Sindrome del tunnel carpale: sintomi e cura
La sindrome del tunnel carpale (STC) è una neuropatia da intrappolamento, causata dalla compressione del nervo mediano al suo passaggio attraverso il tunnel carpale del polso. È la neuropatia da intrappolamento nervoso più comune e rappresenta ben il 90% di tutte le neuropatie.
I primi sintomi della STC si manifestano con formicolio, intorpidimento, dolore e parestesie, e si possono localizzare in diverse parti anatomiche: pollice, indice, medio e nella metà radiale (lato del pollice) dell’anulare. Nei casi più severi, il dolore può irradiarsi anche fino all’avambraccio.
Se non trattata adeguatamente, con il passare del tempo la sindrome del tunnel carpale può provocare debolezza della mano, diminuzione della motricità fine (ossia della coordinazione motoria della mano e delle dita) e atrofia della muscolatura dell’Eminenza Tenar, cioè la parte muscolare della mano vicino al pollice.
Tunnel carpale e nervo mediano: cenni anatomici e funzioni
Il tunnel carpale è formato da un canale osteofibroso non estensibile, che forma un tunnel che protegge il nervo mediano e i tendini dei muscoli flessori della mano. Il legamento trasverso del carpo, ossia il retinacolo dei muscoli flessori, costituisce il limite superiore (tetto del tunnel carpale) e le ossa carpali formano il bordo inferiore (pavimento del tunnel carpale). All’interno del tunnel carpale, che nella sua parte più stretta raggiunge una superficie di sezione di soli 1,6 cm2, passano in totale 10 tendini flessori, avvolti da guaine tendinee, e il nervo mediano.
Il nervo mediano è uno dei nervi principali che originano dal Plesso Brachiale, che comprende fibre provenienti dal tratto che va dalla sesta vertebra cervicale alla prima vertebra toracica (C6-T1). Dal collo, attraversa l’ascella e la parte interna del braccio fino al gomito, passando nel solco bicipitale mediale. In seguito, continua passando nell’avambraccio nella sua parte centrale e, attraversando il tunnel carpale, si divide in vari rami terminali sia motori che sensitivi, che terminano sulle prime quattro dita della mano.
Quando insorgono problemi legati al rapporto tra lo spazio interno e il volume degli elementi contenuti nel tunnel, il nervo mediano viene compresso, causando così la Sindrome del Tunnel Carpale.
Sindrome tunnel carpale: quali sono le cause e i fattori di rischio?
Esiste un ampio spettro di patologie o disfunzioni che possono causare la STC, tutte riconducibili a due fattori di rischio principali:
- Una diminuzione delle dimensioni del tunnel carpale, causata da condizioni quali:
– Sovraccarico meccanico (considerata la causa più comune);
– Osteoartrite;
– Trauma;
– Acromegalia.
- Stati patologici che portano all’aumento di dimensioni del contenuto del tunnel carpale:
– Masse, ad esempio cisti gangliari, tumori primari della guaina nervosa;
– Deposizione di materiale estraneo, ad es. amiloidosi;
– Ipertrofia sinoviale nell’artrite reumatoide;
– Ispessimento del nervo mediano o dei tendini flessori.
In generale, la fisiopatologia della Sindrome del Tunnel Carpale è il risultato di una combinazione di meccanismi di compressione e trazione.
Qualsiasi sia la causa, si crea un ciclo dannoso con aumento della pressione nel tunnel, ostruzione del deflusso venoso generale, aumento dell’edema locale e compromissione della microcircolazione intraneurale del nervo mediano. La funzione nervosa viene quindi compromessa e l’integrità strutturale del nervo stesso propaga ulteriormente l’ambiente disfunzionale: la guaina mielinica e l’assone sviluppano lesioni e i tessuti connettivi circostanti si infiammano, perdendo la normale funzione fisiologica protettiva e di supporto.
La trazione ripetitiva e il movimento del polso esacerbano l’ambiente negativo, danneggiando ulteriormente il nervo. Inoltre, uno qualsiasi dei tendini flessori che viaggiano attraverso il tunnel carpale può infiammarsi e comprimere il nervo mediano.
Come si manifestano i primi sintomi della Sindrome
L’esordio della sindrome è generalmente graduale, con formicolio o intorpidimento nella distribuzione del nervo mediano della mano interessata, ossia le prime tre dita della mano e parte del quarto dito. Ci sono alcuni movimenti che possono indicare un peggioramento dei sintomi, in particolare la presa statica di oggetti come un telefono o il volante, ma in generale i sintomi tendono ad esordire di notte. Nelle fasi iniziali, infatti, è facile notare un miglioramento dei sintomi scuotendo o muovendo la mano.
Con il progredire del disturbo, la sensazione di formicolio o intorpidimento può diventare costante può essere accompagnata anche da dolore bruciante o tipo scosse elettriche sulla mano, che si irradia fino all’avambraccio. I sintomi finali sono debolezza e atrofia dei muscoli della mano. Questi effetti combinati di deprivazione sensoriale e debolezza possono provocare una sensazione di “goffaggine” nei movimenti fini della mano, oltre che la perdita di forza nel movimento di pinza tra pollice e indice e quindi una tendenza a far cadere gli oggetti.
Diagnosi ed esami utili per valutare la STC
L’ecografia e la risonanza magnetica sono le due modalità di imaging che meglio si prestano allo studio delle sindromi da intrappolamento. Oltre a visualizzare le cause dirette e le varianti anatomiche, il riconoscimento dei segnali muscolari patologici sulla risonanza magnetica può indirizzare in maniera più chiara verso il nervo colpito.
L’elettromiografia e gli studi sulla conduzione nervosa sono la base per la diagnosi della sindrome del tunnel carpale. Altri esami clinici o speciali, ad esempio la risonanza magnetica del tratto cervicale, non sono necessari per confermare la sindrome del tunnel carpale, ma senza dubbio aiutano a escludere altre diagnosi. La radiografia è invece consigliata solo per escludere altre cause di dolore al polso, come l’artrite o la patologia ossea.
Terapia conservativa: quali movimenti evitare
Quando viene diagnosticata la sindrome del tunnel carpale, si raccomanda un trattamento conservativo precoce. Soprattutto nel caso di persone che svolgono lavori d’ufficio, il primo rimedio utile per alleviare i sintomi consiste nel modificare i movimenti del polso più dannosi, andando ad agire su una corretta ergonomia della mano, su come posizionare la tastiera ad un’altezza adeguata e ridurre al minimo la flessione, l’estensione, l’abduzione e l’adduzione della mano durante la digitazione; dunque, se possibile, dovrebbe essere raccomandato anche di ridurre le attività ripetitive che creano compressione del tunnel.
Il trattamento medico non chirurgico comprende farmaci antinfiammatori steroidei orali, iniezioni di corticosteroidi, FANS, diuretici, integratori di vitamina B e l’uso di tutore per mano e polso per diminuire la tensione sul nervo.
Anche la fisioterapia è molto utile in caso di STC: i fisioterapisti dovrebbero inizialmente valutare le modifiche delle attività quotidiane e del posto di lavoro (modifiche ergonomiche), dare istruzioni sul riposo necessario e sui movimenti da evitare. Molto spesso, infatti, semplici cambiamenti alla pratica lavorativa possono essere utili nel controllare i sintomi più lievi della STC.
Le tecniche di terapia manuale invece includono:
- Trattamenti dei tessuti molli
- Mobilizzazione delle ossa del carpo
- Mobilizzazione del nervo mediano e plesso brachiale con tecniche di Neurodinamica
- Lavoro specifico sul tratto cervicale (dove origina il nervo mediano) e su tutto l’arto superiore
Altri interventi di fisioterapia utili a risolvere problemi legati al tunnel carpale includono:
- TECAR terapia
- LASER terapia
- Magneto terapia come trattamento domiciliare
- Confezionamento di Splint e tutori personalizzati
Intervento chirurgico in caso di Sindrome del Tunnel Carpale: tempi di recupero e fisioterapia
Il trattamento definitivo per la sindrome del tunnel carpale persistente, che non risponde al trattamento conservativo, è l’intervento chirurgico con release del tunnel carpale, nel caso in cui gli studi di conduzione nervosa abbiano mostrato una significativa degenerazione assonale.
L’intervento chirurgico per la STC ha lo scopo di creare più spazio per il nervo, è di breve durata e viene in genere eseguito da un chirurgo ortopedico specialista della mano. Solitamente viene eseguita una mini-incisione in anestesia locale, con lo scopo di incidere il legamento trasverso del carpo che fa da tetto al tunnel carpale e decomprimere il nervo.
Il completo recupero della mano a seguito dell’intervento chirurgico è verosimile nel giro di poche settimane di fisioterapia.