Vela Paralimpica, un italiano alla guida dei progetti di rientro alle Olimpiadi 2024

4 MIN 28 Novembre 2016

Vela esclusa dalle Paralimpiadi di Tokio 2020. Che cosa è successo? E soprattutto chi sta preparando il rientro per il 2024?

Un passo alla volta, cominciando dalle barche e dalle classi. Se Laser, FINN, 470, 49er, Nacra 17 ed RS:X sono le classi veliche olimpiche, 2.4 mR, modello performante e sofisticato, Skud 18, monotipo per equipaggio doppio e Sonar, per regate in equipaggio, sono le classi Paralimpiche. Per queste classi, l’edizione dei Giochi di Rio 2016, è stata l’ultima: una inaspettata battuta di arresto, con motivi diversi e complessi, dal management alle finanze gestite dal precedente organismo, ora risolti con l’inclusione della vela paralimpica in World Sailing, www.sailing.org, organizzazione ufficialmente riconosciuta dal Comitato Internazionale Olimpico (IOC), ma soprattutto perché la vela non raggiunge il livello minimo di diffusione stabilito dall’IPC (Comitato Internazionale Paralimpico) nel suo handbook, che è minimo 32 nazioni che praticano e partecipano su basi regolari.

Questi sono i fatti e le strutture, ma ora cosa succederà? L’esclusione dall’edizione 2020 è definitiva, bisogna investire sul 2024.

Da giugno 2016, Massimo Dighe, velista paralimpico è Para World Sailing Manager per World Sailing: suo è l’incarico di responsabile della promozione e dello sviluppo della vela per disabili. Dighe inizia a regatare con i 2.4mR per poi passare ai Sonar e partecipare ai Giochi di Londra 2012 con la squadra Italiana. Continua a competere con altre classi (non solo paralimpiche) e collabora a diversi progetti di sviluppo della vela. Già membro del Para World Sailing Committee con vari ruoli, con progetti precisi, programmi concreti e forte determinazione, è ora in una metaforica regata verso il traguardo del 2024.

 

massimo dighe

I progetti su cui stiamo lavorando in World Sailing (perché è un lavoro del settore paralimpico come capofila, ma coinvolge tutta la struttura di WS, con il supporto di tutto il Board) per essere riammessi ai Giochi del 2024, sono molti.” spiega Matteo Dighe in diretta dalla sede di Southampton, UK, “Dall’incremento dei PDP (Paralympic Development Program) con inclusione degli stessi nei programmi relativi alle nazioni emergenti con raddoppio del budget rispetto al 2016, al supporto agli atleti per la partecipazione al Campionato del Mondo 2017, con un budget specifico ed accordi con la squadra sportiva GAC Pindar per abbattere i costi degli spostamenti alla scelta di nuove barche più economiche, più diffuse, più facili da muovere, infine al lavoro per l’inclusione delle regate paralimpiche all’interno di tutte le altre competizioni. Puntiamo ad abbassare l’età media dei velisti disabili insieme a migliorare la comunicazione da parte di WS verso i velisti, federazioni ed altro”. Per chi volesse, sul canale You Tube di World Sailing si trova lo strategic plan relativo al PWS Forum di Barcellona, in Spagna, svoltosi a novembre 2016.

Per quanto riguarda le linee guida nelle relazioni con l’IPC, continua Dighe, “Abbiamo regolari rapporti e confronti sul futuro del nostro sport e stiamo lavorando insieme affinché possiamo mantenere il livello di eccellenza richiesto”. Intanto gli atleti si allenano in diverse competizioni, a seconda delle varie nazioni. Per quanto riguarda le gare internazionali, la vela paralimpica è inclusa in tutte le regate della Sailing World Cup per il quadriennio 2017-2020 ed è inclusa nel circuito Eurosaf. Ci sono poi appuntamenti specifici come il campionato del mondo Para World Sailing e i vari campionati delle classi. Uno dei progetti importanti per il futuro riguarda le nazioni emergenti, specialmente in alcuni continenti come Africa e Sud America, che non hanno un programma o che hanno solo un abbozzo di vela paralimpica, ma per ragioni ambientali o economiche hanno difficoltà a svilupparlo.

I nostri programmi vogliono creare anche una serie di hotspot in nazioni con una forte presenza e struttura di vela per disabili che possano fare da tutor, sia fornendo know how, equipaggiamenti ed altro ad una gruppo di altre nazioni più piccole in modo da aiutarle a crescere, sia formando allenatori che siano presenti a livello locale per avvicinare le persone che lo desiderano alla vela”.

 

paraworlds2015

Sempre riguardo al futuro, si lavora sulla comunicazione e sulle vele: “Ci sono delle novità per le barche, il Para World Sailing Committee, dopo aver effettuate due test events a Malcesine a Maggio 2016 e a Medemblik a Giugno, aver raccolto dati e valutato diverse situazioni, ha proposto durante l’ultimo meeting a Barcellona, l’adozione dell’Hansa 303 e del Weta Trimaran come imbarcazioni da usare per le prossime regate paralimpiche. Insieme vanno a coprire l’aspetto “top level e top sailor” con il Weta e l’aspetto dell’introduzione alla vela, con una barca facile e molto diffusa come il 303”.

L’idea, quindi, è che il mondo della vela sia sempre più aperto e accessibile, con la possibilità per tutti, soprattutto i più giovani, di praticare questo sport.

I ragazzi si possono avvicinare al mondo del mare chiedendo ai club o alle varie organizzazioni o federazioni che si occupano di questo sport nelle proprie nazioni. “Da Italiano il mio consiglio è di chiedere al proprio circolo, e se questo non ha informazioni, proseguire con la Zona di riferimento e, se anche qui non si trovano risposte, interpellare direttamente la FIV. Non si lascino scoraggiare dalla mancanza di risposte, negli ultimi anni molti circoli e Zone hanno proposto delle attività specifiche per quanto riguarda la vela paralimpica, uno dei pochissimi sport che consente di gareggiare in completa integrazione; ed anche se non ci sono regate specifiche, i velisti possono partecipare alle regate che si tengono nel loro circolo, perché è essenziale capire che nel nostro sport non ci sono velisti disabili o velisti abili, ma solo velisti. No, qui a WS, non siamo un’entità astratta, ma siamo sempre disponibili a fornire suggerimenti o informazioni alle Federazioni o ad altre realtà interessate ai vari aspetti del nostro sport, io cerco sempre di rispondere a tutte le mail o le richieste che ricevo per quanto riguarda il mio settore”.

Quanto ha impiegato a rispondere alla nostra mail per l’intervista? 1 minuto.

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