Il dito a scatto guarisce da solo? La risposta del fisioterapista
Il dito a scatto, chiamato anche Tenosinovite Stenostante, è un disturbo legato a un processo infiammatorio che blocca in flessione le dita della mano provocando una sensazione di scatto spesso accompagnato da dolore del polso e della mano. Il dito a scatto guarisce da solo? Quali sono gli esercizi, i rimedi e il tempo di recupero dopo l’intervento chirurgico? Ne parliamo in questo articolo.
Indice dei contenuti:
- Che cos’è il dito a scatto o Tenosinovite Stenostante
- Quando e perché viene il dito a scatto
- Quali sono i sintomi del dito a scatto?
- Il dito a scatto guarisce da solo?
- Trattamento per il dito a scatto
- I consigli del Fisioterapista
Che cos’è il dito a scatto o Tenosinovite Stenostante
Ogni dito della mano ha la capacità di muoversi liberamente lungo un pieno ROM (range di movimento) in flessione ed estensione.
L’efficienza, la fluidità e la forza di tali movimenti sono rese possibili da numerose “pulegge” sulle dita della mano. Questi sistemi di pulegge sono costituiti da una serie di strutture di tipo reticolare che sono di natura anulare o cruciforme. Ci sono cinque pulegge anulari (A1-A5) e quattro pulegge cruciformi (C1-C4).
Si pensa che il dito a scatto sia causato dall’infiammazione e dal successivo restringimento della puleggia A1 del dito colpito, tipicamente il terzo o il quarto. La puleggia A1 è più spesso colpita, ma ci sono alcuni casi segnalati in cui sono state colpite le pulegge A2 e A3. Può anche verificarsi nel pollice e viene quindi chiamato pollice a scatto. Una differenza di dimensioni tra la guaina sinoviale del tendine flessore e i tendini flessori stessi può portare ad anomalie del meccanismo di scorrimento provocando un’effettiva abrasione tra le due superfici, con conseguente sviluppo di una progressiva infiammazione tra i tendini e la guaina.
Comunemente, il dito a scatto è indicato come “tenosinovite stenosante“.
Quando e perché viene il dito a scatto
Statisticamente, è più probabile che il dito a scatto si sviluppi nella quinta o sesta decade di vita e le donne hanno fino a sei volte più probabilità di sviluppare il dito a scatto rispetto agli uomini. L’età media in cui si sviluppa è di 58 anni. La possibilità di sviluppare il dito a scatto è del 2-3%, ma nella popolazione diabetica sale al 10%.
Sono state discusse molte potenziali cause del dito a scatto discusse in letteratura. Tuttavia, non ci sono prove sull’eziologia precisa.
– Gli autori suggeriscono che il dito a scatto può manifestarsi da qualsiasi attività che richieda una flessione forzata prolungata del dito: questo accade, ad esempio, nel trasportare borse della spesa o una valigetta, quando si pratica una scrittura prolungata, o un’arrampicata su roccia o quando si afferrano faticosamente piccoli strumenti o oggetti con bordi affilati.
– È importante considerare che la causa del dito a scatto è spesso di natura multifattoriale.
– La condizione potrebbe svilupparsi idiopaticamente (senza una causa precisa) o secondaria ad altre patologie.
Quali sono i sintomi del dito a scatto?
Il dito a scatto ha una certa varietà di presentazioni cliniche. Inizialmente, i pazienti possono presentare un clic indolore durante il movimento del dito. Questo può progredire fino a dolorosi rumori articolari o blocchi totali del dito, tipicamente alle articolazioni MCF (metacarpofalangee) o IFP (interfalangeeprossimali).
Possibili sintomi aggiuntivi sono:
– Rigidità e gonfiore (soprattutto al mattino).
– Blocco intermittente delle dita durante la flessione attiva che richiede una forza passiva per estendere il dito.
– Blocco del dito in posizione di flessione, con scatto per andare in estensione.
– Perdita di flessione/estensione completa.
– Nodulo palpabile e doloroso prossimale ad A1 e/o dito bloccato in posizione flessa.
– Leggero ispessimento alla base del dito e dolore che può irradiarsi al palmo o alla parte distale (più lontana) del dito.
Il dito a scatto guarisce da solo?
Raramente il dito a scatto regredisce da solo fino alla completa sparizione dei sintomi. Può succedere, tuttavia, che nelle forme lievi si possa arrivare a una sparizione della sintomatologia nel giro di alcuni mesi anche senza ricorrere ad alcun trattamento.
Trattamento per il dito a scatto
Di seguito elenchiamo e descriviamo alcune tipologie di trattamenti per il dito a scatto:
Trattamento Conservativo
Iniezione di corticosteroidi
L’uso di corticosteroidi si è dimostrato efficace nel ridurre il dolore e la frequenza dello scatto. L’iniezione viene fatta nel tendine interessato e riduce l’infiammazione e la pressione sul tendine per un migliore scorrimento attraverso le pulegge. Questa sembra essere un’alternativa efficace e sicura alla terapia chirurgica. La soddisfazione del paziente, la sicurezza e il miglioramento funzionale sono caratteristiche delle iniezioni di steroidi rispetto al trattamento chirurgico.
Fisioterapia
La fisioterapia, in particolar modo se eseguita da un terapista specializzato in disturbi della mano, può essere di grande aiuto.
Come per tutti i disturbi degli arti superiori, anche i segmenti prossimali devono essere soggetti di valutazione (polso, gomito, spalla e tratto cervicale). Inoltre, anche un esame posturale è consigliabile, in quanto spesso queste problematiche si ripercuotono sugli arti.
Poiché il dito a scatto è considerato una patologia da sovraccarico, l’educazione del paziente è molto importante. Le cose da suggerire sono le seguenti:
- Riposo
- Modifiche alle attività lavorative
- Splint (tutore) personalizzato, per limitare il movimento e tenere a riposo il tendine. Si applica in fase acuta per combattere l’infiammazione.
- Correzione posturale
Associato a questo, la terapia strumentale può essere d’aiuto, in particolare TECAR, LASER e ONDE D’URTO.
Inoltre, spesso si riscontrano notevoli miglioramenti con moderne forme di terapia manuale, come la Manipolazione Fasciale metodo Stecco. Il Fisioterapista formato in questa metodica va a ricercare le cause che stanno a monte e che hanno portato al dito a scatto (spesso si tratta di densificazioni a livello di spalla o collo, oppure problematiche viscerali/internistiche). Una volta individuate, con uno specifico trattamento manuale, va a rimuovere le tensioni e a ripristinare il corretto scorrimento della Fascia (quel tessuto connettivo che riveste muscoli, articolazioni, organi interni e che connette tutto il corpo).
Una volta risolta la fase acuta di dolore, si suggeriscono gli esercizi adeguati di rinforzo e stretching. Gli esercizi hanno lo scopo di ripristinare il corretto scorrimento tendineo (ad es. esercizi di chiusura/apertura delle dita o della mano), rinforzare i muscoli intrinseci della mano (unire e allontanare le dita tra di loro) e di allungamento dei muscoli dell’avambraccio.
Trattamento Chirurgico
Tecnica chirurgica a cielo aperto
Quando il trattamento conservativo fallisce, è indicato un intervento chirurgico. La chirurgia a cielo aperto combinata con una riabilitazione efficace consente un rapido e significativo miglioramento della funzione della mano con un basso rischio di complicanze. Questa tecnica, considerata il gold standard, viene eseguita praticando un’incisione longitudinale nella piega palmare sopra l’articolazione metacarpo-falangea del dito coinvolto e seguita dal rilascio dei tendini flessori superficiali e profondi delle dita. Questa procedura dura 2-7 minuti e ha un tempo medio di recupero di 45 giorni dopo l’intervento. Un vantaggio di questa tecnica è che consente di visualizzare la puleggia e quindi ha meno rischi di danni ai nervi digitali rispetto alle tecniche endoscopiche.
Tecnica chirurgica endoscopica
Questa tecnica viene eseguita praticando due incisioni: una nella piega palmare sopra la metacarpo-falangea e l’altra nella piega palmare del dito. Viene quindi introdotto un endoscopio per tagliare la puleggia rilasciando i tendini flessori. Questa procedura dura da due a nove minuti e ha un tempo medio di recupero più breve (23 giorni) dopo l’intervento. Altri vantaggi sono l’assenza di cicatrici e problemi correlati alle cicatrici e una riabilitazione post-operatoria più breve. Tuttavia, è una tecnica ancora in fase di sviluppo e gli strumenti sono costosi.
Release percutaneo
Questa tecnica può essere eseguita con o senza imaging. Il rilascio percutaneo non guidato da immagini (cieco) viene eseguito utilizzando punti di riferimento anatomici per evitare lesioni ai tendini e alle strutture neurovascolari. Il tempo di recupero è più breve rispetto alla chirurgia a cielo aperto, ma la possibilità di danni ai nervi digitali è maggiore, soprattutto alle dita 1, 2 e 5. Una nuova tecnica che utilizza la guida ecografica aiuta a identificare chiaramente i tendini e le strutture neurovascolari, prevenendo potenziali complicanze che sono presenti con questo intervento non ecoguidato.
I consigli del Fisioterapista
Adesso che sapete tutto sui sintomi, le cause e i trattamenti del dito a scatto, avrete di certo capito che le figure professionali che è possibile coinvolgere se manifestate questo problema sono diverse e dipendono dal trattamento necessario.
In generale, in caso di dito a scatto, è bene quindi rivolgersi a un medico ortopedico specializzato in chirurgia della mano. Sarà lui ad indirizzarvi verso la scelta conservativa oppure chirurgica.
Inoltre:
- In caso di terapia conservativa, rivolgersi a un fisioterapista esperto in disturbi della mano.
- Inizialmente, mantenere il dito a riposo per 4-6 settimane, anche utilizzando un tutore specifico
- La terapia strumentale e manuale possono velocizzare i tempi di recupero.
- Gli esercizi e lo stretching dei muscoli specifici completano la terapia passiva eseguita dal fisioterapista.