tropez e arrivo a Genova, con passaggio all’isolotto della Giraglia).

Ma non è tutto. Nei piani del team c’è anche il tentativo di record su una tratta Mediterranea, che sarà ufficializzato nel corso della stagione.

Al fianco di FlyingNikka, che corre per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa e lo Yacht Club Punta Ala, i partner TAG Heuer – a tal proposito, ogni membro del team indossa il TAG Heuer Aquaracer Professional 200 Solargraph, un segnatempo che rappresenta il massimo delle prestazioni sportive e della durata con carica solare – e Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra impegnato su grande scala nel mondo dello sport attraverso importanti sponsorship e partnership mediche. Gli altri partner sono B&G per l’elettronica di bordo, North Sails per le vele, Cantiere di Punta Ala Costa Etrusca e Marina di Punta Ala, base del team.

FlyingNikka è un monoscafo lungo poco meno di 19 metri progettato dallo studio di Mark Mills, dotato di appendici con foil a T, evoluzione delle barche dell’ultima America’s Cup ma concepita per le regate offshore. E’ una barca “volante” che può raggiungere i 40 nodi di velocità e che nell’ultima edizione delle famose regate dei Maxi a Porto Cervo, lo scorso settembre, ha vinto il trofeo come barca più veloce di tutta la manifestazione, davanti a Maxi yachts grandi il doppio, dopo aver dominato le regate tre costiere disputate, infiggendo distacchi notevoli a tutto il resto della flotta.

“Le prestazioni di FlyingNikka sono sotto gli occhi di tutti, ma possono migliorare ulteriormente. Il nostro obiettivo, quest’anno, era alzarsi in volo con venti più leggeri e dai primi test a Punta Ala, abbiamo più di una ragionevole certezza di aver fatto un ottimo lavoro”, conclude Lacorte.

cetilar run parma 2024

Cetilar® fa correre Parma: nona edizione per la Cetilar® Run, che ancora una volta prende vita nel Parco Ducale di Parma con una gara di 8 km aperta a tutti venerdì 3 maggio. La segreteria sarà operativa dalle 16.30, mentre dalle 17.00 inizieranno le attività di animazione, attività sportive e food truck per godersi l’attesa insieme al pubblico.

La partenza è prevista alle 19.45 davanti al Palazzo Ducale per una gara che animerà la “golden hour”, toccando alcuni tra gli scorci più caratteristici di Parma: palazzo della Pilotta, piazza Duomo, Teatro Regio, piazza Garibaldi, la centralissima via Farini e arrivo di nuovo nel parco Ducale, dove dj set e premiazioni concluderanno uno degli eventi sportivi più amati e sentiti della città.

Cetilar® ancora una volta sarà presente nel villaggio allestito nell’area antistante al Palazzo Ducale con stand dedicati alle linee di prodotti per i muscoli e le articolazioni e la nutrizione sportiva, insieme ad esperti in preparazione atletica. A proposito: come ci si prepara ad affrontare una corsa di 8 km? Clicca sul link e scoprilo nell’articolo di approfondimento!

 

Dopo la classica pausa invernale, Vitamina Sailing è pronto a tornare in acqua per una nuova stagione di grande vela: il team in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa, sempre con il supporto dello sponsor Cetilar®, brand della casa farmaceutica PharmaNutra, questa settimana sarà presente in forze al Marina di Scarlino, in Toscana, per partecipare con il Club Swan 50 VitaminaCetilar al primo evento di un intenso calendario agonistico, lo Swan Tuscany Challenge (18-21 aprile).

Si tratta di un vero e proprio warm up della Nations League, il circuito di regate riservato alle imbarcazioni monotipo del cantiere Nautor’s Swan, che dopo Scarlino farà tappa a Bonifacio, in Francia (Swan Bonifacio Challenge, 28 maggio-1 giugno), ad Alghero (Swan Sardinia Challenge, 25-29 giugno), Palma di Maiorca, in Spagna (Copa del Rey, 27 luglio-3 agosto), Porto Cervo (Rolex Swan Cup, 15-21 settembre) e infine nuovamente a Palma, dove dal 23 al 27 ottobre è in programma il Campionato del Mondo di classe (Swan OD Worlds).

Al comando di VitaminaCetilar il timoniere ufficiale del team Andrea Lacorte, imprenditore di successo e velista titolato che potrà contare su un equipaggio interamente italiano in cui spiccano il tattico Alberto Bolzan, il randista Gabriele Benussi, il navigatore Francesco Mongelli e il prodiere Matteo De Luca, che ricopre anche il ruolo di Team Manager di Vitamina Sailing.

A bordo anche Giovanni Bucarelli, Diego Battisti, Leonardo Chiarugi, Giuseppe Filippis, Stefano Ciampalini, Marco Furlan e Alessandro Costagliola, gruppo affiatato che regata assieme ormai da diversi anni e che l’anno scorso ha chiuso la Nations League al quarto posto, dopo aver essere andato a podio nelle tappe di Villasimius, Porto Cervo e alla Copa del Rey di Palma di Maiorca.  

Una decina i Club Swan 50 attesi in Toscana per questo primo appuntamento dell’anno, con a bordo equipaggi di alto livello e vere e proprie stelle della vela internazionale, già protagonisti in Coppa America e ai Giochi Olimpici, pronti a dare spettacolo in un contesto che al momento non ha paragoni nell’ambito della vela agonistica.

“La Nations League, al momento, è il clou della vela one design: un circuito avvincente, di scena in location eccezionali, a cui partecipano i migliori velisti al mondo e gli armatori più appassionati”, spiega Andrea Lacorte, esperto timoniere che negli ultimi due decenni ha raccolto importanti successi nelle classi IMS, Melges 32, M32 e Club Swan. “L’anno scorso abbiamo iniziato molto bene la stagione, ma poi alla fine non è andata come ci aspettavamo. Quest’anno partiamo dalla consapevolezza di essere un ottimo equipaggio, a bordo di una barca ben preparata, dunque non possiamo che puntare sempre al massimo, quindi alla vittoria. Chiaramente non sarà facile, perché gli avversari sono molto quotati e perché durante una regata sono mille le incognite che possono portarti ad un successo, o ad una sconfitta, ma partiamo con la certezza di dare sempre il meglio di noi stessi. E non è poco”.

Forza, endurance e sfida: si può riassumere così Open by Apes Lab, l’evento italiano che vede sfidarsi atleti nazionali e internazionali sui workout degli Open. Presenti, infatti, atleti del calibro di Elisa Fuliano ed Alize Wirz, al momento rispettivamente 36esima e 73esima nel ranking mondiale, Jelle Hoste, 10th fittest man on Earth ai Games 2023, e Colin Bosshard, fresco di titolo mondiale nel 2023 e che ha siglato per l’occasione la seconda miglior prestazione al mondo dichiarata sul workout della giornata.

Organizzato nel box di CrossFit® Officine a Milano, Cetilar® ha preso parte come partner ufficiale dell’evento, sostenendo come sempre lo sport in tutte le sue forme, nella cornice di una community affiatata come quella del CrossFit®, ricca di valori quali trasparenza, lealtà, rispetto e parità, all’interno della quale tutti possano mettersi alla prova e, soprattutto, rendersi conto che i limiti esistono solo per essere superati.

Al via quindi una nuova coinvolgente stagione di competizioni aperte a tutti, appassionati, professionisti e neofiti che, grazie ai WOD (Workout Of The Day), possono entrare a far parte del ranking mondiale, anche solo per mettersi alla prova in una disciplina nata per sostenere il benessere fisico e mentale. Una sfida, quella degli Open, che, oltre a testare capacità fisiche, forza e resistenza porterà i primi 20 classificati a partecipare ai Games, una competizione atletica e sportiva ad altissimo livello, nonché uno dei più importanti eventi sportivi al mondo

Che l’obiettivo sia il divertimento, il benessere fisico o la performance sportiva, il CrossFit® offre una gamma completa e mai noiosa di esercizi che possono essere affrontati a qualunque livello di preparazione. Ecco perché gli Open sono aperti a tutti: lo stesso WOD può essere eseguito sia da un neofita che da un atleta esperto eseguiranno, a fare la differenza sarà solo il livello di difficoltà che al neofita verrà scalato il livello in termini di diminuzione di carico, intensità, durata e numero di ripetizioni.

Cetilar® ha scelto di essere presente agli Open con uno stand e fornendo il kit gara a tutti i partecipanti grazie alla condivisione dei valori sportivi, primo fra tutti quello di adottare uno stile di vita sano e sostenibile, dove lo sport è il principale motore del benessere fisico e mentale. Inoltre, contrariamente a quanto si possa immaginare, il CrossFit® non è uno sport individuale ma incita gli atleti di tutti i livelli facendo squadra e sostenersi a vicenda.

 

 

Quanta scoperta di se stessi c’è nello sport? Tanto, forse tutto, se lo sport diventa il tuo mestiere.

Essere un atleta è un viaggio che inizia quasi per caso, quando lo sport è solo un gioco, i pomeriggi al campo, la valvola di sfogo tra i compiti di scuola e i genitori che ti chiedono di sederti a tavola per cena. Diventa qualcosa di più, proprio come succede alle migliori storie d’amore, quando, inesorabilmente, inizia a mettere radici in profondità e ci si rende conto che, oltre al divertimento, c’è un mondo da costruire.

Il mestiere dello sportivo racchiude una moltitudine di sfumature impossibili da sviscerare fino in fondo: vive di sfide e aspettative, di orgoglio e frustrazione, di impegno, sacrificio e limiti da superare. I riflettori sono perennemente puntati sul risultato, mettendo inevitabilmente in ombra i mesi, a volte gli anni, trascorsi ad allenarsi senza sosta per giocarsi tutto in meno di 10 secondi. Come nel caso di Lamont Marcell Jacobs Jr., il velocista italiano, campione olimpico dei 100 metri piani e della staffetta 4×100 metri ai Giochi di Tokyo 2020, campione mondiale indoor dei 60 metri piani a Belgrado 2022, campione europeo dei 100 metri piani a Monaco di Baviera 2022 e argento 4×100 agli ultimi Mondiali di atletica leggera di Budapest.

Vince chi sbaglia meno perché fondamentalmente ce la si gioca in centesimi, tante volte in millesimi”. C’è molta consapevolezza nella voce di Marcell, di cui Cetilar è partner nel viaggio verso la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024.
È il racconto di chi conosce quanto lavoro si celi dietro una performance esplosiva: “I 100 metri sembrano una gara molto corta, ma in realtà ci sono tantissimi aspetti su cui lavorare. Quattro fasi che necessitano di quattro diversi tipi di preparazione: dai blocchi di partenza, alla prima fase di accelerazione, dalla continuità dell’accelerazione fino alla resistenza sulla stessa velocità. L’allenamento è la parte fondamentale della performance ma nessuno, nessuno lo vede”.

Quello che viene misurato dal cronometro è solo quello che vedono gli “altri”. La realtà è che la performance non accade (solo) durante la gara, ma si costruisce con largo anticipo, anche dal punto di vista della preparazione mentale. Un atleta olimpico non può arrivare ad essere l’uomo più veloce del mondo trascurando l’importanza di un allenamento che lo porti ad oltrepassare non solo i limiti fisici, ma anche ogni possibile barriera mentale che possa rallentarlo verso il raggiungimento del massimo potenziale.

Per me è un piacere sentire il mio corpo che si muove, lavora, fa fatica e impara cose nuove. È proprio in quel momento che entra in gioco la parte mentale che ti permette di provare ad anticipare le sensazioni della gara e arrivare al fatidico giorno senza improvvisare”.

Guardando da vicino, c’è un’innegabile metodicità nel mestiere dello sportivo, la ricerca di una dimensione fatta di riti e abitudini, che contribuisce a costruire e mantenere il livello desiderato di benessere fisico e mentale. La nutrizione, inevitabilmente, gioca un ruolo cruciale in ogni impresa sportiva.

Sento che, quando mangio bene, il mio corpo la mattina si sveglia automaticamente più attivo, riesco ad allenarmi meglio. Quando capita di sgarrare e mangiare qualche schifezza faccio fatica a svegliarmi, arrivo in campo più stanco, ci metto di più a riscaldarmi. L’alimentazione cambia tutto: la nutrizione è fondamentale tanto quanto l’allenamento fisico e preparazione mentale, perché il tuo corpo trasforma il cibo in energia, la stessa che ti permette di performare meglio, di resistere alla fatica e anche di recuperare al meglio”.

Preparazione, dedizione, metodo e, spesso, anche compromessi: c’è tutto questo nella manciata di secondi che separano l’atleta dal traguardo. Il mestiere dello sportivo, alla fine, si concentra in un sottile equilibrio dove si impara dal proprio corpo a costruire le condizioni necessarie per vivere in modo costruttivo l’agonismo che arde nel profondo e che spinge, prima di tutto, a essere in competizione con se stessi.

Una dimensione in cui, almeno all’apparenza, è un solo uomo a fronteggiare la pista rossa e a farsi carico ogni volta di una notevole dose di tensione e aspettative. E se da una parte è vero, dall’altra arrivare a posare un piede sullo start dei Giochi Olimpici è già di per sé il traguardo di un team dove ogni membro si dedica ad un unico obiettivo.

Io nelle interviste parlo sempre al plurale”. Se un comune spettatore si può illudere che 100 metri in 9”94 secondi sia un risultato individuale, ebbene non ha fatto i conti con la squadra. “Credo di non essere mai in pista effettivamente da solo, ma lo sono con tutto il mio team”.

Marcell Jacobs è attualmente impegnato nella preparazione delle qualificazioni per le Olimpiadi di Parigi 2024. Cetilar® lo affianca nel percorso per contribuire al miglioramento della sua performance: il suo supporto sarà prezioso anche per fornire importanti feedback sui prodotti delle due linee Cetilar ®, trauma e nutrition, con l’obiettivo di proseguire il lavoro di ottimizzazione e miglioramento dei prodotti dedicati al mondo dello sport.

 

 

Oltre 7000 amatori si sono dati appuntamento lo scorso 3 marzo alla Fortezza Medicea di Siena per partecipare alla Gran Fondo Strade Bianche 2024, dando il via a una sfida di più di 138 km, di cui 41 di sterrato, per 2000 metri di dislivello totale.

Nove i settori sterrati che i ciclisti hanno affrontato prima di raggiungere Piazza del Campo dopo una gara combattutissima che ha visto trionfare Diego Frignani nel settore maschile e Marine Lenehan nel femminile.

Cetilar® ha partecipato in veste di partner nutrition, sposando gli obiettivi di una competizione amatoriale molto sentita e importante per il territorio. Sportivi e appassionati hanno avuto modo di provare i prodotti della linea Cetilar® Nutrition, pensati per rispondere alle esigenze degli atleti e formulati per fornire un apporto energetico ottimale e sostenere le performance prima, dopo e durante lo sport.

La nutrizione sportiva Cetilar® nasce proprio focalizzando l’attenzione sulla risposta dell’organismo quando sollecitato durante l’attività fisica, in modo da fornire agli atleti prodotti bilanciati e di alta qualità, ricchi di nutrienti efficaci.

Cetilar® Nutrition ha inserito nella gamma anche carboidrati in polvere o gel arricchiti con caffeina che permettono un rilascio adeguato e duraturo di energia durante l’attività fisica, aiutando a ridurre la percezione dello sforzo e il senso di stanchezza fisico e mentale.

La caffeina come alleato nell’integrazione sportiva

LaPresse – Fabio Ferrari

La caffeina è utile per migliorare la performance sportiva, soprattutto se assunta almeno 30 minuti prima di iniziare l’allenamento o la gara. Si tratta, infatti, di una sostanza che agisce principalmente a livello del sistema nervoso, riducendo la percezione dello sforzo. Inoltre, la caffeina contribuisce a migliorare l’afflusso sanguigno ai muscoli, rendendo più efficiente il consumo delle scorte endogene di glicogeno.

Uno studio condotto dall’International Society of Sports Nutrition ha evidenziato che la caffeina può migliorare la concentrazione e la resistenza fisica durante sessioni di allenamento lunghe ed intense. È il caso della Gran Fondo Strade Bianche: un impegno fisico e mentale che comporta alto dispendio energetico dal primo all’ultimo istante.

Sono quattro i prodotti della gamma Cetilar® Nutrition formulati con l’aggiunta di caffeina per garantire una spinta in più agli sportivi impegnati nelle sessioni di allenamento e gara endurance: Race Gel Caf, Endurance Gel, Endurance Carb e Race Carb Caf. I ciclisti, impegnati in una disciplina sportiva dove sono richieste resistenza e concentrazione, possono trarre beneficio dai carboidrati con caffeina perché l’associazione tra i due componenti può favorire l’ossidazione dei carboidrati esogeni in quantità maggiore rispetto all’assunzione di soli carboidrati.

Scopri tutti i prodotti per la nutrizione sportiva di Cetilar® Nutrition sul nostro shop.

 

Sembra una manciata di anni fa, eppure ne sono passati 26, da quando la copertina di un celebre settimanale recitava: “L’Italia è una Repubblica fondata sul pallone”. Abituati a ben altre provocazioni e ormai avvezzi a notizie più drammatiche, è difficile spiegare l’impatto che all’epoca ebbe sui lettori, suscitando non poco sdegno.

La verità, a rischio di scadere nella blasfemia, è che il calcio, in Italia, è niente meno che una fede, capace di infiammare gli animi, commuovere fino alle lacrime, scatenare conflitti o consolidare alleanze. È una giostra di emozioni, uno sport meraviglioso che regala 90 minuti di oblio da tutto il resto.

“I calciatori sono visti come supereroi ma dietro c’è un semplice e comune essere umano, con i suoi limiti, le sue paure e le sue incertezze. Pertanto, avere un buon equilibrio psicofisico in campo e fuori dal campo fondamentale per rendere al meglio in campo”.

“Il calcio è una metafora della vita”, ovvero una scuola da cui imparare a stare in gruppo ed essere altruisti, leali e umili. D’altronde una partita non si riduce solo al risultato: vincere o perdere determina i punti in campionato ma è anche, e soprattutto, l’occasione per testare se stessi, l’efficacia degli allenamenti e consolidare l’alchimia della squadra.

“Servono testa e talento per andare avanti. Nel calcio l’impegno, il duro lavoro e il sacrificio servono per raggiungere l’obiettivo”.

La storia del Pisa Sporting Club è l’emblema dell’impegno, del duro lavoro e del sacrificio: erano gli inizi del ‘900 quando alcuni ragazzi cominciarono a giocare con un pallone di stracci e le porte create con i cappotti, gli stessi giovani studenti che il 9 aprile 1909 fondarono la squadra a cui ancora oggi molti cittadini giurano fedeltà eterna.

Sono passati 115 anni, il mestiere del calciatore è decisamente cambiato, così come sono cambiate l’intensità degli allenamenti e le dinamiche interne ed esterne al campo di gioco, ma il valore della squadra è rimasto intatto.

“La squadra è fondamentale, poiché è importante creare equilibrio e rispetto tra i singoli membri del team per promuovere una competizione sana e sviluppare un senso di appartenenza. Perché la vittoria non è del singolo ma quando si vince si vince tutti insieme”.

Una squadra che cresce, si allena e punta ad un unico obiettivo: la migliore performance possibile. In allenamento come in partita, ogni atleta deve essere tenere il passo con ritmi sempre più serrati, allenando abilità tecniche e fisiche per ridurre anche il rischio di infortunio.

“La performance racchiude i principi di una vera e propria disciplina sportiva: tecnica, allenamento fisico, senso di squadra, preparazione mentale. Il giocatore di alto livello deve lavorare su tutt’e quattro le aree per superare i propri limiti e il limite non deve essere visto come un concetto negativo, ma deve essere visto come un obiettivo da raggiungere e superare”.

Lavorare sui propri limiti è la base del lavoro di qualunque atleta professionista: analizzarli, capirli e superarli sono fasi di un processo quotidiano dove subentrano componenti essenziali, come tecnica e preparazione atletica, ma non solo. L’allenamento mentale è altrettanto importante per permettere al singolo giocatore di raggiungere il proprio potenziale, imparando a gestire l’impatto emotivo del calcio professionistico con tutto il carico di problematiche che potrebbero influire negativamente sul percorso di crescita dell’atleta, soprattutto in giovane età.

“L’aspetto psicologico e l’allenamento mentale sono molto sottovalutati nel mondo del calcio. I ragazzi oggi hanno tante aspettative, illusioni, pressioni da se stessi, dalla famiglia, la stampa, i tifosi, i social. Saperle controllare con il giusto equilibrio è fondamentale. Le informazioni e gli input che ti arrivano, positivi o negativi che siano, sono migliaia e saperli gestire è la parte più complessa ed importante”.

Cetilar® ha da poco festeggiato il primo lustro come main sponsor sulle maglie nerazzurre, suggellando un sodalizio che condivide l’amore per il territorio e lo sport e tutto ciò che rappresenta: determinazione, divertimento ma anche educazione e rispetto.

I giocatori del Pisa Sporting Club sono tra i primi sportivi ad aver testato i prodotti della linea Cetilar® Nutrition, studiati e formulati per supportare le prestazioni sportive e favorire l’apporto di nutrienti essenziali, fornendo allo sportivo una fonte affidabile di energia durante l’attività fisica.

“La nutrizione, così come il recupero fisico e il riposo mentale, fanno parte di quell’allenamento invisibile, che nessuno vede, ma che è importante allo stesso modo dell’allenamento fisico. Senza un corretto programma di nutrizione si rischia di vanificare tutto. Parliamo quindi di nutrizione quotidiana ma soprattutto di integrazione alimentare, fondamentale per la miglior resa possibile di un atleta”.

La squadra del Pisa Calcio ha macinato moltissima strada da quel pallone di stracci che rotolava in piazza San Paolo a Ripa d’Arno, mossa da una forza che accomuna la fede calcistica in ogni angolo del pianeta: la passione.

 

Per un atleta è fondamentale prestare attenzione al proprio apporto calorico: un primo passo fondamentale per garantire il proprio benessere e la propria salute, oltre ad essere un aspetto indispensabile per mantenere alte le proprie performance sportive. Per questo motivo, una corretta alimentazione sportiva deve introdurre tante calorie quante se ne consumano: per farlo è necessaria, oltre all’attività fisica, anche seguire una corretta dieta, sana, equilibrata e bilanciata.

Una corretta alimentazione sportiva per garantire il giusto apporto calorico

Per permettere un’adeguata attività fisica è indispensabile seguire una corretta nutrizione sportiva. Infatti, se non viene seguita una corretta dieta, c’è il rischio di assumere troppe calorie, le quali poi si vanno ad accumulare nel nostro corpo dando origine ad accumuli di grasso che potrebbero inficiare le nostre prestazioni sul campo, oltre a causare a lungo andare problemi di salute al nostro organismo.

Non solo, seguire una dieta normo calorica permette anche di aumentare la massa muscolare, aumentando la probabilità di ridurre le nostre performance sportive, ma anche di accusare spossatezze e sonnolenza durante la routine quotidiana. Inoltre, secondo alcune ricerche un’adeguata massa muscolare consente di bruciare più calorie, anche a riposo.

Se poi l’obiettivo della nostra alimentazione sportiva è semplicemente quello di perdere peso è consigliato svolgere anche un’attività fisica di tipo aerobica, cioè a bassa intensità e a lunga durata, come la corsa, il ciclismo o anche semplicemente camminare per lunghe distanze. Tuttavia, a prescindere da quello che è il nostro scopo, bisognerebbe sempre evitare di seguire una dieta fai da te, preferendo invece rivolgersi ad un professionista del settore.

Un apporto calorico bilanciato per tenere alte le performance

Per migliorare le proprie performance sportive, un atleta deve mantenere un adeguato apporto calorico rispetto la disciplina che pratica. È evidente che un atleta di arti marziali dovrà assumere un quantitativo maggiore rispetto agli sportivi che praticano tiro con l’arco o al piattello. Ecco perché una dieta corretta a 360 gradi dovrebbe tenere conto, oltre al metabolismo basale dell’atleta, cioè le calorie bruciate a livello fisiologico, anche dell’effettivo dispendio energetico sport specifico.

Per massimizzare le proprie performance, è consigliato assumere la maggior parte di queste calorie aggiunte da carboidrati, da introdurre sia nel pre che nel post workout. Indispensabile anche assicurare al nostro organismo alimenti proteici che permettono il corretto funzionamento del nostro sistema muscolare. Un’ottima soluzione è quella di mangiare pane integrale con marmellata senza zuccheri aggiunti prima di fare sport e consumare un panino con la bresaola dopo l’attività fisica.

Se l’apporto calorico che assumiamo è minore rispetto a quello di cui il nostro corpo avrebbe bisogno, i segnali vanno ben oltre l’affaticamento e le basse performance che potremmo avere sul campo. Un deficit di calorie può portare il nostro organismo a dolore prolungato, frutto della mancanza di nutrimenti, e quindi anche a infortuni o lesioni poiché sia la funzione immunitaria che la riparazione muscolare dipendono dall’energia e dai nutrienti del cibo. Un altro sintomo che indica un apporto calorico insufficiente sono le vertigini, frequenti quando il nostro corpo non ha abbastanza energie.

C’è però una buona notizia: incrementare il nostro apporto calorico quotidiano in modo sano non è difficile. Basta aggiungere nella nostra dieta alcuni spuntini bilanciati ed equilibrati, come un frutto, un cubetto di grana oppure un avocado toast. Una comoda alternativa è pensata dalle Balance Race Bar di Cetilar® Nutrition. Si tratta di barrette proteico-energetiche bilanciate, una soluzione comoda e veloce che nei suoi 60 grammi contiene i principali macronutrienti oltre a due minerali in forma Sucrosomiale®, ferro da SiderAL® e magnesio da UltraMag®, che garantiscono il corretto metabolismo energetico del nostro organismo.

Quando è strettamente legato all’imprevedibilità degli elementi naturali, lo sport prende una connotazione simile all’avventura. Nel caso della vela, l’uomo ha imparato una cosa fondamentale: il mare e il vento non possono essere domati. Possono essere ascoltati, capiti e, soprattutto, rispettati.

Il successo di un team che ha scelto il mare come terreno di gioco, non si misura solo in base alle abilità tecniche e atletiche, perché la performance è anche strettamente connessa alla comprensione dell’ambiente circostante e alla concentrazione sull’obiettivo finale.

“Ogni regata è un mix perfetto di abilità, tecnica e strategia ed è parte di un lungo percorso di impegno e di successo.  La nostra sfida va ben oltre la competizione velica, è una ricerca continua della perfezione nella performance”.

La storia di Luna Rossa Prada Pirelli si fonda sulla passione per la vela, l’amore per il mare e la volontà di superare i limiti posti dalla natura. Il fattore umano, quindi, è decisivo sia per quanto riguarda il sailing team, sia nella fase di ricerca e sviluppo. Ecco perché Cetilar® è al fianco dell’equipaggio di Luna Rossa Prada Pirelli nella campagna per la 37^ edizione dell’America’s Cup con il progetto Human Performance, volto a seguire l’equipaggio su vari aspetti preliminari, come preparazione atletica, prevenzione infortuni, nutrizione e preparazione mentale.

“Grazie al programma “Human Performance” di PharmaNutra, il concetto di allenamento assume una dimensione nuova e allargata che abbraccia varie tecniche, per nutrire e formare non solo il corpo ma anche la mente. Un buon training deve riuscire a creare spirito di gruppo e deve anche essere stimolante, divertente perché fare sempre la stessa cosa ogni giorno rischia di annoiare i ragazzi e di far perdere la concentrazione, annullando, di fatto, il risultato. Per questo abbiamo deciso di inserire, nel programma standard, alcune discipline come yoga o arti marziali che, oltre a rafforzare lo spirito di squadra, sono utilissime per la mobilità, i riflessi, la coordinazione”.

L’impegno a cui sono sottoposti i membri dell’equipaggio di Luna Rossa Prada Pirelli è ben più intenso di quanto ci si possa aspettare: concentrato in 25/30 minuti di regata, lo sforzo fisico e psicologico dei velisti è, infatti, enorme. Gli sbalzi di temperatura, l’alto tasso di concentrazione richiesto e il metabolismo che subisce una rapida accelerazione, sono ulteriori fattori di stress psicofisico. Per questo allenamento multidisciplinare e nutrizione sono due aspetti imprescindibili, che vanno curati con estrema precisione.

“La nutrizione sostiene non solo il corpo, ma anche la mente. La salute alimentare è il segreto dietro al successo delle proprie performance”.

L’allenamento fisico di un velista è strettamente correlato alla sua preparazione mentale. Allenarsi, quindi, assume un significato ben più ampio: non solo il corpo deve reagire a pressioni estreme, ma deve mantenere anche la prontezza di riflessi e la lucidità mentale per prendere le decisioni giuste al momento giusto.

“Il recupero fisico e mentale è parte integrante del nostro training. La collaborazione con medici specializzati garantisce un approccio completo e comprende aspetti come sonno, mindfulness e meditazione”.

L’orizzonte verso cui sta navigando Luna Rossa Prada Pirelli è quello dell’America’s Cup, la competizione velica più importante e prestigiosa che esista, nonché il trofeo sportivo più antico del mondo. Un pezzo di storia dello sport moderno che si è evoluto fino ad assumere i connotati di una regata leggendaria, capace negli anni di far impostare la sveglia alle 3 del mattino a persone dall’altro capo del mondo, pur di vivere in diretta l’emozione di una moderna Odissea.

“La sfida, la strategia e la velocità delle imbarcazioni creano un contesto emozionante, dove ogni manovra può fare la differenza! In ogni competizione lo stimolo è fondamentale perché, quando c’è un traguardo, anche se lontano, non vedi l’ora di competere per raggiungerlo”.

Strategie e manovre sono frutto del lavoro di squadra, dove ogni atleta punta alla perfezione. Affrontare una regata è la sintesi perfetta tra agonismo e legame ancestrale dell’uomo con il mare, tra attesa e forza esplosiva, tra la rotta verso un continuo miglioramento e l’inseguimento della vittoria.

“Il lavoro di squadra richiede umiltà e consapevolezza, la sconfitta va trasformata in un’opportunità di crescita all’interno della curva di apprendimento e in un’occasione di team building”.

Parafrasando il “marinaio per eccellenza”, Corto Maltese, ogni opportunità è un orizzonte aperto, un invito ad andare il cui richiamo è troppo forte per opporre resistenza.

Da due cicli olimpici a questa parte, la sinergia tra la Federazione Italiana Vela (FIV) e PharmaNutra SPA ha portato a risultati significativi nel supportare gli atleti di vertice della vela italiana. Oggi, annunciando con orgoglio la prosecuzione di questa collaborazione con il brand Cetilar®, la FIV conferma l’impegno nel fornire ai suoi atleti non solo una gamma di prodotti innovativi ma anche una struttura di supporto scientifico e medico di prima classe.

In un settore dove il margine di miglioramento è costantemente ricercato, Cetilar® e FIV si concentrano ora sull’ottimizzazione dell’integrazione e della nutraceutica per elevare ulteriormente la performance degli atleti. L’intervento del Medical Partner FIV, attraverso il Progetto Human Performance, mira a raffinare le strategie di benessere e prestazione dei velisti.

La collaborazione aveva già visto un’espansione significativa l’anno scorso con il supporto di Cetilar® alla Foil Academy powered by Luna Rossa, consolidandone la posizione come Human Performance Partner del team Luna Rossa Prada Pirelli.

Il percorso di preparazione degli atleti si fonda su quattro pilastri: preparazione atletica, prevenzione infortuni, nutrizione e preparazione mentale.

Nel quadro del Programma Human Performance, PharmaNutra mette a disposizione la sua profonda competenza nell’analisi della composizione corporea attraverso l’impedenziometria, e nella nutrizione e supplementazione mirata a base di micro e macro-nutrienti, per facilitare un miglioramento tangibile e misurabile delle performance atletiche.

Questa fase iniziale del rafforzamento della partnership vedrà un focus particolare su un gruppo esclusivo di atleti della Squadra Nazionale. Questo nucleo selezionato riceverà un supporto personalizzato che considererà non solo la classe specifica di appartenenza e le fasi di allenamento e competizione, ma anche le caratteristiche individuali di ciascun atleta, garantendo un supporto preciso e calibrato.

Questo il commento di Giacomo Cappè, Responsabile Medico del settore Preparazione Olimpica e Alto Livella FIV: “Per garantire ad atleti d’élite un apporto adeguato di macro- e micro- nutrienti, che consenta il raggiungimento di goals specifici su forza, capacità aerobiche e peso corporeo, è importante poter ricorrere a prodotti per l’integrazione alimentare energetica e nutraceutica. Preziosa la collaborazione del Dott. Germano Tarantino, Chief Scientific Officier e Board member di PharmaNutra, che ci ha guidato nella scelta dei prodotti più indicati, tra quelli della innovativa linea Cetilar® Nutrition, per uno sport, la vela, che presenta tipologie di lavoro muscolare e cardio-vascolare, per intensità ma soprattutto per progressione temporale, uniche e non assimilabili ad altre discipline per le quali l’industria dell’integrazione sportiva produce, da tempo ormai, linee dedicate. Gli strumenti ed i dati per questo tipo di analisi sono stati forniti dal nostro Settore Performance, diretto da Luca De Pedrini, che da anni registra parametri, durante regate ed allenamenti, inerenti le prestazioni fisiche e la percezione soggettiva da parte dell’atleta del proprio stato di benessere. In funzione degli obiettivi di allenamento e dell’andamento dei dati raccolti, viene programmato tutto il lavoro che l’atleta dovrà svolgere durante il quadriennio e registrati quindi anche i fabbisogni nutrizionali in tempo reale.”

Questo approccio personalizzato segna l’inizio di un’ambiziosa strategia futura, che si baserà su questa sperimentazione iniziale per stabilire un modello di valutazione e progresso continuo per gli atleti della vela italiana.

Per garantire l’efficacia e la precisione dell’intervento, la distribuzione dei prodotti Cetilar® sarà attentamente differenziata, considerando il tipo di disciplina velica, il calendario di allenamento e gara per ogni classe, e le necessità fisiche dei singoli atleti selezionati.

“Lo sport è nel nostro DNA, la vela lo è ancora di più, perché è una passione che sia io che mio fratello Andrea portiamo avanti in prima persona da tanti anni”, spiega Roberto Lacorte Vicepresidente di PharmaNutra SPA. “Per questo il supporto che diamo alla Federazione Italiana Vela non si limita ad una sponsorship, ma è qualcosa di più radicato, che trova la sua massima espressione nel Progetto Human Performance, dedicato ad atleti di alto livello che, in questo caso specifico, affiancheremo per le stimolanti sfide dei prossimi mesi.”

Questo il commento del Presidente della Federazione Vela Francesco Ettorre: “Siamo orgogliosi di avere instaurato dei rapporti saldi e di prospettiva con i nostri partner. Questo progetto dimostra come la stretta collaborazione tra il mondo sportivo e le eccellenze nei vari campi possa portare a nuovi orizzonti di crescita comuni. PharmaNutra da sempre è attenta alle nostre necessità e questo ulteriore passo fatto insieme ci permette di guardare al futuro ponendoci nuovi stimolanti obiettivi.”

Sport e ambiente creano un’unione indissolubile e la Gran Fondo dell’Argentario ne è una prova: partenza da Porto Santo Stefano per il gruppo ciclistico che ancora una volta si è cimentato con un percorso che mescola divertimento, impegno agonistico e un panorama che rende questa competizione unica nel suo genere. In 554 hanno tagliato il traguardo, con il miglior tempo registrato da Stefano Valdrighi di 1 ora, 49 minuti e 20 secondi. A completare il podio Giuseppe Panariello e Mattia Toccafondi.

Cetilar® ha scelto di supportare una realtà locale con uno stand prodotti e fornendo il kit gara, identificandosi appieno nei valori della disciplina Gran Fondo, dove preparazione atletica e mentale sposano l’importanza della nutrizione sportiva.

Ma come ci si prepara per una Gran Fondo? Non è un caso che le Gran Fondo vengano definite le maratone del ciclismo e, in quanto tali, c’è chi le affronta con spirito agonistico agguerrito e chi invece preferisce godersi i paesaggi mettendosi alla prova con uno spirito molto più… blando.

In entrambi i casi, lo sforzo richiesto al fisico è intenso e prolungato, ragion per cui la partecipazione ad una Gran Fondo non può essere improvvisata. Il primo passaggio fondamentale è allenare la resistenza per evitare di farsi travolgere dalla fatica già dopo pochi chilometri.

La tabella di marcia dei mesi che anticipano la partecipazione alla Gran Fondo prevede, quindi, allenamenti in palestra con lo scopo di guadagnare forza muscolare non solo nelle gambe ma anche nella zona addominale e negli arti superiori.

Nutrizione e idratazione sono complementari all’allenamento per garantirsi una prestazione di tutto rispetto anche a livelli non agonistici: ecco perché per supportare la performance è necessario prestare attenzione soprattutto a tre aspetti, primo tra tutti lo stato di idratazione.

In secondo luogo, è bene suddividere l’apporto calorico in tre pasti principali e due o tre spuntini, adottando una dieta ricca di vitamine e minerali e anche carboidrati, fonte principale di energia da bruciare durante una gara sportiva.

Terzo ma non ultimo consiglio, meglio ridurre (o, meglio, eliminare) il consumo di bevande alcoliche e zuccherate soprattutto nei giorni che precedono la gara. Ma via libera ai brindisi dopo il traguardo!

Il team Cetilar Racing ritorna sul podio e lo fa proprio nella 12 Ore di Sebring, al termine di un week-end straordinario, esattamente due anni dopo la vittoria conquistata nel 2022 sullo stesso circuito della Florida.
 
Roberto Lacorte, Antonio Fuoco e Giorgio Sernagiotto hanno centrato con la Ferrari 296 GT3 numero 47 un secondo posto nella classe GTD che vale oro, su quello che è il tracciato più impegnativo del calendario, e che conferma l’ottimo lavoro svolto dal team e dagli uomini di AF Corse, come sempre perfetti e fondamentali sotto l’aspetto della gestione tecnica. Un risultato importante, a cui si è aggiunta anche la vittoria nella Bob Akin Bronze Cup.
 
Il secondo appuntamento della serie Endurance dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship si è concluso con un risultato per certi versi inaspettati, ma che certamente rispecchia al cento per cento il valore del pacchetto piloti-team e della vettura. Vettura che Cetilar Racing ha portato per la prima volta in pista nella serie americana lo scorso anno e che ha sviluppato anche e soprattutto nell’ottica di questa stagione.
 
Questa 72ª edizione della 12 Ore di Sebring era iniziata con qualche difficoltà, incluso un tamponamento subito nelle fasi iniziali da Lacorte, autore del secondo stint di guida dopo che a prendere il via era stato Fuoco, quest’ultimo venerdì davanti a tutti al termine della sessione di qualifica.
 
La gara ha visto inizialmente la Ferrari 296 GT3 numero 47 perdere qualche posizione. Tra varie vicissitudini, l’equipaggio del team Cetilar Racing è riuscito comunque a rimanere sempre a pieni giri, andando ad inserirsi stabilmente nei primi quattro posti a circa tre ore dal termine ed agguantando alla fine il secondo piazzamento.
 
Un podio a Sebring è roba seria… Pole position e un secondo posto, dopo la vittoria di due anni fa, conferma che qui andiamo veramente forte – ha commentato Roberto LacorteSono felicissimo per Ferrari, Antonello Coletta, AF Corse e tutti i ragazzi che lavorano davvero con il cuore”.
 
È stata dura, più del previsto. Penso che oltre a questo non si poteva fare – ha aggiunto Antonio FuocoAlla fine ho sostenuto un triplo stint e con questo caldo è stato veramente difficile, anche fisicamente. Dopo un inizio non semplice, siamo riusciti a risalire bene. Oggi possiamo essere soddisfatti, essendoci ripresi quello che avevamo perso alla 24 Ore di Daytona”.
 
Sebring per noi è dolce! Nonostante sia la pista più difficile della stagione, qui riusciamo sempre a dare il meglio di noi stessi – sono state le parole di Giorgio Sernagiotto – Per come era iniziata la gara, non pensavo proprio che potessimo arrivare sul podio. Tuttavia, abbiamo fatto veramente un bel lavoro. Personalmente non ho commesso errori, Antonio come sempre si è dimostrato un fuoriclasse e Roberto è sempre veramente bravo ed un Bronze eccellente… abbiamo messo insieme tutti i pezzi ed è arrivato questo risultato”.
 
E adesso si guarda con grande ottimismo anche al prossimo round, quello della 6 Ore di Watkins Glen in programma nel fine settimana del 22 e 23 giugno.

Anche per chi segue una dieta vegana valgono le indicazioni generali che si danno agli atleti che con la loro alimentazione sportiva vogliono migliorare le proprie performance sul campo. In primo luogo, anche per il veganismo, una corretta dieta deve essere bilanciata ed equilibrata e mettere al centro cibi sani, in primis per garantire salute e benessere al nostro corpo, ma anche per mantenere alte le nostre performance sportive. Il consiglio è di non fare di testa propria, ma di affidarsi ad un professionista della salute, come un nutrizionista: questo perché la migliore nutrizione sportiva da seguire è quella pensata ad hoc, atleta per atleta.

Veganismo e sport: alcuni consigli per una corretta nutrizione sportiva

La dieta vegana è assolutamente compatibile con il fabbisogno di un atleta, sia amatoriale che agonistico, a patto che si assuma la quantità adatta di calorie, in modo proporzionale all’attività fisica svolta.

Le linee guida per l’alimentazione vegana degli sportivi che praticano sport di resistenza prevedono che i macronutrienti debbano essere correttamente bilanciati. I carboidrati dovrebbero corrispondere a circa il 60% delle calorie che assumiamo nella nostra dieta, preferendo quelli contenuti in cereali, tuberi e legumi. In misura minore quelli in marmellata, zucchero e dolci.

Gli alimenti proteici devono rappresentare circa il 15% delle calorie complessive; infine, i lipidi, cioè i grassi, indispensabili per dare energia al nostro corpo, devono costituire il 25% della nostra nutrizione.

Anche le proteine, altro macronutriente chiave nell’alimentazione di chi fa sport, non sono un problema per il veganismo. Nonostante spesso si pensi il contrario, anche una dieta vegana contiene alimenti proteici, indispensabili perché costituiscono la massa muscolare, oltre a essere una componente necessaria per mantenere attive le funzioni fisiologiche. Gli esempi di alimenti proteici vegani sono tantissimi:

  • Seitan, composto dal 75% da proteine, in 100 grammi fornisce il fabbisogno quotidiano di alimenti proteici;
  • Lenticchie, 26 grammi di proteine per 100 grammi, che oltretutto sono ricche di ferro, magnesio, potassio e hanno un alto contenuto di fibre e vitamine;
  • Burro di arachidi, 25 grammi di proteine per 100 grammi, un alimento ricco di potassio, fibre, magnesio che contiene anche vitamina B-6;
  • Semi di canapa, che oltretutto hanno un effetto antinfiammatorio

Attenzione però: le proteine vegetali hanno un valore biologico inferiore rispetto a quelle animali, oltre ad avere una digeribilità più bassa. L’organismo umano non riesce a scomporre tutte le proteine vegetali e soltanto l’80% percento delle proteine vegetali viene assorbito e utilizzato dall’organismo. Per questo viene consigliato di aumentare l’apporto proteico: in media, un atleta vegano ha un fabbisogno proteico di 0,3/kg superiore rispetto ad un atleta onnivoro.

Come abbiamo evidenziato, all’interno della dieta vegana non mancano le fonti energetiche, ma bisogna prestare attenzione a non eccedere con il consumo di fibre che potrebbero causare problemi intestinali. Infatti, nonostante le fibre alimentari siano essenziali per la salute dell’organismo, si consiglia di non superare i 45/50 grammi a pasto. In questo senso, gli sportivi vegani possono indirizzarsi verso il consumo di cereali non integrali, cerali decorticati, alghe e frutta secca.

Inoltre, è fondamentale mantenere nella nutrizione sportiva il giusto quantitativo di ferro, calcio, zinco e vitamine del gruppo B. Analogamente, è importante includere il giusto apporto di Omega 3: infatti, questo tipo di grassi polinsaturi ha un ruolo chiave per chi fa sport, soprattutto per via delle proprietà antinfiammatorie, cruciali nella fase di recupero. In commercio esistono integratori di Omega 3 vegetali derivati da alghe marine, ma sono un’ottima fonte di Omega 3 anche alcuni alimenti comuni come i semi di lino, di chia, la soia e i relativi olii e l’olio di germe di grano. Discreti livelli di Omega 3 sono contenuti anche in mandorle, pinoli, pistacchi, noci pecan e brasiliane, nocciole, anacardi, semi di girasole e di zucca.

Dieta vegana e sport: una corretta idratazione alla base della nutrizione sportiva

Una corretta alimentazione sportiva, nell’ottica del binomio veganismo e sport, non può prescindere da un’adeguata idratazione. Per gli atleti è fondamentale bere almeno 2 litri di acqua al giorno mantenendosi sempre idratati prima, durante e dopo l’attività fisica. Una bassa idratazione riduce le performance sportive e aumenta il livello di affaticamento mentre facciamo sport.

Un’ottima strategia per mantenere adeguata idratazione e compensare il mix di nutrienti bruciati durante l’attività fisica è pensata da Cetilar® Nutrition. Si chiama Hydrate Fast e si tratta di una polvere in stick a base di sodio, magnesio idrossido (UltraMag® Marine) e altri sali minerali all’aroma agrumato, adatto per colore che seguono una dieta vegetariana o vegana. Hydrate Fast può essere consumato prima, durante e dopo l’attività fisica, a seconda delle esigenze, per permettere al nostro corpo di mantenere altre le nostre performance.

L’infortunio è un evento fisiologico che può avvenire nel corso dell’attività di un atleta agonista che, quotidianamente, si trova a testare i propri limiti. Benché un infortunio sia un evento che, per quanto spiacevole, sia da preventivare, quando ne avvengono due o più a distanza ravvicinata, qualunque sia l’entità, può essere un segnale di avvertimento di un disequilibrio di fondo.

Il ruolo del benessere mentale nell’incidenza degli infortuni

La consapevolezza della propria condizione gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel recupero dall’infortunio, poiché per raggiungere un obiettivo spesso entrano in gioco dinamiche che possono portare all’estremo i propri limiti, pagando un prezzo troppo alto.

Troppo spesso la retorica sportiva porta a considerare ragionevole il tentativo di raggiungere un risultato a ogni costo. Non tutti gli atleti che si impegnano al massimo delle proprie potenzialità riescono ad ottenere prestazioni di alto livello: la realtà è che molti raggiungono solo sporadicamente la prestazione a cui ambiscono, senza però poi riuscire a mantenere una continuità. Altri, invece, non riescono nemmeno ad avvicinarsi al livello di performance desiderato.

Alla base di infortuni ricorrenti e prestazioni lontane dalle proprie aspettative potrebbe quindi celarsi il bisogno di agire sulla salute mentale di un atleta: la letteratura scientifica sportiva, infatti, collega strettamente infortuni e benessere mentale. Un alto e cronico livello di tensione nervosa, accompagnato da scarsa consapevolezza della sua natura e dei modi migliori per gestirlo, genera rigidità generale e vari contraccolpi di natura muscolo-scheletrica. La tensione comporta anche una inefficiente valutazione del rischio: la foga impiegata per scaricare la tensione può tramutarsi in rischi inutili o eccessivi.

Le cause per cui un atleta si trova ad affrontare un periodo di disequilibrio sono molteplici ma si ripercuotono inevitabilmente su diversi aspetti dell’attività sportiva, aumentando l’incidenza degli infortuni e portando talvolta all’abbandono dell’attività agonistica.

Gestire un infortunio

Da dove partire per gestire un infortunio? Innanzitutto, può essere occasione di riflessione. Lo stop forzato può e deve essere occasione di riconsiderazione generale degli equilibri dell’atleta. Purtroppo, questa fase è invece spesso vissuta come tempo perso, la cui causa è da ricondurre semplicemente a sfortuna, cattiva preparazione atletica o debole costituzione generale dovuta a fattori genetici imponderabili. In questa fase è importante valutare anche la funzione del dolore.

Il dolore, infatti, è un segnale che può rimanere ben impresso nella memoria anche a distanza di molto tempo da quando si è manifestato in modo acuto. Lo sportivo che subisce un infortunio si trova così a dover affrontare non solo il lavoro fisico necessario per ristabilirsi completamente, ma anche le ansie e le preoccupazioni legate alla paura che il dolore ritorni, che l’infortunio si ripeta, che il danno sia più grave del previsto, che niente sia come prima.

Non è una stranezza. Il sistema nervoso umano, infatti, è programmato per dimenticare solo quei traumi talmente gravi da mettere in discussione la stabilità psicofisica. In quei casi, entrano in gioco i meccanismi dovuti allo shock funzionali a preservare la stabilità psico-emotiva, limitando la trascrizione nella memoria degli eventi e delle sensazioni legate al trauma.

In tutti gli altri casi, il ricordo del dolore viene invece coltivato e custodito in una parte della memoria a cui accedere con estrema facilità. Questo meccanismo non aiuta di certo lo sportivo infortunato. Se però viene interpretato alla luce dei meccanismi evolutivi e di sopravvivenza, risulterà allora molto più accettabile: ricordare il dolore serve a motivarci a non riviverlo.

Benessere mentale dell’atleta: gestire la fase di recupero dall’infortunio

Cosa può fare lo sportivo per vivere la fase di recupero e di rientro al meglio dal punto di vista mentale?

Prima di tutto, non incolparsi per l’incapacità di rimuovere il ricordo del dolore. È necessario essere consapevoli che è non ci si può costringere a dimenticare il dolore ma è altrettanto normale che il ricordo si affievolisca con il tempo. Bisogna avere molta pazienza con se stessi. Conoscere e accettare questo meccanismo, che fa parte dell’essere umano, permette di superare più facilmente i pensieri negativi, senza sprecare energie nel rifiutarli, opponendo un’inutile resistenza che genera solo paura: un gorgo capace di risucchiare le energie fisiche e mentali.

Il secondo consiglio è quello di inserire nel programma di recupero delle piccole sfide giornaliere, cioè comportamenti che vadano a sollecitare determinate sensazioni. Ad esempio, un atleta può mettere gradualmente alla prova la parte del corpo reduce dall’infortunio prestando attenzione alla risposta del proprio corpo.

Dare ascolto alle sensazioni aiuta a conoscere meglio quella parte del nostro corpo che, con l’infortunio, ha subito una trasformazione, un cambiamento. Su questo aspetto non riflettiamo mai abbastanza: un infortunio, piccolo o grande che sia, lascia sempre un segno e cambia gli equilibri della parte del corpo interessata, anche se apparentemente tutto è tornato uguale. Conosciamola meglio, quella parte di noi: saremo allora in grado di sfruttarla al meglio delle sue nuove, mutate capacità.

STEFANO NICOLETTI

Mental Coach

Era il 19 marzo del 2022 quando Roberto LacorteAntonio Fuoco e Giorgio Sernagiotto portarono al successo nella classe GTD la Ferrari 488 GT3 EVO 2020 nella 70ª edizione della 12 Ore di Sebring. Esattamente due anni dopo, l’equipaggio tricolore del team Cetilar Racing affronta con lo stesso spirito di allora il secondo dei cinque appuntamenti del calendario 2024 della serie Endurance dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, in programma questo fine settimana (14-16 marzo) sullo stesso circuito della Florida.

Ma questa volta la squadra “all made in Italy” prenderà parte alla classica gara americana con la Ferrari 296 GT3 numero 47 che ha portato al debutto la scorsa stagione e che ha schierato, sempre con il supporto della AF Corse, a fine di gennaio nella 24 Ore di Daytona (per l’occasione a unirsi ai tre piloti fu Eddie Cheever III). Una 24 Ore di Daytona conclusa con il decimo posto di categoria, ma solamente a causa di un incidente che ha impedito di raccogliere un risultato migliore.
Quarantacinque giorni dopo si torna dunque in pista su un tracciato al cento per cento “old style”, che si snoda per poco più di sei chilometri con un totale di 17 curve, caratterizzato da numerosi “bumps”. Per Lacorte, Fuoco e Sernagiotto questa sarà la terza partecipazione consecutiva alla 12 Ore di Sebring, la seconda appunto con la Ferrari 296 GT3 che nel corso del 2023 hanno potuto sviluppare, puntando adesso a raccogliere dei risultati importanti nel contesto di uno schieramento che nella stessa classe GTD vedrà al via 22 vetture di 11 differenti brand.

Torniamo a Sebring dopo una vittoria e un anno difficile, che è tuttavia servito a preparare la 296 GT3, che quest’anno sta dando i risultati del grande lavoro svolto – ha commentato Roberto Lacorte – A questo punto tocca a noi piloti fare la propria parte, avendo a disposizione un mezzo che può portarci ad ottenere un buon risultato. Dobbiamo lavorare con la testa e la consapevolezza che il nostro team, grazie a AF Corse, a Ferrari e a un gruppo di piloti ormai ben consolidato, può fare solamente bene. Ci prepariamo ad affrontare la gara più importante e difficile della stagione con serenità e questa importante certezza”.

L’edizione numero 72 della Mobil 1 Twelve Hours of Sebring prenderà ufficialmente il via giovedì 14 con le tre sessioni di prove libere. Venerdì si svolgeranno le qualifiche, mentre sabato la gara scatterà alle 9.40 del mattino (quando in Italia saranno le 14.40) per concludersi esattamente 12 ore dopo. E come sempre la gara potrà essere seguita in live streaming sul sito internet www.imsa.com/tv.

Seguire una corretta alimentazione sportiva è un ingrediente indispensabile per raggiungere i propri obiettivi. Questo principio vale anche per tutti quegli sport di resistenza dove seguire un’adeguata nutrizione sportiva consente all’atleta, non solo di tenere alte le performance, ma anche di garantire la salute e il benessere psicofisico a 360 gradi. Come sempre, vale la regola generale: la nostra alimentazione deve essere sana, bilanciata ed equilibrata.

Cosa sono gli sport endurance

Prima facciamo un passo indietro: cosa sono gli sport di resistenza?

Gli sport di endurance sono quelle discipline in cui la performance sportiva ha una durata prolungata nel tempo, almeno 30 minuti, e si protrae per lunghe distanze. Si tratta spesso di discipline di natura aerobica dove l’allenamento avviene a frequenza cardiaca costante. In questi sport allenare la resistenza è l’aspetto cruciale perché permette di raggiungere l’obiettivo nel minor tempo possibile. Vengono definiti sport di resistenza le attività sportive come ciclismo, marcia, nuoto, podismo, sci alpinismo e sci di fondo.

La corretta alimentazione sportiva per chi pratica sport endurance

Come abbiamo visto, gli sport endurance richiedono dall’atleta un elevato grado di impegno fisico e mentale: sia gli allenamenti che le competizioni richiedono elevati livelli energetici. Ciò suggerisce a chi pratica sport di resistenza di seguire una nutrizione sportiva ad hoc, magari seguita da un esperto in materia.

In primo luogo, una corretta alimentazione sportiva deve mantenere una percentuale di massa grassa tra il 5 e il 12% nell’uomo e il 12 e il 21% nella donna: una forbice ampia che varia al variare della disciplina che si pratica. Un’eccessiva massa grassa riduce le performance dell’atleta. Per questo motivo la dieta deve essere calibrata in funzione del giusto fabbisogno calorico. Se poi bisogna ridurre la massa grassa sarà necessario creare un deficit calorico e per farlo in maniera corretta è necessario utilizzare formule e tabellari.

Comunque sia, una corretta alimentazione sportiva deve essere bilanciata. Visto che l’attività fisica si protrae per molto tempo negli sport di endurance, i carboidrati sono il macronutriente principale: questi consentono al corpo di sopperire sia al grande dispendio di energia, sia di costituire una riserva energetica muscolare corretta per sostenere allenamenti ravvicinati. Per questo motivo, i carboidrati possono raggiungere quantitativi molto elevati, dai 3 ai 12 g per kg di peso corporeo.

Anche i grassi ricoprono un ruolo importante nella nutrizione sportiva di chi pratica sport endurance, poiché sono fondamentali, insieme ai carboidrati, per fornire energia durante le attività sportive aerobiche. La percentuale di lipidi da assumere quotidianamente è circa il 25/30% dell’apporto calorico totale.

Per quanto riguarda i carboidrati semplici, il consiglio è assumerli come alimenti nel pre workout o durante l’attività fisica: questo perché sono facilmente digeribili e, quindi, prontamente utilizzati dal nostro organismo. Se si parla di carboidrati complessi, è bene invece consumarli qualche ora prima dell’attività fisica, così da evitare di essere appesantiti e ridurre le nostre performance. Se la nostra sessione di allenamento si sviluppa per diverso tempo e per lunghe distanze, il consiglio è quello di bere bevande contenenti una quota di carboidrati così da avere un’adeguata riserva di questi nutrienti.

Una valida soluzione può essere Ultrarace Carb: si tratta integratore di carboidrati in polvere, con un rapporto di 1:0,75:0,75 ( trealosio , maltodestrine  e fruttosio) che permette un rilascio controllato di energia. Endurance Carb è l’ideale per mantenere alte le performance sportive sulla lunga distanza, perché si può sciogliere in acqua e bere durante l’attività fisica quando lo sforzo fisico si protrae oltre le 2 ore

Inoltre, la linea Cetilar® Nutrition include un integratore a base di proteine, carboidrati, leucina e idrossimetilbutirrato dedicato al recupero muscolare: si chiama Recovery Pro, ed è arricchito con ferro e zinco per garantire una sensibile riduzione della sensazione di affaticamento, la normale funzione del sistema immunitario e la protezione delle cellule dallo stress ossidativo, la quale ha una forte incidenza negli atleti che praticano sport endurance.

 

L’esercizio terapeutico rappresenta un pilastro fondamentale nella gestione e nel recupero di una vasta gamma di condizioni mediche. Si tratta di un approccio multidimensionale, somministrato solitamente dal fisioterapista, che mira a migliorare la funzionalità, la mobilità e la qualità della vita dei pazienti attraverso l’attività fisica mirata e supervisionata. È importante comprendere il ruolo cruciale che svolge nell’affrontare le sfide legate alla salute e al benessere.

Cos’è l’esercizio terapeutico e perché è importante

L’esercizio terapeutico, anche noto come terapia dell’esercizio fisico, è una forma di trattamento non farmacologico che si concentra sull’uso di movimento fisico controllato per migliorare le funzioni del corpo. Questo approccio è ampiamente utilizzato in una vasta gamma di condizioni mediche, tra cui disturbi muscolo-scheletrici, malattie cardiovascolari, neurologiche e respiratorie. L’obiettivo principale dell’esercizio terapeutico è quello di migliorare la funzionalità e l’indipendenza del paziente, riducendo il dolore, aumentando la mobilità e prevenendo le complicanze a lungo termine.

Che cos’è il Medical Exercise Therapy

Il Medical Exercise Therapy (MET) è una branca specializzata dell’esercizio terapeutico che si concentra sulla progettazione e sull’implementazione di programmi di allenamento personalizzati per trattare specifiche condizioni mediche. Questo approccio si basa su principi scientifici ed evidenze cliniche per ottimizzare i risultati terapeutici. Attraverso l’uso di tecniche di valutazione avanzate e protocolli di esercizio specifici, i fisioterapisti esperti in MET sono in grado di fornire trattamenti altamente mirati ed efficaci per una vasta gamma di patologie.

Quali sono le componenti fondamentali dell’esercizio terapeutico

Le componenti fondamentali dell’esercizio terapeutico includono:

  • Valutazione iniziale
  • Pianificazione del trattamento
  • Esecuzione degli esercizi
  • Valutazione dei risultati.

La valutazione iniziale è essenziale per comprendere le esigenze e le capacità del paziente, nonché per identificare le aree di debolezza e le limitazioni funzionali. Sulla base di queste informazioni, il fisioterapista può sviluppare un programma di esercizi personalizzato che mira a migliorare la forza, la flessibilità, l’equilibrio e la coordinazione del paziente.

Come strutturare un esercizio terapeutico

La strutturazione di un esercizio terapeutico richiede una combinazione di esercizi di resistenza, stretching, mobilizzazione articolare e attività funzionali. È importante adattare il programma alle esigenze specifiche del paziente, tenendo conto della sua età, condizione fisica, patologia di base e obiettivi terapeutici. I programmi di esercizio possono essere progressivamente adattati e modificati in base alla risposta del paziente e ai suoi progressi nel tempo.

Qual è l’obiettivo dell’esercizio terapeutico

L’obiettivo principale dell’esercizio terapeutico è quello di migliorare la funzionalità e l’indipendenza del paziente, riducendo il dolore, aumentando la mobilità e prevenendo le complicanze a lungo termine. Inoltre, l’esercizio terapeutico può contribuire a ridurre il rischio di ricadute e a migliorare la qualità della vita complessiva del paziente. Attraverso un approccio graduale e mirato, l’esercizio terapeutico può aiutare i pazienti a raggiungere e mantenere i loro obiettivi di salute a lungo termine.

Conclusioni e il ruolo del fisioterapista nell’esercizio terapeutico

In conclusione, il ruolo del fisioterapista nell’esercizio terapeutico è di fondamentale importanza. Il fisioterapista non solo progetta e supervisiona il programma di esercizi, ma svolge anche un ruolo educativo nel fornire al paziente le conoscenze e le competenze necessarie per continuare a gestire la propria condizione a lungo termine. Grazie alla guida esperta del fisioterapista, l’esercizio terapeutico può diventare un potente strumento per il recupero e il mantenimento della salute e del benessere. È fondamentale che i pazienti seguano attentamente le indicazioni del fisioterapista e si impegnino attivamente nel loro programma di esercizio per massimizzare i benefici terapeutici.

Cetilar® conferma il suo impegno come team partner di Ferrari-AF Corse per la stagione 2024. Si rafforza quindi una collaborazione partita agli albori del Programma Hypercar che vedrà di nuovo il brand farmaceutico italiano spiccare sulle due Ferrari 499P numero 50 e 51 schierate nel FIA World Endurance Championship (WEC).

Come nella precedente stagion,e gli equipaggi delle Hypercar della Casa di Maranello sono affidate ad Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, che condividono la vettura con il numero 50, mentre i vincitori della 24 Ore di Le Mans del Centenario, Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi, sono confermati al volante della numero 51.

La stagione 2024 si preannuncia decisamente più competitiva rispetto al 2023, con un numero quasi triplicato di avversari rispetto alla stagione precedente ma l’obiettivo Ferrari rimane coerente: dare il meglio provando a lottare per la vittoria in ogni gara.

Osservando a campo largo il legame tra Cetilar® e AF Corse, la memoria richiama successi e soddisfazioni ottenuti con le vetture del Cavallino. Nel 2021, Cetilar Racing – team gestito tecnicamente da AF Corse – coglie una vittoria di classe LMGTE Am, una pole position e due podi nel FIA WEC con la Ferrari 488 GTE guidata da Roberto Lacorte, Antonio Fuoco (pilota ufficiale Ferrari) e Giorgio Sernagiotto.

Nell’anno seguente, l’equipaggio di Cetilar Racing capitanato da Lacorte vince la 12 Ore di Sebring al debutto nel campionato americano IMSA SportsCar Championship Endurance Cup.

Nel 2023 l’effort sportivo di Cetilar® raddoppia. Se da un lato il brand italiano continua a sostenere il proprio team nell’IMSA (così come nel 2024), dall’altro Cetilar® si affaccia alla massima espressione automobilistica nel mondo endurance, all’eccellenza assoluta. Nasce così la partnership con Ferrari-AF Corse nel programma Hypercar che vede arrivare la vittoria delle vittorie grazie al trionfo della 499P numero 51 nella 24 Ore di Le Mans.

L’alimentazione è un fattore molto importante per chi pratica sport al fine di migliorare le performance sul campo. Questo vale anche per chi pratica sport di squadra: soltanto seguendo una dieta sana e bilanciata è possibile mantenere il giusto fabbisogno energetico e nutrizionale. Per questo motivo, la corretta nutrizione negli sport di squadra deve essere, in primo luogo, equilibrata e contenere alimenti ricchi di ogni nutriente prezioso per la salute dell’organismo.

In una dieta bilanciata, i nutrienti dovrebbero essere così ripartiti:

  • Carboidrati: 55-60%.
  • Alimenti proteici, che siano di origine vegetale o animale: 15%.
  • Lipidi: 25-30%.

Ecco perché per massimizzare le performance non basta l’attività sportiva e l’intesa tra i membri del team: è necessaria anche una strategia nutrizionale studiata ad hoc, in funzione degli obiettivi della squadra e delle loro esigenze.

Consigli per una corretta nutrizione sportiva negli sport di squadra per una performance ottimale

Una corretta alimentazione sportiva è un aspetto cruciale per il benessere fisico di un atleta, e quindi anche di una squadra, a prescindere che essa sia amatoriale o professionista. Soltanto una nutrizione sportiva calibrata sulle esigenze sia del team che di ogni singolo atleta sarà efficace e avrà ripercussioni positive in allenamento e durante le competizioni.

La dieta da seguire, quindi, deve bilanciare i vari gruppi alimentari, variando sia le fonti proteiche che quelle di carboidrati. In particolare, questi ultimi devono derivare in prevalenza da cereali, tuberi e legumi, mentre, in minore quantità, da zuccheri semplici come marmellata o dolci.

Per quanto riguarda gli alimenti proteici, il consiglio è di variare fonti sia vegetali che animali, alternando carne bianca e rossa, pesce azzurro ricco di Omega 3, uova e legumi. Infine, anche i lipidi ricoprono un ruolo molto importante per la salute dello sportivo, in quanto indispensabili per dare energia, proteggere gli organi vitali e trasportare le vitamine. I lipidi si trovano negli oli e in alcuni alimenti grassi come l’avocado.

Un altro aspetto da non sottovalutare nell’alimentazione sportiva negli sport di squadra è cosa mangiare nel pre e post workout. Prima dell’attività fisica, il consiglio è quello di mangiare uno spuntino leggero, come un frutto, uno yogurt magro o un frullato; mentre l’alimentazione sportiva dopo l’attività fisica deve essere più consistente perché finalizzata a ripristinare le scorte di glicogeno. Ecco perché nella fase di recupero è bene consumare soprattutto carboidrati, vista la loro disponibilità energetica, così come anche gli alimenti proteici, indispensabili sia per riparare le minuscole lacerazioni muscolari sia per evitare la perdita di massa muscolare.

A questo proposito, uno dei fattori da cui dipende il rafforzamento e la crescita della massa muscolare è la fase di recupero. Il recupero muscolare degli atleti merita una cura particolare, a prescindere dallo sport praticato. Quindi, oltre al riposo fisico, anche in questo frangente subentra l’alimentazione per supportare il recupero dopo che i muscoli sono stati sottoposti a sollecitazioni più o meno intense.

Integratori alimentari post-workout, come Recovery Pro, sono un valido aiuto per favorire un recupero muscolare ottimale e in tempi rapidi. Grazie alla sua formulazione completa, a base di proteine del siero del latte isolate e carboidrati, con l’aggiunta di ferro e zinco Sucrosomiali®, leucina e HMB, Recovery Pro contribuisce al benessere di ossa e massa muscolare, alla normale funzione cognitiva e alla normale funzione del sistema immunitario, oltre a proteggere le cellule dallo stress ossidativo.

L’importanza dell’idratazione per mantenere alte performance sportive

Un altro dei consigli principali da seguire nella nutrizione sportiva è prestare particolare attenzione all’idratazione: è importante bere almeno due litri di acqua al giorno, che possono aumentare se durante la giornata sono previsti allenamenti intensi o gare. In questi casi, il mantra da seguire è bere acqua prima, durante e dopo l’allenamento, in modo da reintegrare i sali minerali, favorire la regolazione termica e facilitare l’espulsione delle scorie.

È bene, inoltre, non dimenticare che la percezione della sete può essere insufficiente per soddisfare il reale fabbisogno di liquidi persi con la sudorazione: ecco perché è meglio bere più di quanto si pensa di aver bisogno. L’eccesso di liquidi viene facilmente eliminato con le urine e il sudore, mentre il deficit di liquidi provoca un notevole calo nelle performance sportive.

Per non rischiare di farsi prendere in contropiede da cali di energia e crampi dovuti all’intensa perdita di liquidi, durante e dopo l’attività fisica è utile tenere a portata di mano integratori di sali minerali, come Hydrate Fast, una pratica polvere solubile in stick pre-dosati a base di sodio e magnesio, dal piacevole aroma agrumato che, una volta sciolta in acqua, produce una bevanda ipotonica istantanea che aiuta a tenere alte le performance sportive. Hydrate Fast può essere usato anche in combinazione con Race Carb Caf o Ultrarace Carb per ottenere uno sport drink super energetico e reidratante.

Importante: evitare l’alcol che, oltre a causare uno stato di disidratazione, dopo l’attività fisica impedisce anche la secrezione di ormoni che contribuiscono alla ripartizione delle microlacerazioni della massa muscolare che comporta l’allenamento. Di conseguenza, consumare alcolici, protrae l’indolenzimento muscolare e quindi il periodo di latenza necessario alla massa muscolare per guarire completamente.

Pochi chilometri di distanza separano l’Arena Garibaldi dalla nuova sede di PharmaNutra, ma tra il Pisa Sporting Club e l’azienda nata dalla visione dei fratelli Andrea e Roberto Lacorte esiste ormai un legame stretto, un filo invisibile che lega ambizioni, prospettive ed eccellenze. Le stesse di tutto il territorio pisano.

Per suggellare una partnership che quest’anno celebra i 5 anni dal posizionamento del brand Cetilar® sulle maglie ufficiali del sodalizio nerazzurro, questa mattina il Pisa Sporting Club ha fatto visita proprio alla nuova ed avveniristica sede di PharmaNutra, inaugurata lo scorso 5 ottobre. Una visita dal sapore speciale per tutti i protagonisti, in primis per il personale dell’azienda e per i calciatori nerazzurri che hanno “scoperto” dove realmente nascono i prodotti di una delle più brillanti e apprezzate realtà del territorio pisano e nazionale, diventata nel corso degli anni un punto di riferimento, anche a livello internazionale, del settore farmaceutico e nutraceutico.

Oggi è una giornata davvero molto particolare ed emozionante per PharmaNutra – è il pensiero del Presidente Andrea Lacorte – siamo estremamente felici ed onorati di poter accogliere presso la nostra nuova sede i vertici della società, il mister e la squadra del Pisa Sporting Club, di cui siamo main sponsor fin dalla fase finale della stagione 2019-2020 con il brand Cetilar®. E’ una partnership che per noi rappresenta un motivo di orgoglio, considerato il profondo legame che abbiamo con il nostro territorio e la passione che molti di noi nutrono per i colori nerazzurri. Il Pisa Sporting Club è la realtà sportiva locale più importante e seguita, e oggi ne abbiamo avuto un’ulteriore prova, oltre ad aver potuto approfondire ulteriormente i rapporti con la società del Presidente Corrado, che ringrazio a nome di tutta l’azienda per aver accettato il nostro invito”.

Sono 5 anni che PharmaNutra e il marchio Cetilar® sono legati strettamente ai nostri colori – gli ha fatto eco Giuseppe Corrado, Presidente del Pisa Sporting Club – Cetilar® è diventato il simbolo della nostra maglia che noi portiamo in giro con orgoglio sui campi da gioco di tutta Italia. Per noi però Cetilar® non è solo un simbolo, è l’elemento di congiunzione con PharmaNutra, azienda di primissimo livello, vera eccellenza del territorio e del Paese che consideriamo ormai parte della famiglia nerazzurra. La continua crescita e l’espansione a livello mondiale della “creatura” dei fratelli Andrea e Roberto Lacorte ci inorgoglisce e ci lusinga e ci accomuna nelle ambizioni che dovranno essere il viatico per ottenere risultati all’altezza e degni della fama della Società nostra sponsor. Abbiamo accolto con enorme piacere l’invito a visitare la nuova e bellissima sede di PharmaNutra che rappresenta un fiore all’occhiello ed un gioiello per tutta la città di Pisa. Il nostro percorso comune ha già raggiunto un lustro, ma sono ancora tanti gli obbiettivi che speriamo di raggiungere e celebrare insieme“.

Nicola Lacorte ha conquistato sul circuito di Hampton Downs Motorsport Park, in Nuova Zelanda, la sua prima vittoria assoluta in Formula Regional, andando a segno nel terzo appuntamento della serie Oceania che si è disputato questo week-end. Il giovane pilota del development programme di BWT Alpine F1 Team (16 anni), ha dominato dall’inizio alla fine nella seconda delle tre gare, risalendo inoltre al secondo posto nella classifica riservata ai Rookie.

Avviatosi dalla prima fila dello schieramento dopo avere concluso settimo in Gara 1, il toscano della M2 Competition si è reso autore di un ottimo spunto iniziale che lo ha visto prendere il comando fin dalla prima curva, per poi spingere ulteriormente fino a tagliare il traguardo ancora davanti a tutti, con un vantaggio di 1″4 nei confronti di Michael Shin, giunto alle proprie spalle.

Questa vittoria per Lacorte arriva subito dopo il podio conquistato a Manfeild appena una settimana fa, dove ha centrato un secondo piazzamento nella gara d’apertura dello stesso week-end.

A Hampton Downs il toscano si è presentato invece ottenendo il terzo migliore responso al termine della Q1. Dopo la prima gara di sabato alquanto complicata, condizionata inoltre dalla pioggia, Lacorte ha concluso con il quinto tempo la seconda sessione di qualifica di domenica mattina e infine ha messo a segno il quarto posto nella conclusiva gara, dopo avere battagliato per la top-5.

Come già programmato precedentemente, Lacorte non prenderà parte agli ultimi due round della Formula Regional Oceania, focalizzandoli adesso sul suo prossimo obiettivo, che sarà la Formula Regional europea, il cui via è fissato per il mese di maggio sul tracciato tedesco di Hockenheim.

Cetilar Racing porta a termine la sua quarta 24 Ore di Daytona. Una gara estenuante, che la squadra “all made in Italy” ha concluso con il decimo piazzamento nella classe GTD ottenuto dalla Ferrari 296 GT3 numero 47.
Un risultato che poteva sicuramente essere ben altro, dal momento che l’equipaggio formato da Roberto LacorteAntonio FuocoGiorgio Sernagiotto e Eddie Cheever III si era fin dall’inizio collocato stabilmente intorno all’ottava posizione e con il senno del poi avrebbe potuto senza ombra di dubbio puntare quanto meno al podio.
A prendere il via di questa 62ª edizione della classica gara della Florida, era stato Sernagiotto. Il pilota veneto aveva sostenuto il primo stint di guida, prima di cedere il volante a Lacorte, a sua volta rilevato da Cheever III e Fuoco. Tutto sembrava dunque filare liscio, nonostante diverse neutralizzazioni, specialmente nella fase iniziale della corsa.
Quindi, intorno alle 5 del mattino, l’incidente che ha visto protagonista Fuoco, finito contro le barriere con ingenti danni alla vettura. Nonostante i tanti giri persi, si è comunque deciso di tirare avanti e di giungere così sino alla fine.

Peccato, perché le prestazioni sicuramente c’erano e si era visto già durante il Roar before the Rolex 24 della settimana prima, quando era arrivato il settimo tempo in qualifica. Questa volta il team Cetilar Racing, che nella giornata di domenica ha avuto ospite nel proprio box il velocista italiano e doppio campione olimpico Marcell Jacobs, aveva tutte le carte in regola per puntare in alto. Ma le cose non sono poi andate per come si sperava.
Questo di sicuro è un podio mancato. Gli errori si pagano, ma questa volta l’abbiamo pagato veramente caro. Da pilota so benissimo che certe occasioni si presentano poe volte e questa l’abbiamo persa – è stato il commento di Roberto Lacorte – Peccato davvero, perché insieme a Ferrari il team Cetilar Racing ha fatto un lavoro strepitoso, credendo subito nel potenziale di questa vettura. La forza di Ferrari e di Cetilar Racing è la semplicità, la compattezza e la passione. Adesso cercheremo di fare bene nelle prossime gare che affronteremo nel corso di questa stagione”.
Il prossimo impegno per il team Cetilar Racing sarà a metà marzo, in occasione della 12 Ore di Sebring, secondo dei cinque appuntamenti della serie Endurance 2024 dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, in cui nel 2022 era già arrivata una strepitosa vittoria di classe.

Le sostanze antiossidanti sono molto fondamentali per la salute dell’organismo e non possono mancare soprattutto nella dieta di chi pratica sport ad ogni livello. Ma perché sono così importanti gli alimenti antiossidanti nella nutrizione sportiva?

Il nostro organismo è sottoposto quotidianamente a stress di varia natura come, ad esempio, invecchiamento, inquinamento e infiammazione dei tessuti. Tra le aggressioni che influiscono o sul corpo c’è anche lo stress a cui è sottoposta la massa muscolare durante l’attività fisica. Tutti questi fattori generano radicali liberi e, di conseguenza, stress ossidativo in grado di distruggere le cellule. Il risultato è una ridotta capacità di recupero dalla stanchezza e un aumento del rischio di infortuni durante l’attività fisica.

Al contempo, durante queste sollecitazioni l’organismo produce antiossidanti per proteggersi che, però, sono insufficienti a fronteggiare i radicali liberi e devono quindi essere compensati con quelli introdotti attraverso la dieta. Ma non solo: inserire una quantità insufficiente di alimenti antiossidanti all’interno dell’alimentazione sportiva comporta anche un abbassamento delle difese immunitarie, con conseguente rischio di ammalarsi frequentemente.

Perché gli antiossidanti sono importanti per chi fa sport

Quando il corpo produce radicali liberi, questi attaccano i tessuti e deteriorano le molecole come il DNA, le proteine e i lipidi, causando uno stress ossidativo che accelera il processo di invecchiamento cellulare. Come abbiamo visto, i radicali liberi sono prodotti quando il corpo o, meglio, le cellule, consumano molto ossigeno, proprio come succede durante l’attività sportiva. Per questo motivo, soprattutto se si tratta di sport agonistici, è necessario assicurare un apporto sufficiente di sostanze antiossidanti. Sono soprattutto le attività fisiche aerobiche ad alta intensità e a lunga durata (ciclismo, corsa, sci di fondo) e alcuni sport anaerobici, come il sollevamento pesi, gli sport di potenza, ad aumentare la produzione di radicali liberi.

Alimentazione sportiva ricca di antiossidanti

Per produrre l’energia necessaria al movimento, soprattutto durante l’attività sportiva, l’organismo brucia carboidrati, proteine e grassi, cioè i macronutrienti introdotti con la dieta. Nel processo di produzione energetica si formano, tuttavia, anche i radicali liberi che in quantità elevate innescano reazioni cellulari potenzialmente dannose per il corpo.

Come accennato, gli antiossidanti sono, sì, molecole prodotte dall’organismo ma che possono essere introdotte anche con la dieta. In particolare, gli antiossidanti sono presenti negli alimenti in varie forme:

  • Vitamina C
  • Vitamina E
  • Vitamina A
  • Omega 3
  • Zinco

In particolare, gli antiossidanti contenuti nella vitamina E e negli Omega 3, consentono di diminuire gli stati infiammatori e mediare alcune reazioni allergiche.

Stress ossidativo e sport: alcuni consigli

Gli alimenti antiossidanti sono alleati preziosi contro i radicali liberi e non devono quindi mai mancare in un piano alimentare che sia sano ed equilibrato, soprattutto se lo sport è parte integrante delle abitudini.

Per fare qualche esempio:

  • Gli alimenti ricchi di vitamina A sono latte, uova, fegato, verdura, frutta rossa e gialla.
  • La vitamina E è presente invece nell’olio d’oliva, nella soia e nella verdura a foglia
  • La vitamina C si trova in agrumi, kiwi e pomodori.
  • Gli alimenti ricchi di Omega 3, cioè di grassi polinsaturi, sono i pesci grassi come salmone, alici, sgombro, avocado, olio d’oliva e noci.

In tutto ciò, non bisogna mai dimenticare che l’organismo ha bisogno anche di altre accortezze per garantire uno stato di benessere a 360 gradi ed evitare la sovrapproduzione di radicali liberi. Per farlo è bene limitare fumo e bevande alcoliche e ridurre dove possibile l’utilizzo smodato di farmaci. Inoltre, è bene limitare le lunghe esposizioni ai raggi solari ed evitare luoghi ad alto tasso di inquinamento.

L’alimentazione sportiva, come in ogni altra disciplina, riveste un ruolo principe anche nel nuoto, così come in tutti gli sport acquatici. Per migliorare le proprie performance in acqua è necessario innanzitutto seguire una dieta sana, bilanciata ed equilibrata, dal punto di vista di tutti i macronutrienti di cui il nostro organismo ha bisogno. Questo perché durante l’attività fisica in acqua, gli atleti consumano un rilevante quantitativo di calorie: un nuotatore agonista durante una giornata di allenamento intenso arriva a consumare anche 5000 kcal. Una richiesta così di “carburante” non è sempre facile da soddisfare se il nostro corpo non è supportato da un’adeguata nutrizione sportiva ma anche una giusta idratazione. Ecco perché una corretta nutrizione sportiva fa parte, a tutti gli effetti, di una parte inscindibile del nostro allenamento.

Alcuni consigli per migliorare le performance nel nuoto e negli sport acquatici

Come accennato, una nutrizione sportiva e un’idratazione errata possono vanificare le nostre performance sia nel nuoto che negli sport acquatici. Un primo consiglio, dato l’elevato consumo di energia che richiede questa attività fisica, è consumare pasti ridotti per un numero maggiore di volte, rispetto a tre grandi pasti al giorno che potrebbero renderti assonnato durante l’allenamento. D’altra parte, è bene che questi pasti siano ricchi ed equilibrati dal punto di vista nutrizionale: devono soddisfare l’appetito ma anche mantenere bilanciata la glicemia e i livelli energetici, richiesti durante il nuoto e dagli altri sport acquatici. Per questo motivo, rivestono un ruolo cruciale i carboidrati, specie quelli complessi come pane, pasta e patate, e le proteine, ingrediente inderogabile soprattutto nella fase di recupero per aiutare la riparazione dei muscoli dopo l’attività fisica.

Altro capitolo da non sottovalutare è l’idratazione: fondamentale per garantire alte le performance visto che influisce sia sulla concentrazione che sulle scorte di energia. Il consiglio è bere molta acqua: nel pre workout, durante e dopo l’allenamento.

Un pasto ideale per chi pratica nuoto e vuole incrementare le sue performance sportive

Come abbiamo visto, il pasto ideale per un atleta che pratica nuoto, o comunque sia altri sport acquatici, dovrebbe quindi combinare alimenti proteici e carboidrati. Un esempio di pasto ideale potrebbero essere uova accompagnate da pane integrale, oppure pasta e fagioli o magari pollo ai ferri con patate lesse. Importante: mai dimenticare le verdure, una porzione ad ogni pasto, e i “grassi buoni” che si trovano sia nell’avocado, sia negli anacardi, che nell’olio extravergine di oliva. Il consiglio è però quello di consumare il pasto 2-3 ore prima di immergersi in acqua. Da evitare i cibi grassi e i junk food che affaticano l’apparato digerente e non apportano al corpo alcun nutrimento.

Nuoto e sport acquatici: cosa mangiare nel pre workout e dopo l’allenamento

Prima di iniziare l’attività fisica, ma anche dopo l’allenamento, nella fase di recupero, è fondamentale rifornire il nostro corpo con piccoli snack a base di proteine, per riparare i muscoli e carboidrati, per ripristinare le scorte di glicogeno. Frutta fresca e secca, frullati, cereali integrali sono alcuni spuntini ideali, così come le barrette proteico energetiche.

Per questo CetilarNutrition ha studiato delle barrette proteico energetiche, ricche di proteine, che bilanciano tutti i macronutrienti (con formulazione bilanciata 40-30-30) di cui l’organismo ha bisogno. Sono snack appetitosi e pratici, ideali per essere consumati nel pre workout che dopo l’attività fisica, visto i due minerali in forma Sucrosomiale®, ferro e magnesio che  contengono e contribuiscono sia alla riduzione della stanchezza sia a stimolare il normale metabolismo energetico Le barrette proteico energetiche di Cetilar ® sono barrette di 60 grammi pensate per tutti i palati: partendo da una classica barretta al cioccolato, proseguendo in una al gusto di arachidi e mirtillo rosso, terminando con  il gustoso abbinamento formaggio e pera.

Introduzione: la motivazione e il suo ruolo nella performance sportiva

Andrea è un golfista adolescente. Il golf è la sua passione da sempre ed è stato inserito tra i giocatori di interesse nazionale dalla federazione. Nonostante tutti gli riconoscano buone doti tecniche, il suo maestro si lamenta continuamente con i genitori della sua svogliatezza e i genitori dal canto loro sono alle prese con lo stesso tema riguardo alla scuola.

Daniel è un tennista ventenne che sta cercando il grande salto nel professionismo. Ha lasciato gli studi per dedicarsi a questo suo sogno, rinunciando a scelte diverse. Dopo un periodo da junior in cui ha mostrato ottimi risultati, attraversa un momento di mancanza di energie che gli impedisce addirittura di allenarsi con regolarità.

Manuel è un giovane calciatore professionista che gioca nella serie B italiana. Guadagna bene, è ancora considerato una promessa e una buona stagione lo potrebbe mettere in luce per calcare palcoscenici più importanti, ma soffre la concorrenza, non riesce a stabilire relazioni valide con i suoi allenatori e in campo gioca al risparmio, esprimendo una scarsa percentuale del suo potenziale.

Questi tre esempi di atleti fotografati in diversi momenti del loro sviluppo ci portano ad analizzare più a fondo i fattori che permettono di esprimere le capacità acquisite. La motivazione è uno di questi fattori e possiamo rintracciarla nelle ragioni esplicite o implicite che ci spingono ad agire nella direzione della prestazione ottimale. Perché tecnica e fisico non bastano, e spesso nemmeno la predisposizione naturale: quel fattore sottile che molti chiamano talento spesso è talmente sottile da far sorgere il dubbio che esista davvero.

Motivazioni estrinseche ed intrinseche nello sport

Avere una completa consapevolezza di cosa spinge le persone ad agire in modo continuo e sostenibile nel tempo è un obiettivo da molto tempo rincorso per la sua utilità pratica, soprattutto nel mondo del lavoro. Se un impiegato è motivato, offre una prestazione lavorativa di maggiore produttività. Se la maggior parte dei dipendenti sono motivati, l’azienda può contare su una produttività più alta.

Nonostante gli studi scientifici si siano alternati per decenni, offrendo diversi tipi di suggerimenti, il tema è ancora dibattuto per la difficoltà di generalizzare in merito a impulsi che sono in gran parte irrazionali e non facilmente indirizzabili senza correre il rischio della manipolazione.

Quando si chiede direttamente a un atleta agonista di ogni livello perché fa sport, si ottengono semplificando due risposte: perché mi piace oppure perché voglio vincere. Ottenere con sincerità una risposta a questa semplice domanda, fornisce informazioni di base fondamentali per conoscere la mentalità dell’atleta e il modo in cui impiega le sue energie mentali.

L’atleta che risponde “perché mi piace”, ricerca nell’attività sportiva sensazioni positive che lo fanno stare bene, che rinforzano la sua identità e soddisfano l’immagine che ha di sé o quella che vorrebbe avere. Ovviamente lo fa sempre anche per vincere, ma la vittoria da sola non lo motiva abbastanza da spiegare i sacrifici che fa in allenamento e in gara. Questo tipo di motivazione è chiamata intrinseca dagli studiosi perché nasce e si coltiva all’interno della persona.

L’atleta che risponde invece “faccio sport perché voglio vincere”, ricerca invece nella competizione una conferma esterna delle sue capacità. È la vittoria o il pensiero della vittoria, e non le sue sensazioni durante la competizione, che lo fa stare bene, rinforza l’identità e soddisfa l’idea di sé. La ricerca di conferme dall’esterno fa definire estrinseca questo tipo di motivazione.

Come ogni schematizzazione, questa suddivisione tra motivazioni intrinseche ed estrinseche è un modello di base che rischia di rimanere lontano dalla realtà. L’oscillazione dell’atleta tra ricerca di sensazioni positive e ricerca di conferme esterne è un fenomeno molto comune che impedisce spesso di individuare una chiara prevalenza di una sull’altra. Quando però esiste una prevalenza, dovuta al fatto che l’atleta ha fatto una scelta consapevole, rinforzandola nel tempo, allora è evidente come l’atleta mosso da motivazioni intrinseche raggiunga risultati migliori e più sostenibili nel tempo rispetto a quello mosso solo da motivazioni estrinseche (vittoria, soldi e fama).

L’importanza dell’attenzione nella performance agonistica

Fare qualcosa perché mi piace oppure perché voglio vincere definisce il modo in cui impiego le mie energie. È un aspetto di consapevolezza che spesso rimane invisibile agli atleti, che tendono a essere concentrati su aspetti più razionali legati alla loro determinazione nel raggiungere un certo tipo di risultati. Non si può, però, semplicemente vincere con un atto di volontà: bisogna creare le condizioni per raggiungere una prestazione tale da aumentare le probabilità di vittoria. Da dove parte la creazione di queste condizioni? Proprio dal modo in cui vengono impiegate le proprie risorse.

Chi è consapevolmente mosso da motivazioni intrinseche, riesce a porre più facilmente attenzione ai piccoli gesti che, momento per momento, costruiscono il risultato. Sono infatti proprio questi gesti che danno energia e motivazione, restituendo le sensazioni positive di cui l’atleta è in cerca.

Chi invece è mosso principalmente dal risultato da raggiungere, rischia di trasformare un obiettivo in un’ossessione tale da trasformare la voglia di successo in un ostacolo alla performance. Ogni errore che ostacola il successo rischia di pesare sulle spalle come un macigno, mentre ogni buona prestazione rischia di caricare troppa pressione e responsabilità.

In questi casi molto comuni la tendenza di molti atleti è quella di rinforzare ancora di più l’ossessione del successo, piuttosto che cercare di maturare una visione più ampia di fattori legati alla motivazione.

Come scrive lo scienziato Daniel Goleman nel suo libro “Focus”, non è il pensiero a essere determinante, ma l’attenzione sulle mie azioni, quella che determina l’utilizzo efficace delle nostre capacità. In quanto tale, l’attenzione è definita “il volano nascosto dell’eccellenza”.

Tecniche di mental training nello sport

L’attenzione si può allenare in molti modi diversi, ma le tecniche di mental training senza una consapevolezza completa sono solo una inutile ricerca di formule magiche. È solo l’atleta consapevole delle sue risorse e dei meccanismi della prestazione ottimale che può allenarsi in modo efficace a livello tecnico, fisico e mentale. Non ci si può aspettare che una specifica modalità di allenamento porti dei miglioramenti se l’atleta non sa con esattezza perché la sta utilizzando e in che direzione sta andando.

Si può inserire un allenamento dell’attenzione anche quando ci si allena fisicamente e tecnicamente, semplicemente ponendo particolare cura all’ascolto delle sensazioni durante le stesse attività. L’ascolto delle sensazioni consente di limitare il pensiero, promuovere l’azione naturale e istintiva e mantenere l’attenzione sui gesti compiuti momento per momento.

L’allenamento visivo ha poi particolare importanza. Ricerche scientifiche hanno evidenziato come un utilizzo efficace della vista ha un riflesso diretto sull’attenzione: il tennista attento guarda la palla al momento dell’impatto con la racchetta, lo stesso fa il centravanti con il pallone nonostante il disturbo del difensore e anche il pilota di Formula 1 più bravo è quello che mantiene lo sguardo sul punto di frenata e usa allo stesso tempo tutto il campo visivo per contrastare l’attacco del pilota che lo segue.

Un allenamento visivo specifico può essere strutturato con o senza l’uso di tecnologia: più l’allenamento è semplice, più l’atleta può portarlo con sé in ogni situazione. Da questo punto di vista, videogiochi, video, semplici giochi con palline o con le dita e tecniche di respirazione possono aiutare l’atleta prima o durante la gara. Il mental training è sempre personalizzato con la partecipazione dell’atleta.

L’importanza della motivazione nei giovani

Lo sport è una palestra di vita importante in cui si possono sperimentare, in un ambiente protetto e con regole precise, situazioni difficili che aiutano a crescere e maturare. È un peccato allora leggere le statistiche che riguardano l’abbandono dello sport da parte degli adolescenti. Il fenomeno, infatti, ha un picco intorno ai sedici anni, un’età delicata della crescita in cui lo sport potrebbe fornire un punto di riferimento importante anche per altri aspetti della vita personale.

Tra i fattori che contribuiscono all’abbandono sportivo c’è sicuramente l’eccessiva competizione all’interno di molti ambienti sportivi. Se sei bravo puoi gareggiare, altrimenti rimani da parte. In un’età di grandi cambiamenti che sono di per sé fonte di pressione e in cui le richieste scolastiche diventano via via più impegnative, una eccessiva focalizzazione sui risultati genera un calo drastico di motivazione.

È necessario creare l’ambiente giusto anche per chi vuole vivere lo sport al di fuori della forte competizione. Per gli agonisti invece è necessaria una preparazione che accresca la loro consapevolezza sulle loro risorse e sul modo più efficace per impiegarle, di modo che possano gestire in modo comunque positivo le tensioni naturali delle sfide sportive.

La demotivazione sportiva e il burnout

La salute mentale degli atleti è sempre più al centro del discorso pubblico grazie non tanto a una maggiore consapevolezza sul tema, ma soprattutto ai casi di sportivi di alto livello che abbandonano l’attività o che devono prendersi prolungati periodi di riposo per recuperare un equilibrio psicofisico soddisfacente. La grande pressione delle aspettative legate ai risultati, che può interessare chiunque e non riguarda solo i professionisti di alto livello, può generare uno stato di attivazione cronico, l’incapacità di ritrovare un livello di tensione fisiologica e un logoramento costante delle energie mentali.

Le società sportive mettono oggi a disposizione dei professionisti per affrontare queste situazioni, ma quello che andrebbe fatto è un’attività di prevenzione vera e propria. La chiave è sempre la consapevolezza e la conoscenza di sé. L’atleta consapevole lavora sulle sue risorse, conosce i suoi limiti, rimane concentrato sui suoi gesti e vede il risultato come una conseguenza, piuttosto che come un obiettivo da raggiungere a tutti i costi. Questo tipo di prevenzione, in modo apparentemente paradossale, aiuta la qualità e la sostenibilità dei risultati. In più, preserva il capitale fondamentale del mondo sportivo: l’atleta, il sole intorno a cui tutto il resto deve girare.

 

STEFANO NICOLETTI

Mental Coach

Cetilar Racing è pronto a tornare in pista per una nuova stagione di corse a stelle e strisce: il team tutto italiano supportato da Cetilar®, da diverse stagioni protagonista nell’endurance che conta, si appresta infatti ad affrontare per il terzo anno di fila le cinque gare di durata dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, riunite nella Michelin Endurance Cup. 

Un impegno, quello nel campionato nordamericano, affrontato con la Ferrari 296 GT3 numero 47 blu in livrea Cetilar®, che scaturisce dalla volontà di affrontare ai massimi livelli una sfida tanto difficile quanto avvincente, sempre con il supporto tecnico di AF Corse.

Dopo avere portato all’inizio di quest’anno all’esordio assoluto la nuova vettura della Casa di Maranello, Roberto Lacorte, Antonio Fuoco e Giorgio Sernagiotto si ripresenteranno al via forti dell’importante esperienza maturata nella serie a stelle e strisce. Un’esperienza iniziata nel 2022 (con la Ferrari 488 GT3 EVO 2020) e coronata subito dal successo di classe GTD messo a segno in occasione della 70ª edizione della 12 Ore di Sebring.

La classica della Florida sarà uno dei cinque round (il secondo per l’esattezza) del calendario della prossima stagione, che verrà inaugurato a gennaio dal Roar before the Rolex 24 e dalla 24 Ore di Daytona, gara in cui sarà un pilota a sua volta esperto e plurititolato come Eddie Cheever III a raggiungere il già consolidato trio Cetilar Racing.

Dopo Daytona, a metà marzo si andrà a Sebring. Poi la 6 Ore di Watkins Glen, in programma nel fine settimana del 22-23 giugno. A settembre si correrà sul circuito di 2,4 miglia di Indianapolis, con epilogo, come da tradizione, in occasione della Petit Le Mans di Road Atlanta che si disputerà l’11 e 12 ottobre.

“La stagione 2023 non è stata facile, ma è servita a sviluppare la vettura per fare un passo avanti rispetto ai nostri avversari”, dichiara Roberto Lacorte. “Cetilar Racing è stato il primo a scendere in pista con la Ferrari 296 GT3, entrando nella storia di questa vettura, e adesso puntiamo a fare sempre meglio”.

Il periodo invernale coincide spesso con una minor frequenza di allenamento. Nonostante il calo delle temperature e delle ore di luce possano rappresentare fattori scoraggianti, i runner più accaniti sanno di non potersi far fermare dal freddo.

Dopo aver visto come allenarsi d’estate, vediamo quindi come affrontare le insidie dell’inverno per non cadere nella tentazione di andare in letargo fino a primavera.

 

Allenarsi in inverno: tieni alta la motivazione

 

Correre in inverno è possibile con i giusti accorgimenti, il primo dei quali è la necessità di ridimensionare gli allenamenti.

Nella bella stagione, complici la temperatura più mite e le giornate più lunghe, non è un problema ritagliarsi il tempo per correre a fine giornata, anche concluso l’orario di lavoro, o al mattino senza patire troppo freddo. D’inverno il buio e il freddo rappresentano forti deterrenti all’attività fisica all’aperto, ma va bene anche limitarsi a una corsa di 20 minuti.

Saltare gli allenamenti può, infatti, innescare una serie di reazioni che fanno calare la motivazione e aumentano l’affaticamento. Più si sta fermi, più è difficile ricominciare, quindi in inverno è quanto mai necessario avere consapevolezza dei propri limiti e tenere alta la motivazione con piccoli gesti quotidiani.

Ad esempio, anche se si tratta di un ripiego, il tapis roulant può essere una valida alternativa nei giorni in cui il richiamo del divano è troppo forte per pensare di sfidare anche il gelo. Oppure, è sufficiente prefissarsi alcuni giorni alla settimana in cui pianificare i vari tipi di allenamento che possono essere complementari alla corsa, come yoga e pilates, utili per mantenere elastici e tonici i muscoli.

Inoltre, un trucco per incentivare il movimento è fare riscaldamento in modo da mettere in moto sia i muscoli che la mente. In inverno, lo stretching è ancora più importante per aumentare la temperatura corporea, migliorare la circolazione e l’elasticità di muscoli e tendini per limitare il rischio infortuni dovuto all’inattività e alle basse temperature.

Abbigliamento: come vestirsi per il running invernale

 

L’abbigliamento adeguato è fondamentale per il running invernale, tuttavia esagerare la pesantezza dei capi può essere controproducente. La soluzione ideale è vestirsi a strati, sovrapponendo magliette termiche e giacche antivento ma traspiranti, e delle scarpe da running adatte, che devono essere impermeabili, adatte alla forma del piede e al tipo di tracciato percorso.

Le zone del corpo da proteggere sono soprattutto la testa, il collo, le mani e i piedi. Infatti, quando fa freddo, la perdita di calore può arrivare fino al 70% attraverso queste zone del corpo, chiamate “punti freddi” perché sono le prime a raffreddarsi. Quindi nell’abbigliamento per il running invernale non possono mancare guanti, calze, cappelli o scaldacollo dalle proprietà isolanti.

Ovviamente, l’abbigliamento per correre in inverno dipende soprattutto dal clima: la temperatura in inverno a Bolzano è diversa rispetto a Firenze, Roma o Palermo. Sta ad ognuno crearsi una sorta di schema di abbigliamento personalizzato in base ai gradi e alla resistenza al freddo. Ultimo consiglio ma non per importanza: nel caso in cui l’allenamento avvenga con il buio, percorrendo i marciapiedi urbani, è meglio utilizzare abbigliamento di colori accesi oppure usare giubbotti catarifrangenti.

 

Allenarsi anche sotto la pioggia: ecco come

 

Molti runners la odiano, ma è possibile allenarsi anche con la pioggia. Ovviamente, meglio evitare le giornate di diluvio universale o di vento sferzante ma se la voglia di far movimento è bruciante, allora meglio calzare scarpe da corsa e indumenti impermeabili, aumentare leggermente la durata dello stretching riscaldante e sfidare il maltempo.

Con la pioggia bisogna anche prestare maggiore attenzione ad alcuni potenziali pericoli, come le superfici potenzialmente scivolose se bagnate: meglio accorciare la falcata così da avere un maggior controllo della corsa.

 

Scegliere la giusta alimentazione

 

La stagione fredda comporta anche un cambio dei bioritmi. Per uno sportivo il cibo assume un valore particolarmente importante: con il freddo si consumano più energie, e serve quindi più carburante per affrontare l’allenamento, che sia all’aria aperta o sul tapis roulant.

Una sana e corretta alimentazione per chi pratica running anche in inverno prevede, come sempre, porzioni abbondanti di frutta e verdura di stagione per reintegrare le vitamine e i sali minerali. Inoltre, sì ai carboidrati, oltre che a carne magra, pollame e pesce. Prima dell’allenamento, è consigliato uno snack leggero oppure una barretta energetica come quelle Cetilar® Nutrition, formulate con nutrienti essenziali che forniscono allo sportivo una fonte affidabile di energia durante l’attività fisica.

 

L’importanza dell’idratazione anche in inverno

 

D’estate viene spontaneo bere molto, mentre in inverno meno. Ѐ un errore molto comune ma meglio non farlo! L’organismo ha ugualmente bisogno di reidratarsi e di reintegrare i sali minerali consumati nel corso dell’attività fisica: quindi è importante ricordarsi di bere prima, durante e dopo l’attività sportiva. Eventualmente, è possibile arricchire l’acqua con fonti di sali minerali come Hydral, l’integratore Cetilar® Nutrition arricchito con Magnesio Sucrosomiale® che contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.

Per concludere, il miglior consiglio per affrontare il fisiologico rallentamento che incombe durante la stagione invernale è di ascoltare il proprio corpo, trattandolo con rispetto e mantenendo uno stile di vita sano.

Scegliere la scarpa giusta è un aspetto fondamentale del running. La calzatura sportiva deve adattarsi alle caratteristiche fisiche del corridore e al suo modo di allenarsi, per evitare di incorrere in dolori ed infortuni tipici della corsa, come ad esempio le distorsioni. Sono numerose le variabili delle quali bisogna tener conto: in questo articolo vi spieghiamo a cosa prestare attenzioni durante la scelta delle scarpe da running e come scegliere quelle più adatte a voi.

Scarpe da running: guida alla scelta

Il primo dettaglio da tenere in considerazione prima della scelta delle scarpe da running riguarda la corporatura. Infatti, la scarpa del runner con un peso elevato dovrà possedere caratteristiche di ammortizzazione superiori alla media, perché durante la corsa il peso triplica rispetto alla posizione da fermo.

Secondo fattore: il percorso. La strada che si intende percorrere ha un ruolo rilevante, in quanto strade sterrate e sentieri di campagna orientano la scelta verso modelli che riescono a contenere e mantenere il piede nella giusta posizione. Il trail running, ovvero la corsa su sentieri immersi nella natura, richiede scarpe sicure che proteggono l’articolazione dagli infortuni, mentre la corsa su strada ha bisogno di scarpe in grado di attutire i colpi del piede sull’asfalto, che è una superficie più dura e rigida rispetto allo sterrato.

Come scegliere la scarpa da running in base alla forma del piede

La forma del piede ha la sua importanza nella scelta della calzatura perché, ad esempio, la donna ha il tallone più piccolo e l’avampiede più largo, oltre ad un peso generalmente inferiore a quello maschile. La scarpa femminile da running dovrà rispondere a queste precise esigenze ed è proprio per questo motivo che la prova va effettuata in un negozio sportivo, simulando, se possibile, una corsa sul posto.

Il piede, durante lo sforzo, ha l’abitudine di scivolare verso la parte anteriore e questo movimento può causare spiacevoli conseguenze, come le vesciche. È preferibile comprare scarpe leggermente più grandi, in maniera tale che la punta delle dita non vada a toccare il bordo della calzatura. Anche l’allacciatura ha la sua importanza, perché varia con il collo del piede. Se questo è alto, i lacci dovranno essere abbondanti mentre nel caso contrario basteranno delle stringhe minimal.

Inoltre, è importante avere consapevolezza del proprio arco plantare, deputato ad assorbire gli urti e sottoposto a numerose sollecitazioni e rotazioni durante la corsa. È fondamentale conoscere il comportamento del proprio piede sul terreno per poter scegliere la scarpa adatta ai diversi tipi di pronazione. In generale, la distinzione è tra gli iperpronatori che consumano la scarpa nel lato interno, e i supinatori che consumano la parte esterna della calzatura. Un arco nella media, tipico della pronazione neutra, non ha bisogno di un modello particolare di scarpa e la scelta è libera da qualsiasi vincolo.

L’iperpronazione è tipica del piede che, dopo l’impatto con il suolo, continua a ruotare, favorendo così l’insorgere di infiammazioni, come la fascite plantare, dolori al tendine d’Achille e in generale a tutte le articolazioni. In questo caso, la scarpa deve possedere un’intersuola e tomaia fornite di doppia densità, scelta obbligata nel caso di disturbi e infiammazioni.

La supinazione è la peculiarità di chi presenta movimenti biomeccanici ridotti, ovvero le articolazioni inferiori hanno scarsa mobilità. In questo caso la scelta prevede modelli neutri perché non si necessita di particolari correzioni.

Correre con la scarpa giusta: i fattori da valutare in base alle esigenze

La scelta del modello cambia anche in relazione alle occasioni d’uso. Durante l’allenamento, meglio optare per delle scarpe leggere (massimo 400 grammi) ed assicurare un buon comfort. Per affrontare nel modo corretto le gare, invece, la scelta si orienta verso modelli più performanti e con un peso inferiore ai 300 grammi.

Le scarpe da running si dividono in 7 categorie che vanno da A0 ad A7 e capire le differenze aiuta a districarsi nella scelta.

  • Scarpe running categoriaA0: comprende le calzature minimaliste, che pesano dai 200 ai 350 grammi. Sono scarpe adatte agli affondi veloci ed essenziali. Private di qualsiasi elemento non necessario, come la suola costituita da un unico strato, non interferiscono con il naturale movimento del piede, le cui dita possono muoversi in tutta libertà.
  • Scarpe running categoriaA1: definite anche superleggere o racing pesano meno di 250 grammi e sono indicate per le gare in velocità dei runner professionisti e per coloro che non hanno nessun problema di appoggio dell’arco plantare. Non assicurano molta stabilità e appoggio al piede.
  • Scarpe running categoria A2o intermedia: le calzature pesano mediamente tra i 240 e 300 grammi. Sono la scelta adatta per i corridori che si allenano o disputano gare esclusivamente su strada. Ideali per persone di medio peso e corporatura, offrono una discreta stabilità e supporto del piede, pur garantendo la leggerezza necessaria alle prestazioni veloci.
  • Scarpe running categoria A3: sono la categoria che garantisce il massimo ammortizzamentoe comprende calzature che possono pesare fino a 400 grammi. Sono i modelli preferiti dai runner che, pur facendo della corsa lo sport prediletto, non voglio rinunciare a una calzatura confortevole. Un forte dislivello interessa il tallone e l’avampiede. Questo accorgimento protegge i tendini e il tallone d’Achille da possibili traumi. Ideali per la pronazione neutra o la supinazione, sono perfette per individui il cui peso supera gli 80 kg. Riducono la velocità dell’atleta a favore della stabilità e della sicurezza.
  • Scarpe running categoriaA4: sono indispensabili per chi non ha un ottimo controllo del piede in corsa e si presentano corredate di supporti utili ad impedire l’iperpronazione.
  • Scarpe running categoria A5 o Trail Running: sono indispensabili per chi è appassionato di corsa nella natura. La protezione delle articolazioni è l’imperativo di queste scarpe che offrono il massimo supporto al piede, mettendo in secondo piano la prestazione.
  • Scarpe running categoria A6: le scarpe di questa categoria sono le classiche scarpe da jogging, ossia calzature comode e sufficientemente ammortizzate, adatte a chi pratica la corsa saltuariamente e solo su strade piane e asfaltate. Non sono scarpe consigliate a chi corre spesso, a podisti esperti, agonisti o per chi ama percorsi sterrati.
  • Scarpe running chiodate categoria A7: sono scarpe superleggere, pesano meno di200 grammi, adatte agli atleti che si muovono nell’ambiente agonistico e praticano atletica leggera. Non sono ammortizzate e presentano una serie di tacchetti appuntiti che favoriscono l’aderenza con la pista da corsa.

Scarpe da running: quando cambiarle?

Ogni scarpa da running ha un chilometraggio massimo durante il quale può garantire una performance ottimale e per sapere quando cambiarle è utile tenere traccia di quanta strada hanno percorso, ad esempio utilizzando apposite app che si aggiornano ad ogni corsa.

Ma per chi non tiene traccia dei chilometri percorsi, l’unico modo per capire quando cambiare le scarpe da running è controllare i dettagli minuziosamente. L’aspetto, infatti, può rivelare lo stato di usura delle calzature. Ad esempio, è sufficiente controllare:

  • Eventuali buchi nella tomaia;
  • Lo stato della schiuma della suola, se sembra sgonfia o particolarmente deformata;
  • Lo stato del battistrada, se particolarmente consumato o i tacchetti quasi lisci.

Il consiglio generale è di chiedere ad un esperto o rivolgersi ad un negozio specializzato!

L’alimentazione sportiva è indispensabile per un’atleta che vuole garantire alte le performance durante l’attività fisica. Inoltre, è soltanto seguendo la giusta nutrizione sportiva che l’atleta riesce a garantire il benessere fisico: fuori e dentro il campo. Per questo motivo, ogni sportivo deve monitorare – con l’aiuto di professionisti del settore – eventuali intolleranze alimentari che potrebbero inficiare non soltanto le proprie performance sportive ma anche e soprattutto le proprie condizioni di salute.

Cosa sono le intolleranze alimentari e perché possono essere pericolose per la nostra salute

Come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, le intolleranze alimentari rientrano nel gruppo dei disturbi che portano a reazione avverse al cibo. Le intolleranze alimentari, sono più comuni delle allergie, e ne differiscono perché la reazione non è provocata dal sistema alimentare. Le intolleranze alimentari più frequenti sono quelle enzimatiche cioè dovute all’incapacità, per difetti congeniti, di metabolizzare alcune sostanze presenti nell’organismo. Tra le intolleranze alimentari più comuni ci sono quelle al lattosio, zucchero contenuto nel latte oppure la celiachia,  cioè un’intolleranza al glutine, proteina altamente presente nel grano.

La diagnosi per le intolleranze alimentari è una diagnosi per esclusione, possibile dopo aver indagato – e quindi escluso – un’allergia alimentare. Per farlo, sotto consiglio di un medico, si individua l’alimento sospetto: lo si elimina dalla dieta per 2-3 settimane e poi lo si reintroduce per altre 2-3 settimane. Se i sintomi scompaiono quando l’elemento viene privato dal piano nutrizionale e poi si ripresentano nel momento in cui vengono reintrodotti nella dieta, allora si tratta di un’intolleranza alimentare. Trattare le intolleranze alimentari, così come funziona per le allergie, significa eliminare dalla dieta (o consumare in quantità minima) gli alimenti che scatenano reazioni avverse per la nostra salute. I sintomi più comuni sono flatulenza, diarrea, gonfiore e dolori addominali.

Le intolleranze alimentari inibiscono le performance sportive di un’atleta

Come abbiamo visto, non monitorare eventuali intolleranze alimentari può avere ripercussioni sulla nostra salute. I sintomi che provocano l’assunzione di sostanze a cui il nostro organismo è intollerante impattano in modo significativo sul benessere psico-fisico dell’atleta. Il rischio è quello di provocare stati infiammatori generalizzati e disturbi di vario genere, sia fisici con episodi di diarrea, stipsi, vomito, cefalea, che psichici con condizione generale di stress e spossatezza. Tutti sintomi che inevitabilmente vanno a influenzare negativamente anche le performance dell’atleta, oltre che la sua salute.

È per questo motivo che “abolire” dalla propria alimentazione sportiva tutti quegli alimenti a cui l’atleta è intollerante non porta che benefici, sia sotto il piano del benessere sia delle performance: da un lato toglie i fastidi causati dagli alimenti mal tollerati, dall’altro dà più energia e prontezza durante l’attività fisica. In questo modo si riducono i rischi connessi a infortuni della massa muscolare, come strappi e stiramenti, e si ottimizza anche la massa magra nel nostro corpo. E ciò comporta anche evidenti vantaggi nella fase di recupero visto che il corpo sarà meno affaticato.

L’alimentazione sportiva per chi soffre di intolleranze alimentari

Nel caso in cui vengano diagnosticate ad un’atleta intolleranze alimentari, il consiglio è quello di essere affiancato da un esperto del settore, come un nutrizionista, che possa pensare una dieta ad hoc per lo sportivo, amatoriale o agonista che sia così da combinare le esigenze fisiologiche del proprio corpo con il mantenimento di alte performance nel campo. Così hanno fatto grandi campioni dello sport come Novak Djokovic o Martin Castrogiovanni: entrambi celiaci. Se è vero che la celiachia comporta l’eliminazione del glutine dalla nostra alimentazione sportiva, e quindi l’eliminazione del grano e di altre varietà di cereali, è altresì vero che questi non sono gli unici carboidrati che possiamo assumere nella nostra dieta.

Seguendo le giuste accortezze sarà infatti possibile mantenere il giusto equilibrio fra i macronutrienti che devono costituire la nostra nutrizione sportiva, in cui i carboidrati devono rappresentare il 55% circa. Tra i cereali senza glutine che non devono mancare nell’alimentazione sportiva di un’atleta ci sono il riso, il grano saraceno, il miglio, l’amaranto, il mais e soprattutto la quinoa, un ottimo carburante durante l’attività fisica. E poi ci sono le patate, che non possono mancare, anche perché sono ricche di potassio, altro sale minerale fondamentale da assumere sia prima che dopo l’allenamento.

E poi, per uno snack nel pre workout o dopo l’attività fisica, CetilarNutrition ha studiato delle barrette proteico energetiche, ricche di proteine, che bilanciano tutti i macronutrienti (con formulazione bilanciata 40-30-30) di cui l’organismo ha bisogno, senza glutine. Si tratta dei gusti arachidi e mirtillo rosso e formaggio e pera: 60 grammi per uno spuntino ricco di due sali minerali in forma Sucrosomiale®, ferro e magnesio, che sostengono e contribuiscono sia alla riduzione della stanchezza sia a stimolare il normale metabolismo.

Nutrizione e allenamento non bastano: il benessere sia fisico che mentale di un atleta dipende anche dal sonno. Il riposo è un tassello fondamentale nella fase di recupero, indispensabile per tenere alte le performance dentro il campo.

Benessere dell’atleta: perché è importante il sonno

La fase di recupero post allenamento è cruciale per un atleta: per questo lo è anche il sonno, che consente un recupero fisico ottimale e prestazioni atletiche competitive.
Non a caso, quando siamo ben riposati i livelli di stress e di affaticamento durante l’attività fisica sono ridotti. Il sonno gioca un ruolo decisivo non solo per l’efficienza fisica del nostro corpo, ma anche per il benessere psichico, altro ingrediente necessario per mantenere alta la concentrazione e quindi le performance sportive.
E infatti, non essere abbastanza riposati rende il ragionamento sul campo più lento e tempi di risposta più lunghi, con il risultato che le nostre prestazioni saranno più scadenti. Per ultimo, ma non per importanza, un buon sonno riduce anche il rischio di lesioni e infortuni durante l’allenamento.

Sonno e attività fisica: un legame indissolubile

Le migliori performance atletiche sono sempre associate ad un buon sonno: una bella dormita permette all’atleta di recuperare le energie utilizzate durante l’attività fisica.
L’ideale sarebbe dormire tra le 8 e 9 ore ogni notte. Infatti, di notte vengono rilasciati gli ormoni della crescita, compresi quelli responsabili della massa muscolare.
Grazie ad un sonno di qualità, i muscoli si rigenerano e crescono: ecco perché solo se ben riposato un atleta può dare il massimo.
Inoltre, secondo nuovi studi – la cosiddetta teoria del Replay – durante il sonno si memorizzano e apprendono alcuni movimenti utilizzati nel campo da gioco.
D’altra parte, è bene evidenziare che l’attività fisica non dovrebbe mai essere effettuata in tarda serata: la scelta migliore per gli atleti è quella di fare allenamento almeno due ore prima di coricarsi. Questo perché il movimento stimola la circolazione sanguigna rendendo poi difficile addormentarsi.

Sonno e nutrizione: un binomio inscindibile

Sonno e nutrizione devono andare avanti pari passo: sono un binomio inscindibile per un atleta che vuole migliorare le proprie performance sportive. Una buona qualità del riposo notturno produce degli effetti positivi e complementari ad una corretta alimentazione. Di notte vengono prodotti ormoni ed enzimi che impattano sulla capacità di metabolizzare il cibo, regolando la percezione della “fame”. Viceversa, seguire una giusta nutrizione sportiva massimizza (o condiziona) il sonno.
La regola base resta quella di evitare di esagerare con il cibo e i liquidi prima di andare a dormire, così da non interferire il riposo del nostro organismo. Ma attenzione: al contrario, se si mangia troppo poco, rimarrà ancora la fame con evidenti ripercussioni durante la fase di recupero.

Gli alimenti da consumare per un buon sonno

Prima di tutto, attenzione alla caffeina. Bere troppi caffè può inficiare la qualità del sonno: meglio bere l’ultima tazzina diverse ore prima di andare a coricarsi. Questo perché la caffeina aumenta la latenza all’inizio del sonno, riducendo la durata totale del riposo e la riduzione della sua qualità. Vale la stessa regola di evitare alcolici, fritti, dolci, specie il cacao, cibi in scatola e affumicati.
Al contrario, invece, un frutto come il kiwi ha quelle capacità conciliatrici che facilitano il sonno, le stesse della camomilla, della lavanda o della valeriana. In generale, sono sconsigliati i carboidrati, dato che un pasto serale ad alto indice glicemico riduce il tempo di addormentarsi. Meglio cenare a base di proteine, vista la capacità di aumentare la durata del sonno.
Un altro consiglio per favorire il sonno è consumare alimenti ricchi di potassio, magnesio e triptofano: tutti elementi che aiutano a ridurre lo stress e stimolano la produzione di serotonina. Non finisce qui: come regola quotidiana è bene sempre seguire una dieta sana ed equilibrata che bilanci tutti i macronutrienti necessari al nostro organismo.

L’alimentazione sportiva è uno dei pilastri per il benessere psicofisico di un atleta. Una corretta dieta gioca un ruolo cruciale anche per chi pratica yoga: non a caso l’equilibrio fra corpo e mente è lo scopo di questa disciplina.

Per massimizzare i benefici dello yoga è necessario seguire una corretta nutrizione sportiva basata sull’equilibrio e la moderazione. Ecco perché alcuni cibi, per le loro proprietà e caratteristiche, sono ottimi alleati, non solo per la salute in generale, ma anche per i muscoli coinvolti negli esercizi e nelle posture che si eseguono durante lo yoga.

Lo yoga e la corretta alimentazione per il benessere psicofisico

Una corretta nutrizione sportiva è fondamentale in ogni disciplina sportiva e lo yoga non fa eccezione: come insegna la tradizione indiana, il primo passo verso il benessere è imparare ad ascoltare se stessi e il proprio corpo.

Una dieta sana e varia è sempre consigliata, a maggior ragione se si pratica sport costantemente. I cibi che si possono definire grandi alleati per chi pratica yoga sono quelli ricchi di proteine e vitamine. In generale sono da preferire in una corretta nutrizione sportiva alimenti freschi, vari e non processati: frutta e verdura di stagione, pesce, legumi sono ottimi alleati per la salute e il benessere.

Sono invece da evitare i cibi molto zuccherati e pochi digeribili. Ma attenzione: anche le quantità sono importanti. Mangiare troppo può essere deleterio se la giornata prevede una sessione di yoga: il rischio è di avvertire una spiacevole sensazione di gonfiore o addirittura di avvertire sonnolenza durante l’attività fisica. Durante lo yoga, infatti, abbondano le posizioni di torsione, compressione e rovesciamento dello stomaco, che sarebbero difficili da sopportare se si arrivasse all’allenamento a pancia piena.

I cibi consigliati per chi fa Yoga

Come detto, una corretta alimentazione è quindi indispensabile per chi fa yoga. Ma quali regole deve seguire una corretta nutrizione sportiva?  Se ci allineiamo ai precetti classici della tradizione yoga i cibi ideali da mangiare sono pasti sani, vegetali, senza troppi condimenti, meglio ancora se crudi.

Ma in generale tra gli alimenti da introdurre nella nutrizione sportiva per lo yoga ci sono i cereali, la frutta, sia fresca che secca, le verdure a foglie verdi, le alghe, i latticini, il miele, il verde e i legumi.

Occorre quindi una nutrizione sportiva ricca di fibre e proteine. Una combo vincente è, ad esempio, un pasto che mette insieme legumi e cereali: un piatto che apporta aminoacidi nobili, pronti ad essere assorbiti dall’organismo per la costruzione della massa muscolare.

Yoga, cosa mangiare nel pre workout

Tra i cibi ideali da mangiare prima di un allenamento di yoga c’è sicuramente la frutta. La banana, ricca di minerali che aiutano la massa muscolare a rilassarsi; la mela, per il suo contenuto di acqua e di fibra; l’anguria che non produce flussi acidi ma fornisce grandi livelli di idratazione: questi frutti sono ottime idee per uno snack nel pre-workout. Per altri spuntini, alcune opzioni consigliate per chi fa yoga sono l’avocado, il cioccolato fondente, i cracker, una bella tazza di orzo, latte vegetale e i frutti di bosco.

Alimentazione e Yoga: qualche consiglio

La nutrizione sportiva è quindi cruciale per chi fa yoga. Ecco perché è importante anche “come” si mangia. Innanzitutto, l’idratazione è fondamentale: occorre bere almeno 2 litri d’acqua al giorno, lontano dai pasti, magari aiutandosi anche con infusi e tisane. Se ci si allena di mattina, una bella dose d’acqua al risveglio aiuterà a purificarsi dalle scorie della notte.

E poi: piccoli bocconi, così da aumentare il senso di sazietà, e masticare il cibo a lungo, per favorire così l’assimilazione di tutti i nutrienti.  Ultimo ma non meno importante: mangiare uno dei tre pasti principali almeno 3 ore prima dell’attività fisica. Solo così lo stomaco sarà libero e il sangue sarà concentrato nella respirazione e non della digestione. Come accennato, per uno spuntino un’ora prima di iniziare lo yoga la soluzione ideale è la frutta: leggera e ricca di acqua e vitamine.

L’idratazione post Yoga

Una corretta idratazione prima, durante e dopo l’attività sportiva è sempre molto importante per mantenere in salute l’organismo ed evitare spiacevoli effetti collaterali derivanti da un reintegro non adeguato della perdita di liquidi e sali minerali.

Hydrate Fast è l’integratore Cetilar® Nutrition da sciogliere in acqua per ottenere una soluzione ipotonica (80,8 mOsmol/L), che può essere utile durante l’esercizio fisico moderato o intenso, quando le perdite di liquidi dovute alla sudorazione risultano essere abbondanti.

Hydrate Fast è adatto a reintegrare i liquidi persi anche durante la pratica dello Yoga perché contiene magnesio Sucrosomiale® che contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento, al normale metabolismo energetico e alla normale funzione muscolare.

Quando si parla di maratona, il primo pensiero va alla distanza da percorrere, all’impegno per ottenere una performance adeguata, alla fatica e alla paura di non farcela. Ogni maratona è viaggio incredibile che culmina in una corsa di ben 42 km, stremante ma indimenticabile. Un viaggio che inizia con allenamenti intensi e costanti e che finisce con un doveroso periodo di recupero. Sì, dopo aver tagliato il traguardo e aver festeggiato, affrontare il recupero fisico fa parte del processo per ristabilire il benessere dell’organismo e ricominciare, passo dopo passo, ad allenarsi per raggiungere il prossimo obiettivo.

 

Programma di recupero fisico post maratona: cosa prevede e come impostarlo

 

La preparazione per una maratona non si limita ad allenamenti continui di corsa su strada, ma comprende allenamenti utili ad aumentare la resistenza e il tono muscolare. Analogamente, il recupero fisico post maratona comprende diversi aspetti, ognuno dei quali utile a recuperare la funzionalità muscolare e le energie in modo ottimale.

  • Prima regola del recupero sportivo post maratona: riposo. Per quanto ogni runner faccia fatica ad accettarlo, chiunque abbia già corso una maratona sa quanto sia fondamentale il riposo assoluto per qualche giorno. Addirittura, alcuni esperti raccomandano un giorno di riposo per ogni chilometro corsi, quindi 42 giorni di riposo.
  • La sensazione di dolore ai muscoli è normale ma, solitamente, dopo una maratona l’indolenzimento muscolare avviene a insorgenza ritardata. L’indolenzimento deriva da danni microscopici al tessuto muscolare, e la sua gravità dipende dal livello di preparazione pre gara e dall’intensità dello sforzo in gara rispetto all’allenamento. Il grado di indolenzimento indica l’entità del danno muscolare, e questo influenzerà la durata del periodo di recupero.
  • Evitare bagni o docce con acqua troppo calda per 48 ore dopo la gara. Anzi, i bagni in acqua fredda con un po’ di ghiaccio possono aiutare a minimizzare l’infiammazione dei tessuti molli durante le prime 48 ore dopo la gara.
  • Bere di più e mangiare regolarmente. Infatti, nei giorni successivi alla maratona, l’alimentazionedovrebbe essere analoga a quella dei tre giorni precedenti la gara, ricca  di carboidrati per recuperare tutte le energie spese.

A proposito di alimentazione, anche gli integratori alimentari possono aiutare a reintegrare nutrienti preziosi consumati durante lo sforzo della maratona.

Recovery Pro è l’integratore alimentare Cetilar® Nutrition con proteine, carboidrati, leucina, idrossimetilbutirrato e minerali con edulcorante pensato per il recupero muscolare dell’atleta.
Contiene, inoltre, ferro e zinco sviluppati grazie alla Tecnologia Sucrosomiale®: sono due minerali essenziali per il benessere dell’organismo, in quanto il primo contribuisce alla normale funzione cognitiva, al normale metabolismo energetico, alla normale formazione dei globuli rossi e dell’emoglobina, alla normale funzione del sistema immunitario, alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. Lo zinco, invece, contribuisce alla normale funzione cognitiva, alla normale sintesi proteica, alla normale funzione del sistema immunitario e alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

 

Tornare a correre dopo una maratona: allenamenti a bassa intensità


Molti runner vogliono tornare a correre il prima possibile dopo la maratona ma è meglio procedere per gradi. Dopo una prima fase di riposo, il recupero sportivo post maratona prevede un allenamento a bassa intensità, cioè con esercizi leggeri che implichino non più del 60-65% dell’abituale frequenza cardiaca massima e per una durata relativamente breve, meno di 60 minuti.

L’attività sportiva a bassa intensità aiuta effettivamente a recuperare energie velocemente perché favorisce la circolazione: una buona circolazione porta ossigeno fresco e sostanze nutritive ai muscoli e porta via i rifiuti metabolici e, quindi, aiuta la guarigione e il recupero.

Le attività a bassa intensità consigliate nel post maratona sono:

  • Camminata: l’esercizio fisico blando stimola il flusso di sangue nelle gambe, utile ad allontanare i metaboliti della fatica.
  • Corsa leggera: consigliati dieci minuti in assoluta scioltezza, meglio se su fondo erboso.
  • Bicicletta: l’attività sportiva in bicicletta aiuta i runner a ridurre sensibilmente lo stress a livello tendineo e articolare.
  • Yoga: lo yoga migliora la salute del sistema cardiovascolare e aumenta la flessibilità, oltre ad aiutare ad alleviare il dolore tutte qualità molto utili nel recupero post maratona di un runner.
  • Stretching: fondamentale perché aiuta ad incrementare la capacità funzionale della muscolatura.
  • Nuoto per 30-60 minuti a bassa intensità: l’azione dell’acqua sulle gambe, infatti, esercita un lieve e benefico massaggio muscolare.

Anche la terapia manuale fisioterapica e foam roller possono essere un valido supporto per alleviare l’indolenzimento muscolare e aiutare il recupero aumentando la circolazione.

L’importanza del recupero mentale nel post maratona


Chi corre sa bene gli ultimi metri di una maratona sono già l’inizio della preparazione della prossima. Una volta passata la stanchezza e recuperate le energie, la fame del podista torna a farsi sentire. Ma il recupero sportivo post maratona implica anche staccare la spina qualche giorno dalla rincorsa alla performance, fare le uscite di scarico senza tempi e senza gli avvisi del GPS.

Il recupero mentale post maratona parte dal godersi il fatto di aver raggiunto un traguardo importante, concedendosi la giusta dose di euforia e leggerezza, prendendo concedo per un po’ dalle tabelle di allenamento. Svuotare la mente è importante per ricaricare le energie tanto quanto la sessione di riposo, ed è altrettanto importante essere consapevoli di dover trattare con riguardo sia il corpo che la mente per non sottoporsi a sforzi controproducenti.

Alla prossima corsa!

Introduzione

Le fratture del capitello radiale sono un infortunio relativamente comune che può verificarsi a seguito di incidenti sportivi, cadute accidentali o traumi diretti al gomito. Queste lesioni possono comportare significative limitazioni funzionali e richiedono un processo di riabilitazione mirato per garantire una ripresa completa. In questo articolo, esploreremo l’anatomia del gomito, del capitello radiale, come avvengono queste fratture e i passaggi chiave per la riabilitazione.

Anatomia del Gomito e del Capitello Radiale

Per comprendere appieno l’importanza della riabilitazione dopo una frattura del capitello radiale, è fondamentale conoscere l’anatomia del gomito e la posizione di questa piccola ma critica struttura ossea.

Il gomito è un’articolazione sinoviale composta da tre ossa principali: l’omero, il radio e l’ulna. Queste tre ossa lavorano insieme per consentire una serie di movimenti cruciali, tra cui la flessione e l’estensione del braccio, nonché la pronazione e la supinazione dell’avambraccio.

Il capitello radiale, è una piccola protuberanza all’estremità superiore del radio, situata sul lato esterno del gomito. Questa struttura svolge un ruolo cruciale nella rotazione dell’avambraccio e nella stabilità dell’articolazione del gomito.

Quando il capitello radiale viene danneggiato da una frattura, può causare problemi significativi nell’esecuzione delle attività quotidiane e sportive.

Le fratture del capitello radiale si verificano principalmente a seguito di traumi diretti al gomito. Ad esempio, un impatto diretto o una caduta sul gomito possono causare una frattura del capitello radiale. Questo tipo di lesione può essere osservato in vari contesti, tra cui incidenti sportivi, cadute accidentali e incidenti automobilistici.

È importante notare che, nei bambini, il capitello radiale è particolarmente vulnerabile a fratture a causa dello sviluppo incompleto delle ossa. Questo significa che i giovani atleti sono particolarmente suscettibili a questo tipo di infortunio. Le fratture del capitello radiale in età giovanile richiedono attenzione e trattamento tempestivo per garantire una crescita ossea adeguata e una completa ripresa della funzionalità del gomito.

La conoscenza dell’articolazione del gomito e delle sue componenti anatomiche aiuta a guidare le decisioni di trattamento e a pianificare una riabilitazione efficace per garantire una ripresa ottimale della funzionalità del braccio.

Terapia Conservativa o Intervento Chirurgico

La scelta tra terapia conservativa e intervento chirurgico dipende dalla gravità della frattura. Le fratture non scomposte o con uno spostamento minimo possono essere trattate in modo conservativo con un tutore/gesso e fisioterapia. Tuttavia, nelle fratture più gravi con spostamento significativo o frammenti ossei instabili, può essere necessario un intervento chirurgico per ripristinare l’anatomia corretta. Il medico specialista in ortopedia prenderà la decisione corretta visualizzando gli esami strumentali a cui il paziente si è sottoposto, come radiografia o TC.

Fisioterapia in Seguito a Frattura del Capitello Radiale

Dopo la chirurgia o durante il trattamento conservativo, la fisioterapia svolge un ruolo cruciale nella ripresa. Il fisioterapista lavora per ripristinare la forza, la flessibilità e la mobilità del gomito. Questo processo può richiedere diverse settimane o mesi, a seconda della gravità dell’infortunio.

Esempi Pratici di Esercizi Riabilitativi in Seguito a Frattura del Capitello Radiale

Gli esercizi in seguito a frattura del capitello radiale devono essere svolti una volta che la frattura risulta consolidata e sotto la supervisione del fisioterapista. Sarà quest’ultimo che deciderà se assegnare anche una serie di esercizi da svolgere a casa in autonomia, come quelli di seguito elencati:

  • Esercizi di flessione ed estensione del gomito: Questi esercizi aiutano a ripristinare l’escursione completa di movimento del gomito. Piega ed estendi lentamente il braccio, tenendo il gomito vicino al corpo. Ripeti questo movimento in modo controllato.
  • Esercizi di rinforzo muscolare: Utilizza bande elastiche o pesi leggeri per rafforzare i muscoli dell’avambraccio e del braccio.
  • Esercizi di pronazione e supinazione: Ruota lentamente il braccio per ripristinare la rotazione dell’avambraccio. Puoi farlo tenendo un peso leggero o utilizzando un bastone.
  • Stretching: Esegui esercizi di stretching per migliorare la flessibilità dei muscoli dell’avambraccio e del gomito. Un esempio è lo “stretch dell’estensione del gomito”, dove estendi il braccio e piega il polso verso il basso, mantenendo la mano al muro.
  • Esercizi funzionali: Alla fine del processo di riabilitazione, il fisioterapista ti guiderà attraverso esercizi che simulano le tue attività sportive o quotidiane, aiutandoti a tornare alle tue normali attività.

In conclusione, le fratture del capitello radiale richiedono un trattamento mirato e una riabilitazione adeguata per garantire una ripresa completa. Seguire attentamente il piano di riabilitazione prescritto dal tuo fisioterapista è essenziale per tornare alla piena funzionalità del gomito e riprendere le tue attività sportive preferite in modo sicuro. Ricorda sempre di consultare un professionista medico per una valutazione e una guida personalizzate.

L’alimentazione sportiva è un ingrediente fondamentale per il benessere e la salute di uno sportivo. Una dieta sana ed equilibrata, non solo migliora le performance sul campo, ma è efficace anche nella fase di recupero post allenamento. Ad esempio, gli alimenti anti-infiammatori sono consigliati dopo l’attività fisica perché aiutano a recuperare, prima e meglio, e a prevenire gli infortuni e i dolori muscolari che compaiono durante lo sforzo fisico o nella fase di recupero. Questo perché gli elementi anti-infiammatori, contrastando i processi infiammatori, proteggono le nostre cellule e rafforzano il sistema immunitario.

L’importanza degli Omega 3 nell’alimentazione sportiva

Gli Omega 3, ovvero i grassi polinsaturi, sono alcuni degli alimenti anti-infiammatori più importanti: questo perché riducono positivamente i livelli di infiammazione che aumentano dopo un allenamento intenso e prolungato. Apportare buone quantità di alimenti anti-infiammatori con Omega3 e ridurre gli Omega 6, contenuti ad esempio nei prodotti da forno industriali – riduce il rischio di infortunio da stress, come le infiammazioni tendinee.
Le principali fonti di Omega 3 sono:

  • Pesci grassi come acciughe, aringhe, sgombro, salmone, sardine, storione, trota e tonno
  • Fonti vegetali come noci, semi di lino e olio di soia

Alimenti anti-infiammatori nella nutrizione sportiva: il ruolo dei polifenoli

Barbabietole, amarene, melograno, cacao sono alimenti che contengono buone quantità di polifenoli: una famiglia di sostanze naturali che migliora i dolori muscolari dopo l’attività fisica e rende l’organismo meno suscettibile alle infezioni, come la bronchite. I polifenoli sono un prezioso alleato nell’alimentazione sportiva di un’atleta: il consiglio è consumare cibi freschi o affidarsi eventualmente alla bollitura, o alla cottura al vapore, evitando che le alte temperature abbattano il contenuto polifenolico dell’alimento.

Alcuni alimenti anti-infiammatori che non devono mancare nell’alimentazione sportiva

Pomodori, verdura a foglia verde, come spinaci e cavoli, frutta secca e fresca sono tutti alimenti-antinfiammatori che riducono, oltre alle infiammazioni, anche il rischio di sviluppare malattie croniche. Ma attenzione: innanzitutto, per ridurre i livelli generali di infiammazione è necessario seguire una dieta sana ed equilibrata, come quella mediterranea, ricca di frutta, verdure e cereali integrali. D’altra parte è bene limitare gli alimenti infiammatori: alcol, carni lavorate, dolci, carboidrati raffinati e bevande zuccherate.

Ecco alcuni alimenti anti-infiammatori che non possono mancare in una dieta sana ed equilibrata di uno sportivo:

  • Olio di oliva: è bene scegliere nella nostra nutrizione sportiva i grassi insaturi, come l’olio extravergine di oliva, al posto del burro, e il latte parzialmente scremato, al posto di quello intero.
  • Frutti di bosco: gli antiossidanti contenuti nei frutti di bosco aiutano a ridurre i marker infiammatori in quanto sostengono l’organismo grazie alle azioni depurative, disinfettanti, astringenti e antiossidanti.
  • Zenzero: prezioso nella dieta dello sportivo poiché svolge la sua funzione anti-infiammatoria grazie al contenuto di antiossidanti che connotano gli enzimi pro infiammatori. Consigliato da assumere anche come tisana.
  • Ananas: un alimento che non solo brucia i grassi ma che, grazie al suo contenuto di bromelina, riavvia il sistema circolatorio assorbendo i liquidi che si accumulano dopo un trauma o un’infiammazione. Ecco perché è prezioso in caso di ematomi, traumi muscolari e articolari.
  • Avocado: un frutto versatile e semplice, sempre più diffuso nelle tavole, anche per i suoi tanti benefici come il suo effetto antinfiammatorio, grazie alla vitamina C. Il consumo di avocado è consigliato soprattutto per chi soffre, o vuole prevenire, problemi di artrite.

Defense Booster: integratore Cetilar® Nutrition per il recupero dell’atleta

La linea Cetilar® Nutrition di nutrizione dedicati agli sportivi vanta anche Defence Booster, l’integratore di vitamine, minerali, licopene e coenzima Q10 indicato per la protezione completa dell’organismo e adatto al recupero sia energetico che muscolare dopo un’intensa attività sportiva.

Per quanto il regatante sia circondato da acqua in ogni dove, la disidratazione in barca è un problema che non va assolutamente sottovalutato, soprattutto durante le competizioni molto lunghe, anche di giorni, dove il sole cocente e il vento a più di 20 nodi rappresentano due fattori capaci di accelerare la disidratazione.

Mantenere un adeguato livello di idratazione è fondamentale per la circolazione del sangue, la regolazione della temperatura corporea e la contrazione dei muscoli, oltre a essere la base per prevenire situazioni che vanno da un aumento della percezione della stanchezza a difficoltà cognitive.

L’IDRATAZIONE DEL VELISTA: L’IMPORTANZA DELLA PROGRAMMAZIONE

 

Per il velista, bere durante le gare non è un’azione così semplice: infatti, posizioni impossibili, condizioni instabili del mare, attività costante, pochi spazi dove sistemare le scorte sono fattori che non aiutano a ricordarsi di dover bere acqua con regolarità. Se aggiungiamo, inoltre, che in alcune categorie, come le classi olimpiche, anche il peso dell’acqua a bordo può fare la differenza sul risultato, la chiave di volta per una corretta reidratazione del velista sta nella programmazione.

Ogni atleta dovrebbe avere il proprio programma di idratazione in regata, calibrato in base a pesogeneticasudorazione, e, inoltre, a seconda dell’intensità degli sforzi dovuti al ruolo svolto in barca.

Partiamo dalla prima regola: è importante idratarsi adeguatamente prima e durante la gara.

Secondo regola: bere prima di sentire sete. Questo perché piccole percentuali di carenza d’acqua generano riduzioni nella performance. In termini generali, se l’allenamento è molto intenso o la gara lunga e pesante i valori a cui ci si riferisce sono l’assunzione di due litri di liquidi durante la giornata con un’integrazione per ogni ora di lavoro.

SPORT VELICI: L’IDRATAZIONE OTTIMALE IN REGATA

Secondo la SDA, Sport Dietitians Australia, le regole base per gli sport velici sono:

  • Bere circa 500 ml di acqua o bevanda energetica 30 minuti prima della competizione.
  • Bere 100 ml ogni 15 minuti, a partire da subito dopo lo start.
  • Sfruttare i tempi di recupero come in caso di back to back race. Si possono utilizzare drink in polvere, succhi concentrati, bevande sportive che contengono carboidrati e sodio. I carboidrati, infatti, hanno un effetto positivo sulla performance e il sodio, inoltre, favorisce l’idratazione.

A proposito di alimentazione, durante le regate seguire il consueto programma alimentare e di introduzione di liquidi, le novità e le loro possibili conseguenze meglio lasciarle agli allenamenti. In barca, quindi, bisognerebbe pensare anche ad una scorta di acqua in caso non fosse possibile essere raggiunti dalla coach boat con le riserve e magari un sistema per bere senza avere le mani impegnate, come una camel back.

Tra i liquidi, in lista nera c’è l’alcool che influisce sui tempi di recupero e la reidratazione e può avere un impatto sulla performance individuale. Anche la sovraidratazione può avere serie conseguenze, come ad esempio problemi intestinali e hyponatremia, ovvero una diminuzione della concentrazione del sodio nel serum, come definito nel Manuale Merck.

REINTEGRARE LIQUIDI E MINERALI

 

Ogni regata, che sia di uno o più giorni, richiede una preparazione fisica e mentale molto attenta per affrontare i momenti particolarmente impegnativi, in cui le manovre possono essere rapide e richiedere molta agilità, oltre a concentrazione e lucidità. In tali circostanze il consumo di energia fisica e nervosa è notevole, e il ricorso all’integrazione ha il vantaggio di mantenere un buon livello di energia e prontezza.

Hydral è l’integratore di Sali minerali della gamma Cetilar® Nutrition pensato per dare un boost all’idratazione ad ogni atleta impegnato in una performance sportiva che richiede concentrazione e benessere fisico. Si tratta di pratici stick pre-dosati, da sciogliere in acqua e possono anche essere combinati con integratori di carboidraiti, come Race Carb Caf o Endurance Carb, per ottenere uno sport drink energetico e reidratante.

Ultimo appuntamento della stagione agonistica 2023 per il team Vitamina Sailing, che questa settimana torna in regata al Marina di Scarlino, in Toscana, per affrontare il Campionato del Mondo Club Swan 50. 

Vitamina Cetilar, condotto dal timoniere Andrea Lacorte che per l’occasione sarà affiancato alla tattica dal fuoriclasse inglese Nick Rogers, argento alle Olimpiadi di Atene 2004 e Pechino 2008 nella classe 470, sarà impegnato per la conquista del titolo iridato nel corso di quattro giorni di regata, da mercoledì a sabato (martedì la Practice Race).

Circa 15 in totale le barche attese, per quello che si prospetta come l’evento di punta di tutta la stagione dei monotipi del cantiere Nautor’s Swan, che non a caso si disputa nella “casa” italiana dei celebri “cigni”.

Vitamina Cetilar ci arriva dopo una stagione di altissimo livello, che ha visto la barca in acqua per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa andare sempre sul podio, a parte il recente Europeo di Mahon, in Spagna. 

Per un atleta che pratica arti marziali è fondamentale seguire le opportune strategie nutrizionali per migliorare le proprie performance. Seguire una corretta alimentazione sportiva è un ingrediente indispensabile per raggiungere i propri obiettivi: ecco perché occorre fare attenzione a cosa si mangia, sia nel pre workout che dopo l’allenamento, ma anche durante l’attività fisica.

La corretta alimentazione sportiva per chi pratica arti marziali

Gli atleti, sia amatoriali che professionisti, che praticano arti marziali devono prestare una particolare attenzione alla nutrizione sportiva. Ecco perché si tratta di un aspetto di importanza fondamentale:

  • Le arti marziali sono uno sport completo, che richiede l’uso di tutto il corpo. I muscoli e le articolazioni sono messi a dura prova durante l’attività fisica: per questo motivo bisogna seguire le opportune strategie alimentari che garantiscono energia a tutto il nostro organismo.
  • Chi pratica arti marziali non deve soltanto essere attento al corretto apporto calorico, deve anche badare alle variazioni di massa, visto che gli atleti durante le gare sono classificati in categorie legate proprio al peso.

Una strategia alimentare ad hoc per chi pratica arti marziali: alcuni consigli

Per i motivi sopra elencati, è consigliato che gli atleti di arti marziali vengano seguiti da uno specialista, in modo da definire una dieta bilanciata e adatta all’impegno fisico richiesto durante la pratica sportiva. Ci sono, comunque, delle regole generali da seguire per una corretta alimentazione

  • Prima cosa: non bisogna saltare nessun pasto nell’arco della giornata. Colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena sono tappe da rispettare per una corretta nutrizione sportiva di chi pratica arti marziali.
  • Le proporzioni nell’alimentazione sportiva di un atleta di arti marziali devono essere un mantra. L’apporto calorico ottimale deve essere così suddiviso:
    60% circa da carboidrati, ovvero la principale fonte energetica durante l’attività fisica.
    25% da grassi, conosciuti anche come lipidi, che hanno la funzione di i nostri organi vitali, trasportando le vitamine e tenendo sotto controllo l’appetito.
    15% da proteine, sia di origine animale che vegetale, che servono per mantenere la giusta massa muscolare.
  • Chi pratica arti marziali sottopone il suo corpo ad un alto livello di stress sia muscolare che articolare. Ecco perché si dovrebbe assumere frutta e verdura di stagione nella giusta quantità: questi alimenti proteggono muscoli e articolazioni.

Cosa mangiare prima della gara

Come già menzionato, chi pratica arti marziali alle gare è classificato in base al suo peso così da stilare le classi equivalenti che si andranno a sfidare. Per questo motivo, se si è al limite, nelle ore prima della misurazione del proprio peso corporeo, gli atleti devono evitare di mangiare, a volte anche di bere, e anzi sarà necessario sudare per perdere gli ultimi grammi necessari. Dopo il peso, la priorità sarà quindi reintegrare i liquidi. Una volta riattivato l’apparato digerente, si passa al pasto da consumare. Un pasto equilibrato, senza sovradosaggio, ben rapportato tra i vari macronutrienti: il 65% carboidrati, meglio quelli semplici, il 25% proteine, e il 10% grassi.

Anche uno snack, prima del pasto principale è un’ottima idea, così da non arrivare troppo affamati. Porridge di avena, con frutta secca e cioccolato, sono alcune idee. Oppure una barretta proteico energetica di Cetilar® Nutrition, studiata nella forma bilanciata (40-30-30) per migliorare le performance durante l’attività fisica.

Le barrette proteico-energetiche di Cetilar® Nutrition hanno un alto contenuto di proteine con gusti pensati per tutti i palati: cioccolato, arachidi e mirtillo rosso, formaggio e pera. Le barrette Cetilar® Nutrition contengono due minerali in forma Sucrosomiale®, ferro e magnesio, che contribuiscono alla riduzione della stanchezza e stimolano il normale metabolismo energetico.

L’attività fisica ad alta quota è spesso utilizzata dagli atleti endurance per migliorare le loro performance sportive. Fare sport in altura implica però alcuni accorgimenti da seguire nella dieta: gli atleti devono infatti seguire una corretta nutrizione sportiva durante l’allenamento non solo per raggiungere i loro obiettivi ma anche per garantire la propria salute e benessere.

Quali sono i benefici dell’allenamento ad alta quota

Premessa: l’altitudine migliore per questo tipo di fitness è bassa-moderata, tra i 1600 e i 2400 metri sul livello del mare, per un’attività fisica della durata circa 2-4 settimane. Molti atleti, soprattutto coloro che praticano sport endurance ad alto livello, scelgono di praticare attività fisica ad alta quota per migliorare le proprie performance. Ad altitudini intermedie l’aria contiene ancora il 21% di ossigeno mentre la pressione barometrica e la pressione parziale di ossigeno è ridotta. Alla mancanza di ossigeno il corpo aumenta la massa di globuli rossi e di emoglobina per 10-14 giorni dando agli atleti un vantaggio competitivo.

Quale nutrizione sportiva seguire durante l’allenamento ad alta quota per migliorare le proprie performance

Per migliorare le proprie performance con l’attività fisica ad alta quota è necessario anche seguire una corretta alimentazione sportiva, onde evitare anche di incorrere in problemi di salute. In alta quota è stato più volte dimostrato un aumento del fabbisogno proteico, del consumo energetico e dell’utilizzo di carboidrati e liquidi. Per questo motivo è fondamentale assumere nell’alimentazione sportiva un’adeguata quantità di energia, prestando attenzione all’incremento di fabbisogno di carboidrati. Questo perché, sebbene l’allenamento in montagna sia un’opportunità per l’atleta che vuole ridurre peso e dimagrire, può rivelarsi controproducente se non si assume il giusto quantitativo di carboidrati e proteine che comprometterebbe la massa muscolare. Attenzione anche ad assumere il giusto quantitativo di ferro.

Stesso discorso per l’apporto di liquidi: durante un allenamento ad alta quota, le perdite idriche sono aumentate per effetto dell’ipossia e della minore umidità dell’aria. Per questo motivo è bene curare la propria idratazione bevendo molta acqua; prima, durante e dopo l’attività fisica così da compensare le perdite ed evitare affaticamenti, disorientamenti o, peggio, infortuni durante l’allenamento.

Le soluzioni di Cetilar® Nutrition per l’allenamento ad alta quota

Anche il fabbisogno di ferro aumentano con l’allenamento ad alta quota: gli atleti che hanno bassi livelli di ferritina potrebbero sviluppare una seria carenza nell’arco di un paio di settimane e per questo motivo devono aumentare gli alimenti ricchi di ferro o, su consiglio di un nutrizionista, ricorrere ad alcuni integratori.

Un alleato prezioso, per garantire il giusto fabbisogno dei macronutrienti, sono le barrette proteico-energetiche pensate da Cetilar® Nutrition. Abbiamo studiato delle barrette proteico-energetiche bilanciate e appetitose per tutti i palati: da una classica barretta al cioccolato, fino ad una al gusto di arachidi e mirtillo rosso, terminando con il gustoso abbinamento formaggio e pera. Le nostre barrette proteicoenergetiche sono pensate per essere consumate anche nel pre workout e sono adatte anche per una dieta vegetariana. Nei loro 60 grammi contengono inoltre due minerali in forma Sucrosomiale®, ferro e magnesio, che contribuiscono alla riduzione della stanchezza e stimolano il normale metabolismo energetico. Inoltre, sono ad alto contenuto di proteine e hanno una formulazione studiata (40-30-30) per bilanciare tutti i macronutrienti necessari per migliorare le performance durante l’attività fisica.

Cetilar® Nutrition ha anche pensato degli integratori alimentari a base di carboidrati: un’importante fonte di energia, adatti sia ad attività aerobica intensa che per allenamenti di endurance ad alta quota.

L’alimentazione dei velisti nelle competizioni d’altura, le cosiddette regate offshore, deve tenere conto di molti aspetti: lo sforzo prolungato, gli sbalzi di temperatura, il metabolismo che segue ritmi di veglia e riposo diversi dal solito, e l’alto tasso di concentrazione richiesta.

Alcuni ruoli, come ad esempio il prodiere, il sewer e il grinder, richiedono forza, agilità, energia e prestanza fisica. Altri ruoli, come il tattico, il navigatore e il timoniere, pur richiedendo sempre molta agilità, sono più focalizzati sulla concentrazione e la prontezza mentale.

Ogni ruolo ha quindi necessità di una dieta calibrata in base allo sforzo fisico e mentale richiesto. Negli sport velici, il consumo calorico si aggira sulle 150-300 calorie all’ora, arrivando, in casi estremi, a seconda della classe di imbarcazione e in condizioni climatiche particolarmente avverse, anche al consumo di oltre 500 calorie all’ora.

La vela è uno sport classificato tra le attività con impegno cardiocircolatorio di tipo “neurogeno”, caratterizzato da incrementi della frequenza cardiaca (da medi ed alti). Il lavoro muscolare è prevalentemente statico o di forza esplosiva.

L’alimentazione di un velista, quindi, deve essere un sostegno all’impegno richiesto sia in allenamento che in gara: la dieta, da sola, non ha il potere di aumentare il rendimento di un atleta, però un’alimentazione inadeguata può limitare le prestazioni in modo consistente.

Durante le fasi di preparazione di una regata, ai velisti è consigliato di prediligere cibi facilmente digeribili, prevalentemente carboidrati complessi, pasta o riso, con un condimento semplice a base, ad esempio, di verdure, e conditi esclusivamente con olio extravergine di oliva aggiunto a crudo. Adottare un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea è una buona scelta in quanto include il consumo di almeno cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura di stagione, coprendo pienamente il fabbisogno minerale e vitaminico necessario per preparare l’organismo ad affrontare, nella maniera più corretta, lo sforzo fisico e mentale e, dettaglio non trascurabile, anche l’esposizione solare.

Alimentazione e attività agonistica dei velisti

Se pensiamo a una regata di più giorni, è subito evidente la complessità di gestire l’alimentazione di un equipaggio durante l’attività agonistica. Per definire un corretto regime alimentare bisogna considerare diversi fattori, tra cui il fabbisogno calorico in base al ruolo e in base alla struttura fisica di ciascun regatante, oltre a sesso, peso e altezza.

Un altro fattore da tenere in considerazione è l’età: infatti, fino a 29 anni il metabolismo è calibrato su un apporto energetico da dividere in pochi pasti con un equilibrato rapporto tra i nutrienti, più avanti con l’età è meglio aumentare il numero dei pasti e alleggerirli. Gli atleti dopo i 30 anni, infatti, devono prestare maggiore attenzione ai ritmi del metabolismo che brucia più lentamente le calorie.

“Si dovrà tener conto del metabolismo basale di ciascun membro dell’equipaggio, tecnicamente ognuno ha bisogno di cibo diverso”, spiega Roberto Avanzino, docente di enogastronomia, istruttore velico e scrittore. “Dal massimo lavoro del grinder al ridotto impegno fisico del tattico, passando per i ruoli intermedi del prodiere e del trimmer. La cambusa è un abito tagliato su misura: bisogna tener conto delle capacità dell’equipaggio, della tecnologia a bordo, della preparazione del cuoco”.

Inoltre, in barca si devono considerare i turni e le notti: “Per i turni notturni, considerato sempre peso e ruolo, bisogna pensare a degli spuntini molto digeribili che forniscano energia e zuccheri, per esempio un panino con la bresaola fornirà energia per circa 4 ore a differenza di un pacchetto di biscotti con la marmellata, la cui energia si esaurisce dopo circa due ore”, aggiunge Avanzino.

 

Consigli per un’adeguata alimentazione in alto mare

Secondo lo stesso principio, anche la colazione dovrebbe essere diversa a seconda del fabbisogno specifico di ogni ruolo: ad esempio, due uova e due fette di bacon per il grinder e per il tattico yogurt con frutta fresca. Fondamentali poi sono gli spuntini durante l’attività fisica, con barrette proteico-energetiche bilanciate o semplicemente anche a base di Parmigiano (quello stagionato 36 mesi è molto digeribile e adatto anche a chi è intollerante al lattosio). Le barrette energetiche non devono sostituire il pasto, ma quando è necessario devono avere la funzione di integrazione. Un altro accorgimento è nel timing della nutrizione, meglio mangiare 1 mela ogni due ore che 4 mele a mezzogiorno: uno stomaco troppo pieno sottrae sangue ai muscoli durante la fase digestiva e abbassa la soglia di concentrazione.

All’interno della gamma di prodotti per la nutrizione sportiva Cetilar® Nutrition sono disponibili anche le Balance Race Bar, barrette gluten e doping free arricchite con Ferro Sucrosomiale® e Magnesio Sucrosomiale®. Il vantaggio delle barrette proteico-energetiche è di essere un prodotto estremamente pratico, pensato per il consumo durante l’attività sportiva, con una formulazione completa e bilanciata, arricchita con tutti i nutrienti adeguati a rispondere all’apporto energetico di cui gli sportivi hanno bisogno, anche i velisti di altura.

 

Come organizzare i pasti dei velisti durante le regate

 

Ecco un esempio di menù indicativo per un giorno di regata d’altura con durata di oltre due giorni (le quantità sono da valutare in base ai consumi individuali):

  • Colazione
    Latte (intero) 125 g; biscotti per la prima colazione 80 g; banana 200 g.
  • Pranzo
    Riso 120 g; parmigiano grattugiato 15 g; pesto genovese 100 g; olio di oliva 10 g; pinoli 50 g; prosciutto cotto 120 g; mela 200 g.
  • Spuntino
    Crackers salati 50 g; 2 banane; cioccolata fondente 50 g.
  • Cena
    Frittata formaggio 150 g; spinaci 100 g; olio d’oliva 50 g; pane 80 g; frutta 200 g.
  • Libero/alternative per gli spuntini
    Frutta 300 g; barrette energetiche per un totale di circa 380 kcal.

Inoltre, bisogna sempre considerare che durante le regate i turni sono suddivisi alternando 4 ore di lavoro e 2 di guardia: impegnativo, ma gestibile avendo a portata di mano o le barrette energetiche o, in alternativa, con un super food come un mix tra scaglie di cioccolato, dadini di cocco, frutta secca e frutti rossi disidratati. Un mix sano e bilanciato che contiene micronutrienti essenziali, fornendo energia sana e preziosa che, pur avendo un forte impatto calorico, non appesantisce lo stomaco.

 

Iniziano oggi a Mahon, nell’isola di Minorca, in Spagna, le regate del Campionato Europeo ClubSwan50, evento che riunisce i monotipi di punta del cantiere Nautor Swan, assegnando il titolo continentale.

Quattro i giorni di regate in programma, per un massimo di otto prove previste in totale, per la flotta in cui spicca la presenza di VitaminaCetilar, il ClubSwan50 del Vitamina Sailing, team supportato da Cetilar e in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa.

Al timone di VitaminaCetilar, l’imprenditore Andrea Lacorte – quest’anno assoluto protagonista sia nell’ambito delle regate Swan che nel circuito dei catamarani M32 – che sarà affiancato da un equipaggio in cui spiccano il tattico inglese Nick Asher, il Team Manager Matteo De Luca e il navigatore Francesco Mongelli. 

Vincendo le tre regate costiere disputate nell’arco della settimana, FlyingNikka, il Maxi a foil armato da Roberto Lacorte e supportato dagli sponsor TAG Heuer e Cetilar®, si è aggiudicato sabato il Maxi Class Line Honours Trophy, assegnato alla barca più veloce in assoluto tra i circa 50 Maxi impegnati nella 33ma edizione della Maxi Yacht Rolex Cup di Porto Cervo.

Alla seconda partecipazione dopo l’esordio assoluto dell’anno scorso, il monoscafo “volante” FlyingNikka – il primo Maxi al mondo dotato di appendici con foil a T, evoluzione delle barche dell’ultima America’s Cup ma concepito per le regate offshore – non ha avuto rivali, imponendosi nelle tre regate corse tra le isole dell’Arcipelago della Maddalena da lunedì a mercoledì (rispettivamente di 35, 46 e 30 miglia) con ampio margine su tutto il resto della flotta, formata da barche a vela ben più grandi.

“Ci tenevamo molto a vincere il Maxi Class Line Honours Trophy qui a Porto Cervo ed è un successo che mi piace condividere con tutta la grande famiglia di FlyingNikka, quindi equipaggio, shore team, partner, tifosi… Siamo la barca più veloce, senza discussione, in un evento dove sono presenti i Maxi più grandi e importanti al mondo ed è un traguardo che ci meritiamo, per l’impegno e la passione che abbiamo profuso in questo progetto”, dichiara Roberto Lacorte. “Siamo solo all’inizio della sfida di FlyingNikka e grazie a queste regate abbiamo migliorato ulteriormente la barca, scoprendo nuovi limiti che sono stati prontamente superati. Questo risultato non può che dare energia pura al programma. Ed è una grande soddisfazione da condividere anche con il nostro sponsor TAG Heuer, con cui, partendo da basi comuni fondate sulla tecnologia e sulla passione, percorriamo insieme questo progetto che continua a darci grandi soddisfazioni”.

FlyingNikka si è aggiudicato il Maxi Class Line Honours Trophy con un vantaggio di 1 ora e 46 minuti sul secondo classificato, il 100 piedi Black Jack, scafo di dimensioni quasi doppie rispetto ai 60 piedi di FlyingNikka, su un totale di circa 111 miglia percorse (la somma delle tre costiere), chiuse dalla barca in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa e lo Yacht Club Punta Ala con un tempo finale di circa 6 ore e 6 minuti.

A bordo di FlyingNikka, il timoniere Roberto Lacorte, il Team Manager Alessio Razeto, Lorenzo Bressani, Enrico Zennaro, Andrea Fornaro e Lorenzo De Felice.

Gli Omega 3 sono alimenti indispensabili nella nutrizione sportiva di un atleta: oltre ad essere costituenti della membrana cellulare, diminuiscono i trigliceridi nel sangue e migliorano le difese immunitarie. Ma soprattutto, gli Omega 3 sono un prezioso alleato nella dieta dello sportivo perché rientrano tra gli alimenti antinfiammatori che, grazie alle loro caratteristiche, svolgono una funzione indispensabile durante la fase di recupero perché aiutano a recuperare, prima e meglio, e a prevenire gli infortuni e i dolori muscolari. Detto in altre parole, gli Omega 3 sono alimenti antinfiammatori che migliorano la salute della nostra massa muscolare e migliorano la nostra disponibilità energetica. Ecco perché il giusto apporto di Omega 3 nell’alimentazione sportiva non garantisce soltanto benessere ma si rivela anche una giusta strategia per migliorare le proprie performance.

Cosa sono gli Omega 3 e dove si trovano

Gli Omega 3 sono una famiglia di acidi grassi polinsaturi che derivano dall’acido linoleico (LA), un componente di base definito essenziale perché non può essere sintetizzato dall’organismo ma soltanto assunto con la dieta. Le principali fonti di Omega 3 da introdurre nell’alimentazione sportiva sono i pesci grassi (come il salmone, lo sgombro, l’orata, le alici e la trota) che contengono EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) che possono essere immediatamente utilizzati dal nostro organismo. In una sana ed equilibrata nutrizione sportiva non devono mancare nemmeno alcuni vegetali (noci, semi di lino, olio di semi e soia) che contengono Omega 3, derivato in questo caso da acido alfa-linolenico (ALA).

Gli Omega 3 per la salute e il benessere di un atleta: un alleato per la funzione immunologica

Gli Omega 3 sono ingredienti che non devono mai mancare in una corretta alimentazione sportiva: non solo perché sono alimenti anti-infiammatori ma anche perché la loro funzione costituente delle membrane cellulari permette lo scambio di sostanze ai fini metabolici del nostro organismo. Inoltre, gli Omega 3 grazie al loro ruolo di precursori degli eicosanoidi (una famiglia di mediatori chimici), oltre a regolare il meccanismo dell’infiammazione, influiscono anche sulla funzione immunitaria del nostro corpo.

Fare sport, infatti, riduce l’efficienza del sistema immunitario, in quello che si chiama “effetto finestra”, in cui l’atleta è a maggior rischio di infezioni, soprattutto alle vie respiratorie. Questo perché durante l’attività fisica vengono prodotte citochine infiammatorie che possono essere però ridotte assumendo Omega 3 dopo l’attività fisica.

La funzione antiossidante degli Omega 3 nell’alimentazione sportiva

Come detto, gli Omega 3 sono fondamentali nella dieta sportiva, non solo per garantire alte performance sportive ma anche per garantire la salute e il benessere di un atleta. Un’attività fisica intensa e prolungata provoca stress all’organismo che inizia a produrre radicali liberi, molecole instabili che ossidano altre molecole: in questo modo si produce quello che si chiama stress ossidativo che predispone l’atleta allo sviluppo di disturbi come riduzione di forza e stanchezza. L’assunzione regolare di Omega 3 in una equilibrata nutrizione sportiva attenua la generazione di stress ossidativo e, dunque, migliora le prestazioni muscolari.

Gli alimenti ricchi di Omega 3 che non possono mancare nella nutrizione sportiva

Come abbiamo visto, il giusto apporto di Omega 3 nell’alimentazione sportiva non solo garantisce salute e benessere ma migliora anche le performance sportive dell’atleta. Ecco alcuni alimenti ricchi di Omega 3 che non devono mancare nella nostra dieta:

  • Salmone, tonno, sgombro, sardine, aringhe e merluzzo: il pesce azzurro è ricco di Omega 3. Ma attenzione: meglio prediligere il pesce azzurro fresco e selvatico, che vive nei mari freddi allo stato brado alimentato naturalmente. E poi non dimentichiamo anche molluschi e crostacei, anch’essi ricchi di Omega 3.
  • Le uova che, oltre ad essere una ricca fonte proteica, sono ricche di Omega 3. L’ideale sarebbe consumare uova almeno un paio di volte a settimana: meglio se di provenienza da piccoli allevamenti.
  • Frutta secca, soprattutto noci e nocciole, sono alimenti ricchi di Omega 3. Consigliati anche i pistacchi, le mandorle, le arachidi e gli anacardi.
  • Avocado, il frutto che più di tutti contiene Omega 3 ma anche altri alimenti come fragole, mirtilli, lamponi, mango, kiwi, banana e papaya sono un’ottima fonte di Omega 3.

Protezione dell’organismo con Defense Booster

Defense Booster è l’integratore di Cetilar® Nutrition ideato per proteggere l’organismo di tutti gli atleti grazie ad una formulazione completa di vitamine, minerali e nutrienti.
Defense Booster, infatti, contiene:

  • Ferro che contribuisce, tra le altre funzioni, alla normale formazione dei globuli rossi e dell’emoglobina.
  • Zinco che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.
  • Selenio che contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario.
  • Magnesio che contribuisce alla normale funzione muscolare.
  • Cromo che contribuisce al normale metabolismo dei macronutrienti.
  • Iodio che contribuisce al normale metabolismo energetico.
  • Vitamina D che contribuisce al mantenimento di ossa normali.
  • Vitamina C che, dopo uno sforzo fisico intenso, contribuisce alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.
  • Vitamina E che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

Reintegrare i liquidi persi durante e dopo l’attività sportiva e indispensabile e chi pratica la corsa a livello sia amatoriale che agonistico lo sa bene.

Il running è uno sport che coinvolge tutti i muscoli del corpo ed è spesso utilizzato come base per altri tipi di attività. Questo comporta che la maggioranza degli sportivi inserisce la corsa nel proprio programma di allenamento. Il consiglio generale di trainer, istruttori, maestri e sportivi in genere è di non tralasciare un aspetto molto importante che lega la corsa, e lo sport in generale, al benessere dell’organismo, ovvero dare molta importanza all’idratazione e al reintegro dei sali minerali che si perdono con il sudore.

In un precedente articolo abbiamo parlato del ruolo dell’idratazione nella performance atletica, di seguito invece facciamo un focus sui Sali minerali essenziali, come valutare il fabbisogno reale di reintegro durante l’attività sportiva e quando assumerli.

COSA SONO I SALI MINERALI?

I sali minerali sono elementi chimici inorganici indispensabili ad ogni forma vivente, quindi anche per l’uomo. Hanno un ruolo fondamentale per le funzioni biologiche, seppur siano una piccola percentuale del corpo umano, circa il 6-7%. Ovviamente, i sali minerali vengono assunti principalmente tramite i vari alimenti inseriti della dieta quotidiana, dove non possono mai mancare frutta e verdura, fonti molto importanti di sali minerali.

I ruoli fondamentali di questi preziosi elementi coinvolgono il controllo e la regolazione delle strutture del nostro corpo. A seconda della quantità contenuta nel nostro organismo, i sali minerali si dividono in microelementi e macroelementi. Il minerale più importante del nostro organismo è il calcio.

Fatta questa premessa è importante che si facciano delle precisazioni. I sali minerali in acqua, quindi gli integratori, non devono essere intesi come sostanze che aumentano la perfomance dello sportivo. Anzi, seppur vero che i sali minerali vengono riconosciuti da chiunque come sostanze utili agli sportivi, è importare sottolineare che devono essere assunti solo in particolari circostanze. Nel caso del running è evidente che i sali possano risultare inutili se l’allenamento non richiede uno sforzo elevato. Non possiamo paragonare uno sprint ad una maratona piuttosto che una corsetta nel parco ad un gran fondo.

Di conseguenza, per l’assunzione di queste sostanze sarebbe opportuno fare delle valutazioni:

  • Tempistica e intensità dell’allenamento. Uno sforzo molto duro per più di un’ora può richiedere l’assunzione di sali minerali. Se sono un agonista piuttosto che un atleta professionista è ovvio che avrò dei ritmi d’allenamento altissimi. Se corro 30 minuti 3 volte a settimana, i sali minerali vengono assunti abbondantemente già tramite l’alimentazione.
  • Condizioni climatiche. Reintegrare mentre si corre in un freddo invernale è uguale a reintegrare in una calda giornata estiva? Assolutamente no. Se consideriamo che un litro di sudore contiene circa 1,5 grammi di sali minerali è evidente che la perdita di sudore che abbiamo in una sessione di running invernale non è paragonabile a quella che abbiamo durante un allenamento in estate.

I MINERALI ESSENZIALI NELL’ALIMENTAZIONE DEL RUNNER

Prima, abbiamo specificato che i sali minerali si trovano negli alimenti. Ciò significa che prima di ricorrere a integratori, è opportuno seguire una dieta sana, ottenendo i sali minerali da un’alimentazione varia ed equilibrata. I più importanti elementi di cui abbiamo bisogno sono il calcio, il fosforo, il ferro, il magnesio, il potassio, lo zinco e il selenio.

La distinzione necessaria prima di approcciarsi all’uso degli integratori è tra chi realmente ha bisogno dell’apporto di sali minerali e chi invece ha assolutamente un fabbisogno più che sufficiente per eseguire la prestazione sportiva.

QUANDO È NECESSARIO ASSUMERE I SALI MINERALI?

Gli integratori vanno assunti per lo più durante la perfomance. La soluzione ideale è sorseggiare sistematicamente ogni 15-20 minuti, per evitare di arrivare ad avere una forte sete. In questo modo, si potrà completare la sessione di allenamento senza rischiare di abbassare troppo i livelli di idratazione. Attenzione però, assumere troppa acqua e sali minerali durante lo sforzo, può essere controproducente e compromettere la sessione con una spiacevole sensazione di fatica e gonfiore.

L’ultimo aspetto importante della questione è sicuramente la qualità di sali minerali che scegliamo perché non tutte le fonti di minerali sono uguali.

Hydrate Fast, ad esempio, è l’integratore alimentare in stick pre-dosati da sciogliere in acqua con Magnesio Sucrosomiale®, una fonte di magnesio altamente assimilabile e tollerabile dall’intestino. Hydral è particolarmente indicato durante l’esercizio fisico moderato o intenso, quando le perdite di liquidi dovute alla sudorazione risultano essere abbondanti.

Come succede in ogni altro sport, soprattutto se praticato ad alti livelli, anche l’alimentazione del calciatore riveste un ruolo molto importante nella pratica quotidiana di questa attività.

In generale, l’alimentazione dello sportivo serve per compensare, attraverso un adeguato apporto di nutrienti, il consumo di energia imposto dal metabolismo basale e funzionale (il primo è relativo a quello che il nostro organismo consuma restando a riposo, il secondo è relativo a quello che l’organismo consuma nel corso dell’attività fisica).

Per chi gioca a calcio, l’esigenza di questa compensazione si fa ancora più pressante, considerato che le migliori prestazioni derivano sempre da un’alchimia perfetta tra allenamenti efficaci e alimentazione corretta.

I team professionistici hanno a disposizione esperti di nutrizione e di alimentazione che si dedicano a questo aspetto specifico poiché una corretta alimentazione permette di avere più forza nei muscoli ma soprattutto di recuperare al meglio dopo uno sforzo.

 

CONSIGLI PRATICI PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE SPORTIVA NEL CALCIO

Per impostare la corretta alimentazione del calciatore occorre innanzitutto differenziare tra ciò che è buona norma mangiare prima di una partita o di un allenamento. L’obiettivo è quello di fornire all’organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno, senza appesantirlo troppo con alimenti particolarmente difficili da digerire.
Importante anche abbinare nel giusto modo i vari alimenti da consumare, cercando di variare il più possibile per non stancarsi eccessivamente a causa della monotonia. Dopotutto, mangiare è un piacere e quello deve restare, anche in caso di necessità specifiche.

Da non sottovalutare nemmeno il ritmo con il quale sono consumati i pasti nel corso della giornata: se un giocatore deve affrontare una partita in un orario insolito rispetto a quello serale, è necessario che non arrivi al momento dello sforzo essendo a digiuno da molte ore. Questo avrebbe come conseguenza l’ipoglicemia, una discesa del livello di glucosio presente nel sangue che equivale ad avere il “serbatoio” scarico e quindi un livello di energia e di capacità di conservazione estremamente ridotto. Allo stesso modo, alimentarsi troppo a ridosso del momento dello sforzo sarebbe controproducente perché si può andare incontro a problemi gastrici (pesantezza o acidità di stomaco, nausea, vomito) che possono causare a loro volta giramenti di testa e riduzione della forza in generale.

Ad esempio, durante i Mondiali brasiliani del 2014, con le partite che si disputavano in orari particolari a causa della necessità imposte dal fuso orario con l’Europa, i nutrizionisti al seguito delle varie squadre hanno dovuto mette a punto un planning particolare rispetto ai pasti: in caso di partite giocate alle 13.00, ad esempio, si rendeva necessario una colazione “rinforzata” a base di pasta o riso.

 

ALIMENTAZIONE DEL CALCIATORE: REGOLE GENERALI PRE PARTITA

Ecco una serie di regole generali da seguire nell’alimentazione del calciatore quando si è in vista di una seduta di allenamento o di un match:

  • Ridurre al minimo il consumo di grassi permette di minimizzare il consumo energetico necessario alla digestione. I grassi richiedono infatti tempi molto lunghi per essere digeriti e sono responsabili anche dell’allungamento dei tempi di assimilazione dei cibi che accompagnano. Se di alcuni non si può fare a meno, meglio privilegiare quelli non fritti ed in ogni caso non cotti per lungo tempo. Sconsigliati salumi e insaccati, con l’eccezione della bresaola e del prosciutto crudo sgrassato, così come le carni grasse. Meglio eliminare sempre il grasso in eccesso dalla carne che si consuma (ad esempio la pelle del pollo). Rispetto all’utilizzo dei grassi come condimento (olio e burro), sempre meglio privilegiare il consumo di olio extra vergine di oliva a crudo ed in quantità minima.

 

  • Le proteine non servono prima di uno sforzo. Meglio rinunciare a consumare uova, latticini e carne prima di un match o di un allenamento, se proprio non se ne può fare a meno (spesso le abitudini consolidate sono molto dure da eliminare), optare per poche fette di bresaola o di prosciutto senza grasso.
  • La vera riserva di energia di cui il corpo si avvale nel corso di uno sforzo sono i carboidrati: i cibi che ne sono particolarmente ricchi sono altamente digeribili; in particolare, da preferire sono quelli complessi, ovvero gli amidi (contenuti ad esempio nella pasta, nel riso, nel pane e nelle patate).
  • Gli zuccheri sono carboidrati semplici, quindi assumerli prima di un allenamento o un match non è consigliato. Questo significa che è buona norma evitare anche di bere bevande zuccherate, ricche di saccarosio (zucchero da cucina) o di glucosio.
  • Abbinare i cibi nel modo corretto è molto importante per trarne il massimo dei benefici. Se due alimenti richiedono procedimenti digestivi differenti, il tempo di digestione ne risulterà allungato. Ad esempio, mangiare la frutta alla fine del pasto è un errore da questo punto di vista. Anche assumere una portata ricca di amidi (pasta o riso) insieme ad una portata a base di proteine (carne, uova o formaggi) allunga di molto i tempi di digestione rispetto alla somma dei tempi necessari all’assimilazione dei due alimenti presi singolarmente.
  • La frutta e la verdura sono da consumare in abbondanza per sfruttare le loro potenzialità idratanti. Oltre al contenuto di acqua, rappresentano un’ottima fonte di sali minerali ed aiutano a combattere i classici crampi.
  • Niente alcol, nemmeno in dosi minime alla fine del pasto. Sempre meglio eliminarli anche la sera prima rispetto all’impegno da sostenere (partita o allenamento), in particolare se il clima nel quale si andrà a giocare è piuttosto caldo. Una delle conseguenze del consumo di alcolici è infatti quella di influire sul funzionamento del sistema nervoso centrale, andando a modificare conseguentemente il sistema di regolazione della temperatura corporea e del ritmo cardiaco.

 

  • Nel corso di una partita, il calciatore dovrà cercare di reintegrare il più possibile i liquidi che perde (abbondantemente). Quando fa molto caldo, oltre a bere in quantità nel corso dell’intervallo, è necessario idratarsi appena un’interruzione del gioco lo rende possibile, magari in concomitanza con il passaggio nei pressi della panchina, dove c’è acqua a disposizione. Può essere utile ricorrere agli integratori di sali minerali da sciogliere in acqua. In ogni caso, la temperatura dell’acqua non deve essere mai ghiacciata ma a temperatura ambiente (oppure appena inferiore in caso di temperatura molto elevata).

REINTEGRARE LE ENERGIE DOPO UNA PARTITA DI CALCIO

 

Dopo lo sforzo, che si tratti di una seduta di allenamento o di una partita, è importante reintegrare adeguatamente le riserve energetiche che si sono consumate. Fino a qualche tempo fa si sosteneva che fosse deleterio mangiare al termine di una gara, questo perché la convinzione era che l’organismo fosse già stanco per aver compiuto lo sforzo e che la digestione l’avrebbe appesantito ulteriormente. Questa si è rivelata col tempo una convinzione errata. Reintegrare è fondamentale, e per farlo al meglio è bene consumare cibi ricchi di proteine.

 

Recover è l’integratore Cetilar® Nutrition a base di proteine, carboidrati, leucina, idrossimetilbutirrato e minerali con edulcorante pensato per il recupero muscolare dell’atleta. La formulazione in polvere consente di sciogliere il preparato in acqua o bevande vegetali, contribuendo così alla normale funzione del sistema immunitario, alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento e alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo.

 

Anche quest’anno il progetto Parma Lands, nato per rafforzare il rapporto fra il Parma Calcio e i tifosi della città e di tutta la Provincia, è pronto a tornare. E come avvenuto nella prima edizione, sarà Cetilar® ad accompagnare la società crociata, fautrice del progetto, nella veste di main sponsor dell’iniziativa e di pre-match sponsor della Prima Squadra Maschile. 

I calciatori allenati da Fabio Pecchia, nel warm up di riscaldamento durante le partite casalinghe del Campionato di Serie B, indosseranno una maglia speciale “brandizzata” Cetilar® e Parma Lands. L’iniziativa ricalcherà anche il percorso dello scorso anno, con un iter programmato nei maggiori Comuni della provincia, per consolidare sempre di più il legame con i cittadini e i tifosi.  

L’attività continuerà ad avere, come nella prima edizione, anche una destinazione di responsabilità sociale sul territorio. Il ricavato dalla vendita delle maglie di Parma Lands, che si possono personalizzare con i nomi dei Comuni e acquistare allo Store dello Stadio Tardini, avrà un’esclusiva finalità benefica. Quanto raccolto dall’iniziativa nella scorsa stagione ha contribuito a supportare un progetto di avviamento all’attività sportiva di bambini e ragazzi autistici dei Comuni di CalestanoFornovo di Taro, MedesanoVarano de’ Melegari con sede di pratica e allenamento a Collecchio, nella piscina dell’Ego Village. Dando, in questo modo, ulteriore continuità concretezza al percorso ‘Always with blue’ intrapreso dal Parma Calcio.

Cetilar® sarà partner nella seconda edizione, visto il grande successo che è stato ottenuto nei primi 12 mesi, e la speciale linea pre-match “sponsorizzata” Cetilar®, in occasione di tutte le gare casalinghe della stagione 2023/24, includerà per la Prima Squadra Maschile anche una felpa con il logo Cetilar® con cui scendere in campo.

Carlo Volpi, Consigliere Delegato di PharmaNutra SpA: “Il rinnovo di Parma Lands, un progetto, mi piace ricordarlo, nato con la volontà di rendere omaggio e coinvolgere attivamente i comuni della Provincia di Parma, rappresenta per PharmaNutra l’occasione di confermare il rapporto consolidato di collaborazione con il Parma Calcio, che prosegue ormai da oltre 13 anni con soddisfazione reciproca. Lo scopo di Parma Lands è avvicinare i tifosi del territorio alla squadra crociata ed è un’iniziativa che vanta anche una forte componente sociale, due aspetti che si rispecchiano nei valori di PharmaNutra e che si spingono ad essere parte attiva del progetto. Per questa seconda edizione, l’obiettivo è proseguire nella strada tracciata finora e rendere ancora più ricche di contenuti le diverse iniziative con i tifosi“.

Primo appuntamento per Parma Lands, domani (domenica 20 agosto), alle ore 19:45, quando la squadra farà il suo esordio in campionato contro la Feralpisalò e scenderà sul prato dell’Ennio per il riscaldamento.

Un altro podio per Vitamina Sailing, il team in regata per lo Yacht Club Repubblica Marinara di Pisa, con il supporto dello sponsor Cetilar, che in questo 2023 di grandi soddisfazioni, è impegnato in due circuiti di regate, le M32 European Series (catamarani M32) e la Nations League, serie di eventi dedicati ai monotipi del cantiere Nautor’s Swan (Club Swan 50). 

Dopo il recente en plein sul Garda in ambito M32, con vittoria di tappa, del circuito e del Campionato Europeo, l’equipaggio di Vitamina Sailing, capitanato dal timoniere Andrea Lacorte, dal Team Manager Matteo De Luca e dal tattico inglese Nick Asher, ha affrontato una delle regate più importanti della stagione in Club Swan 50, la Copa del Rey Mapfre a Palma di Maiorca, grande classico della vela estiva che ogni anno, ai primi di agosto, si disputa alle Baleari. Sei giorni di vela, dal primo luglio al 5 agosto, in cui Vitamina Cetilar, portato alla perfezione da Andrea Lacorte, ha ottenuto lo score 4-6-6-3-1-2-3-6-5-1-7 nelle undici prove disputate, chiudendo la Copa del Rey al terzo posto nella classifica finale della classe Club Swan 50, dietro le due barche tedesce Hatari e Niramo. 

Dopo questo risultato, Vitamina Cetilar è primo, a pari punti con Hatari, nella classifica generale provvisoria della Nations League, in attesa di disputare gli ultimi due eventi della stagione, in programma a Mahon (ESP), a settembre, e al Marina di Scarlino, a ottobre.

  

L’alimentazione sportiva è indispensabile per un’atleta che vuole migliorare le sue performance durante l’attività fisica. Il benessere fisico, infatti, sia durante l’attività sportiva che nella vita di tutti i giorni, dipende in larga parte da un’alimentazione sana e bilanciata. Chi pratica sport con regolarità sa che una dieta bilanciata aiuta anche a migliorare le performance sportive. In una dieta bilanciata, i carboidrati devono corrispondere al 55-60% dell’alimentazione; gli alimenti proteici, che siano di origine vegetale o animale, il 15%; infine, i lipidi il 25-30%. Questo vale anche per gli snack, una soluzione rapida e comoda molto apprezzata da chi fa sport per avere un boost di energia quando il corpo lo richiede.

Snack e sport, perché sono importanti nell’alimentazione sportiva

La regola aurea per una corretta alimentazione sportiva è di non saltare nessun pasto nell’arco della giornata. Nemmeno gli spuntini a metà mattina e metà pomeriggio: uno snack sano è un’ottima idea per spezzare la fame in modo da avere scorta di energia e non arrivare affamati al pasto successivo.

Questo vale ovviamente anche in fase di pre workout: vietato il digiuno. Certo, non bisogna abbuffarsi ma un pasto leggero è necessario per ottimizzare la  durante l’allenamento e avere a disposizione il “carburante” necessario all’organismo durante l’attività fisica. In caso contrario, il rischio è di avvertire un carico eccessivo di fatica, unito a una spiacevole sensazione di rallentamento.

Allo stesso modo, una corretta nutrizione sportiva deve porre attenzione anche a cosa mangiare dopo l’allenamento. Uno snack entro un’ora dalla fine dell’allenamento, aiuta il corpo a recuperare i nutrienti persi durante l’attività fisica, andando a ricostituire  le scorte di glicogeno, e aiutando la massa muscolare a crescere. Non finisce qui: lo snack giusto, allevia anche il senso di appetito in vista del pasto principale.

I migliori snack per chi fa sport

Chi fa sport ha bisogno di più energia per sostenere il corpo durante l’attività fisica. Per questo motivo, prima dell’allenamento gli atleti hanno bisogno soprattutto di carboidrati: il carburante dei muscoli. Carboidrati semplici e digeribili che forniscono energia senza appesantire: ad esempio, pane integrale con marmellata o olio oppure frutta secca, sono due ottimi snack nel pre workout, così come i frutti di bosco, tipo mirtilli o lamponi, oppure una banana.

Dopo l’allenamento, è consigliato fare il pieno anche di proteine, fondamentali nella fase di recupero visto che gli alimenti proteici servono a garantire la corretta crescita della massa muscolare, in abbinamento ad altri carboidrati per ristabilire un livello ottimale di glicogeno, che funge da riserva energetica.

E allora: cosa mangiare dopo l’allenamento? Ecco alcuni snack ideali dopo l’attività fisica: formaggio grana, hummus di ceci, carboidrati complessi come cereali integrali e quinoa, avocado, tofu o un paio di fette di bresaola.

Anche le barrette proteico-energetiche sono una valida alternativa. Non devono sostituire il pasto principale, ma sono un‘ottima idea, ad esempio, nel pre workout in modo tale da evitare cali di zuccheri: soprattutto in vista di attività fisica endurance, così che il corpo abbia energia da consumare durante l’intera sessione di allenamento. Ma sono un’ottima idea anche dopo l’attività fisica, quando si ha bisogno di un reintegro di energia immediato.

Le barrette proteico-energetiche di Cetilar Nutrition come snack

Le barrette proteico-energetiche di Cetilar Nutrition sono uno snack ideale: pratiche e gustose, sono pensate per chi va di fretta ma non vuole rinunciare ad una pausa sana ed equilibrata. Grazie alla loro formulazione bilanciata (40-30-30), tutti i macro nutrienti sono calibrati in base a ciò di cui l’organismo ha bisogno, sia in fase di  pre workout, sia dopo l’attività fisica. Le barrette proteico energetiche Cetilar Nutrition contengono Ferro e Magnesio Sucrosomiale®, due minerali che contribuiscono sia alla riduzione della stanchezza sia alla stimolazione del normale metabolismo energetico.

Un altro campione si aggiunge alla grande famiglia Cetilar®. E che campione… Parliamo della stella dell’atletica mondiale Marcell Jacobs, doppio Oro Olimpico ai Giochi di Tokyo 2020 nei 100 metri piani e nella staffetta azzurra 4×100.

28 anni, nato a El paso (Texas, USA) da madre italiana e padre statunitense, ma residente in Italia fin da piccolissimo, Jacobs, atleta delle Fiamme Oro, è la stella della Nazionale Italiana di atletica, un atleta straordinario che dopo lo storico doppio oro olimpico di Tokyo, ha conquistato il titolo Mondiale indoor nei 60 metri piani a Belgrado 2022 e l’Europeo nei 100 metri a Monaco di Baviera, sempre nel 2022.

Quest’anno ha ottenuto l’argento ai Campionati Europei indoor di Istanbul nei 60 metri, prima di fermarsi per recuperare da un fastidio fisico che lo ha costretto a rinunciare ad altre gare per concentrarsi sul più importante appuntamento dell’anno, i Campionati del Mondo di atletica leggera in programma a Budapest dal 19 al 27 agosto. Per arrivare all’appuntamento nella miglior forma possibile, Jacobs sta seguendo un intenso programma di allenamenti presso lo Stadio Paolo Rosi, all’Acqua Acetosa (Roma).

Un percorso in cui Jacobs sarà affiancato dal brand Cetilar®, una linea di prodotti dedicati al benessere di muscoli e articolazioni a base di Esteri Cetilati (CFA), declinata nelle versioni Crema, Patch, Tape e Oro, ma non solo. Da marzo infatti Cetilar®, un brevetto esclusivo di PharmaNutra, è anche Nutrition, una nuova linea di prodotti dedicata alla nutrizione e al miglioramento della performance dell’atleta agonista, frutto di anni di studi in ambito nutrizionale che l’azienda fondata nel 2003 dai fratelli Andrea e Roberto Lacorte ha portato avanti grazie alle sue tecnologie e ai suoi brevetti.

Roberto Lacorte, Vicepresidente di PharmaNutra Spa, dichiara: “Avere un testimonial come Marcell Jacobs, a cui ho il piacere e l’onore di dare il benvenuto, significa puntare al massimo, senza mezzi termini. Ed è quello che facciamo da sempre con la nostra linea Cetilar®, da tutti i punti di vista. Parliamo dell’uomo più veloce del mondo, un atleta che alle ultime Olimpiadi ha sbalordito e fatto sognare gli appassionati di tutto il mondo, nonché un punto di riferimento e un esempio per i più giovani. Sono sicuro che questa partnership sarà uno stimolo per entrambi perché, se da una parte il nostro obiettivo è contribuire al miglioramento della sua performance con i nostri prodotti, dall’altra lo stesso Jacobs e il suo staff saranno molto importanti per fornirci dei feedback diretti sugli stessi, al fine di proseguire nel nostro costante lavoro di ottimizzazione e miglioramento della linea Cetilar®”.

 Marcell Jacobs dichiara: “Sono particolarmente contento di avviare una collaborazione importante con Cetilar®, un brand prestigioso che è già molto presente nel mondo sportivo, e i cui prodotti mi accompagneranno nel percorso che ho intrapreso per affrontare al massimo della forma i prossimi appuntamenti, mondiali e olimpici”.

Rimaniamo in contatto
Iscriviti alla newsletter Cetilar, ricevi subito uno sconto del 15% da utilizzare sul tuo primo acquisto!