Fibromialgia: cos’è e quali sono i primi sintomi
La Fibromialgia è una patologia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico ed è caratterizzata da dolore cronico diffuso, rigidità e dolorabilità di muscoli, tendini e articolazioni. Il 90% dei pazienti con questa patologia riferisce anche stanchezza cronica e disturbi del sonno.
Ad oggi la fibromialgia è una malattia di cui si sa ancora poco, soprattutto relativamente alle cause scatenanti. Anche la diagnosi è difficile, non essendoci esami specifici in grado di identificare con certezza questa sindrome. Proprio per questo è importante imparare a riconoscerne i sintomi iniziali e cosa fare per limitare il più possibile il peggioramento dei sintomi e il decorso della malattia, che con il tempo rischia di diventa purtroppo una condizione invalidante.
Che cos’è la Fibromialgia e chi è più a rischio
La sindrome fibromialgica è considerata un problema sistemico che coinvolge anomalie biochimiche, neuroendocrine e fisiologiche, e porta ad un disturbo dell’elaborazione e della percezione del dolore. Nei casi di fibromialgia grave, questo può dare origine a fenomeni di allodinia, ossia una sensazione dolorosa in seguito ad uno stimolo normalmente innocuo (come pettinarsi i capelli, esercitare una lieve pressione sulla cute, il contatto di un oggetto con il corpo) oppure di iperalgesia, cioè un’ipersensibilità agli stimoli dolorosi con conseguente riduzione della soglia del dolore.
Come vedremo in questo articolo, la Fibromialgia è una sindrome molto complessa e coinvolge numerosi fattori, che possono avere un grave impatto e sconvolgere la vita quotidiana di una persona. Questa patologia colpisce prevalentemente le donne (circa il 90% dei casi) e i sintomi si presentano in giovane età, tipicamente tra i 25 e i 55 anni.
Esistono cause specifiche riconducibili alla Fibromialgia?
Non è stata ancora chiarita la causa che porta a sviluppare la Fibromialgia, ma studi scientifici ipotizzano che abbia origine da un malfunzionamento del Sistema Nervoso Centrale caratterizzato da sensibilizzazione centrale, cioè una incrementata percezione del dolore accompagnata da un’inibizione e/o modulazione del dolore inefficace.
Questa maggiore risposta agli stimoli periferici provoca dei disturbi molto spesso invalidanti per le persone che ne soffrono, come l’iperalgesia (uno stimolo che risulta più doloroso di quello che in realtà è), l’allodinia (uno stimolo normalmente non doloroso che provoca invece dolore) e dolore riferito su più segmenti spinali, con conseguente dolore cronico diffuso.
Purtroppo, la sindrome fibromialgica tende a degenerare con il tempo, innescando una serie di disregolazioni dei sistemi neurologici, immunologici, endocrinologici ed enterici.
I sintomi iniziali della Fibromialgia
Il sintomo principale della Fibromialgia è il dolore muscolare, spesso descritto dai pazienti come dolore intenso o bruciore, indipendentemente dall’attività fisica svolta. Oltre a questo, è molto frequente una condizione di astenia, ossia stanchezza cronica sia fisica che mentale, oltre che la presenza dei cosiddetti Tender Points, zone muscolari molto contratte e dolenti alla palpazione.
I sintomi della Fibromialgia nella maggior parte dei casi vengono esacerbati da condizioni come:
- Stress
- Eccesso di attività fisica
- Clima umido o freddo
Inoltre, i pazienti affetti da Fibromialgia presentano spesso alcune co-morbilità, in particolare con:
- Disturbi del sonno
- Depressione
- Ansia
- Artrite Reumatoide
- Lupus
- Spondilite Anchilosante
Come riconoscere i primi sintomi della Fibromialgia e a chi rivolgersi
Se si è affetti da dolore cronico e diffuso in diverse aree del corpo, che non migliora con i trattamenti fisioterapici, unito ad una tolleranza molto bassa all’esercizio fisico e stanchezza continua, potrebbe trattarsi di Fibromialgia. Tuttavia, per formulare una corretta diagnosi e iniziare un trattamento di cura mirato è fondamentale rivolgersi ad un medico specializzato in Reumatologia o in Ortopedia.
La diagnosi
Non è attualmente disponibile un test diagnostico per determinare la condizione di Fibromialgia. La diagnosi viene generalmente effettuata dal medico sulla base dei risultati di un esame fisico ed escludendo altre condizioni simili.
Non sono necessari esami di laboratorio o radiologici specifici, tuttavia, è possibile eseguire dei test di laboratorio per escludere altre patologie. Una diagnosi di fibromialgia non esclude infatti la presenza di altre malattie clinicamente rilevanti. Questi test includono: emocromo, VES, esami biochimici di base, livelli tiroidei (TSH, T3 e T4) e fattore reumatoide.
Ad oggi, la fibromialgia viene diagnosticata quando sono soddisfatti tutti i seguenti criteri:
- Indice per il dolore diffuso (WPI) ≥7 e punteggio della scala per la severità dei sintomi (SSS) ≥5; oppure punteggio WPI 4–6 e punteggio SSS ≥9.
- È presente dolore generalizzato, definito come dolore in almeno 4 regioni su 5.
- I sintomi sono stati presenti con la stessa intensità per almeno tre mesi.
Dal punto di vista psicologico del paziente è importante riuscire ad avere una diagnosi, perché spesso chi soffre di dolori cronici e diffusi non riesce a trovare una spiegazione e, di conseguenza, un valido trattamento nella gestione dei sintomi.
Esiste una cura per la Fibromialgia?
Attualmente non esiste una cura risolutiva per la Fibromialgia. È importante però che chi è affetto da questa sindrome trovi la maniera migliore per poterla gestire ed arrivare a conviverci, limitando il più possibile l’impatto sulla vita quotidiana dei sintomi, che nei casi più gravi rendono questa malattia invalidante a tutti gli effetti.
Il trattamento della fibromialgia deve essere multidisciplinare e personalizzato in base alla risposta del singolo paziente, ma, in linea generale, comprende:
- Cure farmacologiche per aiutare a controllare i sintomi;
- Educare il paziente sulla malattia, in modo da poterla gestire al meglio in autonomia;
- Attività fisica leggera e supervisionata;
- Tecniche di rilassamento come meditazione, tecniche di respirazione, ecc.;
- Massoterapia leggera, tecniche manuali linfatiche e drenanti;
- Cambio di alimentazione supervisionato dal nutrizionista;
- Ginnastica in acqua, meglio se in piscine riscaldate;
- Supporto psicologico o psicoterapeutico;
- Altre tecniche come agopuntura, osteopatia, terapia occupazionale ecc.
La fisioterapia può essere utile per alleviare i sintomi della Fibromialgia?
Nel caso della Fibromialgia, la fisioterapia, come l’osteopatia o i massaggi, ha una finalità puramente sintomatica, cioè lo scopo è quello di alleviare il dolore. Secondo l’esperienza dei nostri fisioterapisti, i trattamenti possono essere utili, ma devono essere eseguiti in maniera molto leggera e lasciando passare abbastanza tempo tra un trattamento e l’altro per dar modo ai tessuti di recuperare.
Anche l’esercizio fisico è utile, sempre supervisionato dal fisioterapista o dal laureato in scienza motorie. In particolare, l’alternanza tra esercizio aerobico leggero (camminata, bicicletta) con esercizi posturali ed esercizi di blando rinforzo muscolare, può aiutare a rinforzare le strutture muscolo-scheletriche. Anche in questo caso è fondamentale lasciare il giusto tempo di recupero tra gli allenamenti, in modo da evitare il rischio di affaticamento e quindi l’acuirsi del dolore.