Integrazione e consigli nutrizionali per ciclisti in preparazione al Giro d’Italia: intervista a Luca Porfido

Il ciclismo è uno sport di resistenza, ma anche di precisione. Ogni dettaglio, dalla gestione dello sforzo all’integrazione, può influenzare la performance.
Un’alimentazione studiata nel dettaglio aiuta a prevenire cali di energia, ottimizzare il recupero e migliorare la capacità di gestire sforzi prolungati.
Ma come si costruisce un piano nutrizionale efficace per affrontare un evento come il Giro d’Italia?
Per capirlo, abbiamo intervistato Luca Porfido, nutrizionista del team VF Group Bardiani-CSF Faizanè, che da anni lavora a stretto contatto con ciclisti professionisti per migliorare il loro approccio all’alimentazione e all’integrazione.
Preparazione alimentare: strategie per costruire la resistenza
Ogni ciclista sa che, per affrontare al meglio una gara a tappe, è fondamentale gestire correttamente le riserve energetiche.
Il glicogeno muscolare rappresenta la principale fonte di energia per un atleta e deve essere mantenuto a livelli ottimali già nelle settimane precedenti alla competizione.
“La colazione è essenziale, ma da sola a volte può risultare non sufficiente, perché spesso tra il risveglio e la partenza della tappa passano diverse ore. Per questo si introduce una ‘razione d’attesa’, come una barretta da 40 g, che aiuta a mantenere stabile l’energia senza sovraccaricare la digestione”, spiega Porfido.
Oltre alla preparazione a lungo termine, anche le strategie immediate giocano un ruolo chiave. Un esempio interessante è il risciacquo dei carboidrati (mouth rinse):
“L’idea alla base di questo tipo di risciacquo è che la percezione del gusto da parte del cervello può attivare una risposta positiva da parte del sistema nervoso centrale, influenzando positivamente la performance atletica, anche se il composto non viene ingerito” racconta Porfido “Può essere utilizzato in diversi momenti della competizione come, ad esempio, nel finale di gara o nelle gare a cronometro, quando anche il minimo dettaglio può fare la differenza.”
L’obiettivo, quindi, non è solo quello di assumere la giusta quantità di nutrienti, ma di gestirli con intelligenza, sfruttando le tempistiche migliori per ottenere il massimo beneficio.
Qui entra in gioco la scelta dei prodotti giusti: non basta assumere carboidrati, serve anche che siano di rapida assimilazione e facilmente tollerabili.
Un aspetto fondamentale è l’utilizzo di integratori studiati per garantire energia costante ottimizzando così la performance. Nel team VF Group Bardiani-CSF Faizanè, i prodotti Cetilar® Nutrition vengono utilizzati per l’assorbimento ottimale, l’alta digeribilità e la capacità di supportare la performance di ogni ciclista senza appesantire.
Gli errori più comuni nella nutrizione del ciclista
Anche i professionisti possono cadere in errori nutrizionali che compromettono la loro performance. Spesso non è la quantità di cibo a essere sbagliata ma la gestione delle tempistiche.
“Tutti sanno quanti carboidrati e liquidi assumere, ma non sempre riescono a rispettare il timing corretto. Il ciclismo è uno “sport di situazione” e in gara, oltre a combattere con la fatica, si ha a che fare con il meteo a volte avverso, il tracciato, le “situazioni di corsa” che a volte ci fanno dimenticare di mangiare e bere regolarmente, portando cali di energia difficili da recuperare”, avverte Porfido.
Ecco i tre errori più comuni:
- Non bere abbastanza (o bere solo acqua senza sodio): il sodio è essenziale per trattenere i liquidi e prevenire crampi muscolari;
- Sottovalutare l’integrazione nelle gare lunghe: ciò che può sembrare marginale in una crono di 15 minuti, diventa cruciale in una tappa di 6 ore;
- Non reintegrare correttamente nel post-gara: si dice che “il primo recupero è rappresentato dall’integrazione in gara”, ma una volta scesi dalla bici, reintegrare correttamente è fondamentale per evitare cali di prestazione nei giorni successivi.
Il ruolo del sodio nella reidratazione è un aspetto sottovalutato. L’acqua da sola non basta: se non si assumono anche i giusti minerali, il rischio di squilibri elettrolitici aumenta.
“Se un ciclista suda molto e si reidrata solo con acqua, rischia di peggiorare la situazione. L’integrazione deve essere bilanciata per garantire una corretta idratazione e il mantenimento della performance”, spiega Porfido.
Digeribilità e tollerabilità: il ruolo chiave dell’integrazione
Un aspetto spesso trascurato è quanto un prodotto venga effettivamente assimilato senza creare problemi digestivi. Questo è un punto critico nel ciclismo: sotto sforzo, lo stomaco diventa più sensibile e i tempi di digestione si allungano.
“Un’integrazione efficace non è solo questione di quantità, ma anche di qualità. Se un prodotto non viene ben tollerato, può diventare un problema invece che un aiuto”, sottolinea Porfido.
I prodotti della linea di nutrizione sportiva Cetilar® Nutrition, arricchiti con minerali sucrosomiali®, garantiscono un assorbimento ottimale senza appesantire lo stomaco.
La Tecnologia Sucrosomiale®, con cui sono potenziati i minerali, permette a questi di attraversare indenni la barriera gastrica, proteggendoli dall’acidità dello stomaco e migliorandone la biodisponibilità. Questo si traduce in:
- Maggiore efficienza nell’assorbimento: i minerali raggiungono più rapidamente il flusso sanguigno, migliorando l’equilibrio elettrolitico essenziale per la performance;
- Nessun disturbo gastrico: grazie alla protezione data dal Sucrosoma®, gli integratori Cetilar® Nutrition evitano il tipico senso di pesantezza o fastidi digestivi comuni con altri integratori;
- Energia costante senza picchi glicemici: il rilascio graduale aiuta a mantenere il livello energetico stabile durante tutta la gara;
- Recupero più efficace: il mix di carboidrati, proteine e minerali ben assorbibili favorisce una rigenerazione muscolare ottimale.
“Mai avuto problemi di tolleranza tra i nostri atleti, nemmeno nelle tappe più dure. La scelta di prodotti ben formulati fa la differenza”, conferma Porfido.
Grazie alla Tecnologia Sucrosomiale®, gli atleti possono contare su un’integrazione efficace senza compromettere il comfort gastrointestinale, un aspetto chiave nelle competizioni di lunga durata.
L’evoluzione della nutrizione nel ciclismo: il ruolo della scienza
Negli ultimi anni, il mondo del ciclismo ha visto un’evoluzione significativa nell’approccio nutrizionale. Fino a poco tempo fa, molti atleti si affidavano più all’esperienza personale che a un piano strutturato, con il rischio di gestire in modo approssimativo l’alimentazione.
“Quando sono entrato nel team, c’erano poche indicazioni precise su cosa e quando mangiare. Oggi, ogni atleta ha un piano personalizzato basato sulle sue esigenze, con una gestione precisa dei macronutrienti e dell’integrazione”, racconta Porfido.
Un approccio food first, che parta dalla corretta alimentazione prima di introdurre gli integratori, è fondamentale per garantire il massimo beneficio senza sovraccaricare l’organismo.
“Questo concetto (e non solo) sarebbe importante portarlo già nelle squadre giovanili, dando un’educazione alimentare e maggiore consapevolezza ai giovani e anche ai meno giovani che compongono lo staff” sottolinea Porfido “Se imposti bene la base alimentare, l’integrazione diventa un supporto strategico che ottimizza la performance.”
Nel team VF Group Bardiani-CSF Faizanè, questo approccio si traduce in:
- Un’attenzione particolare alla digeribilità degli alimenti: evitare problemi gastrointestinali in gara è fondamentale;
- Una gestione pratica dell’integrazione: prodotti facili da trasportare e da assumere nei momenti giusti;
- Un’educazione nutrizionale degli atleti: più i ciclisti capiscono l’importanza della nutrizione, più sono autonomi nella gestione della loro performance;
“Mai avuta una crisi di fame tra i nostri atleti, sia tra i più esperti al Giro d’Italia 107, sia tra i più giovani al Giro d’Italia Under 23, nel quale abbiamo vinto la classifica a squadre. Seguire un piano ben strutturato fa la differenza, a qualsiasi livello”, afferma Porfido.
Conclusioni: prepararsi al meglio per una grande sfida
Il Giro d’Italia è una gara che mette a dura prova il corpo e la mente. Arrivarci preparati significa allenarsi bene, ma anche nutrirsi nel modo giusto, evitando crisi di fame o problemi digestivi.
L’esperienza preziosa di Luca Porfido ci insegna che la nutrizione non è solo una questione di calorie e macronutrienti, ma un equilibrio tra tempistiche, strategia e personalizzazione.
Un approccio scientifico all’integrazione e alla gestione dei nutrienti può fare la differenza tra un atleta che fatica ad arrivare in fondo e uno che riesce a gestire ogni tappa al massimo della performance.
Perché, nel ciclismo come nella vita, non vince chi parte forte, ma chi sa gestire al meglio ogni momento della gara.